Marino Cecada - Regia video
Cremonini Live25: le interviste a tutti i protagonisti di un tour internazionale.

In regia video il regista Marino Cecada con Stefano Petrone, programmatore Disguise.
Cremonini torna dopo due anni a percorrere le venue più importanti d’Italia. L’artista bolognese festeggia venticinque anni di carriera, e l’occasione era quella giusta per “alzare il tiro” e confermare i tour di Cremonini come eventi di livello internazionale.
Marino, come avete strutturato il sistema di ripresa e messa in onda di questo tour?
Come spesso accade in produzioni di questo livello, ci troviamo a gestire un mix di riprese live e contenuti video pre-renderizzati. Il nostro compito è fondere questi elementi in modo coerente e fluido, proiettandoli sul grande schermo di palco, che in questo tour ha un impatto scenico particolarmente rilevante. Si tratta infatti di uno schermo formato cinemascope di circa 900 m2, che rappresenta il fulcro visivo dello spettacolo. La progettazione scenografica e visiva è stata affidata a Claudio Santucci in qualità di show designer, mentre i contenuti grafici sono stati realizzati da NorthHouse, studio londinese noto anche per il lavoro con i Coldplay. Nella prima parte del concerto, il concept narrativo si ispira all’album Alaska Baby, che a sua volta prende spunto dal viaggio di Cesare negli Stati Uniti fino in Alaska.
Qual è l’approccio registico che avete adottato per integrare live e grafica?
Il nostro non è un impianto IMAG tradizionale, dove la regia mostra semplicemente l’artista in azione. Al contrario, lavoriamo per inserire l’artista all’interno delle grafiche in una narrazione visiva coerente. Per farlo è fondamentale che lo sfondo delle riprese sia neutro o nero, così da permettere una buona integrazione con gli ambienti virtuali generati.

Cosa domina lo schermo: la grafica o il live?
Senza dubbio i contenuti pre-renderizzati sono alla base della narrazione visiva. Le riprese live fungono da supporto, arricchendo la scena con interventi mirati e studiati sia a livello di inquadrature che di fotografia.
Che strumenti utilizzate per la messa in onda e il controllo del flusso video?
Per la gestione dei contributi utilizziamo il media server Disguise D3, con alcuni effetti in Notch, mentre le riprese sono gestite su sistema Blackmagic.
L’impianto di ripresa è composto da quattro camere presidiate da operatori, due camere su gimbal con ponte radio, tre PTZ fisse, una camera per riprese d’insieme e una microcam sul pianoforte che appare nel momento piano/voce.
Si tratta di un sistema complesso da coordinare, considerando che ci sono fino a tre diverse uscite video attive che si alternano sugli schermi di palco. Per il controllo della regia, ho sviluppato un sistema custom basato su Reaper, originariamente pensato per la produzione musicale, che mi consente di programmare le cue di regia sincronizzandole al timecode dello show. È una soluzione più “manuale” e flessibile rispetto a CuePilot, che pure conosco e apprezzo; ma nel mio caso prevale sempre l’azione manuale dell’operatore a discapito di una programmazione quasi completamente automatizzata.
Quante persone compongono il team video?
Il team è composto da dieci professionisti: sette operatori camera compreso PTZ, io alla regia, Stefano Petroni al controllo del Disguise D3, Fabio Carucci al controllo camere.
Come è stata studiata la regia in fase di pre-produzione?
Il concept visivo e il piano camera iniziale sono stati elaborati da Ed Coleman, regista inglese coinvolto da NorthHouse. Durante le settimane di pre-produzione abbiamo lavorato insieme per adattare e rifinire la regia. Abbiamo iniziato circa un mese e mezzo prima del debutto, intorno a metà aprile. Durante l’allestimento a Lignano, Ed ci ha raggiunti per partecipare direttamente alle prove e finalizzare la regia con il resto del team.
Sei arrivato alle prove con un canovaccio già in mente?
Avevo una bozza, maturata seguendo le riunioni preliminari, ma la regia definitiva è stata sviluppata nei giorni di prova, lavorando direttamente sui pezzi uno ad uno. Il look finale del progetto è stato fortemente influenzato dal lavoro creativo degli inglesi, ma è stato rifinito e adattato insieme durante le prove.




