Del domani v’è certezza!

Un minimo comune denominatore che “assale” i professionisti è il continuo desiderio di mettere mano e saper utilizzare lo strumento del desiderio del momento...

di Aldo Visentin

C’è da fare?

L’estate che sta passando ci ha tenuto impegnati nei soliti gironi di lavoro (più o meno grandi, più o meno infernali) che caratterizzano la stagione e un po’ di calma si profila verso l’autunno.

La sensazione diffusa, che ho colto attraverso chiacchierate con colleghi e amici, è che guardando al futuro non si scorgano orizzonti che siano più verdi che grandi.

La cosa può risultare, ai più, sconfortante. Il mio punto di vista a tal proposito si rifà “all’eterno ritorno dell’identico” ove le cose sembrano andare sempre peggio, quando poi in realtà bene o male si riesce a proseguire in una sorta di malcapitata routine.

La routine uccide molte cose per tenerne in vita altre.

Ribellarsi al circolo vizioso e stagnante della routine è il più difficile investimento che però meglio si addice nei momenti “di secca” (sempre bene non può andare, ma neppure sempre male!).

La Ferrari vince sempre

Un minimo comune denominatore che “assale” i professionisti è il continuo desiderio di mettere mano e saper utilizzare lo strumento del desiderio del momento (sto parlando di strumenti di lavoro...) che può essere il mixer luci digitale di ultima generazione o il media server piuttosto che il proiettore a LED con il laser teletrasporto incorporato (inutile dire che tendenzialmente anch’io appartengo alla folta schiera di bulimici tecnologici). Analizzata da vicino, la questione appare più un gioco delle parti tra chi produce nuove tecnologie e “chi desidera giocare” attraverso l’alibi perfetto chiamato show biz. La maturità rende più savi e i professionisti veterani tendono ad abbandonare la rincorsa al nuovo a tutti i costi, per stabilizzarsi meglio sul “sicuro”.

Ora facendo un quadro della situazione in taluni casi (non sempre) si scopre che:

       Molti professionisti usano (o specificano) “oggetti” sovradimensionati per il tipo di lavoro richiesto;

       Molti di loro non hanno la conoscenza completa di ciò che stanno usando; una volta acquistati o specificati, infatti, i mostri in questione bisogna conoscerli a fondo (che equivale a molto tempo da dedicarvi a priori);

       Molti professionisti pur di utilizzare la Ferrari fiammante escono al prezzo “di molte tecnologie fà” e non al prezzo che invece richiederebbe la nuova macchina.

Se vi è capitato di attraversare questo tipo di acque (sì, ci sono passato pure io...) è giunto il momento di mettere un po’ di ordine perché la cosa non fa bene, specialmente in tempi di crisi; sia per chi compra un bene o un servizio, sia per chi vende un bene o un servizio.

Il Mondo mondiale

Nell’ottica di voler costruire le proprie conoscenze e relativo business secondo le aspettative, proveremo ad osservare quali e quante sono le “discipline” su cui ci potrebbe specializzare.

Nelle produzioni medio-piccole esiste ancora lo spazio per professioni “multiple”, dove bisogna saper fare un po’ di tutto. Se al contrario si desidera specializzarsi più ad alto livello allora è opportuno fare delle scelte specialistiche che riguardano una disciplina a cui non corrisponde più, come in passato, un ruolo di tipo unico.

Ciò è dovuto al fatto che sempre più nell’universo luci si sta “aggiungendo” tutto ciò che riguarda l’aspetto visuale degli show: videoproiezioni d’effetto, schermi di varia natura e genere e sistemi per il loro controllo.

Proviamo perciò a tracciare il filo conduttore delle discipline (e relativi mestieri) che il mercato richiede/propone per capire meglio su quale segmento professionale è meglio investire nel futuro.

Le consolle luci di ultima generazione consentono di controllare non più solo luci, (vi ricordate, no? Quelle che cambiano il colore, ecc; quelle di una volta) ma anche immagini e video attraverso sistemi diversi a seconda del tipo di supporto video utilizzato. Questo “apre” alla conoscenza di tutti questi nuovi strumenti per effetti visuali e relativi tipi di controlli necessari, più o meno “integrati” nelle consolle luci stesse.

La materia “video” è un mondo nuovo per i “lucisti” e deve essere affrontata nella maniera giusta senza sottovalutarla! I sistemi attualmente in circolazione sono:

       Matrici di luce. LED o tradizionali proiettori luce possono essere utilizzati in matrice e di fatto determinare uno schermo per generare effetti visuali. In questa configurazione ciascuna sorgente assume il ruolo di “pixel” e per tale motivo sarebbe impensabile (o diciamo molto molto molto complicato e dispendioso) ottenere un qualsiasi effetto grafico con i tradizionali metodi di programmazione luce. Per tale ragione, le nuove consolle offrono tutti gli strumenti per creare effetti visuali su gruppi più o meno grandi di sorgenti luminose montate in matrice (sistema di pixel mapping).

       Video proiezione controllata attraverso media server. I media server sono controlli dedicati alla generazione e manipolazione in tempo reale di “media” di diverso tipo e genere: dalle immagini al video ai suoni all’interazione. Questo universo necessita di diverse conoscenze molto approfondite nella loro specificità a livello logico, di metodi di codifica e decodifica di compressione e playback, editing delle immagini e manipolazione in genere, oltre che hardware e software. Le questioni si espandono se la superficie su cui si proietta non è piana o tradizionalmente intesa ma realizzata con multiproiezione (esempio proiezioni panoramiche o a 360°), o se si desiderano effetti interattivi, ecc.

       Luce digitale. Mi riferisco a tutti quei proiettori luce digitali capaci di videoproiezioni, orientabili attraverso pan/tilt. Di nuovo, sono necessari altri aspetti di conoscenza specifica al fine di poter “maneggiare” la materia in maniera sicura. I proiettori a luce digitale sono dotati ciascuno di un media server in grado di colloquiare con tutti gli altri presenti in scena al fine di potere definire il ruolo di ciascuno nei diversi momenti dello show. Quindi serve saper “disegnare” i sistemi in maniera corretta.

L’integrazione tra tutte queste macchine non avviene più con il solo DMX ma in genere attraverso sistemi e protocolli di rete; serve perciò una conoscenza sull’hardware che si adotta in funzione del supporto video e relativo controllo che si utilizza.

Verso l’infinito e oltre.

Alcuni media server in circolazione hanno la capacità di gestire contenuti di tipo tridimensionale. Questo apre alla computer grafica (aiutooo!!). La stessa che ci può essere utile nella modellazione dei nostri stage virtuali 3D. Già, perché comunque sia tutti gli “universi” sopra descritti possono essere virtualmente rappresentati attraverso i visualizzatori luce/video che lo consentono, anch’essi in forma tridimensionale.

La carne al fuoco mi pare non manchi: Cosa decidete di ordinare?