Marco Sorrentino - Manager
Il Palajova 2025 comincia a Pesaro e restituisce un Lorenzo pieno di energia e una squadra affiatata dietro le quinte.

L’attesa per il ritorno di Lorenzo era palpabile, alimentata dalla consapevolezza che Jovanotti ha sempre saputo stupire il suo pubblico con show di altissimo livello, veri e propri concentrati di energia e innovazione tecnologica. E lo possiamo dire, anche questa volta le aspettative non sono state deluse. Intervistiamo i professionisti che hanno lavorato mesi per arrivare a un risultato che ancora una volta risulta memorabile.
Marco, sei manager di Lorenzo da 25 anni. Possiamo iniziare questa chiacchierata dicendo: “dopo l’incidente si ricomincia a pedalare”?
Manchiamo dai palasport almeno dal 2018, e già prima della pandemia Lorenzo aveva manifestato l’idea di ritornare indoor, dove in passato abbiamo fatto delle esperienze molto belle. Poi c’è stata l’esperienza delle due edizioni di Jova Beach Party, completamente diversa; e infine a Lorenzo è tornata la voglia di suonare di nuovo nei palasport, per avere un contatto più diretto con il suo pubblico. Da prima dell’incidente, l’artista aveva questa idea di costruire uno show diverso da tutti quelli che erano stati fatti prima, improntato su tanta musica, con 14 musicisti e una band straordinaria da tutti i punti di vista. Possiamo dire un ritorno all’antico, ma con tante nuove idee: un concerto dove c’è un palco, un grande schermo dietro e nessuna passerella, che è abbastanza una novità per lui. È chiaro che a ogni spettacolo di Jovanotti bisogna portare delle innovazioni: qui le novità non mancano, partendo dai fiori in movimento che fioriscono, riprendendo l’idea dal tour del 2018 con i lampadari che scendevano e salivano; questa volta la macchina è diventata più tecnica e più imponente, perché questi fiori si muovono avanti, indietro, ruotano su se stessi. L’idea che ha portato Lorenzo è stata quella di entrare in un grande salone delle feste o in una grandissima discoteca, dove fare musica, ballare e divertirsi tutti insieme.
Quando è partito questo progetto?
Dopo il riposo forzato a causa dell’incidente, i lavori sono partiti a maggio dell’anno scorso, e tra riunioni e progetti siamo arrivati all’inizio di quest’anno, con i quattordici giorni di prove musicali a Castrocaro. Poi ci siamo spostati tutti a Pesaro nel palasport per 15 giorni di allestimento, prove e spettacolo. Lo show è abbastanza complesso; Lorenzo è un artista molto esigente e attentissimo ai dettagli e alle sfaccettature, alle riprese, alla regia, ai suoni, oltre alla fortuna di avere Pino Pischetola al mixer dal 2013, che è veramente straordinario; poi c’è tutto l’ottimo personale di Agorà, in particolar modo Paoluzi con il nuovo impianto, che è una sicurezza.
Piccola curiosità: fuori ho notato un tir azzurro, che cosa rappresenta?
Un’altra cosa molto importante quando Lorenzo progetta qualcosa è l’attenzione all’ambiente: stiamo alimentando questo spettacolo completamente a batterie. Penso, anzi sono quasi sicuro, che siamo i primi a utilizzare dei generatori così grossi, non a gasolio, e questo grazie a un accordo con A2A, nostro sponsor per il tour.