Lorenzo De Pascalis - Show Design
Marco Mengoni inizia il tour europeo, tra palazzetti italiani e arene europee.

Dalla fantasia dell'artista al lavoro dei professionisti, il tour europeo di Marco Mengoni è un'opera in scena: fortemente ispirato al linguaggio dell’opera lirica, ogni aspetto è concepito non solo come elemento decorativo, ma come parte integrante del racconto. Intervistiamo coloro che hanno reso possibile questo tour.
Lorenzo, ci eravamo già incontrati in un tour dei Pinguini Tattici Nucleari, ma qui sei coinvolto anche in altri aspetti, oltre ai contenuti video.
Esatto, per questo tour seguo la parte video, ma anche lo show calling, il coordinamento di automazioni, fiamme, effetti speciali e tutto ciò che è nella sincronizzazione scenica e visuale.
Cosa vedremo stasera sul palco di Mengoni?
Uno spettacolo immersivo che accompagnerà Marco e il suo pubblico in un vero e proprio viaggio visivo ed emotivo. Partiremo da un’ambientazione urbana distrutta, simbolo di crisi personale e collettiva, e percorreremo una trasformazione verso una “città di cristalli”: uno spazio astratto, frammentato ma luminoso, metafora di ricostruzione, crescita e consapevolezza.
Dal punto di vista tecnico e creativo, come avete messo in scena questo percorso?
Abbiamo lavorato moltissimo sui contenuti 3D. Usiamo Unreal Engine, Cinema 4D, Blender e altre piattaforme per realizzare ambientazioni digitali e texture dinamiche. Nella prima parte dominano tonalità fredde e spente, con superfici rocciose, cemento e ambienti post-apocalittici; poi, man mano che gli schermi si separano, inizia il gioco con texture trasformative, come la pietra che diventa vetro o elementi iridescenti. Quando arriviamo alla parte finale dello show, esplodono i colori vivaci, gradienti, riflessi e effetti più giocosi.

Parlando degli schermi: come si muovono e qual è la loro funzione nello show?
Sul palco ci sono otto colonne LED, ciascuna motorizzata. Si muovono su un binario motorizzato fornito da PRG, con motori Movecat: ogni colonna può traslare lungo il palco e ruotare su sé stessa. Durante lo show, le colonne cambiano posizione, configurandosi ora come fondale frontale, ora spostandosi verso il fondo palco, generando così transizioni visive e architetturali che amplificano i contenuti.
Queste colonne LED sono fissate al soffitto?
Sì, si tratta di una struttura sospesa, imponente. Un sistema davvero robusto e spettacolare: come diciamo noi, “un bel bestione”!
Avete lavorato su effetti video in tempo reale?
Sì, utilizziamo Notch per effetti in tempo reale, oltre a correzione colore dinamica, effetti camera, lookup table [LUT, ndr] e layering multipli per ottenere atmosfere coerenti con ogni parte del concerto. Abbiamo cercato di trovare il giusto bilanciamento tra complessità tecnica e leggibilità emotiva, per mantenere sempre il focus sull’artista.
Chi ha ideato il concept del viaggio da una città a pezzi a una città cristallina?
L’idea iniziale è partita proprio da Marco Mengoni e da Simona, la sua direttrice creativa, che ha coordinato tutta la parte visiva insieme a noi di Ombra e ad altri collaboratori come lo studio Blearred. La narrazione si basa su un vissuto personale di Marco, che si riflette nella scenografia e nei contenuti video. Il nostro compito è stato quello di tradurre visivamente questo percorso emotivo, con coerenza e spettacolarità.

Si può dire che il video è parte integrante del racconto dello show?
Assolutamente sì. Qui il video non è solo decorazione, ma una vera e propria estensione narrativa dello spettacolo. Ogni contenuto è pensato per sottolineare uno stato d’animo, un passaggio musicale o drammaturgico. La sinergia tra video, luci, movimento scenico e performance è stata fondamentale.
Quanto tempo è stato necessario per produrre tutto?
Ci abbiamo lavorato per diversi mesi, con continui aggiornamenti e test. La parte più impegnativa è stata la realizzazione in tempo reale, perché i contenuti devono adattarsi al movimento degli schermi, alla luce e alla posizione degli artisti. Abbiamo usato flussi di lavoro flessibili, in modo da poter modificare velocemente colori, riflessi e dinamiche in base a quello che accade sul palco.
Qual è per te il momento più suggestivo dello spettacolo?
Senza dubbio quando le colonne si separano, mostrando contenuti frammentati ma luminosi. È un punto di svolta nello show, in cui anche la musica cambia tono e tutto diventa più aperto, fluido. È lì che il pubblico “entra” davvero nel viaggio di Marco.




