Bagutti e la sua Orchestra

Un'orchestra da 250 serate all'anno e 3 etichette discografiche.

baguttidi Alfio Morelli

In questa seconda puntata alla scoperta dell’altro live, focalizziamo la nostra attenzione su un’orchestra ben strutturata: 12 musicisti, due coriste, oltre 250 serate all’anno, un’agenzia che cura anche altre orchestre, tre etichette discografiche, un ufficio stampa ed un service interno. Tutto questo è l’Orchestra Bagutti.

Incontriamo il maestro Bagutti in una calda serata a Cesena, in una delle tante feste di piazza estive. Nonostante sia un classe ’43, si presenta con un’aria giovanile, molto sicuro e fiero di sé. Immancabili gli occhiali bianchi, diventati ormai il suo marchio di fabbrica. Dopo i convenevoli di rito, ci sediamo all’ombra, dietro il palco, ed il Maestro inizia a raccontare la sua storia.

“Purtroppo la mia infanzia è stata segnata dalla perdita dei miei genitori, così sono stato cresciuto in campagna dai miei zii. Ho sempre avuto la passione per la musica, tanto che a sette/otto anni ho iniziato a prendere in mano la fisarmonica, allora uno strumento molto usato in campagna. Ricordo ancora le frasi di mio zio contadino: ‘Franchin, se tla vita tfa e sunador, tmor ad fem’, cioè ‘Franchino, se nella vita fai il musicista, muori di fame’.
“Ai tempi i lavori che assicuravano un futuro sereno erano sarto, calzolaio, fabbro e barbiere. Tanto che per un certo periodo io andai a bottega proprio da un sarto per imparare quel mestiere. Però la passione era così forte che mi iscrissi al conservatorio, che frequentai per cinque anni studiando il contrabbasso. Finiti gli studi trovai subito un ingaggio con un’orchestra che suonava sulle navi, e con loro girai il mondo, fermandomi a suonare anche in Iran, Israele, Egitto, ecc.
“Dopo diversi anni di quella vita, presi un mese di ferie e tornai a casa. Alcuni amici colleghi mi portarono a vedere il fenomeno del momento, musicalmente parlando: andammo a Torino, in una balera gremita di gente, in cui facemmo anche molta fatica ad entrare; sul palco c’era un’orchestra incredibile, bravi musicisti che facevano letteralmente impazzire il pubblico: l’Orchestra Casadei. Era un nuovo sound, anche se legato alle radici del liscio romagnolo, ma con un sapore diverso. Per me che suonavo pezzi classici, Gershwin, Sinatra, Paul Anka, Elvis, fu una rivelazione, rimasi letteralmente fulminato. Questo risvegliò anche la mia indole imprenditoriale e vidi subito un’onda da cavalcare. Da lì a poco misi assieme un’orchestra con un repertorio misto, classico e liscio romagnolo, programma che da lì a sei mesi cambiai subito facendo esclusivamente liscio romagnolo. Il lavoro cominciò ad arrivare e da allora non mi sono più fermato.
“Durante il percorso lavorativo, ho incontrato sulla mia strada diversi musicisti compositori che vedevano la musica dal mio stesso punto di vista, ed insieme abbiamo inciso i nostri pezzi, proponendoli poi durante le serate. Così, col tempo, il pubblico ha cominciato ad apprezzare sempre più la musica dell’Orchestra Bagutti, che è riuscita a creare un proprio stile ed un grande seguito di fan.


Da 50 anni riuscite ad avere un pubblico sempre numeroso: qual è il segreto?
Per fortuna siamo riusciti a cavalcare l’onda del tempo. In una lunga carriera occorre portarsi dietro i propri fan e, strada facendo, crearne dei nuovi. Il difficile è riuscire a far ballare e divertire i giovani insieme alle precedenti generazioni. In questo mi ha aiutato tanto anche mio figlio che, entrando nell’Orchestra, ha portato aria nuova ed un certo rinnovamento; infatti, come avrai potuto notare, abbiamo in formazione musicisti molto giovani, ed è normale che con loro si respirino dei ritmi freschi, anche se non tralasciamo mai il classico.
Qual è la caratteristica della vostra orchestra, fate solo musica da ballo?
Assolutamente no, oggi occorre proporre un prodotto molto vario. Siamo chiamati prevalentemente per serate da ballo, ma anche per convention, oppure organizziamo delle serate in teatro. Ad esempio sta avendo molto successo l’appuntamento annuale che proponiamo all’Ariston di San Remo. Ma suoniamo anche sulle grandi navi da crociera come nei villaggi turistici. Ecco perché dobbiamo avere un vastissimo repertorio, perché la musica per una serata da ballo non può essere la stessa proposta in un teatro, in cui il pubblico sta seduto per quasi tre ore.

Come mai poche date al Sud?
In Meridione la nostra orchestra è molto apprezzata, ma purtroppo i concerti sono logisticamente difficili, perché abbiamo la nostra base a Piacenza. Per fortuna abbiamo un calendario molto intenso, ma questo non ci consente di allontanarci troppo dalla nostra sede, altrimenti dovremmo rinunciare a delle date in zona: capisci che se facessimo una serata a Napoli, che dista 800 km da Piacenza, non riusciremmo a fare il giorno dopo la data di Piacenza o di Torino. Suoniamo al Sud quando riusciamo ad organizzare un piccola tournée, con diverse date vicine, e decidiamo di restare a dormire fuori.

Fa ormai da anni coppia indissolubile col padre. Dove c’è il maestro Bagutti c’è anche il figlio Gianmarco, da oltre dieci anni frontman dell’orchestra, ma anche colui che segue da vicino la parte tecnica e scenografica. Lo distogliamo per qualche momento da suo lavoro per fargli qualche domanda.

Chi è Gianmarco Bagutti e perché è sul palco insieme al padre?
A casa nostra era normale parlare e mangiare musica tutti i giorni, così anch’io sono stato coinvolto da questa passione. Ho frequentato il conservatorio, studiando pianoforte, ma la mia famiglia non voleva farmi ripercorrere le orme paterne, tanto che mi ero iscritto alla facoltà di giurisprudenza, che ho anche frequentato per diversi anni ma che non ho completato. Infatti il virus della musica mi ha travolto ed ho voluto salire sul palco per suonare. Collaborando con mio padre, che già sentiva l’esigenza di apportare dei cambiamenti all’orchestra, ho cominciato un lavoro di ricerca e di rinnovamento. Oltre alla parte artistica, mi sono nel tempo molto appassionato all’aspetto scenografico e tecnico. Infatti, oltre al repertorio musicale, una nuova immagine dell’orchestra doveva anche essere veicolata dalle scenografie e dalle tecnologie proposte durante i concerti, fino a diventare un riferimento per le altre orchestre.
Ci descrivi il vostro set-up tecnico?
L’orchestra Bagutti si propone in due allestimenti, uno ridotto, quando troviamo il palco e le strutture sul posto e dobbiamo solo montare i nostri impianti audio e luci e gli strumenti; un secondo l’allestimento completo. In questo caso siamo in grado di fornire una struttura semicircolare formata da otto torri con le varie americane, un fondale con uno schermo LED montato su tela e un impianto luci con LED e teste mobili, oltre ad un impianto audio line-array di ultima generazione. Naturalmente i due allestimenti hanno dei costi diversi. Quando usiamo l’allestimento più semplice, arriviamo su piazza nel primo pomeriggio, ed in un paio d’ore tutti i musicisti montano l’attrezzatura per essere pronti attorno alle cinque/sei, in modo da avere il tempo di cambiarsi e mangiare qualcosa. Per l’allestimento completo, invece, parte un bilico con il materiale ed un pulmino con sette tecnici al mattino, nel primo pomeriggio tutta la struttura è montata, così quando arriva il pullman con l’orchestra manca solo il montaggio degli strumenti.bagutti


Che tipo di apparecchiatura avete?
Il set up delle luci è formato da oltre trenta teste mobili della Clay Paky, tra cui i nuovissimi Sharpy e Alpha, oltre a diverse barre e fari a led. Abbiamo anche in esclusiva un LEDwall montato su tela, un prodotto orientale che distribuiamo noi in esclusiva. Come mixer audio abbiamo un Roland digitale M400, e come PA un line array della Electro‑Voice modello XLC, completato dalle spie, sempre EV. Siamo veramente orgogliosi delle nostre apparecchiature. Oltre a tutto questo devo sottolineare il rapporto che ho con Maurizio Amadori della Trabes che ci ha fornito e supportato nelle strutture, fornendoci un prodotto ed un servizio veramente unico. Il nostro negozio preferito in cui acquistare gli strumenti è invece Musical Box di Verona.

Nell’elenco che hai fatto è compreso tutto materiale professionale ad alto livello, sei sicuro che il vostro pubblico riesca ad apprezzare la differenza?
Penso che se al nostro pubblico fai la domanda diretta, cioè se hanno apprezzato il suono o il disegno luci, sicuramente in pochissimi ti sapranno dare una risposta appropriata, ma ti posso assicurare che inconsciamente uno spettacolo bello ed un buon audio fa apprezzare di più lo spettacolo a cui hai assistito e che ti porti nei ricordi. Inoltre anche a noi musicisti piace e ci appaga di più utilizzare materiale professionale, magari gli stessi marchi che vedi sui palchi internazionali.

Nella vostra organizzazione è compreso anche il servizio di service?
Esattamente, perché oltre a questo materiale ne abbiamo altro in magazzino, e tramite i ragazzi che lo gestiscono siamo in grado di dare anche dei servizi extra.

Dopo tutto il lavoro svolto, ci siamo regalati un momento di relax, assaporando il buon fritto di gamberetti proposto dal menù della festa del PD, per poi partecipare alla serata. Da un’attenta disamina devo riconoscere una vera professionalità dell’Orchestra, sia artistica che tecnologica. Il pubblico, in buona parte oltre i 50 anni, in parte ballava, mentre non poche persone erano molto attente ad ascoltare il repertorio musicale con gran soddisfazione. Una qualità audio più che buona, naturalmente adatta al genere orchestrale, ma sicuramente migliore di non pochi concerti rock che ogni tanto si sentono in giro. Certo un aiutino viene anche da alcune sequenze che ormai fanno parte integrante di tutte le orchestre, ma decisamente possiamo definire l’ascolto molto professionale, accompagnato, in questa occasione, da un disegno luci minimale ma dignitoso.
Tutto è curato nei minimi particolari: a fianco dell’orchestra un gazebo con il merchandising per la vendita di dischi, magliette ed altri gadget. Uno dei cantanti scende dal palco e fa il suo show in pista e salendo sulle sedie per farsi vedere fino in fondo e quindi farsi applaudire, il tutto con un certo mestiere.
La cosa che mi è rimasta impressa maggiormente sono i fan dell’orchestra: su oltre mille partecipanti, oltre un centinaio, avvicinandosi al palco, ha salutato confidenzialmente il maestro Bagutti ed il figlio. Questo mi fa pensare che molti dei fan partecipano a diverse serate dell’Orchestra e che negli anni si è instaurato anche un ottimo rapporto personale.
Proviamo a fare due conti, come diciamo noi, della serva: 250 serate l’anno con una media di mille persone, sono 250.000 presenze ogni anno. Se tutto questo lo consideriamo per un periodo temporale di cinque anni, li possiamo mettere tranquillamente nella top ten della classifica degli spettacoli nazionali assieme ai nomi come Vasco, Jovannotti, Pausini ecc. Non male queste canzonette, eh!

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