Massimo Bubola & Eccher Band

In alto i cuori tour 2013

Un’alternativa a Sanremo? Non si sa. Rimane il fatto che durante le giornate del Festival, Massimo Bubola è ritornato in teatro, sfidando il pubblico a spegnere la televisione per sedersi in una sala ad ascoltare musica vera, un concerto che parte dal suo ultimo lavoro In alto i cuori per arrivare fino ai suoi successi scritti in collaborazione con Fabrizio De Andrè.

Una produzione calibrata pensando alle economie date da un piccolo pubblico dei teatri, in cui tutto può essere sacrificato tranne l’ascolto della musica. Con questo spirito il produttore Elia Faustini ha messo insieme una situazione sicuramente minimale ma che sulla carta, ed anche in strada, ha funzionato. La ricetta del tour è presto detta: audio al seguito e supporto di luci sul posto integrato da qualche proiettore che serve a caratterizzare alcuni passaggi del concerto. In poche parole un furgone di materiale (sì, avete letto bene: un furgone) per fare uno spettacolo teatrale in cui l’artista e la band possano avere tutte le sere la certezza del proprio palco e degli stessi tecnici. Il service audio, luci e trasporti è A.D.S. di Puma Rosario, di Erbusco (BS).

Iniziamo a parlare di audio con Luciano Graffi, fonico di sala del tour che per affinità ed esperienze lavorative è sicuramente vicino ad un artista come Bubola.

Luciano, spiegaci cosa succede in questo tour.
Succede quello che doveva accadere da tanto tempo, cioè che le produzioni che devono fare i conti con teatri sempre più vuoti e promoter che piangono, qui hanno fatto i conti prima e hanno detto: “Questo è quello che possiamo spendere! Se vogliamo andare in tour si deve iniziare a tagliare tutto il superfluo e calibrare bene il materiale”. Con questo tour personalmente ho fatto un bel salto nel passato, scegliendo e dovendo lavorare con un banco analogico, di piccole dimensioni ma con un buon suono come il Midas Venice F 32 (implementato comunque da una funzione di trasferimento audio firewire che permette la registrazione di tutte le tracce separate e la possibilità di riutilizzarle per il virtual sound check, opzione abbastanza inusitata per un banco analogico), corredato da un rack di dinamiche dbx 166 tra le quali spicca il mio amato equalizzatore dinamico BSS DPR 901 per la gestione della voce di Bubola, molto intrigante e particolare, che raggiunge frequenze baritonali e dinamiche che ricalcano le più tirate atmosfere rock e blues.
Per la parte di effetti mi sono affidato a Lexicon per le voci, con un PCM 90, mentre tutto il resto è gestito con Yamaha SPX 990/1000.

Che impianto usi?
Sto utilizzando un line array DVA T4 della italiana dB Technologies, otto sistemi per lato più sei sub, che devo dire, fa il suo onesto lavoro. Ho solo scelto, per riuscire ad essere più preciso nella messa a punto, di gestirlo dalla sala con un processore dbx Drive Rack che mi permette di variare i livelli tra le vie e soprattutto di allineare perfettamente i sub.

Sul palco utilizzi qualcosa di particolare?
Non direi, è tutto molto standard, molto... blues. La band, la Eccher Band, è un classico quartetto, con due chitarre, basso e batteria che riprendo utilizzando set già ipercollaudati, come una valigetta EV per la batteria ed una marea di Shure 58 per voci e cori. L’unica novità che mi sono concesso in questo tour “francescano” è l’utilizzo del Raven di EV, un microfono dinamico a diaframma largo che sto utilizzando con grande soddisfazione sulle chitarre elettriche e sulla cordiera del rullante.

Il palco com’è gestito
Sul palco troviamo Davide Alebardi che, insieme a Federico Firmo, gestisce le linee di monitor della band con le voci principali di Bubola e di Erika Ardemagni, utilizzando 10 monitor wedge passivi 12” JBL pilotati da uno Yamaha LS9; sono due ragazzi giovani che trovo molto preparati e con voglia di fare. Mi aiutano anche nella sospensione del PA e si occupano di tutte le esigenze degli artisti on stage (cambi chitarre, accordature, ecc).

Le luci utilizzate sono quindi quelle dei teatri?
Sì, la maggior parte del materiale la troviamo sul posto. Tuttavia Carlo Fappani, il lighting designer del tour, è abituato a lavorare sulla sua console, che porta al seguito, una Zero88 Frog, su cui sono caricate le scene dello show. Inoltra porta con sé anche qualche piantana laterale con dei PAR56 e qualche luce a LED per i fondali; per il resto utilizziamo quinte e fondali dei teatri e ci facciamo bastare le luci che ci mettono a disposizione dopo una preventiva richiesta tecnica.

Quindi questa soluzione riesce a mettere d’accordo tutti: artista, produzione e pubblico?
Sicuramente l’artista e la band sono tranquilli di ritrovare ogni sera il proprio palco e le solite facce (che in tour sono la tua ancora di salvezza), la produzione riesce a tenere i costi bassi e quindi a fare qualche data in più, mentre il pubblico è felice di ritrovare il proprio artista messo quasi a nudo, senza più i filtri della tecnologia esasperata, che si presenta portando quello che un artista dovrebbe divulgare... buona musica.

Quando inizia il concerto, dal palco una miriade di vecchie Gibson, Martin e Fender fanno sentire la propria voce; a queste si aggiunge quella di Bubola che si distende andando a coprire le frequenze lasciate libere, mentre una ritmica puntuale e mai invadente scandisce i vari momenti del concerto, sottolineando il variare delle dinamiche nei pezzi blues e rock. I soli acustici ed elettrici fanno da contorno agli attualissimi testi dell’ultimo disco (uno scritto addirittura in collaborazione con Beppe Grillo) mentre Massimo, sempre attento, si volta e grida ai ragazzi: “Le dinamiche, cazzo, non suonate come gli italiani!”.