Grupo Compay Segundo - Arena Lido di Rimini

Una serata con gli ambasciatori musicali ufficiali di Cuba sul mare di Rimini.

Grupo Compay Segundo - Arena Lido di Rimini

di Douglas Cole e Alfio Morelli

Il progetto Arena Lido è nato nel 2020, fornendo un’opportuna soluzione all’aperto per mantenere un minimo di continuità culturale durante i mesi estivi della pandemia nel 2020. Eccoci alla fine dell’estate del ’21 e, con le capienze ancora limitate e i protocolli anti-covid ancora in atto, questa rassegna di eventi sulla darsena a Rimini continua a svolgere questo ruolo vitale, offrendo un programma, quasi ogni giorno dell’estate, che comprende cinema e musica dal vivo, fino a ospitare anche le serate con i saggi di danza. 

Una delle puntate immancabili del programma di quest’anno è stata una serata con la pregiata esportazione cubana che rivaleggia con i sigari e il rum, los sones cubanos, eseguita dal complesso che continua il lavoro del grande trovador, Compay Segundo.

Máximo Francisco Repilado Muñoz Telles è stato ribattezzato con il suo particolare nome d’arte (trad. “secondo compadre”) già negli anni ’40 perché forniva la seconda voce (baritonale) voce nello storico duetto Los Compadres. Repilado è stato uno dei musicisti cubani più importanti del ventesimo secolo, perché, oltre che “seconda voce”, era un virtuoso della chitarra, la tres cubana, e dell’armònico – quest’ultimo uno strumento di sua invenzione – e compositore di un repertorio importantissimo.

Già icona della cultura cubana, all’età di 89 anni Compay Segundo è stato catapultato alla fama internazionale grazie al disco del ’99 Buena Vista Social Club, prodotto da Ry Cooder, e il successivo documentario omonimo di Wim Wenders. Repilado è morto nel 2003, ma il Grupo – con il figlio Salvador sempre al contrabbasso, Hugo Garzon alla voce principale e con Felix Martinez al posto di Compay all’armònico – continua a girare il mondo svolgendo il ruolo ufficialmente riconosciuto di ambasciatore della musica cubana.

Il 22 luglio a Rimini c’è un caldo umido appropriato a una serata di musica cubana e noi arriviamo gasati. Prima di cominciare con i mojitos, invece, facciamo due chiacchiere con alcune delle persone che rendono possibile la serata. 

Da sx: Marco Cicognani, Elena Zanni, Matteo Chichiarelli e Anna Giannella, la squadra di produzione per Control Room.

Matteo Chichiarelli – Control Room

A capofila del pool di aziende coinvolte nell’organizzazione del cartellone di eventi all’Arena Lido c’è la riminese Control Room. 

“Ci occupiamo – spiega Matteo – di progettazione, organizzazione e produzione di eventi. Visto che sono andate ’bene’ le cose lo scorso anno, ci hanno chiesto anche per la nuova stagione di organizzare questo spazio, in cui l’attività principale è la proiezione cinematografica, con una cordata di gestori di sale cinematografiche di Rimini: Cinema Fulgor, Multisala Giometti e Cinema Tiberio, che hanno organizzato una programmazione di film per tutta l’estate. Come l’anno scorso, anche il Comune ha proposto un cartellone che comprende prosa e balletti. Quest’anno c’è una nuova collaborazione, infatti saremo partner con Unipol Arena di Bologna per l’organizzazione di una serie di concerti.

“I concerti in programma sono di tutto rispetto, tenendo conto della capienza che abbiamo – un massimo di 1500 spettatori. Tra i nomi più noti, il Grupo Compay Segundo, Willy Peyote, i Subsonica e per la prima volta a Rimini un concerto dei Rockin 1000, per l’occasione solo in 100. Poi tra un balletto e un film siamo riusciti anche ad organizzare un torneo di street basket; insomma è uno spazio veramente polivalente, come una piazza di Rimini si merita”. 

Gabriele Monducci, Imola Audioscene.

Gabriele Monducci – Imola Audioscene

Il fornitore di audio e luci per la stagione intera all’Arena Lido è Imola Audioscene; il titolare Gabriele Monducci ci spiega la dotazione.

“L’allestimento – dice Gabriele – rimane qui dal 22 giugno alla fine di agosto. Abbiamo iniziato con delle date di danza delle scuole, poi c’è il cinema, che è l’attività prevalente dell’Arena come numero di serate. Poi ci sono i concerti live, quattro a luglio e altri ad agosto.

“Abbiamo fornito un impianto residente che rimane qui e viene spostato nella baia più indietro per il cinema: nelle serate di cinema, non si possono infatti coprire le pubblicità, mentre nei live ovviamente non si può avere il main sopra il palco.

“L’impianto è un KUDO di L-Acoustics – continua Gabriele – stasera composto da sei elementi con quattro sub per lato. La platea è composta da in migliaio di persone e non è molto profonda. Il sistema è pilotato con i finali LA8. Per i live forniamo un DiGiCo SD10, mentre per il cinema c’è un banco piccolo di servizio. Per il cinema, i canali vengono sommati in un L/R + centro. Devo ammettere che non ho ancora visto una serata del cinema… la mia presenza non è necessaria e si sono sommati diversi lavori contemporanei per cui non ho avuto il tempo di verificare i risultati. 

“C’è un pacchetto luci molto basilare, originalmente fornito per le serate di danza; per il cinema servono solo le luci di sala, ovviamente. Ci sono anche PAR a luce alogena per illuminare le pubblicità. Per altre serate, per esempio i Subsonica, ci saranno delle integrazioni di audio e di luci”.

“A Rimini – aggiunge Gabriele – mi trovo sempre bene, lavoro qui da tanti anni, cominciando dal Velvet che già solo a parlarne mi emoziona. In questa produzione c’è lo stesso nucleo storico con quelle stesse persone ed è molto bello, ci impegniamo sempre molto”. 

Come state vivendo questa seconda estate della pandemia?

Il nostro mondo si è aperto dopo l’8 di giugno: prima non si sapeva nulla mentre dopo c’è stata una corsa impressionante con un sacco di preventivi, che cambiano molte volte secondo le esigenze, le quali a loro volta si evolvono secondo restrizioni e permessi. Il nostro è sempre stato un lavoro stressante, ma adesso è ancora più faticoso. Bisogna lavorare molto per eventi che non si sa se avverranno o meno; se c’erano budget ridotti prima, figurati adesso! 

Stiamo facendo un po’ di tutto: piccole arene per concerti jazz, lavori in spiaggia, feste particolari, si cerca di fare qualsiasi cosa. Il live è sempre la nostra strada principale, ma non sempre si trovano queste situazioni. Stiamo seguendo un tour con Francesco Bianconi, dei Baustelle, praticamente in mezza-produzione con banchi, microfonatura, ecc. 

Con il personale, come vi siete trovati con questo “riavvio”? 

Parecchia gente ha preso altre strade: prima di rientrare a tempo pieno i ragazzi devono proprio capire bene cosa succederà, perché ancora non siamo “guariti” del tutto. Questo è un problema per noi e per loro. Se si dovesse richiudere ancora, non so come faremo. 

Il futuro prossimo è ancora nebuloso. I progetti e gli investimenti fatti nel 2019 sono ancora lì, abbiamo fatto parecchi sacrifici per pagare i fornitori, con esposizioni ancora più grosse. Purtroppo il fermo di tutto è stato così improvviso che ha bloccato progetti già avviati, soprattutto dal punto di vista economico. 

Ci sono stati dei mutui con pre-ammortamento di un anno, ma a dicembre si cominceranno a pagare le rate vere. Con le banche non è che si ragiona, bisogna fare come dicono loro. Cerchiamo perciò di lavorare quanto possibile mentre è possibile.

Antonio Martinez, fonico FoH per Grupo Compay Segundo.

Antonio Martinez – Fonico FoH per Grupo Compay Segundo

“Lavoro con il Grupo da dieci anni – ci racconta Antonio –. In termini di strumentazione, il Gruppo comprende tre chitarre acustiche, una delle quali particolare con sette corde chiamata armònico, inventata da Compay Segundo. Poi c’è una sezione di legni con un clarinetto basso in si bemolle e due clarinetti in si bemolle, percussioni con bongos, congas e timbales, contrabbasso – suonato dal figlio di Compay Segundo – poi un cantante e i cori fatti dai tre chitarristi. 

“Qui sto usando il DiGiCo SD10. Porto dietro una chiavetta con uno showfile per ogni tipo di banco digitale; purtroppo il mio non è per DiGiCo della stessa generazione e non l’ho potuto usare. Non è un problema, l’ho sistemato alla vecchia. L’unico problema oggi è il sole, con la posizione della regia ho fatto fatica leggere il display tutto il giorno! 

“Riassumendo, uso 24 canali per il gruppo: sei per chitarre e basso, 12 di percussioni, compreso cajòn e maracas, tre canali di clarinetti e quattro per le voci. Tutte le chitarre usano pickup piezoelettrici, mentre il contrabbasso ha un piezo e un microfono dietro il ponticello”. 

“Portiamo i nostri microfoni per le percussioni – aggiunge Antonio – un microfono per i cori del contrabbassista e i 4029 DPA sui clarinetti. Quest’ultimo è l’unico microfono che per me funziona con i clarinetti sul palco. Generalmente uso dei condensatori Beta98, sulle percussioni, ma oggi con il vento ho preferito usare degli SM57.

Qual è la sfida principale nel mixare questo stile musicale?

Dopo dieci anni di lavorare con il Grupo, essenzialmente con la stessa configurazione, ho abbastanza bene sotto mano la situazione. All’inizio, però, la sfida più difficile era la sezione di clarinetti. C’è un arrangiamento particolare con le chitarre e devono prendere il loro posto nel mix. Durante lo show il lavoro principale è quello di stare dietro alle dinamiche sugli assolo di chitarra e di stare sempre attento ai clarinetti. Non c’è mai nessun problema con le voci, lead o cori, hanno tutti delle voci molto potenti, molta esperienza nell’uso dei microfoni. Per il mix, non faccio neanche dei sottogruppi, mixo canale per canale. All’inizio con loro facevo il fonico di palco e molto spesso usavo un banco analogico lì dove è ancora più complicato.

Per la mandata verso il PA uso uno stereo e, dove possibile, chiedo di avere i sub e i frontfill su mandate a parte. I sub veramente non servono molto con questo tipo di musica, ma li uso per rinforzare il contrabbasso, il cajòn e un po’ sul clarinetto basso, perché spesso raddoppia le parte del contrabbasso ed è importante mantenere l’equilibrio tra i due. 

Questa tournée comprende una ventina di date, questa è la sesta; poi torneremo a suonare in Francia. 

Il management ha lavorato molto per far sì che tutte le date fossero all’esterno. Tutti i cubani sono vaccinati, con il vaccino cubano – efficace ma non riconosciuto dall’OMS. 

Vista la barriera linguistica tra noi e il fonico di palco, cosa ci puoi raccontare del monitoraggio?

Sì, il fonico di palco arriva con loro da Cuba. Conosce perfettamente le esigenze della banda. Spesso ci sono delle situazioni in cui abbiamo solo una console FoH e un tablet per fare i monitor… una situazione perfettamente accettabile. Ci sono quattro linee di monitor wedge e quattro mix di IEM. 

Ho provato per tanti anni a far usare a tutti gli IEM, ma alcuni musicisti proprio non li vogliono: i clarinettisti in particolare, che non solo hanno bisogno di avere le orecchie libere per sentire gli altri due strumenti distinti dal proprio, ma riportano sempre una sensazione molto sgradevole cercando di suonare con gli auricolari. All’esterno con palchi grandi non ci sono problemi con l’uso dei monitor a terra, ma nei teatri è sicuramente più difficile, considerando il numero di strumenti acustici sul palco e i microfoni aperti. 

Come ti trovi con la DiGiCo e cosa preferisci trovare come console?

DiGiCo è un sistema ottimo per il mixaggio di situazioni complesse con molte mandate e submix, insert fisici e virtuali, ma la conosco un po’ meno di altre console. Niente contro DiGiCo, ma preferisco trovare sistemi che conosco meglio, come Yamaha, per esempio, i più vecchi ma anche i nuovi CL, ancora non si trovano molti nuovi PM in giro. Ho un nuovo banco preferito, però, che è il più recente Allen&Heath D-Live S – ma anche la serie C per questa situazione: ha dei preamplificatori stupendi e ci si lavora molto bene. 

Lo show

Sentire qualsiasi musica eseguita dagli indiscussi maestri del genere è sempre un piacere e questa serata non fa eccezione. Facciamo subito i complimenti al fonico Martinez perché il suono dal pubblico risulta degno di una registrazione: un rinforzo del suono acustico del complesso con la giusta spinta delle basse frequenze per portarle in fondo alla piazza. 

Al di là del virtuosismo della band e lo stile di canto emotivo, è molto facile perdersi nelle fondazioni ritmiche e di basso, ostinati con sincopi interessanti e molto ipnotiche. In questa calda serata sul mare è stato molto difficile per il pubblico rimanere seduto e distanziato… infatti molti si sono spostati nelle zone in fondo e nella zona esterna, arrendendosi all’irrefrenabile impulso di ballare. 

Armonico

L’armónico è un ibrido tra la chitarra spagnola e il tres cubano, inventato da Ripilado. Ha sette corde, dalla più bassa alla più alta: Mi, La, Re e Sol accordate un’ottava più in alto delle corde equivalenti su una chitarra. La quinta corda è una corda Sol all’unisono, mentre le altre due, Si e Mi, sono accordate alla stessa ottava di una chitarra standard. Pertanto, la corda più bassa Mi è solo un’ottava più bassa del Mi cantino sull’armónico, invece delle due ottave più in basso sulla chitarra.


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