EXPO 2015 – Alcune installazioni multimediali

Con oltre 140 nazioni ed enti partecipanti a EXPO 2015, ognuno dei quali metteva in campo una quantità imponente di tecnologie di vario tipo per promuoversi e per dimostrare come intendeva implementare il tema “Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita”, non è stato facile scegliere solamente alcuni esempi. Alcuni hanno stabilito un primato di qualche tipo, altri avevano caratteristiche curiose, ma tutti avevano come comune denominatore l’impiego di creativi e tecnici specializzati italiani. 

di Mike Clark

Waterstone – Intesa San Paolo

STS Communcation di Bresso (MI) è una società conosciuta ai lettori di Sound&Lite, essendo spesso coinvolta in alcuni dei più importanti eventi live in Italia (attualmente, i suoi uomini e mezzi sono impiegati nel tour di Ramazzotti).

Oltre a curare le due cerimonie di apertura, il 30 aprile in Piazza Duomo con gli schermi e il primo maggio all’Expo con regia, schermi, messa in onda grafica e streaming, entrambe trasmesse in mondovisione, gli uomini di STS hanno lavorato al padiglione/studio RAI all’Expo e al Waterstone, il padiglione realizzato per Expo da Intesa Sanpaolo, official global partner dell’esposizione, in cui la banca presentava servizi e prodotti in un ambiente ispirato ai temi dello sviluppo sostenibile e responsabile.

Lo spazio interno di Waterstone si distribuiva su due livelli per un totale di mille metri quadrati. Il piano terra era rivolto al grande pubblico, con un’installazione artistica multimediale di Studio Azzurro, Orizzonte in movimento, che consentiva allo spettatore un viaggio virtuale tramite il racconto delle immagini del meglio che l’Italia può offrire. Per quest’area, STS ha installato 14 videoproiettori Panasonic, sette PT-DZ13K da 12.000 ANSI lm e sette PT-DZ770 da 8.700 ANSI lm. Le proiezioni erano su pareti curve in cartongesso (una 20 m x 3 m‚ l’altra 15 m x 3 m) con sistema warping.

Il sistema audio consisteva in sette casse acustiche DriveLine per gli effetti relativi al pavimento interattivo, e sette Bose DS40, tutto gestito da un mixer Soundcraft Si Expression 1 e sette sensori Kinect 1414. Tre monitor Samsung da 55” sono stati utilizzati per l’interattività, con applicativo touch per gioco e contributi.

Nell’opera-sipario ideata da Studio Azzurro, l’orizzonte era la linea ideale di separazione tra terra e cielo, e rappresentava efficacemente la differenza tra ciò che è realizzato e quello che è ancora da realizzare. Sui grandi schermi, un mosaico di paesaggi diversi e perfettamente allineati costruiva uno scenario continuo che avvolgeva totalmente lo sguardo con visioni del territorio italiano: dal Trentino alla Sicilia, espressione di bene comune del Paese.

Con un semplice gesto il visitatore attivava delle micro-narrazioni custodite dalla presenza di piccoli animaletti videoproiettati a terra, quasi fossero scivolati fuori dagli scenari naturali, e, sollevandoli, modificava l’aspetto dello scenario, fino a scoprire un’inattesa sorpresa visiva. Dissolto l’orizzonte, il pubblico si trovava immerso nella dimensione del racconto che rivelava l’impegno di Banca Intesa nella crescita sociale e culturale del Paese.

Al primo piano erano collocati spazi dedicati a eventi e incontri con le imprese, con un palinsesto di oltre 250 eventi culturali e artistici gestito da Filmmaster Events. Qui le tecnologie comprendevano una regia audio/video/luci con sistema Dataton Watchout, mixer grafici Screen Pro, mixer video Panasonic, controllo camere remotate Panasonic, mixer audio Yamaha QL1 e sistema luci GrandMA on PC, che pilotava di una serie di luci motorizzate Martin Professional Mac Aura.

Lo studio RAI

Lo studio polifunzionale RAI ospitava fra i tanti eventi The Cooking Show – Il mondo in un piatto, prodotto da RAI per Expo Milano 2015, condotto da Lisa Casali, con chef italiani e stranieri che s’incontravano per preparare le migliori ricette del mondo e per raccontarsi. In questo caso, STS ha curato l’allestimento video dello studio, con uno scenografico schermo LED (293 moduli Acronn passo 5 mm e sei centraline Linsen) in una configurazione semicircolare e sistema Watchout per la gestione dei contributi e live, back up attivo con matrice Barco DVI e messa in opera di controllo remoto con pad digitale gestita tramite programmazione MIDI.

Il padiglione Argentina

Altra realtà apparsa spesso sulle pagine di Sound&Lite, Event Management Srl, con sedi a Milano, Londra, Parigi e Bruxelles, è specializzata nel settore del service video, audio, luci e automazioni per la comunicazione e lo spettacolo, ugualmente a suo agio sia sui palchi di grossi concerti rock (con Tiziano Ferro, Vasco Rossi e Metallica, per esempio), sia negli studi televisivi per le trasmissioni in prima serata su reti nazionali, sia (come all’Expo) impegnata in importanti installazioni corporate.

Il coinvolgimento della società all’Expo era considerevole: da padiglioni istituzionali come quelli della Croce Rossa o della Regione Lombardia ad una sala conferenza nel padiglione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, a diversi padiglioni corporate, come Granarolo, New Holland, RCS, San pellegrino e We Are Expo.

Daniele Parazzoli, Amministratore Unico e socio fondatore di Event Management, ha inoltre segnalato il lavoro svolto per il padiglione Argentina: “In questo caso, abbiamo garantito l’impatto visivo con videoproiettori Christie, un LED wall 10 m x 8 m ed una striscia LED passo 6 mm lunga circa 40 metri”.

Nel reparto audio, oltre ai diffusori dB Technologies 160, la struttura argentina era anche dotata di un sistema audio d&b audiotechnik Serie Y, una console Yamaha CL5 e microfoni Shure radio e a filo (dinamici e a condensatore). Un sistema Biamp Tesira è stato impiegato per la gestione dell’audio.

L’Argentina si è presentata a Expo Milano 2015 con un padiglione composto da una serie di silos interconnessi, che ricordava anche un sistema di ingranaggi metallici. Il percorso espositivo, che si sviluppava principalmente al primo piano, si caratterizzava per le videoproiezioni – grandi quanto le pareti – dei paesaggi e della storia del paese, con un effetto di “viaggio immaginario”.

Al piano terra, le aree dedicate alla produzione vitivinicola dell’Argentina erano illustrate da tre schermi interattivi mentre un piccolo spazio aperto ospitava performance musicali e di danza.

Al piano superiore del padiglione il visitatore era avvolto da immagini relative alla storia e alle produzioni agricole tipiche del Paese. Proiezioni molto suggestive lungo tutte le pareti della sala, caratterizzata dal perimetro ondulato, permettevano di immergersi nelle distese argentine, di sentire le onde del mare e di partecipare alla raccolta delle olive.

Il padiglione Azerbaijan

Oltre al suo disegno, caratterizzato da enormi sfere realizzate con grandi lastre di vetro curvo prodotte appositamente, e di un utilizzo interessante di interattività e realtà aumentata, Azerbaijan – Tesoro della Biodiversità era l’unico padiglione completamente ideato, progettato e costruito per un governo estero da una società italiana. Il network italiano di creativi Simmetrico (Milano e New York) e il suo fondatore Daniele Zambelli hanno collaborato con lo studio di architettura Arassociati, i progettisti strutturali di iDeas e lo studio di architettura del paesaggio AG&P.

L’idea principale del Padiglione era la biosfera, ovvero un sistema aperto ai flussi esterni ma capace di proteggere e favorire lo sviluppo della vita al suo interno. Con questa idea cardine, era nato il Padiglione, composto da tre biosfere che s’incastonavano come gioielli sull’impianto generale dell’edificio.

Zambelli spiega: “Sono stati dedicati oltre diciotto mesi alla ricerca e allo sviluppo dei contenuti e sono state elaborate oltre 5.000 fotografie e 250 video con oltre 150 giorni di riprese, di cui più di 100 in Azerbaigian con la tecnica time-lapse, e oltre 55 minuti di animazione a passo uno che ricreavano elementi iconici della tradizione azera”.

La prima installazione che il visitatore incontrava entrando era Mirroring Baku, una struttura in legno con una proiezione interattiva a grandezza d’uomo connessa con un’identica istallazione a Baku. Le due installazioni consentivano ai visitatori del padiglione di interagire in tempo reale, e in modo creativo, con i passanti della città di Baku.

Black Engineering di Moncalieri (Torino) e stata responsabile della gestione tecnica, dell’interior design e delle istallazioni.

Ad esclusione di otto diffusori acustici Brown Innovation installati nei punti in cui il suono direzionale era particolarmente importante, i sistemi audio nelle varie aree erano K-Array (una combinazione di diffusori KZ12, KK102 e KT2, e subwoofer KKS50).

Oltre ai numerosi display Samsung installati in tutto il padiglione (le dimensioni spaziavano da 10,4” a 95”), i contenuti video avevano un grande impatto, grazie a cinque Holocube e ad un ampio utilizzo di moduli LED Acronn (Heavy Walk floor, Nanocast, HD LED and FlexLED).

Fra le tecnologie custom usate, abbiamo notato player video Videosoft, pick-up (su strumenti a corde tradizionali) e touchscreen nel mercato virtuale. C’era anche un impiego considerevole di media player Brightsign HD220 (47 in totale).

Il padiglione Vanke

Per la prima volta in 163 anni di storia delle Esposizioni Universali, un’impresa cinese disponeva di un padiglione tutto suo: Vanke, la più grande realtà immobiliare residenziale cinese, quotata alla Borsa di Shenzhen.

All’interno del padiglione (il primo ad essere consegnato) una storia cinese sotto forma di “Foresta virtuale”: 230 schermi installati su un intreccio di bambù dove era proiettato un cortometraggio che ritraeva momenti di vita delle comunità cinesi, evidenziando il ruolo fondamentale svolto dallo ‘Shitang’ (‘mensa’) nella quotidianità.

Il padiglione è stato progettato dallo studio dell’architetto Daniel Libeskind di New York e da Libeskind Architettura di Milano e, all’interno della struttura, ispirato alle linee sinuose di un drago attorcigliato il progetto del percorso espositivo e del contenuto AV era del partner curatore del padiglione, Ralph Appelbaum Associates (il progettista capo del percorso era Ralph Appelbaum, mentre Anthony Dong seguiva la progettazione espositiva, la progettazione 3D e la direzione del progetto.

CWS Multimedia (Torino e San Donato Milanese) è stata incaricata di sviluppare e implementare tutti gli apparati multimediali, installando i monitor ad altezze e inclinazioni differenti, che, grazie a uno specifico software realizzato dal suo gruppo di lavoro, trasmettevano immagini e visioni in modo coordinato e sincronico, creando una suggestione che trasportava il visitatore in un’altra realtà.
Per il padiglione di Intesa Sanpaolo, CWS ha realizzato una simulazione tridimensionale attraverso video a 360° del nuovo modello di filiale del gruppo, mentre all’interno del padiglione New Holland ha realizzato un simulatore che riproduceva l’ambiente di cabina del modello di punta nel settore mietitrebbie.

Il padiglione del vino

Il Padiglione del Vino, il primo nella storia dell’Esposizione Universale dedicato interamente a questo prodotto, testimoniava la rilevanza di uno dei beni più importanti della cultura italiana e nell’economia agroalimentare. CWS Multimedia, attenta agli sviluppi tecnologici che si stanno avviando nel settore commerciale enologico, ha realizzato un’applicazione per agevolare clienti e produttori nella raccolta di informazioni, oltre che curare l’allestimento di video che mostrano ai visitatori tutti i passaggi legati alla produzione del vino.

Il padiglione era diviso su tre livelli con finalità e tecnologie molto diverse.

Il Piano Zero, di carattere museale, raccontava la storia del vino con diverse sfaccettature. Le tecnologie messe in campo includevano 14 proiettori Panasonic PT-DZ680, tre impianti audio indipendenti ciascuno dotato di un finale Crown CRCSA1120Z e un totale di 36 casse JBL Control 23T e 24. Diciassette Player Author Cube© CWS (hardware prodotto e programmato da CWS) gestivano i contenuti multimediali ed audio (i primi comprendevano una combinazione molto accattivante di riprese reali ed animazioni).

Al Piano Uno, dove i visitatori potevano degustare 1300 bottiglie contemporaneamente disponibili, erano installati 170 monitor da 22” BENQ, 175 Player Author Cube, 14 tavoli touch dotati di monitor da 46” LG 47S35A, 23 Monitor Samsung (DB50D, ED50D) da 50” verticali e un sistema audio JBL con tre circuiti indipendenti e un totale di 42 casse JBL Control2. Il Piano Copertura invece era dedicato ad eventi.

Il padiglione Brasile

A poco più di tre mesi dall’inaugurazione dell’Expo, l’annuncio dell’ufficio stampa di Expo 2015 di oltre un milione di visitatori sulla rete non si riferiva a Internet, bensì a una delle principali attrazioni all’Expo, un’enorme rete sopraelevata, pedonabile, interattiva all’ingresso del padiglione Brasile.

Il progetto architetturale del padiglione Brasile era dello Studio Arthur Casas (San Paolo e New York) e il progetto espositivo dell’allestimento dell’Atelier Marko Brajovic (San Paolo), sotto la direzione creativa di Marko Brajovic e Carmela Rocha (anche coordinatrice del progetto). Consulente italiano e responsabile tecnico era Mosae – Architecture ed Engineering (Milano), con un team che comprendeva anche Dario Pellizzari. General contractor era l’Ing. Mantovani SpA.

Rocha ha spiegato: “I visitatori camminavano su una rete interattiva sospesa, interagendo con ciò che stava intorno: i loro movimenti attivavano infatti dei sensori che a loro volta modificavano le luci ed i suoni intorno a loro”.

Per ottenere questa originale interattività, la rete era coperta da dieci telecamere IP Foscam motorizzate, grazie alle quali i suoni riprodotti e le luci accese variavano in base alla quantità e la posizione dei visitatori, con l’impiego di un software sviluppato specificatamente dalla società Emotique (Brasile, Spagna, Colombia e Russia) per gestire tutto il sistema e l’interattività.

“La Gallery Verde sotto la rete ospitava delle tavole interattive con una luminosità ottimizzata per il digital signage e dotati di pellicole capacitive multitouch Skin Ultra della portoghese Displax. Al primo piano, le proiezioni che presentavano l’avanzata produzione alimentare sostenibile della nazione”.

Alvaro Una Resa, di Emotique, descrive l’hardware usato con la rete: “Il suono era diffuso da sei subwoofer Tecnare Ibiza SW12 Minisub, 48 diffusori compatti full-range Tecnare Ibiza P204 e sette altoparlanti da esterno FBT GS 20-T, pilotati da sedici finali di potenza Behringer iNuke NU4-6000. L’audio era mixato da uno Yamaha MG20. Le luci erano quaranta faretti a 12 LED Stageline ODP-1210RGBW”.

Altre tecnologie utilizzate per la rete comprendevano tre interfacce MIDI Roland Cakewalk UM-2G, un processore audio Stealth.com, tre interfacce audio Motu 24Ao e due processori video Stealth.com.

Anche qui c’è stato l’intervento di una società italiana (A&T Multimedia di Lavis, in provincia di Trento). Spiega Alessio Comper: “Abbiamo curato la parte di digital signage – monitor e videoproiezione – e relativi sistemi audio dei percorsi espositivi”.

Al piano terra, una serie di teche espositive con 25 monitor Panasonic TH-47LFV5 da 47” che formavano una sorta di “video-wall” orizzontale. La diffusione audio era affidata a dieci diffusori a colonna Yamaha VXS5, pilotati da cinque finali di potenza in classe D PTN Electronics PA2B. Al primo piano, 22 video proiettori Panasonic PT-DZ870EL da 8.500 ANSI lumen in image-blending proiettavano su una parete/schermo di circa 50 metri, con 11 media player Dataton WATCHPAX2, e un sistema audio composto da 22 diffusori da incasso a soffitto Revel C360DT, pilotati da undici finali di potenza PTN PA2B.

Al secondo piano, sulla balconata, 24 Panasonic PT-DZ870EL proiettavano su vetro con pellicola per retroproiezione Cimex High Brightness Foil, ognuno con un Brightsign LS 422 e un sensore di prossimità Maxbotix. In questa zona, la diffusione audio era fornita da 46 sistemi Holosonics Audio Spotlight 16i.

L’auditorium del padiglione era invece dotato di otto moduli passivi Renkus-Heinz CFX101LA-8 e quattro subwoofer passivi RH CFX15S-8, pilotati da quattro finali in classe D Kind Audio. I contenuti video erano proiettati tramite un Panasonic PT-DZ870EL da 8.500 ANSI lumen.

Nel percorso esterno i cinque tavoli interattivi Full Glass Table Multi-Touch 55” (LG), display FHD LED sono stati assemblati da Touchwindow di Cervia.

Metafora di interconnessione, la rete esprime significati profondi, strettamente interconnessi al tema di Expo 2015: Nutrire il Pianeta,Energia per la Vita. L’invito a provare la passeggiata lungo la rete era anche un invito a sperimentare la capacità di trovare un equilibrio all’interno di un sistema che per essere sostenibile richiede consapevolezza nei consumi, rispetto della biodiversità, impegno nel sociale.

fotodiMaurizioTosto 1

 

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