Teatro 
Galli

Eccellenze italiane e straniere nella ricostruzione del nuovo teatro d’opera di Rimini.

Teatro 
Galli

di Michele Viola

Il Teatro Galli di Rimini è un teatro d’opera che risale alla metà del diciannovesimo secolo, progettato originariamente dall’architetto modenese Luigi Poletti. Viene inaugurato nel 1857 con la prima dell’Aroldo, di Giuseppe Verdi, opera composta appositamente e diretta personalmente dal Maestro.

Nel dicembre del 1943 è colpito da un bombardamento che lo danneggia gravemente. L’amministrazione comunale inizia a pensare al restauro già nel 1955, ma con scarsi risultati immediati. Solo tra il 1967 e il 1975 viene realizzato il primo restauro di alcune parti del corpo anteriore. Negli anni successivi, si susseguono vari interventi di restauro che interessano soprattutto la parte anteriore dell’edificio. Nel 2010, dopo un lungo dibattito culturale sulle modalità di ricostruzione, viene approvato il progetto che prevede la ricostruzione del corpo posteriore, quello con la sala e il palcoscenico, esattamente “com’era e dov’era”, sostituendo definitivamente il progetto di un teatro completamente nuovo che aveva vinto il precedente concorso bandito dal Comune negli anni ‘90. Tra il 2010 e il 2015 viene inoltre completato l’intervento di restauro e adeguamento funzionale del foyer e delle sale superiori del corpo anteriore, mentre nel 2014 parte la ricostruzione del corpo posteriore. Nel 2018 il Teatro Amintore Galli viene riconsegnato alla città.

Da ottobre scorso, il Teatro Galli propone un programma di eventi piuttosto intenso, con diversi eventi di rilievo e un’ottima risposta di pubblico.

L’acustica del teatro “com’era, dov’era” era evidentemente di pregio, visto che il teatro così com’è stato ricostruito suona obbiettivamente piuttosto bene, certo anche grazie al brillante team di consulenza e progettazione che ne ha seguito la ricostruzione, costituito da eccellenze a livello nazionale e non solo.

La dotazione tecnologica è invece stata ripensata completamente, ovviamente (rispetto alla versione originale del 1857), e noi non ci siamo lasciati scappare l’occasione di visitare il nuovo teatro per cercare di approfondire alcuni tra i numerosi aspetti che possono interessare i nostri lettori.

L’appalto per le tecnologie audio e luci è stato assegnato all’azienda veneta Decima, installatore con grande e rinomata esperienza nel settore teatrale. Le componenti illuminotecniche sono state fornite da ETC, mentre l’impianto di amplificazione audio residente è Coda Audio con console Yamaha. Il costruttore romano Link si è invece occupato di cablaggi, scatole di distribuzione, pannelli e rack.

Una console luci ETC ION Xe 20 in regia FoH.

ETC - Apparecchiature illuminotecniche

Daniele Naldi, Direttore Tecnico del Teatro Comunale di Bologna, è stato incaricato di fornire alcune indicazioni su prodotti e materiali per il comparto illuminotecnico, in qualità di consulente di progetto. Ha poi seguito passo passo l’installazione e la messa in opera per conto di Decima, che ha fornito anche tutti i dispositivi per il controllo integrato, con il puntuale supporto del team di ETC Italia.

Il sistema di trasmissione dati tra console e dispositivi è basato su sACN, a cui si aggiunge come ridondanza una distribuzione DMX su quattro universi. In varie posizioni chiave sono state dislocate delle interfacce ETC NET3 Gateway Response 4, che convertono sACN (ANSI 1.31) in DMX/RDM, così da assicurare contemporaneamente ridondanza e flessibilità.

Francesco Barbagli, di ETC Italia, ha spiegato che la distribuzione della potenza elettrica è gestita tramite tre Power Control Units Sensor3 da 96 canali ciascuna: si tratta di rack che permettono di configurare ciascuna presa collegata come dimmer o diretta, pura o controllata tramite relè. L’applicazione Sensor3 TPSR, disponibile per Android e iOS, permette di configurare ciascun rack in maniera estremamente semplice, individuando la macchina da controllare tramite il QR code serigrafato sul box.

La distribuzione capillare dei collegamenti di rete ha permesso, tra l’altro, in sede di configurazione del sistema, di programmare ogni controller e ogni dispositivo da qualunque presa di rete in qualunque posizione.

Una delle scatole in gomma agganciate con gli aliscaf all'americana.

Link - Cablaggi

Per capire la complessa infrastruttura di interconnessione degli impianti speciali, abbiamo parlato con Luca Opizzi, che ha seguito l’installazione per conto di Link.

Link è stata coinvolta già dalla fase di progetto, insieme alle aziende che hanno curato la progettazione degli impianti e la successiva installazione, per realizzare la distribuzione completa e puntuale di segnali e potenza, mimetizzandosi in modo da impattare meno possibile sull’estetica delle finiture. In ogni pannello, ovviamente, ciascun connettore deve essere univocamente identificato con il circuito cui fa riferimento. I box installati sono classificati in due categorie: SCB per Sound & Communication Box, e PLB per Production & Lighting Box, così da separare concettualmente la distribuzione di intercom, rete, fibra per il video e controlli per le console (SCB) da alimentazione e controllo luci (PLB). Ciascun box ha inciso sul pannello un numero identificativo univoco e anche, di fianco a ogni connettore di potenza, il QR code per il controllo dei canali corrispondente nei moduli ThruPower nei Sensor3 ETC. Complessivamente è stata composta una distribuzione di Cat6, Cat7, fibra, linee audio, linee speaker, eccetera, molto capillare: ci sono una scatola ogni due palchetti, nel primo e nel secondo ordine, e una trentina di scatole distribuite sul palco, ad esempio.

Tutto il sistema in graticcia è stato composto utilizzando connettori ibridi Link LKS Data, una variante del connettore LKS in grado di trasportare contemporaneamente sei circuiti di potenza e due universi DMX. I cavi scendono dalla graticcia verso le ceste in americana e, al fine di gestire l’americana in maniera flessibile, le scatole sulla struttura non sono fisse ma sono dei piccoli box in gomma dotati di gancio aliscaf che si possono posizionare liberamente.

Un quadro da 250 A con uscite PowerLock è stato installato a fondo palco per permettere a chi ne abbia necessità di collegare facilmente un proprio impianto completamente separato, bypassando del tutto l’impianto elettrico del teatro senza dover smantellare il quadro elettrico principale.

Stefano Ronconi - Capo macchinista

“Io coordino una squadra composta da sei macchinisti. Le movimentazioni disponibili sono di tutti i tipi: manuali, a cavo, a motore. La torre scenica è alta 20 m, la graticcia è molto alta sopra il palco.

“Il teatro d’opera, come il Galli, presenta caratteristiche diverse rispetto al teatro di prosa, come l’ampiezza del palcoscenico, il declivio, l’acustica improntata su canto e musica. Il teatro d’opera è diverso sia nel palco sia nella platea, con un’acustica curata da lunghissima tradizione: nell’Ottocento il Galli era tra i migliori in Europa, tanto che l’ha inaugurato Verdi in persona. Ci sono anche molte differenze metodologiche rispetto alla prosa: per esempio i cambi di scena nel teatro di prosa si basano sul parlato, mentre nella lirica si basano sulla musica e sul cantato; per far scendere un fondale ho un maestro di musica che mi dà il tempo. Nella prosa questa cosa non c’è.”

Quali sono i tipi di movimentazioni?

Ci sono tiri manuali, tiri a cavo e tiri motorizzati. I paranchi a catena possono sopportare carichi più elevati ma sono meno sofisticati rispetto ai tiri a cavo che invece hanno velocità variabili e sono più sicuri e più silenziosi.

Quante americane ci sono?

Abbiamo quattro americane luci cablate, che in italiano si chiamano bilance, oltre a nove tiri motorizzati fissi.

E le scenografie?

Per quanto riguarda la scena abbiamo due inquadrature nere di dimensioni diverse e materiale diverso, tutto un sistema di quinte eccetera.

C’è una postazione di controllo?

C’è una consolle che si può spostare di volta in volta nel punto strategico per poter vedere l’andamento dello spettacolo e non fare danni. Non basta il computer: l’occhio del macchinista ci vuole sempre, quando si parla di tonnellate e carichi sospesi. Tra l’altro le maestranze sono tante e le norme sono molto severe, certamente più restrittive di quelle di un cantiere.

Come sei arrivato qui?

Prima di venire qui ho lavorato a Parma e a Bilbao. Ora sono qui per conto del Comune, e sono fisso al Galli.

Il lavoro in teatro è ancora con i chiodi?

La lirica è ancora fatta con i chiodi. A Bilbao hanno provato a eliminare questa cosa, ma non ci sono riusciti perché l’opera va fatta così: pareti alte 9 m da togliere in velocità, in un cambio atto da sei minuti.

Carlo Sferco - Responsabile audio

“Tranne me, tutte le altre maestranze impegnate nel settore audio sono a chiamata. Per ogni rappresentazione mando una mail al Comune con cui segnalo quante persone servono.

“Quando ho saputo, anche se ancora non ufficialmente, che avrei avuto questo incarico, ho iniziato a studiare le tecnologie con cui avrei avuto a che fare, partecipando a corsi e seminari su Yamaha, su Dante, eccetera. Quando poi sono state accese le macchine è venuto un tecnico di Decima a perfezionare il set-up e le connessioni.”

Che console ci sono?

Yamaha QL5 in sala e Yamaha Rivage PM7 sul palco. Ci sono due Rio 3224, 32 in e 24 out, più una Rio 1608: 80 canali in ingresso e 56 in uscita, complessivamente.

Il PM7 è più ingombrante ma più performante, anche dal punto di vista DSP. Il PM7 ha a bordo otto dei nuovi preamplificatori Yamaha firmati Rupert Neve, che non ci sono sulle Rio; però non li usiamo praticamente mai. Comunque, ascoltando le registrazioni delle dirette dalle Rio direi che il livello è decisamente alto e non ci si può certo lamentare.

Le console sono cablate Dante?

Tutto Cat7; la rete arriva in tutto il teatro, dai palchetti, alla sala prove, ai ballatoi, eccetera. Il cablaggio per arrivare tra i punti più lontani non permetteva il Cat6 previsto inizialmente, così è stato necessario utilizzare il Cat7.

Cosa ne pensi dell’impianto Coda Audio?

All’inizio mi preoccupava, perché era un marchio che conoscevo poco; poi sentendolo suonare mi sono tranquillizzato perché effettivamente suona bene. Inoltre l’acustica del teatro è spettacolare: tutto fermo e controllato, come uno studio di registrazione.

Avete microfoni in dotazione?

Non molta roba: otto Schoeps MK 4, un po’ di SM57 e SM58, poi degli Shure MX e qualche DI Box.

Yannick - Capo elettricista

“Sono venuto a Rimini, dal Teatro delle Briciole di Parma – spiega Yannick – dove lavoravo fino a poco tempo fa, proprio per lavorare al Galli. È di fatto un impegno stabile, anche se sono inquadrato con Doc Servizi e non sono dipendente comunale. 

“Non ho una vera e propria squadra da gestire, anche se ovviamente le maestranze sono relativamente stabili. Nell’economia di ciascuno spettacolo, facciamo un calcolo delle risorse necessarie e passiamo la lista al comune, che fa le chiamate necessarie.

“La dotazione illuminotecnica è tutta alogena – continua Yannick –  e non ci sono motorizzati. La tecnologia si sta evolvendo velocemente, solo qualche anno fa la tecnologia LED non permetteva né le potenze né le gamme cromatiche che oggi sono invece disponibili, e la gara d’appalto per le apparecchiature si basava naturalmente su ciò che di meglio si poteva trovare sul mercato. Ora la tecnologia si sta evolvendo velocemente e quindi si potrebbe considerare, ad esempio, un’integrazione. 

“Come device di controllo dei corpi illuminanti sono state scelte, per potenza e compattezza, due console ETC ION Xe 20. Non c’è una vera e propria postazione di regia: la console viene posizionata secondo le esigenze in un palchetto riservato o, quando possibile, a fondo sala. La console ETC è piccola ma potente e funzionale, almeno per tutti gli eventi che dobbiamo supportare direttamente. Le dimensioni contenute permettono una buona flessibilità di posizionamento.

“La trasmissione dati è via rete, che arriva in tutte le posizioni chiave: sul palco, in barcaccia, nei loggioni davanti…

“Ovviamente – spiega Yannick – è facile che nasca qualche esigenza di cui non si è tenuto conto in sede di progettazione: è praticamente impossibile prevedere tutto. Ad esempio, abbiamo avuto l’esigenza di posizionare quattro seguipersona davanti, e abbiamo dovuto in quel caso occupare dei loggioni nel terzo anello, dove non era inizialmente previsto.

“Le compagnie a volte si portano i loro tecnici, mentre a volte ci inviano un piano luci dettagliato e chiedono il personale sul posto. In ogni caso, solitamente partecipo quantomeno a montaggio e smontaggio, e come supervisore.

“Comunque – aggiunge Yannick – la struttura è bella e funzionale; i piccoli problemi che ci sono sono quelli tipici delle strutture nuove, che vanno risolti necessariamente quando si inizia a utilizzarle per davvero, quando ci si lavora e ci si confronta con le situazioni che si presentano nella pratica di tutti i giorni”. 


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