Che matrimonio!

Quando la figlia di un magnate indiano ha deciso che avrebbe voluto sposarsi in Puglia, suo padre ha affidato a Balich Worldwide Shows la direzione creativa e la produzione esecutiva dell’evento, durato tre giorni.

di Mike Clark

credit BWS - photo Luca ParisseBalich Worldwide Shows, con sede a Milano, opera a livello mondiale nell’ambito dell’entertainment, creando, producendo e realizzando grandi eventi, cerimonie olimpiche, show permanenti e format innovativi. La società è guidata da tre partner che vantano circa vent’anni di esperienza nello show business a livello globale: Marco Balich, presidente, considerato una delle figure più importanti a livello mondiale nella produzione di cerimonie olimpiche; Gianmaria Serra, CEO, tra i più noti produttori esecutivi di eventi globali e Simone Merico, vice presidente e business director, manager di grande visione con rilevante esperienza nella gestione e sviluppo di progetti globali di successo nell’entertainment e nel settore degli eventi.
Marco Balich è stato direttore creativo e produttore esecutivo del flag handover (la consegna della bandiera olimpica) per Torino 2006 ai Giochi Olimpici di Salt Lake City nel 2002 e produttore esecutivo e direttore creativo delle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Torino nel 2006 (quest’ultima prodotta da Serra). Per l’anteprima mondiale della nuova Fiat 500 nel 2007, Balich è stato direttore creativo e Serra produttore esecutivo.
A Sochi, BWS ha curato la produzione esecutiva della cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici e delle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Paralimpici. Ai Giochi Olimpici e Paralimpici londinesi del 2012, Balich è stato il produttore esecutivo e Serra il produttore del flag handover per Rio 2016.
Fra i prossimi impegni di Balich, ci sono la direzione artistica del Padiglione Italia all’Expo 2015 e il “concept design” dell’Albero della Vita. Balich è anche il produttore esecutivo delle cerimonie di apertura e chiusura dei prossimi Giochi Olimpici a Rio.

Per le nozze e i relativi festeggiamenti, la produzione BWS ha utilizzato tre location in un raggio di quattro chilometri, nascoste negli oliveti pugliesi, destinate all’accoglienza degli ospiti il primo giorno, all’intrattenimento il secondo e alle nozze il terzo.
La prima, Borgo Egnazia, è un hotel resort a cinque stelle, costruito ex-novo in perfetto stile masseria, con piscine, campo da golf e spa. Oltre ad ospitare una parte dei settecento invitati, è stata anche il “set” per un enorme spettacolo con gli Dei dell’Olimpo come tema principale, centinaia di performers ed artisti aerei.
La seconda era Pettolecchia, nata nel XV secolo e nota per la sua fortezza, dove è stato allestito uno spettacolo magico con attori mascherati, fiori danzanti, suonatori e fate. La location del matrimonio invece era la Masseria San Domenico, il cui nucleo principale è costituito da una torre d’avvistamento del XV secolo dei Cavalieri di Malta e oggi è un resort a cinque stelle.
Le celebrazioni sono iniziate con una sfilata di attori in costume seguiti dagli ospiti e un carro con DJ a bordo, poi l’elefante dello sposo con legionari romani al seguito.
Dopo lo scambio delle ghirlande e la cerimonia in un tempio costruito per l’occasione, il Greeting Stage ha ospitato uno spettacolo con attori svolazzanti sostenuti da grandi gru, palazzi che fungevano da enormi schermi per le video proiezioni ed effetti pirotecnici. Poi la cena, in mezzo agli ulivi, e gli show delle band sul palco principale.
 
Per fornire, installare e gestire i sistemi audio e luci, oltre al complesso sistema intercom via radio e la rete per la distribuzione dei timecode e dei segnali per gli show, BWS si è appoggiata a Agorà Srl de L’Aquila.
Fondata nel 1990 dai fratelli Wolfango e Vittorio De Amicis, Agorà è una delle più grandi rental company europee. È specializzata in ogni genere di grande evento musicale, corporate e sportivo. Oltre ad avere vinto la gara d’appalto per la fornitura del sistema audio per le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali a Sochi, Agorà ha anche lavorato su altri eventi ad alto profilo, come le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Torino 2006, l’inaugurazione dell’Arena Donbass a Donetsk (Ucraina), il lancio mondiale della nuova Fiat 500, i funerali di Papa Giovanni Paolo II e la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, oltre a importanti manifestazioni di musica classica e lirica e tour internazionali di famosi artisti italiani ed internazionali.
Agorà ha messo in campo una squadra tecnica di settanta uomini, undici bilici di apparecchiature, 6 km di fibra, 26 km di cavo elettrico di potenza e altrettanti di segnale DMX.
Giulio Rovelli aveva il compito non invidiabile di supervisionare il coordinamento tecnico del progetto, organizzando la logistica, vitto e alloggio, spostamenti e sicurezza in cantiere dell’intero team di Agorà.
Ci spiega Rovelli: “La caratteristica distintiva del progetto è stato il fatto che consisteva in diversi eventi medio-grandi che a tutti gli effetti formavano un unico mega evento”.
A capo dello staff tecnico, Angelo ‘Pavarotti’ Camporese (coordinatore audio e network), Lorenzo Tommasini (playout e time code), Andrea Tesini (RF e comms) e Nicola Tallino (coordinatore luci).
Ognuno di loro aveva sotto di sé una persona responsabile per le singole location, che a sua volta assegnava il lavoro ai rispettivi gruppi. I responsabili luci e audio delle tre location erano: Stefano Valle e Davide Grilli (Borgo Egnazia); Marco Carancini e Luca Nobilini (Pettolecchia) e Ivan Russo e Antonio Paoluzi (San Domenico).
Rovelli aggiunge: “Le difficoltà tecniche e logistiche di eventi di questo tipo sono sempre molto complesse, a causa anche di tante esigenze dell’ultimo momento, come un soundcheck alle tre di notte, dovuto al ritardo dell’aereo della band”.

Racconta Camporese: “Oltre alla dimensione dell’evento e al sistema di comunicazione, che ha assicurato uno svolgimento impeccabile, la cosa che veramente ha differenziato questo da altri lavori è stato il sofisticato sistema di network che abbiamo messo in piedi per il trasporto di segnali e controlli audio, video, luci ed RF, che ci ha permesso di prelevare e immettere tutti questi vari tipi di segnali in ogni singolo nodo”.

L’audio

Ciascuno dei diciotto nodi della rete era dotato di Optocore I/O, switch Ethernet, UPS, splitter passivo Radial e processore audio Lake LM44, per assicurare la massima flessibilità e soddisfare qualsiasi richiesta o cambio di programma dell’ultimo minuto.

A proposito dell’audio, Camporese ha offerto un’idea della varietà dei sistemi messi in campo, che spaziavano da piccoli sistemi discreti a impianti da concerto in piena regola: “I sei sistemi a Borgo Egnazia andavano dal Luogo di Preghiera, con otto Audac WX802, alla Piazza Principale con 36 dV‑DOSC, quattro dV‑SUB, sei SB28, sei 12XT e dodici monitor Clair Bros 12AM. Il palco principale a Pettolecchia aveva 24 dV‑DOSC, otto SB28 e dodici Meyer Sound UPA, mentre a San Domenico i nove sistemi comprendevano quello del tempio matrimoniale, con un impianto K‑Array composto di sei Kobra KK200 e due K‑Array SUB, e il palco main, dotato di 24 dV‑DOSC, otto sub SB28 e dodici monitor Clair Bros 12AM”.
Sono state utilizzate ben undici console: una DiGiCo SD10, due SD8, sei SD11, una Yamaha PM5 ed un’Avid Venue Profile.

Prosegue Grilli: “Io dovevo assicurare la copertura audio alla villa usata per la prima serata, con attori, ballerini e duellanti in armatura che si calavano dal tetto. Abbiamo anche installato diffusori nei portici con musica di sottofondo e in un tendone per un DJ set, per finire la serata.
“Oltre alla lotta contro il tempo, un altro problema era quello di abbinare il miglior risultato possibile in termini di pressione sonora con un basso impatto visivo per quanto riguardava l’hardware. L’evento è stato allestito in tempi da record, grazie a tante persone che hanno lavorato quasi ininterrottamente per settantadue ore”.
Aggiunge Nobilini: “Questo era certamente un evento diverso dal solito live, visto che si trattava di una sorta di cerimonia lungo un percorso di circa 700 m, con un punto di partenza e uno di arrivo”.
Per l’occasione, Agorà ha utilizzato il sistema impiegato con successo a Sochi, con la rete Optocore, processori Lake LM44 e diffusori L-Acoustics per i sistemi principali (130 dV‑DOSC, 68 sub SB28 e dV‑SUB, 24 8XT/108P/12XT e 97 amplificatori LA8 gestiti dall’LA‑Net network manager).
La musica, diffusa da ben 402 altoparlanti, è stata composta, prodotta e registrata da Musicom, una società belga di “music and sound design” che aveva già collaborato con BWS, con supervisori musicali e compositori alle cerimonie dei Giochi Olimpici di Sochi.

Corrado Campanelli, l’interfaccia tra Musicom ed Agorà, spiega: “C’è stato, come al solito, un grosso lavoro di pre-produzione, dove in studio è stata registrata, prodotta e, in alcuni casi, composta una serie di musiche per l’evento. Io seguivo gli aspetti un po’ più tecnici – meno studio e più live – finalizzando i file, talvolta programmando i sequencer  e, all’occorrenza, anche operando”.
Lorenzo Tommasini, responsabile per la “messa in onda” delle musiche di Musicom, descrive il suo set-up: “Ho  lavorato sui quattro ‘stem’ e gli altri pezzi forniti, utilizzando due sistemi Pro Tools 10 HDX con Sync I/O e 8 x 8 x 8, ognuno con un Rosendahl Nanosyncs che generava il timecode inviato ai tecnici francesi di Groupe F (effetti pirotecnici), alle squadre delle luci e del video ed allo show caller”.
Altre apparecchiature gestite da Tomassini e dai suoi assistenti Fabio Ceretti e Giulio Tortolì comprendevano una superfice di controllo Euphonix serie Artist Mix, usata per controllare il mix degli stem in tempo reale. Su un altro portatile girava QLab con un’interfaccia audio USB RME Babyface, usata per il play out di “one-shot” ed effetti sonori.
Aggiunge: “Avevamo anche due iPad con V‑Control Pro per controllare le mandate, l’automazione, i gruppi, ecc. sul sistema di backup e su un portatile con Pro Tools Native e un’interfaccia RME Fireface 800”.

Le Luci

Nicola Tallino, l’interfaccia di Agorà con il lighting designer dell’evento Kurt Vertmuller, ha lavorato sul posto per circa un mese. Coordinare tre location in contemporanea, dove in ognuna si svolgeva uno spettacolo diverso in ogni suo aspetto, è stata la sua sfida, ma l’aspetto più difficile era che le location non si prestavano in alcun modo ad essere allestite con metodi standard.
La categoria di proiettore più utilizzata è stata quella dei PAR LED, con un totale di 894 unità (una combinazione di Coemar, DTS e SGM), e gli altri modelli più impiegati sono stati i Robin 600 (158), Clay Paky Alpha Spot 700 (58), MAC 101 (50), Clay Paky Sharpy Wash (47), Clay Paky Profile 1500 (43), LED bar EVO (40) e Clay Paky Sharpy (39).
Tallino, avendo dovuto affrontare l’istallazione di oltre 1800 proiettori e nove console, spiega: “Dopo numerosi sopralluoghi, abbiamo istallato torri Layher, truss, etc, in modo che le tecnologie avessero il minor impatto visivo possibile sulle location”.

Intercom e radiofrequenze

Andrea Tesini era responsabile per l’imponente rete di comunicazione, dal progetto alla realizzazione. Su ogni location ha montato un ponte radio Reface Full Duplex con Motorola GM 360 per coprire le comunicazioni di 400 radio Motorola GP 680 e Vertex‑351. Ogni luogo aveva quindici postazioni fisse via cavo Riedel: per lo show caller, regista, direttore di palco, music player, proiezioni, direttore tecnico, palco, lighting designer, seguipersona, effetti pirotecnici e coreografo (che poteva parlare su quattro canali indipendenti con due sistemi di trasmissione IEM della Sennheiser SR 2050 con 300 ricevitori Sennheiser SK 300 per il cast).
Spiega Tesini: “Il sistema IEM doveva coprire una zona molto vasta, così ho utilizzato degli amplificatori RF in classe A customizzati”.
Le tre location erano abbastanza vicine tra loro (circa 5 km in linea d’aria) e le potenze di trasmissione dovevano essere abbastanza alte per coprire le zone molto ampie, senza però sovrapporsi con le altre venue, perché in ogni location c’erano sempre delle prove che avvenivano contemporaneamente alle altre.
Aggiunge Tallino: “Ho quindi creato un piano frequenze per evitare l’intermodulazione e, per il sistema di trasmissione per gli ascolti del cast, ho dovuto utilizzare degli amplificatori RF, stando attento a trasmettere sempre con la giusta potenza e utilizzando diversi filtri passa banda”.
Dopo l’evento, Rovelli, entusiasta, ha commentato: “Agorà è giustamente orgogliosa del suo personale altamente qualificato, l’Agoràcrew, abituato agli eventi in grande scala a livello mondiale, e ancora una volta non ha deluso, mantenendo le promesse, sia in termini di quantità sia di qualità!”

 

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