Negrita "Teatri 2013"

La recensione del concerto, le interviste ai protagonisti, la scheda del tour e  tutte le foto del concerto al Teatro Alighieri di Ravenna e la scheda del Tour.

negrita

di Douglas Cole

Ventinove su ventinove date sold-out per la band umbra nella seconda tranche della tournée nei teatri italiani, dopo trentadue date con risultati simili nella primavera scorsa. Uno spettacolo “unplugged” e “teatrale” solo nel senso che ci sono sgabelli sul palco.

Avendo recensito il tour precedente nei palasport dei Negrita meno di un anno prima, ci sembrava forse precoce tornare febbraio scorso a vedere uno spettacolo proposto in veste acustica nei teatri. Invece, abbiamo notato una prolungata lista di date durante la primavera ed una notevole mancanza di biglietti disponibili. Quando è stata annunciata una seconda tranche quest’autunno con un'altra serie di sold-out, abbiamo deciso che forse era il caso di andare a vedere questo spettacolo. Così ci siamo recati al Teatro Alighieri, a Ravenna, il 26 novembre, per far visita alla produzione.

La tournée è prodotta da Andrea Pieroni per Live Nation Italia, e questa seconda tranche è portata in giro da Francesca Fadalti, nella veste di direttrice di produzione, mentre nel ruolo ottimizzato di backliner/stage manager c’è Alessio Martino. Il disegno luci è di Jò Camapana, mentre il direttore luci in tour è Davide Pedrotti. Alla regia audio in sala troviamo Davide Linzi e ad occuparsi della regia monitor c’è Sem Cigna. Audio e luci sono forniti dal service Mister X.

Francesca Fadalti — Tour manager/direttore di produzione

“Nei teatri il gruppo ha trovato una bella dimensione – ci racconta Francesca – e ha scelto di fare questo secondo giro; ovviamente una dimensione più intima, per il tipo di spettacolo e per il rapporto con il pubblico. Il calendario prevedeva già in partenza 29 date in neanche 50 giorni, inclusa quasi una settimana di prove che abbiamo fatto all’inizio, quindi ci sono stati diversi back-to-back e pochi day off. Da un certo punto di vista, questo va bene, perché siamo sempre concentrati, non c’è tempo per distrazioni.

fadalti

“Siamo in dieci, più i due autisti. Ci siamo io e un'assistente di produzione, Ornella, che si occupa di tutta la parte dei camerini e l'accoglienza della band. Poi c'è tutta la parte dei tecnici, capitanata da Alessio Martino. Ci siamo divisi i compiti: io seguo tutta la preproduzione ed i rapporti con le ditte locali, poi quando entriamo sul campo cedo lo scettro e lui che gestisce i movimenti sul palco.

“Una delle note un po' dolenti – Continua Francesca – è che i teatri sono nei centri storici, quindi far arrivare i mezzi è tutto uno studio di incastri di logistica, di permessi, di lotte con i vigili e con le amministrazioni. È la parte più complessa, che porta via molto tempo, però, quando ce la fai, è anche divertente.

“Il trasporto è gestito da Mister X, mentre il tour bus è di una ditta straniera, noleggiato in concorso da Mister X e Live Nation. Per fortuna il tour bus è straniero, perché su quelli stranieri si viaggia meglio. Siccome abbiamo tanti back-to-back, se non si riesce a dormire si arriva stanchi e diventa un problema anche dal punto di vista della produzione.

“Normalmente, quando non ci sono trasbordi o cose strane, verso le 11.00 arriviamo per poter fare un soundcheck tra le 17.00 e le 18.00, dipendente dai tempi della band. Riusciamo a uscire dalle venue in due ore e mezzo, tre ore al massimo, nelle situazioni medio-complesse”.

Conclude Francesca: “Siamo abbastanza contenuti con le chiamate: generalmente con otto facchini riusciamo a fare tutto, ma se abbiamo delle situazioni di scarico difficili ne chiediamo qualcuno in più”.

Davide Linzi — Fonico FoH

“Non dico che è un concerto heavy metal – spiega Davide – ma poco lontano, perché l'indole dei ragazzi la conoscono tutti e il risultato è che, a tre quarti di show, la gente salta in piedi e il teatro diventa un palazzetto. Le nostre difficoltà sono legate al fatto che noi dobbiamo fare in modo che il tutto assomigli ad un unplugged, anche se poi si tramuta in qualcosa molto difficile da tenere imbrigliato.

linzi

“Il service è Mister X Service, che segue i Negrita da molti anni. Simone Cherubini è il PA Man... ormai giochiamo in squadra fissa. Usiamo il Q1 d&b, con otto sistemi per parte. Abbiamo quattro Q7 per fare frontfill, o eventuali casse che mettiamo nei loggioni, e un paio di E3 come frontfill di rinforzo, che fino adesso non abbiamo usato molto. I sub sono tutti VSub che, per praticità, sono molto meglio dei JSub, perché ingombrano di meno. È la prima volta che li adopero e ne sono rimasto piacevolmente stupefatto.

“Sono rarissime le volte in cui riusciamo ad appendere l'impianto nei teatri. Questo complica la situazione anche fra gli ascolti, che sono tutti wedge, e c'è anche un discreto volume dal palco. Si cerca sempre di trovare un connubio, cercando di allineare l'impianto al centro acustico del palco per sommare le due cose ed evitare sfasamenti, anche per gli ascolti. Spesso si ricrea il balance anche tirando indietro il canale, che arriva già forte dal palco”.

Dice Davide: “Ringraziamo Stefano e Luca di Audiosales che ci hanno concesso l'utilizzo del nuovo mixer Avid S3L per questo tour. Ho voluto affrontare questo secondo giro con questa console per due motivi: il primo perché ero curioso di questa nuova tecnologia e, effettivamente, c'è una netta differenza rispetto alla famiglia Profile. Ha dei convertitori e preamplificatori nuovi, DSP nuovi... è tutta un'altra cosa. Poi ci sono le dimensioni: nella tranche precedente, giravo col Profile, con un rack di Pro Tools HD e TC System 6000, impazzivo per riuscire a stare negli spazi che nei teatri sono davvero minimi. Invece adesso si possono aggiungere anche dei posti da vendere. Poi c’è la comodità di avere anche il virtual soundcheck e, quindi, anche la registrazione multitraccia sul portatile direttamente tramite AVB.

“Il sistema è molto semplice – continua Linzi – c'è l'engine da 2U rack e la superficie di controllo e tutto tramite Cat6 va agli splitter sul palco. Questi ultimi sono dei blocchi da 16 ingressi su otto uscite analogiche e due AES/EBU. Offre alcuni input/output analogici e digitali sia sulla superficie di controllo sia sull'engine, infatti il Lake per equalizzare il PA è cablato in insert in AES/EBU, mentre tutti i sistemi di talk back, il registratore Zoom dei ragazzi e la cassettina del parlascolta sono tutti cablati tramite gli input/output analogici della console. Ci sono anche quattro in e quattro out sull'engine per inserire eventuali outboard. Le porte USB sono anche utilizzabili per chiavette con wave file, sia per mandare la musica, sia per eventualmente registrare left/right.

“Ci sono delle limitazioni al momento sulla questione plug-in perché bisogna aspettare che tutte le software house facciano i rinnovamenti necessari e che Avid poi li testi; infatti adesso adopero solo plug-in interni. Per la voce, sto usando un plug-in che Avid ha messo sui nuovi sistemi, un channel strip Euphonix completo di compressore, espansore, gate ed equalizzatore. Uso un de-esser, poi passo scorporando attraverso dei gruppi dove ho ulteriori compressori. Siccome non esiste al momento un compressore multi-banda per questo sistema, adopero compressori più stretti per banda”.

Conclude Davide: “Tanti colleghi che avevano sentito il concerto nella prima tranche, sono rimasti stupefatti, tornando, dalla differenza in meglio che viene da questo banco, l'headroom infatti è molta più alta rispetto al Profile. Anche la stereofonia stessa è proprio un'altra cosa. Sono molto entusiasta, infatti aspetto con ansia questo fantomatico S9L, che dovrebbe essere il nuovo Profile”.

cignaMichele “Sem” Cigna – Fonico di palco

Spiega Sem: “Qui c'è un monitoraggio classico, tutto d&b, quindi M4, finali D6 e E-Pac. Sono quasi tutte coppie di M4 più due side fatti con i C6. I volumi sono decisamente altini: io uso dei microfoni di misura in prossimità dei monitor di palco e sono sempre intorno ai 105-106 dB (A). Inoltre, Drigo ha un amplificatore girato come se fosse un monitor, più un amplificatore per chitarra acustica in cui la chitarra passa dentro il mio banco ed io gliela rilancio in direct out, solo per darle quel piccolo ritardo dovuto alla latenza, in modo da evitare problemi di feedback.

“Il banco è un SC48, i canali sono 34. Non uso outboard esterne, ho solamente le mie licenze di Waves. Uso l'EQ10 su tutte le mandate, perché preferisco usare un parametrico per togliere quei piccoli problemi di feedback che derivano dal palco che risuona a certe frequenze. Cerco di asciugare il più possibile il segnale in partenza con i parametrici, in maniera di mantenere il suono ripreso dal microfono il più naturale possibile.

“Per quanto riguarda il microfonaggio, abbiamo Telefunken M80 sulle voci, Heil Sound sull'overhead della batteria e sull'amplificatore di chitarra. Sui tom ci sono i Beyer Dynamic, condensatore Neumann sull'hi-hat, AKG D12 sulla cassa della batteria e D12VR sull'ampli del basso. Cristiano e Gando usano dei Neumann anche per la voce.

“I backliner sono Alesssio Martino, che si occupa di Cesare e Pao ed è anche lo stage manager, ed Emilio Simeone che si occupa di batterie, di tutte le tastiere e di Drigo. Emilio ha un bel lavoro, perché su 20 canzoni cambia 20 chitarre.

“La band richiede un monitoraggio il più neutro possibile, così occorre cercare di mantenere sul palco la dinamica naturale che si può avere suonando non-amplificati. Schiacciare la dinamica e dare ad ogni musicista un segnale bello compresso è facile. Invece, fare sentire al musicista il proprio strumento il più naturale possibile ad un volume notevole è un po’ più delicato. Infatti io splitto quei canali più delicati e faccio il segnale quasi flat per il musicista, poi il canale più processato lo do agli altri elementi della band.

“Il vantaggio della SC48 – dice Sem – è che posso usare molti plug-in, per esempio uso C6 della Waves sulla voce, molti EQ parametrici direttamente sui canali. Sul canale della voce di Pao, ho anche un Q10 per togliere solamente la frequenza che dà fastidio, invece che andare a rovinare completamente il suono dei monitor, che è molto bello”.

Davide Pedrotti – Operatore luci

Il disegno luci è di Jò Campana – racconta Pedrotti – che ha realizzato il disegno per la stagione precedente. L'idea principale era di creare una situazione intima, un po' classica, un po' teatrale. Abbiamo un fondale a balze, color vinaccia quattordici metri per otto che ha un impatto notevole. Quando viene acceso crea il suo momento. C'è uno special con delle fantastiche mirror ball che calano dall'alto durante una sola canzone.

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“Ci sono tre americane e una grande quantità di incandescenze e motorizzati a terra.

Jò ha anche pensato all'utilizzo di lampade architetturali per creare una situazione illuminotecnica un po' diversa del solito, tutte dimmerate e a controllo separato, e vengono utilizzate o per sottolineare qualche momento particolare oppure semplicemente come riempitivo. Hanno il paralume forato e, quando c'è molto fumo, creano delle situazioni interessanti con la luce che fuoriesce da questi fori.

“Utilizziamo i Mac Aura come wash, – continua Davide – ne abbiamo diciotto: sei in back, sei in fronte e sei floor; poi undici Coemar Infinity M Spot, cinque in back e sei floor,oltre a dei PAR LED per il fondale, due hazer, PARNel per ogni singolo musicista e qualche sagomatore di fronte e di controluce.

“Ci sono anche delle atmosfere in controluce che non sono tipicamente teatrali e che richiamano l'anima rock della band. Probabilmente, nella testa di Jò, quando si era parlato di tour acustico, aveva pensato ad una situazione molto più tranquilla. In realtà, alle prove ci siamo resi conto che lo show è più ibrido che proprio acustico. Ci sono delle canzoni con i piazzati, con un faro solo. Poi ci sono altre dove ci siamo resi conto che quello che succedeva sul palco non consentiva artisticamente di stare con un piazzato in Congo... quando succede l'inferno di là uno si dice: 'qualcosa devo fare'. Durante le prove l'anno scorso, abbiamo cercato una programmazione che non fosse ripetitiva, né troppo banale.

“Il pubblico viene illuminato – ci dice Davide – che è una cosa strana per il teatro, ma spesso e volentieri ci sono molti fari in faccia.

“La programmazione è tutto in cue list, a parte qualche frontale per i parlati. Alcune canzoni sono molto semplici, con sette o otto cue. Ne ho, invece, qualcuna in cui ci siamo trovati a farne 50 o 60. La gestione durante lo spettacolo è comunque estremamente tranquilla”.

Conclude Davide: “Ritengo sinceramente che, per il quantitativo di materiale e il tipo di produzione che portiamo in giro, venga offerto al pubblico uno spettacolo di tutto rispetto”.

Lo show

Avendo visto i Negrita diverse volte nei palasport e all’aperto, prima di questa serata era difficile immaginare il loro stile di musica e di showmanship tradotto in una situazione intima, seduti sul palco di un teatro settecentesco. Invece gli arrangiamenti dei brani studiati per quest’impostazione si prestano molto bene all’ambiente.

Il suono in sala è assolutamente senza pecche. C’è una linea sottile tra basse frequenze “energetiche” e “troppe” in una sala di queste dimensioni che non viene mai attraversata, e c’è un equilibrio quasi discografico tra voce e strumenti. Il concetto del rinforzo sonoro viene mantenuto e non c’è un punto nella sala dove c’è un’ovvia transizione tra sentire l’impianto e sentire il backline.

Le luci passano da atmosfere intime e giochi d’ombra con le lampadine di salotto a la psichedelia in piena regola. La versatilità del design di Jò e l'esecuzione di Davide sono molto efficaci. Lo special con i mirror ball combinato con la versione a ritmo rilassato di Splendido regala una forza emotiva molto apprezzabile. Considerando che non mi ricordo di aver mai sentito quel brano in precedenza, e anche che questo concerto era il mio quinto in due settimane, mi ha sorpreso proprio l'impatto di quel momento. Complimenti alla band e alla crew per avermi ricordato del motivo per cui si va a sentire la musica dal vivo.

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La scheda del Tour!

Negrita
Assistente alla bandLuigi Vertaglio
BacklinerEnrico Boschi "Fikino"
ProduzioneLive Nation Italia
Direttore di produzioneFrancesca Fadalti
Assistente alla produzioneOrnella Mione
Stage managementAlto Stage Management
Responsabile palco/backlinerAlessio Martino
Service audio/luciMister X Service
Audio
Sound designer/PA managerSimone Cherubini
Fonico FoHDavide Linzi
Fonico di palcoMichele Cigna
BacklinerEmilio Simeone
Luci
Operatore/tecnico luciDavide Pedrotti
Tecnico luciDavide Colleoni
DimmeristaFranco Brasini
TrasportiMister X /

G.M. Gamund
Autista camionVidoje Raonic
MerchandisingRock Dream
MerchandiserCristian Tirelli

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