Adriatic Sound Festival
Un fiore all'occhiello di Backstage Service.

La Redazione
L’Adriatic Sound Festival si è affermato come uno degli appuntamenti più innovativi e ambiziosi nel panorama dei festival musicali italiani, distinguendosi non solo per la proposta artistica, ma anche – e soprattutto – per la qualità tecnica e progettuale delle sue infrastrutture. Per comprendere nel dettaglio la complessità di questa produzione, abbiamo incontrato Giacomo Balducci, responsabile di Backstage Service di Fano, la società incaricata dell’intero comparto tecnico, dal montaggio delle strutture fino ai sistemi audio, video e luci.
“Il festival nasce per iniziativa della società Adriatic Sound Festival, con alla direzione artistica Luca Lewis. Inizialmente eravamo stati contattati solo per la fornitura delle strutture, ma durante lo sviluppo del progetto la collaborazione si è ampliata fino a includere l’intero pacchetto: audio, video, luci, strutture, palchi, tribune. A esclusione di alcune componenti come la scenografia e gli effetti speciali – tra cui fumi e laser, forniti da Super FX, compresa la distribuzione elettrica e i generatori, forniti da altri operatori, abbiamo gestito tutto internamente.
“Il progetto si è dimostrato ambizioso fin dall’inizio, con un’impostazione tecnica su larga scala e una progettualità allineata agli standard dei grandi festival europei. La scelta della location – l’aeroporto della città di Fano – ha posto fin da subito sfide logistiche e operative complesse, ma al tempo stesso ha offerto possibilità uniche in termini di spazio, impatto scenografico e libertà architettonica.”
Il main stage
“Uno degli elementi tecnici e visivi più caratterizzanti è il palco principale, progettato dallo studio Stufish – famoso per i suoi allestimenti per artisti di caratura internazionale come i Rolling Stones e Beyoncé. La struttura del main stage ha una forma completamente circolare, e il suo disegno richiama l’arco d’Augusto, simbolo della città di Fano. Questo dettaglio è stato notato subito dal team inglese, durante i primi sopralluoghi. Il palco non è solo un elemento scenico centrale, ma è integrato nell’intero layout del festival.
“Attorno al palco, sono state posizionate una serie di strutture rialzate con duplice funzione: delimitare l’area del pubblico e creare spazi privè, arredati con salottini e cocktail-bar per offrire un’esperienza premium. Il progetto è completato da tribune, torri regia, zone FOH e passerelle che garantiscono una perfetta fruizione visiva e sonora da ogni punto dell’arena.”

Il dettaglio del PA a 360° composto da diffusori L-Acoustic L2+L2D.
Il sistema audio a 360°
“Un altro punto d’eccellenza riguarda la parte audio, affidata alla supervisione di Davide Lombardi, che ha curato la progettazione del primo sistema immersivo a 360° mai realizzato in Italia per un evento all’aperto su questa scala. Il sistema è composto da otto cluster audio, disposti a cerchio intorno al palco, ciascuno con una configurazione L-Acoustics L2 + L2D, mentre la sezione subwoofer è affidata a 60 moduli KS28, disposti in configurazione cardioide sotto il palco, anch’essi seguendo una geometria circolare.
“La sfida è stata notevole: parliamo di un progetto in cui ogni diffusore doveva essere orientato con precisione millimetrica per garantire una copertura omogenea a 360°, senza creare interferenze o cancellazioni di fase. Il risultato è un sound system che non solo garantisce pressione sonora e definizione, ma anche un’esperienza immersiva per tutti i presenti, indipendentemente dalla posizione nel parterre.”
Lighting design
“Dal punto di vista dell’illuminazione, la particolarità del progetto risiede nella distribuzione frammentata dei punti luce. Non avevamo a disposizione strutture lineari o coperture tradizionali, per cui il disegno luci si è adattato all’architettura del festival, con proiettori disposti su più livelli e su varie torri scenografiche.
“Vista la totale esposizione agli agenti atmosferici, sono stati utilizzati esclusivamente proiettori con grado di protezione IP65 o superiore, fra cui diversi modelli Robe, tra cui gli iBOLT; modelli Claypaky come Xtylos, Arolla Aqua, Volero Wave; Cameo V600, e altri proiettori wash e beam da esterno.
“Il disegno luci è stato firmato da Jacopo Ricci, noto per i suoi lavori con artisti internazionali, il quale ha saputo coniugare esigenze funzionali con una visione artistica coerente alla narrazione scenica del festival.”
Visual & LEDwall
“L’impatto visivo è potenziato dalla presenza di un sistema video LED distribuito su vari elementi scenici. Il backwall del main stage e le 18 colonne laterali sono interamente ricoperte da Compass8, con pixel pitch ottimizzato per garantire visibilità anche a grandi distanze. L’intero comparto visual è stato curato da Francesco Taddeucci, che ha ideato e programmato i contenuti grafici e i visual dinamici durante le esibizioni.”

Vista del palco Hangar con sistema audio Nexo.
Hangar Stage
“Oltre al main stage, l’Adriatic Sound Festival prevede un secondo palco, l’Hangar Stage, posizionato all’interno di una delle aree dell’aeroporto. Anche qui, Backstage ha adottato un’impostazione tecnica elaborata: il sistema audio è composto da 48 moduli Nexo STM accompagnati da 60 subwoofer e frontfill per garantire coerenza e profondità sonora. L’impianto luci utilizza lo stesso parco proiettori del main stage, ma con un layout completamente differente, adattato all’architettura del palco. Particolarmente suggestivo è l’utilizzo di videoproiettori Barco laser da 32.000 ANSI lumen montati su torri frontali, utilizzati per mappare con immagini in movimento l’intera facciata esterna degli hangar. Abbiamo usato 8 proiettori, 4 per ogni torre, creando un effetto immersivo anche sul pubblico.”
Tempistiche e logistica
“L’allestimento dell’intera area è iniziato il 24 maggio e si è concluso il 19 giugno, includendo anche le fasi di scavo per la posa in opera delle tubazioni destinate alla distribuzione elettrica e ai segnali. La necessità di interrare parte dell’infrastruttura è nata dalla volontà di mantenere l’area libera da cavi e ostacoli visivi, oltre che per motivi di sicurezza. Una particolare attenzione è stata necessaria per l’operatività all’interno di una struttura aeroportuale. Ogni mezzo e ogni persona dovevano essere registrati e controllati a ogni accesso, sia in entrata che in uscita. Questo ha richiesto una pianificazione rigida, ma una volta avviata la procedura, il flusso si è svolto senza intoppi.
“Per i cinque giorni centrali del festival, è stato necessario chiudere temporaneamente lo spazio aereo: l’attività aeroportuale e quella festivaliera si sono rivelate incompatibili per motivi di sicurezza e rumore.”
I numeri della produzione
“L’intero cantiere ha coinvolto oltre 700 persone, suddivise tra tecnici specializzati, rigger, operatori luci, fonici, videomaker e personale di facchinaggio. Il coordinamento è stato garantito da un team e production manager di Backstage, in stretto contatto con le autorità locali e con la direzione artistica.
“Un riconoscimento particolare va alle istituzioni locali che hanno creduto fortemente nel progetto, sostenendolo in tutte le sue fasi. La nostra soddisfazione è sapere che il palco principale e gran parte delle strutture rimarranno montate per tutta l’estate, per ospitare altri eventi culturali e musicali. È un investimento sulla qualità e sulla durabilità dell’infrastruttura.”
Conclusioni
Giacomo Balducci e il team di Backstage hanno dimostrato come la professionalità, unita alla capacità di innovare, possa produrre risultati in grado di competere a livello europeo. L’Adriatic Sound Festival segna un importante punto di svolta per l’intero comparto degli eventi dal vivo in Italia: la sinergia tra competenze tecniche, visione artistica e progettazione su larga scala ha dato vita a un format che non solo intrattiene, ma eleva l’esperienza dell’utente, coinvolgendolo in uno spazio immersivo e multisensoriale.
Un apporto fondamentale è stato dato da Marco Marchesi nel ruolo di production director e Tony De Grandis come production manager. Un progetto che non solo fa scuola, ma apre la strada a una nuova concezione di festival: non più solo musica, ma architettura temporanea, tecnologia immersiva e gestione ingegneristica al servizio dello spettacolo.




