Stefano “Steve” Polli - Sugo Design

Il Palajova 2025 comincia a Pesaro e restituisce un Lorenzo pieno di energia e una squadra affiatata dietro le quinte.

Stefano “Steve” Polli - Sugo Design

L’attesa per il ritorno di Lorenzo era palpabile, alimentata dalla consapevolezza che Jovanotti ha sempre saputo stupire il suo pubblico con show di altissimo livello, veri e propri concentrati di energia e innovazione tecnologica. E lo possiamo dire, anche questa volta le aspettative non sono state deluse. Intervistiamo i professionisti che hanno lavorato mesi per arrivare a un risultato che ancora una volta risulta memorabile.

Stefano, parlaci di questo lato visual, così protagonista.

Possiamo considerare questo show come uno spettacolo da stadio riconfigurato dentro un palazzetto: è un progetto veramente epico, che non si è mai visto, perlomeno in Italia. Per quanto riguarda Sugo Design, abbiamo aperto fin dall’inizio un dialogo con i vari reparti, dallo sviluppo del palco alla creazione dei prototipi di questi fiori, e c’è stato subito un interessante e intenso scambio di informazioni.

Lorenzo ha chiesto di partire con la primavera: “Voglio far fiorire i palazzetti”. Per lui è un momento di ripresa, di rifioritura, e voleva trasmettere con ottimismo la vita che rinasce. Ora, vista la reazione del pubblico, possiamo dire che ci è riuscito egregiamente. C’erano tante difficoltà, con un palco di una forma inusuale per lui, senza la passerella per immergersi tra il pubblico. Con i visual, eravamo abituati a lavorare su dei racconti molto espansi, e invece in questo caso abbiamo cambiato direzione lavorando su dei piccoli momenti, integrando la novità dell’intelligenza artificiale in tempo reale.

Puoi spiegare meglio questa innovazione, a noi che ragioniamo ancora con un’intelligenza analogica?

Niente di futuristico, in realtà. Ci siamo focalizzati su un sistema relativamente accessibile, cioè un computer molto performante integrato a dei media server Pixera; il materiale creato viene montato su una timeline con gli altri contributi. L’aspetto veramente interessante è creativo, ovvero la possibilità, grazie all’intelligenza artificiale, di trasformare con il semplice movimento di un fader in tempo reale sia il pubblico sia i musicisti in altre cose; possono essere delle statue sacre, o Elvis, o un muppet show. Nel nostro laboratorio di Sugo è da molto tempo che usiamo l’intelligenza artificiale. In questo ultimo periodo c’è stata un’accelerazione incredibile: noi utilizziamo le tecniche più differenti, e c’è sempre un passaggio in cui alla fine l’intelligenza artificiale viene utilizzata in qualche modo. 

Voi siete posizionati in mezzo al percorso del video, tra le riprese e la messa in onda?

Esattamente, dalla regia video ci arrivano le riprese tradizionali, che vengono lavorate, processate e rimandate dentro nel sistema. Naturalmente con “Bazza”, che fa la regia delle riprese, ci confrontiamo continuamente per avere delle inquadrature che siano funzionali per questo tipo di trattamento. Con questo sistema, ogni sera abbiamo un risultato diverso. Sicuramente questo aspetto è forse il più interessante di tutto lo show, anche se poi abbiamo lavorato con altre tecniche miste, più tradizionali. 

Avete creato voi tutti i contenuti? 

Sì, abbiamo contribuito e fornito tutto il materiale offline. Naturalmente ci siamo avvalsi anche di collaboratori esterni che lavorano spesso con noi, come Alessandro Gomiero, bravissimo motion designer.