Da Springsteen col notaio

Molti di voi si staranno chiedendo cosa abbia a che fare Springsteen con i notai...

di Giancarlo Messina

Una nuova frontiera per le produzioni? Lo sappiamo. Molti di voi si staranno chiedendo cosa abbia a che fare Springsteen con i notai. Trattasi di domanda lecita. Ora vi spieghiamo.Tutti hanno seguito in giugno, dal vivo o meno, le date italiane del Boss con la sua E Street Band; concerti memorabili, a Milano, Firenze e Trieste, che lo hanno confermato ancora una volta come uno dei migliori interpreti live esistenti al mondo.
Promoter italiano degli eventi, come da tempo, la Barley Arts di Claudio Trotta, di recente assolto da qualsiasi accusa di disturbo alla quiete pubblica per non aver stoppato, nel giugno del 2008, le corde alla chitarra di Bruce che regalava un bis extra ai milanesi, sforando di ben 22 minuti l’orario previsto.
Perdonateci una digressione fantastica. Immaginate San Siro stracolmo, il Boss entusiasta della serata sta regalando ancora qualche pezzo al pubblico. Improvvisamente un uomo coi baffi, cioè Trotta, irrompe sul palco, toglie la chitarra di collo a Springsteen e lo manda a fare la doccia. Poi saluta cordialmente il pubblico: tutti a casa e poche storie! Vabbe’... In Inghilterra è andata davvero così! Meglio riderci sopra.
Ma torniamo a noi.
Direttore di produzione per il promoter italiano, Jimmy Pallas della 9:PM. Fin qui niente da meravigliarsi, perché Jimmy è un professionista che conosciamo benissimo, grande esperto anche nell’affiancare queste importantissime produzioni mondiali di passaggio nel nostro paese.
La cosa che ci ha meravigliato è stata la presenza, al suo fianco, di un notaio. Sì, avete capito bene: uno di quelli veri che fanno i rogiti e quelle cose lì.
Piuttosto  incuriositi abbiamo cercato di capire meglio e chiesto lumi proprio a Jimmy. “Il notaio è pagato da noi ed è chiamato in veste di pubblico ufficiale – ci spiega –. Ci siamo impegnati al massimo perché tutta l’organizzazione fosse perfettamente in regola e volevamo proprio un pubblico ufficiale che testimoniasse ed accertasse il nostro modo di agire in caso di contestazioni.
“Il notaio ha seguito e supervisionato tutto quello che riguardava non solo la parte contrattuale ma anche gli aspetti riguardanti la responsabilità oggettiva per ciascuna della forniture. È chiaramente un’azione preventiva, perché in un contesto così atipico non sai mai chi hai di fronte. Ci troviamo a lavorare con una struttura multietnica, con una normativa in continua evoluzione e non sempre univocamente interpretabile, con modalità di comportamenti diversi da paese a paese non sempre facili da gestire. Ad esempio la visita medica dei rigger in America è molto diversa da quella italiana, che però ha molta più carta.
“Negli ultimi quattro mesi, per preparare questi concerti – continua Jimmy – ho lavorato fianco a fianco con una ventina di personaggi illustri nel campo della sicurezza e delle certificazioni. Anche quando siamo stati convocati in Comune mi sono portato dietro un consulente. Ed il notaio è un consulente aggiunto che certifica la nostra condotta. Infatti quando si lavora in una struttura piena di aziende e professionisti stranieri, occorre assolutamente convincere tutti ad utilizzare i nostri standard: se un americano non vuole mettersi il caschetto, ad esempio, ho il notaio, pubblico ufficiale al di sopra delle parti, il quale certifica che questi non ha voluto metterlo.
“Insomma oggi occorre dimostrare di star agendo secondo le regole – ci dice – ma voglio rimarcare l’ottimo rapporto fra noi e tutti gli organi di controllo competenti che io vedo come delle persone che ci aiutano a non sbagliare. Anche la temuta Commissione di Vigilanza è per me una fortuna, perché nel momento in cui sottoscrive che tutto è a posto, si ha una certificazione ufficiale della bontà del lavoro, che tutto è stato fatto come si doveva, secondo le norme. La stessa cosa per la struttura delle AUSL e per la Polizia sui controlli al personale: ti tutelano, perché certificano che il personale è a posto ed in regola, ed in caso di problemi il loro parere è il primo a contare”.

Che dire? Certamente l’idea di un pubblico ufficiale come garante del buon operato può tornare molto utile davanti a certe situazioni, è una misura preventiva ed una importante testimonianza in caso di beghe legali o contestazioni.
Quello che ci lascia invece perplessi è constatare quanto questo lavoro stia diventando complicato e quale ansia oggi accompagni gli organizzatori ed i produttori nel loro lavoro. Una vera legge, ad hoc, mirata, chiara, creata da gente competente diventa sempre più indispensabile.
E poi lasciatecelo dire, fantasia per fantasia: il notaio che fa i back-to-back nello sleeper mentre redige un passaggio di proprietà... proprio non ce lo vediamo!

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