Biagio Antonacci - Palco Centrale Tour 2022

Il 17 dicembre un Mandela Forum a 360 gradi ha accolto l’artista a braccia aperte.

Biagio Antonacci - Palco Centrale Tour 2022

di Alfio Morelli e arch. Carlo Carbone

Questo ultimo periodo non è stato certo scarso di spettacoli, e noi di S&L avevamo già completato la nostra programmazione per il numero di febbraio. Eppure, questo concerto di Biagio Antonacci non ce lo siamo voluti perdere, e per varie ragioni. Intanto per la presenza di un palco al centro del Forum, una tipologia di produzione non usuale e che rivela sempre delle sorprese. Poi, per la presenza sulla piazza del nostro amico architetto Carlo Carbone, che in passato ha scritto per noi diversi articoli a tema acustica, e che siamo riusciti questa volta coinvolgere per intervistare gli specialisti dell’audio. 

Il palco al centro è da sempre una scelta controversa: se per il pubblico è uno spettacolo appagante, per la produzione è un lavoro impegnativo. In alcuni casi si guadagna un po’ in capienza di pubblico, ma tra materiale e ore di lavoro non sempre il gioco vale la candela. Dal punto di vista dell’artista, si tratta di avere a che fare con un’audience su quattro lati: c’è più pubblico raccolto nelle prime file, e bisogna muoversi continuamente. Inutile dire che, sotto questo punto di vista, Biagio non si è risparmiato, e in qualche brano un po’ più concitato un certo affanno si è fatto sentire.

Per quanto riguarda il lato tecnico, niente da eccepire. Va riconosciuto che il Mandela Forum, nonostante la sua forma asimmetrica, può vantare un’acustica tra le migliori della Penisola. Se a questo si aggiunge un PA progettato da Antonio Paoluzi e un mix seguito da Marco Monforte, il risultato non può essere che ottimo. Mi è rimasta un’ottima sensazione, in particolare del timbro della voce di Biagio, veramente bello e incisivo.

Sulle luci disegnate da Francesco De Cave, ancora una volta nulla da eccepire. È difficile paragonare il disegno di un palco frontale con uno a 360°, dato che bisogna replicare tutto per quattro e utilizzare molto più materiale. Inoltre, senza lo sfondo dietro il palco, gli effetti in aria restituiscono un risultato meno incisivo, e bisogna contemporaneamente fare attenzione a non infastidire troppo il pubblico intorno al palco. Se poi si effettuano anche delle riprese video, come in questo caso, bisogna comunque tenere sempre l’artista bene illuminato.

Visto che Francesco si porta dietro l’esperienza maturata in tante trasmissioni televisive, ogni complicazione è stata superata e dobbiamo riconoscere che abbiamo assistito a uno spettacolo visivamente godibile.

Unica nota, ovviamente personale, è sull’utilizzo della palla a specchi. Chi appartiene alla mia generazione e ha vissuto interamente l’epoca della discoteca, ricorda che un faro su una palla a specchi creava mille raggi di luci, e poteva trasportare subito il pubblico in una dimensione diversa. Quando ho visto scendere la grande palla a specchi al centro del palco, mi aspettavo un ambiente “inondato” che mi scagliasse indietro nel tempo. Invece il risultato è stato un po’ deludente, e sono rimasto ben lucido sul presente! Ma non indugiamo negli stati d’animo e nei ricordi. Incominciamo a parlare con gli artefici di questa bella produzione, facendoci aiutare da Carlo per le interviste al PA Man e al Fonico FOH.

Nei giorni prossimi pubblicheremo le voci dei professionisti che hanno reso possibile un tour di così grande successo. Clicca qui sotto per vedere la galleria.


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