Il Teatro Ristori di Verona

Uno studio di registrazione particolare nel ristrutturato Teatro Ristori.

Sala principale con pubblico e orchestra ristori1411-14-2012Il Teatro Ristori di Verona è una struttura storica per la città, aperto dal 1837 ed intitolato alla celeberrima attrice Adelaide Ristori. Ha ospitato, nel corso della sua storia, centinaia di spettacoli di genere quanto mai vario, dall’avanspettacolo di Totò e Wanda Osiris ai grandi della prosa e della musica leggera più attuale.
La struttura era stata chiusa nel 1983, poiché non rispondente alle normative sulla sicurezza, l’adeguamento alle quali avrebbe comportato per la proprietà un investimento troppo alto e rischioso.
Occorre ringraziare la Fondazione Cariverona, che lo ha acquistato nel 2001 se oggi il Ristori è tornato a dare il proprio contributo alla vita culturale e sociale della città veneta.
Una struttura tutelata dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, attentamente ristrutturata e resa fruibile dalle moderne produzioni, inaugurata e restituita alla città nel 2012.
Il progetto di restauro e recupero, curato dall’architetto Aldo Cibic, ha previsto fin da subito degli spazi e dei cablaggi dedicati alla registrazione audio e video ed al collegamento digitale delle regie con i vari spazi del teatro. Il progetto acustico particolarmente attento è stato curato nei dettagli dallo Studio BioByte, di Enrico Moretti, che ha curato anche l’impiantistica e la scenotecnica.
Messo a registro anche questo aspetto tecnico, il Ristori presenta quindi una situazione ed un’offerta abbastanza particolare per un teatro dell’Ottocento!
Siamo andati quindi a vedere di persona la situazione, facendoci spiegare i dettagli prima dal direttore Angelo Curtolo, e poi, più nel particolare, dal sound engineer.

FOTO Angelo CurtoloAngelo Curtolo – Direttore

“Questo teatro – racconta Curtolo – ha una storia importante per Verona, fin dalla sua nascita nel 1837, quando, senza tetto e palcoscenico, era dedicato agli spettacoli equestri; ma già nel 1850 era stato coperto e dotato di palcoscenico.
“I lavori di recupero hanno avuto un duplice aspetto: da una parte il restauro vero e proprio della sala, dall’altra la progettazione e creazione ex-novo di tutti gli ambienti idonei a soddisfare le esigenze di un’attività teatrale moderna.
“Il Teatro – continua Curtolo – può ospitare 499 spettatori. Questa capienza è determinata da vincoli strutturali (residenze adiacenti, sistema viario) tenuto conto anche della tutela della Soprintendenza.
Il nostro obiettivo è quello di arricchire l’offerta culturale della città, inserendosi armoniosamente nel tessuto culturale già presente. Presentiamo quindi una Stagione di Danza, il Festival Verona Winter Jazz, i live satellitari dai grandi Teatri d’opera e di balletto; dedichiamo molta attenzione anche ai progetti formativi per le giovani generazioni. Il Ristori ha anche avviato collaborazioni con le altre grandi organizzazioni culturali e di spettacolo veronesi; e lavoriamo molto anche nel settore della convegnistica.
“La riverberazione del suono è stata molto curata – spiega Curtolo – dal pavimento galleggiante all’utilizzo del legno in tutta la sala, con risultati davvero di rilievo. Prevedere uno studio di registrazione all’interno del Teatro ha lo scopo di consentire l’uso di questo Teatro anche come sala di registrazione, come attività autonoma all’interno della nostra offerta di servizi.
“Possiamo dunque offrire non solo delle riprese allo stato dell’arte, ma, al contrario di un normale studio di registrazione, anche una grande sala ed una grande acustica, per di più con una situazione logistica molto comoda per ogni produzione. Insomma anche un’intera orchestra può essere registrata in un ambiente davvero adatto a riprodurre le giuste sonorità.

L’allestimento tecnico

Il responsabile tecnico ci spiega che il sistema installato consente di condividere i segnali audio tra regia di sala, palco e studio: “L’idea dello studio è nata fin dal progetto di ristrutturazione originale, così ogni spazio è già stato pensato per essere collegato con le regie. Abbiamo un loop Optocore che naviga per tutto il teatro, nel quale transitano i segnali che arrivano dai due Stage Rack DiGiCo, tutto a 96 kHz.
“Abbiamo scelto DiGiCo – ci spiega – per la qualità audio, ma anche perché ha Optocore integrato, e questo ci ha risolto tantissimi problemi; inoltre ha la possibilità di avere la compensazione del gain, anche live, fra tre console diverse; infine l’idea di utilizzi di tipo broadcast ci ha dato il via su questo marchio”.

Lo studio è dotato di 56 preamplificatori DiGiCo e di otto I\O AES\EBU per convertitori esterni; è presente poi una DAW Motu Digital Performer su HD SSL, MADI Extreme e mixer DiGiCo SD9, quindi in grado di registrare e riprodurre simultaneamente 64 canali a 96 kHz.
Il monitoraggio nella sala regia – il cui studio acustico è di Michele Cucchi – è realizzato con due PMC iB2s, con triamplificazione e riallineamento digitale, oltre a due near-fill Dynaudio BM6.

“Crediamo che questo sito possa anche lavorare conto terzi, perché offre una situazione molto particolare ed interessante; infatti ci rivolgiamo a tutti i produttori discografici ma anche ai tecnici liberi professionisti che lavorano nel settore della discografia, poiché possono essere interessati alla nostra grande sala, dotata di palcoscenico e buca d’orchestra; ma anche le case discografiche, italiane ed internazionali, possono trovare la situazione estremamente vantaggiosa, soprattutto per la musica classica e il jazz, senza escludere il pop: in uno studio tradizionale, infatti, una sala come la nostra, per di più curata sotto il profilo acustico con grande attenzione, non c’è. Inoltre possiamo anche dare la possibilità alle produzioni che si esibiscono in teatro di registrare i loro live in modo estremamente professionale”.

Per produzioni audio ma anche video, visto che nella regia arrivano anche tutti i trasporti video, condizione ideale per la registrazione di un DVD.
Insomma una bella realtà questa del Ristori di Verona, dotato, fra l’altro, anche di due sale prova di sei metri per dodici che possono, al bisogno, trasformarsi in sale di ripresa.
C’è tutto: adesso sta al management riuscire a valorizzare l’offerta con i potenziali clienti e creare le condizioni più appetibili per ospitarli.

 

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