Giandomenico Barbon - Operatore in tour per Stage Dynamics
Marco Mengoni inizia il tour europeo, tra palazzetti italiani e arene europee.

Dalla fantasia dell'artista al lavoro dei professionisti, il tour europeo di Marco Mengoni è un'opera in scena: fortemente ispirato al linguaggio dell’opera lirica, ogni aspetto è concepito non solo come elemento decorativo, ma come parte integrante del racconto. Il tour ha sorpreso pubblico e addetti ai lavori grazie anche a una scenografia spettacolare, firmata da Stage Dynamics: giovane ma già affermata realtà specializzata esclusivamente in sistemi di automazione scenica. Ce ne parla il fondatore, Giandomenico Barbon, figura ben nota nel settore, che ricopre anche il ruolo di operatore in tour.
Giandomenico, come nasce Stage Dynamics?
Nasce dalla volontà di differenziare le competenze: con Creative Systems continuiamo ad occuparci di direzione tecnica per grandi eventi, ma ci siamo resi conto che i clienti avevano bisogno di chiarezza sui ruoli e sui servizi. Così è nata una nuova struttura focalizzata unicamente sulle automazioni, ed è da qui che abbiamo affrontato la sfida Mengoni. Una sfida che parte quasi per caso, con un contatto da parte di Live e una richiesta iniziale abbastanza semplice: una scala mobile da incassare nella passerella. Ma poi la realtà ci ha preso la mano: abbiamo cominciato a ragionare su qualcosa di più complesso, qualcosa che fosse veramente d’impatto e così, passo dopo passo, è nato il Bridge.

Una struttura complessa da 26 metri, e anche abbastanza pesante.
Il risultato è una passerella lunga ben 26 m che si solleva, ruota, si inclina e trasla. È composta da una sezione centrale in acciaio per garantire la solidità strutturale, e da estensioni laterali realizzate con la truss BGR70 di Prolyte, sviluppata in collaborazione con Litec. Una scelta tecnica che ha permesso di alleggerire l’intero sistema, pur mantenendo elevate prestazioni statiche e dinamiche. Nonostante i materiali alleggeriti, l’intera macchina pesa comunque 14 tonnellate, con i pesi distribuiti in modo che fungano anche da zavorra: si tratta pur sempre di una passerella con un aggetto di oltre 13 m, che richiede quindi una particolare attenzione al momento ribaltante. Il cuore del sistema è un dolly in acciaio che scorre su binari da carroponte e su cui giace una ralla industriale centrale – un cuscinetto gigante con ingranaggio di base – del diametro di un metro e mezzo: questo blocco pesa, da solo, quasi 30 quintali. Al dolly centrale si innestano i telai degli sfili che, scorrendo tra loro su guide a ricircolo di sfere, consentono il sollevamento e l’inclinazione della passerella. L’intera struttura è pensata per ospitare non solo l’artista ma anche ballerini e performer, che si esibiscono mentre il bridge è in movimento. Per poter garantire la sicurezza durante l’esibizione, la macchina è stata dotata di punti di ancoraggio sia statici che scorrevoli su binari di derivazione nautica, a cui artista e performers sono assicurati tramite imbragature.
Come controlli i movimenti della passerella?
A differenza di molte macchine sceniche ancora basate su impianti pneumatici o idraulici, il Bridge è interamente movimentato tramite motori elettrici applicati a viti a ricircolo di sfere. L’elettronica di comando è tutta Moveket, azienda tedesca specializzata nell’automazione scenica per lo Show-biz e di cui siamo Solution Partner ufficiali: da anni ci occupiamo di integrare il loro sistema di comando su macchine sceniche di qualunque tipo. Tramite la loro consolle Expert T3, possiamo controllare la macchina con estrema precisione e monitorare in tempo reale posizione, carichi e movimento. In questo tipo di applicazione l’idraulica presenta delle problematiche di controllo che rendono i movimenti poco precisi e poco fluidi. Le forze in gioco sono davvero elevate, specialmente nella posizione bassa di partenza dove il carico sugli sfili si attesta a oltre 32 tonnellate in fase di spunto, da cui la necessità di risposte immediate, millimetriche, ma con dinamiche sempre molto “soft”. Moveket, oltre a fornire il sistema elettronico, è stata anche coinvolta direttamente nelle fasi di tuning della macchina e il loro supporto è stato davvero eccellente, per cui approfitto di questa intervista per ringraziare ufficialmente Niko Braun, Jens Sattler, Peter Streicher e tutto il team Moveket per il lavoro svolto. Durante lo show, grande importanza viene data ai numerosi check di sicurezza: nulla si muove senza che prima vengano effettuati i controlli dal parte del nostro team e senza ci siano i consensi e tutti gli ‘ok’ visivi e tecnici. Il sistema è stato certificato CE e risponde a tutti i requisiti di sicurezza richiesti per un impianto in movimento sia in termini di componentistica che di procedure per la gestione di eventuali interruzioni di corrente, per esempio, e con backup operativi gestiti direttamente dal team tecnico.

Come viene gestita per il trasporto tra una location e l’altra?
Per il trasporto, la macchina viene scomposta in macro-elementi che possono essere ulteriormente modularizzati per l’utilizzo in ambienti indoor o spazi più contenuti. Nel caso dei palazzetti, chiaramente non potremo usare l’intera lunghezza, ma l’abbiamo progettata in modo scalabile: possiamo accorciarla facilmente o addirittura segmentarla in moduli da 2 o 3 metri per rispondere alle diverse esigenze delle venue.
Per il montaggio, il team di Stage Dynamics ha messo a punto un sistema rapido ed efficiente: le estensioni vengono pre-assemblate in blocchi da 4 e 3 metri, caricati e posizionati con muletti, riducendo notevolmente i tempi rispetto al montaggio tradizionale “pezzo per pezzo”. L’intera struttura si monta in circa quattro ore e mezza e si smonta in meno di tre. Il team operativo è composto da quattro persone: ormai siamo molto rodati e abbiamo raggiunto un’efficienza ottimale, mantenendo il massimo standard di sicurezza.
Cosa ti ha ispirato questo progetto ?
L’artista cercava qualcosa di visibile, forte, scenografico, e soprattutto che potesse avvicinarlo il più possibile al pubblico, ma comunque in maniera dinamica; perciò il lavoro è stato da subito indirizzato verso una macchina che consentisse di fungere sia da passerella “standard” sia da ponte mobile.
Devo dire che siamo molto orgogliosi del risultato: il mercato italiano dello show-biz soffre un po’ di esterofilia quando si parla di automazioni, soprattutto di macchine sceniche custom; il bridge è la dimostrazione che anche un’azienda italiana, con il giusto know-how, può progettare e costruire macchine sceniche di grande impatto e che non hanno nulla da invidiare a quelle dei soliti fornitori esteri. Un doveroso e infinito ringraziamento a Live Nation, soprattutto nelle figure di Roberto De Luca, Antonella Lodi, Alberto Muller, Gianluca Fadda e Gianluca Carrozzo, senza il supporto e la fiducia dei quali la sfida non sarebbe stata affrontabile.




