Marco Bartolini - RM Multimedia

Le interviste di Sound&Lite ai costruttori e ai distributori italiani sul post Covid-19.

Qual è stato l'impatto del lockdown sul vostro fatturato?

Difficile fare una previsione: considerando due mesi pieni (gennaio e febbraio), che però non sono i migliori dell’anno per volume di fatturato, e quattro mesi fermi, potremmo accontentarci di un calo di circa il 50-60% sul fatturato totale 2020 rispetto al 2019.

In questo periodo ci sono stati molti insoluti, quanti reali e quanti simulati?

Abbiamo registrato un aumento di insoluti rispetto al solito, alcuni completamente inaspettati ma posso dire altrettanto anche sui pagamenti andati a buon fine. In linea generale, aziende strutturate e capitalizzate hanno onorato gli impegni come era prevedibile mentre altre realtà purtroppo non lo hanno fatto e ritengo sia stato per necessità ma talvolta anche per opportunità, purtroppo.

Tutto questo è una conseguenza di aziende poco strutturate o poco capitalizzate?

Non è facile rispondere a questa domanda, diciamo che questa situazione di emergenza non era prevedibile e non ha dimensioni ipotizzabili per poterne tener conto come per un problema che può capitare in una gestione normale. Di certo, l’accaduto ci permette di catalogare meglio lo spessore delle aziende del nostro settore. 

 Dallo Stato o dalle banche avete avuto qualche aiuto?

Ad oggi (ndr 4 giugno momento dell’intervista) abbiamo usufruito della cassa integrazione e della possibilità di posticipare i pagamenti come mutui, leasing e finanziamenti in genere, strumenti che ci garantiscono la possibilità di restare “parcheggiati” fino alla ripartenza di tutto, sperando sia il prima possibile.

Confido molto sugli aiuti che arriveranno, come ad esempio l’immissione di quella liquidità necessaria alla sopravvivenza del sistema che permetterà di affrontare la ripartenza con i tempi e i modi necessari, dettati da fattori economici ma anche sanitari.

Qual è l’attuale umore dei clienti, come vedono il futuro?

Come sempre, ci sono gli ottimisti e i pessimisti quindi, restando ad un primo esame veloce, il futuro può essere roseo o nero; ma approfondendo la situazione si può dire che l’uomo ha ormai vinto il virus quindi le aziende sane pre Covid lo saranno ancora di più quando arriveranno gli aiuti promessi (che sembrano certi anche se ancora non ne conosciamo la tempistica) mentre le aziende con difficoltà precedenti, di qualsiasi natura, probabilmente avranno un considerevole peggioramento della situazione con il fermo del fatturato e l’impossibilità di accedere agli aiuti.

Quando il mercato ripartirà, lo farà con le stesse regole o cambierà qualcosa?

Sicuramente qualcosa cambierà ma forse è ancora prematuro per capire esattamente cosa. Questo lockdown ci ha insegnato ad usare meglio i mezzi di comunicazione digitali, quindi c’è la possibilità che in futuro risparmieremo qualche viaggio in macchina e forse vedremo qualche evento in streaming, anche se l’adrenalina che dà un concerto live non è paragonabile a nessuno streaming, a 4 a 8 o a 16K che sia.  Per presentare qualche prodotto particolare immagino che ancora la vecchia tecnologia analogica, cioè esserci di persona, sarà la cosa migliore per parecchio tempo; intendo dire che il rapporto umano è ancora l’arma vincente, almeno lo spero.

Continuerà a vincere sempre il prezzo più basso o la tecnologia e l’innovazione guadagneranno spazio?

Per me la risposta è molto semplice, la mia idea pre Covid ora è rafforzata. La verità è che nella tecnologia chi più spende meno spende! Ovvero prodotti professionali di brand riconosciuti hanno il doppio di vita di quelli economici, qualificano le aziende che li usano, sono più richiesti per cui hanno un recupero costi maggiore e alla fine hanno anche una buona rivendibilità sul mercato come prodotti usati dopo svariati anni.

Sommate tra loro queste caratteristiche, in un arco temporale di 3-5 anni, conti con carta e penna alla mano, i prodotti professionali non temono nemmeno il più vantaggioso dei prodotti economici.

Alla ripresa del mercato pensate che servano nuove strategie o andranno bene quelle consolidate?

Non abbiamo in cantiere grossi stravolgimenti, aspettiamo di vedere le richieste del mercato cercando di restare un’azienda agile e dinamica per adeguarci ad eventuali cambiamenti.
Per ripartire, stiamo pensando alla possibilità di aprire anticipatamente almeno il reparto assistenza tecnica, considerando che al momento le vendite ai volumi standard sembrano lontane.

Stiamo mettendo a punto alcune agevolazioni per tutti quei clienti che vorranno anticipare i tempi organizzandosi sin da subito con una revisione, riparazione, aggiornamento software ecc delle tecnologie per essere pronti alla ripartenza dei lavori. Pensiamo ad una riduzione dei costi di manodopera e dei ricambi oltre ad alcuni servizi omaggio come la sanificazione delle apparecchiature.

Avete in programma delle fiere nel 2021?

Anche il discorso fiere con il Covid ha avuto uno stop e molte fiere europee sono saltate, per il prossimo anno sono tutte da riscrivere. Immagino che la fiera europea per eccellenza sarà l’ISE di Barcellona nel 2021; le altre, cioè Francoforte e Rimini per quanto riguarda l'Italia, dovranno presentare programmi accattivanti e credibili per non soffrire.

Una vostra fotografia sul futuro?

Come indole sono ottimista e fiducioso, sicuramente ripartirà tutto e spero anche facendo tesoro di ciò che ci sta insegnando quello che stiamo vivendo. Il 2020 verrà classificato come l’anno da non considerare nelle statistiche ma credo in un 2021 ricco di soddisfazioni.

Il decreto liquidità potrebbe portarci inaspettate belle sorprese poiché potrebbero esserci aziende che, grazie alla disponibilità economica messa in campo dagli aiuti, investiranno nel futuro muovendo considerevolmente l’economia.

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