LAZZA - Locura tour 2025
L’artista sceglie di esibirsi in solitaria, circondato da una scenografia teatrale e di grande impatto: abbiamo incrociato a Bologna il tour di Lazza, impegnato a promuovere il suo quarto album in studio.

di Alfio Morelli
Nel 2023 avevamo assistito a una data dell’Ouver Tour di Jacopo Lazzarini, in arte Lazza, e avevamo iniziato il titolo “Dai piccoli club ai grandi palazzetti della musica italiana”. Intanto l’artista è cresciuto nei numeri, ha pubblicato un altro album di gran successo, intitolato Locura, e dunque il tour organizzato per il 2025 merita ormai il nuovo titolo: “Dai club a San Siro.” Il rapper di Calvairate ha fissato la data per il 9 luglio 2025, in cui lo stadio milanese è pronto a celebrare la tounée della consacrazione definitiva.
Lazza ha sempre dimostrato una grande maturità artistica, anche nell’approccio con i grandi palchi dei palazzetti italiani; la familiarità con la musica “suonata”, non così scontata nella sua generazione, e la familiarità con le tecnologie audio, sono stati due elementi che hanno permesso a Lazza di passare agevolmente ai tour prima dei “grandi” e poi dei “grandissimi”. In questo secondo tour, l’artista ha voluto stupire nuovamente facendo un upgrade di personalità: si presenta da solo sul palco, cioè senza band né DJ; solo in un solo pezzo duetta insieme al suo insegnante di pianoforte, Aleksander Zielinski, in un bel momento tra allievo e maestro.
Il palco è stato studiato per ricordare la forma di un diamante, e offre una visuale perfetta da ogni posizione del palasport; la scelta è stata inevitabile, visti i risultati importanti delle prevendite. Il palco mette in scena un paesaggio lunare, da cui emergono fasci di luce pulsante, botole, fumi, fuochi, con una serie di LEDwall “caduti” e conficcati nel terreno; insomma, una scena apocalittica con un forte impatto visivo. L’idea è partita dallo studio Blearred, ma ha coinvolto anche la scenografa Eleonora Peronetti, che viene direttamente dal teatro. L’insieme ci è piaciuto molto, a partire dall’approccio illuminotecnico: le americane sembrano quasi posizionate casualmente, per restituire l’idea di schegge sprofondate sul suolo lunare, ma riprendono saggiamente un altro allestimento che ci era piaciuto molto, quello dei Måneskin. Per quanto riguarda la fase di allestimento, ci è piaciuta l’idea “futuristica” di usare un visore di realtà aumentata già in pre-allestimento: era possibile mostrare lo show dell’artista in realtà aumentata, per prendere dimestichezza con il percorso da fare sul palco, non proprio un ambiente piatto e liscio. Niente da ridire sull’impianto audio, una garanzia di qualità; forse è un mio limite, ma patisco un po’ la poca intelligibilità della voce, anche se sicuramente è complice la conoscenza limitata delle hit dell’artista. Tutto il palasport canta dalla prima all’ultima canzone, quindi evidentemente va bene così.
Iniziamo il nostro giro di interviste, passando dagli uffici della produzione alle diverse console del palazzetto. Ringraziamo gli amici che, come sempre, dedicano un po’ del loro tempo a raccontare i retroscena del loro lavoro: nei giorni prossimi pubblicheremo le loro voci.