Vasco Live '22 – L'Impianto Audio FoH

Una chiacchierata con Luca Nobilini, systems engineer per la tournée di Vasco Rossi 2022, durante la data allo Stadio Del Conero, ad Ancona.

Vasco Live '22 – L'Impianto Audio FoH

intervista di Mario Di Cola

Abbiamo fatto una piacevole e interessante chiacchierata con Luca Nobilini, System Engineer responsabile dell’installazione e della messa a punto dell’intero sistema di diffusione.
Sebbene l’installazione vista ad Ancona apparisse imponente e non priva di complessità, non si trattava tuttavia della situazione più complessa che il tour ha dovuto affrontare. Ad Ancona, infatti, date le modeste dimensioni dello stadio, un solo ordine di torri di delay, oltre al sistema principale, si rivelava più che sufficiente. Altre installazioni realizzate durante il tour avevano invece una “audience” più ampia e quindi gli ordini dei delay erano in media tre, oppure quattro, come nel caso del Circo Massimo a Roma.
Un caso particolare è stata la data inaugurale del tour nello spazio immenso della Trentino Music Arena, dove le linee di ritardo erano addirittura cinque. A Trento, infatti, la massima distanza dal palco superava abbondantemente i 400 metri! Insomma, una grande complessità. Avendo avuto la fortuna di poter assistere anche a questo spettacolo, posso dire che era apprezzabilissima la sapiente gestione di così tanti sistemi di sonorizzazione.
Per quanto riguarda il progetto di diffusione sonora, Luca ci spiega che l’impostazione generale è in parte ereditata dal progetto delineato dal compianto Orlando Ghini e dal contributo di Antonio Paoluzi per l’evento a Modena Park nel 2017. Il progetto è stato poi modificato e adattato consistentemente all’attuale produzione 2022.


Una mappatura della copertura dello Stadio Del Conero in SoundVision

Il sistema principale contava come allora di due array per il mix della band, due array di rinforzo per le basse frequenze, e ben due array identici a quelli della band per la sola voce di Vasco.
Continuando la chiacchierata con Luca, si discute del sistema di gestione dell’impianto audio che si basa su una combinazione di quattro processori Meyer Sound Galaxy e di tutto il processing offerto dagli amplificatori L-Acoustics, due per la gestione del segnale digitale e due dedicati al segnale analogico. Tali processori si occupano di gestire e distribuire i segnali al sistema generale; tuttavia, Luca mostra di avere una visione molto lucida non soltanto di come fare suonare al meglio un sistema di tale complessità, ma anche di come implementarne una gestione “robusta” ed affidabile rispetto ad eventi critici ed inattesi.

Ci spiega infatti come i Meyer Galaxy siano utilizzati solo ed esclusivamente come matrici di distribuzione di tutti i segnali senza implementare in essi il minimo processing. La parte di processing applicata al sistema è soltanto quella fornita dagli amplificatori L-Acoustics, ed è gestita tramite il software LA Network Manager.

A pensarci bene, in effetti, questo approccio è molto saggio per almeno due motivi. Il primo è perché, anche nel caso di un qualunque evento funesto che possa accadere ai Galaxy, il sistema non perderebbe affatto la messa a punto e sarebbe possibile sostituire facilmente i segnali. Il secondo motivo è perché, in fondo, LA Network Manager offre una serie di funzioni sviluppate apposta per i sistemi L-Acoustics che sono inoltre molto ben integrate con Soundvision, software di simulazione acustica della stessa L-Acoustics.

La schermata dell'impianto main in LA Network Manager.



La prudenza di Luca non finisce qui anche riguardo alla gestione del sistema con lo stesso LA Network Manager: ci spiega infatti che, anche per questo aspetto, usa due computer distinti, su ciascuno dei quali fa girare un’istanza indipendente del programma. Una delle istanze gestisce il Main PA, mentre l’altra gestisce il resto del sistema, cioè tutte le torri di ritardo.
Le due reti su cui operano i due computer, infine, sono comunque tra loro collegate, e quindi anche in caso di perdita di uno dei due computer, l’altro può prendere il controllo dell’intero sistema in pochissimi minuti.

Mentre continua la nostra chiacchierata, notiamo la funzione “Auto-Climate” aperta su una delle istanze del programma e, quindi, Luca ci spiega attentamente di come si serve di questa funzione. C’è un termometro/igrometro sulla sua postazione che segue con cura la compensazione del sistema rispetto alle condizioni atmosferiche di temperatura ed umidità, accertandosi di aggiornare i valori, se necessario, prima dello spettacolo.
Ci fa sapere che normalmente la correzione delle perdite atmosferiche parte sempre con i valori suggeriti dal software, anche se presta sempre la massima attenzione a correggere opportunamente il sistema con l’ascolto, riducendone così un pochino l’intervento.
È abbastanza risaputo che, di frequente, le compensazioni atmosferiche suggerite dai software tendono ad essere un pochino eccessive all’ascolto, e che un ascolto naturale in grandi spazi aperti porta la nostra stessa percezione del suono ad aspettarsi naturalmente e, a seconda della distanza, un certo “roll-off” delle frequenze alte. Quindi se tali perdite fossero compensate interamente, il suono ci apparirebbe innaturale all’ascolto.


La schermata di gestione delle torri delay in LA Network Manager.

È stato molto interessante anche scoprire che Luca si spinge ben oltre nell’utilizzare le funzioni della combinazione Soundvision + LA Network Manager. Luca ci ha mostrato come agisce nell’ottimizzazione dell’intero array tramite i filtri di equalizzazione a fase lineare basati su FIR offerti dal sistema. Con l’integrazione tra i due software si può studiarne l’ottimizzazione individuale, per ciascun elemento o coppia di elementi dell’array, scaricare poi tali filtri direttamente nei DSP degli opportuni amplificatori, verificando sia l’efficacia degli interventi con gli strumenti di simulazione del software stesso, che l’efficacia reale sul campo grazie alle misure e all’ascolto.

Tutto questo ci lascia ammirati non solo perché è tutto curato con molta professionalità ed attenzione, ma anche perché Luca insieme a tutti i ragazzi della squadra di Agorà riesce a curare così bene i dettagli malgrado tutto quello che comporta installare ed avviare il sistema audio di una produzione così complessa, articolata e dai ritmi serratissimi.