Vicolo Consalvi - Il Comune di Macerata promuove un progetto di Light Art

L’installazione ha coinvolto tecnici, artisti, progettisti e aziende del territorio. L’obiettivo: valorizzare un patrimonio comune e trasformarlo in un luogo di arte pubblica.

Vicolo Consalvi -  Il Comune di Macerata promuove un progetto di Light Art

La Redazione

Nel cuore di Macerata ha visto di nuovo la luce un piccolo tratto viario del centro storico. Un vicolo tradizionale, un’arteria considerata di secondaria importanza e poco frequentata dai cittadini. È questo il luogo perfetto per una nuova installazione di Public Art, composta, nella sua articolazione morfologica, da una serie di interventi installativi ispirati a grandi autori appartenenti alla cultura artistica della Light Art. Sono state sfruttate tecnologie collaudate e di vecchia tradizione come il catodo freddo soffiato a mano, insieme a tubi LED 360 e strip LED RGB, correlati poi con applicazioni di prodotti per l’illuminazione architetturale: il risultato è un nuovo ambiente urbano di grande fascino e suggestione. Insieme a queste soluzioni sono stati utilizzati anche degli oggetti e dei materiali reagenti alla luce, in grado di “dialogare” con gli effetti luminosi: vetri dicroici, specchi deformanti, figure luminose e altro ancora.

Il piccolo spazio urbano potrà ospitare al suo interno anche allestimenti per l’esposizione di opere d’arte, dato che sono stati realizzati degli appositi spazi-postazione (“appendere l’arte”) sulle pareti degli edifici che delimitano il percorso di visita, spazi che invitano ad esporre e mostrare.   

Un guida è scaricabile su smartphone all’ingresso del vicolo, tramite un QR Code, per aiutare e informare il visitatore. È poi possibile seguire sui canali social @vicoloconsalvimc tutte le reazioni e le comunicazioni che i visitatori vivono come un fatto esperienziale, taggando storie, opinioni, riflessioni, in un continuo scambio emozionale tra il nuovo spazio e la loro personale partecipazione. 

Andiamo dunque a intervistare i responsabili del progetto, che hanno contribuito dal punto di vista artistico, tecnico o amministrativo.

Prof.ssa Rossella Ghezzi - Direttrice dell'Accademia di Belle Arti di Macerata

Come è stato possibile realizzare un progetto così originale?

Il Progetto d’illuminazione artistica di Vicolo Consalvi, precedentemente approvato da parte della Soprintendenza regionale delle Belle Arti, presentato dall’assessorato all’Urbanistica del Comune di Macerata, è stato oggetto di selezione, tra numerosi altri progetti, in relazione al Bando della Regione Marche che prevedeva l’assegnazione di contributi per installazioni artistiche di light design al fine di valorizzare i borghi e i centri storici. Il progetto è risultato primo in graduatoria, l’intervento è stato finanziato dal Comune di Macerata e dalla Regione Marche. Alla guida del progetto hanno lavorato i docenti del corso di Light Design dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.

Come nasce l’idea del progetto?

Il modello concettuale si colloca nei più contemporanei progetti di Public Art e pratiche artistiche e di ricerca che hanno fatto dello spazio pubblico il luogo privilegiato d’interventi culturali e della partecipazione collettiva. Nella comunicazione diretta tra artista e cittadino, la Public Art è divenuta nel corso degli ultimi decenni sempre di più una forma di espressione culturale, dove fondamentale è la co-progettazione fra arte, architettura, light design, urban design, landscape e interaction design.

Quali sono le caratteristiche di fondo di questo modello concettuale?

Il progetto concretizza il concetto di “percorso immersivo” urbano, attraverso installazioni creative legate a espressioni artistiche tipiche della light art, nazionale e internazionale, capaci di trasformare lo spazio in un ambiente artistico e creativo. Ogni intervento d’arte è, infatti, collegato all’espressività della luce, con riferimenti a lavori di light artist, poeti, scrittori e musicisti.

Francesca Cecarini, resp. del progetto e Tiziano Tombesi, amministratore delegato di Mariani srl.

Prof.ssa Francesca Cecarini - Responsabile del progetto

L’intervento è avvenuto all’interno di uno spazio pubblico della Città. Quanto ha inciso nel modello concettuale la conformazione morfologica urbanistica di questo luogo?

Indubbiamente questa è una installazione “site specific”,  in coerenza con le forme espressive della Public Art, e pensata appositamente per il luogo. Si può anzi dire che è proprio il luogo, l’identità dello spazio urbano, con le sue forme, le dimensioni, i colori e i materiali, che ha ispirato la nuova interpretazione visiva notturna. Un percorso luminoso che associa la memoria del visitatore al racconto, dove l’azione del camminare dentro uno spazio è anche un’esplorazione, un percorso di conoscenza. In questo modo l’arte punta a stabilire una comunicazione diretta tra l’artista e il fruitore. Devo anche aggiungere che il modello concettuale riprende una delle frasi più citate della letteratura interpretativa di tutto il mondo: “Attraverso l’interpretazione, la comprensione; attraverso la comprensione, l’apprezzamento; attraverso l’apprezzamento, la protezione” di Freeman Tilden.

Perché vi siete ispirati a Freeman Tilden? Ci sono motivazioni di carattere tecnico o culturale in questa scelta?

Tilden è stato tra i primi a stabilire i principi e le teorie dell’interpretazione del patrimonio culturale nel libro Interpreting Our Heritage del 1957. Ha ispirato generazioni di interpreti di tutto il mondo. Pur essendosi dedicato alla valorizzazione dei parchi naturali degli Stati Uniti, le sue teorie sono diventate oggetto di attenzione e di utilizzo per qualsiasi forma di allestimento, anche museale. In sostanza l’interpretazione del patrimonio si riferisce a tutti i modi in cui le informazioni vengono comunicate ai visitatori di un sito, un modo che può essere naturale, ricreativo o educativo.

Visto che ci parla di interpretazione e della necessità di applicare questo criterio nei progetti, voi come avete interpretato Tilden?

Noi come gruppo di progetto abbiamo scelto di ridefinire la visione notturna di un ambiente pubblico privilegiando le esigenze espressivo-comunicative. Abbiamo rielaborato il pensiero di Tilden in cinque punti significativi che posso sinteticamente riassumere in: la percezione del nuovo ambiente: “la via della creatività”, la luce “artistica” e gli aspetti della relazione individuo - ambiente, luce e orientamento, luce e spazio: memoria e nuova identità, la luce come segno simbolico. Questo ci ha permesso di creare uno spazio pubblico nuovo, restituirlo alla fruizione della collettività e permettergli di raccontare metaforicamente la creatività dell’arte.

Tiziano Tombesi - Amministratore delegato di Mariani srl

Tiziano, immagino che per realizzare un intervento di questa natura non siano state poche le problematiche d’installazione da risolvere. Ma partiamo dall’inizio: chi è l’azienda Mariani srl?

Fondata nel 1969, da oltre 50 anni Mariani opera nel campo della progettazione, installazione e manutenzione di impianti elettrici pubblici, civili e industriali. Possiede competenze specifiche nel settore dell’illuminazione pubblica, delle colonnine di ricarica elettrica, dei pannelli fotovoltaici di medie e grandi dimensioni. Mariani ha anche acquisito nel corso degli anni elevate capacità tecniche nel campo dell’illuminazione architetturale. Con la sua attività, contribuisce ovviamente a generare valore per il territorio: analizza e propone al settore pubblico e privato soluzioni di miglioramento dell’efficienza energetica, supporta la transizione ecologica, è un attore industriale in grado di favorire il miglioramento del benessere per il cittadino nei luoghi dove vive.

Quale è stato il vostro ruolo in questo particolare progetto?

L’illuminazione in architettura è un elemento chiave che colpisce l’occhio e coinvolge lo spettatore, perfino chi vive un determinato luogo viene influenzato nella sua percezione. In stretto coordinamento con i progettisti dell’iniziativa e in base alle loro indicazioni, Mariani si è occupata della posa in opera e dell’installazione dell’impiantistica elettrica e di tutte le fonti luminose presenti nel Vicolo, sia quelle di natura artistica sia quelle funzionali all’illuminazione del luogo. 

Come si è svolta la messa in opera del cantiere?

Sulla base dell’esperienza nel settore dell’illuminazione architetturale, l’azienda è stata affiancata costantemente durante i lavori dai progettisti dell’iniziativa e dalla committenza: attori, entrambi, che hanno sempre condiviso con noi lo stato di avanzamento delle attività. La posa in opera, particolarmente complessa, ha riguardato soprattutto il processo di montaggio e disposizione degli elementi o materiali elettrici in un determinato contesto. Si tratta di una pratica che richiede competenze specifiche e la conoscenza delle tecniche corrette per ottenere un risultato duraturo ed esteticamente gradevole. L’attività si è pertanto concentrata sull’installazione e il posizionamento di quadri e apparecchiature elettriche di base che richiedono attenzione e precisione per il loro corretto funzionamento, nonché di tutti i componenti luminosi di natura artistica forniti dagli stessi progettisti e organizzatori dell’iniziativa.

Quali sono state le priorità da risolvere in termini di installazione?

Anzitutto, trattandosi di impiantistica e strumentazione elettrica, l’azienda Mariani ha curato, e costantemente presidiato, tutti gli aspetti legati alla sicurezza dell’ambiente di lavoro. L’illuminazione architettonica è uno strumento che può essere utilizzato, come in questa occasione, all’esterno, per evidenziare alcune caratteristiche, definire un’identità specifica e creare dei legami con l’ambiente. In coerenza con tale aspetto, oltre a essere molto importante mettere in opera un nuovo quadro elettrico di comando al servizio di tutte le installazioni luminose artistiche, abbiamo realizzato un’impiantistica non invasiva, che non creasse asimmetrie estetiche con gli obiettivi dell’iniziativa,  orientati al cambiamento del modo in cui i cittadini percepiscono un luogo urbano, attraverso l’arte coniugata con la luce.

Quali sono state le difficoltà tecniche?

Anzitutto abbiamo dovuto gestire il lavoro, per certi versi innovativo, e rapportarci con i progettisti dell’iniziativa in tempi stringenti. Particolare attenzione è stata poi rivolta alla posa in opera degli elementi artistici luminosi, spesso particolarmente delicati, e di un’impiantistica coerente con il progetto artistico.

In definitiva, come valuta l’iniziativa del Comune?

Molto positivamente, e mi complimento nuovamente con tutte le persone e gli enti che hanno voluto il progetto. L’illuminazione architetturale, sia in iniziative come questa, sia nell’esibizione di opere, frasi e scritte artistiche esaltate dalla luce, è sempre orientata alla valorizzazione urbana e alla promozione del territorio. Aspetto, questo, che a me e all’azienda sta particolarmente a cuore, in quanto si viene a instaurare un particolare rapporto tra luce, arte e città, stimolando la partecipazione dei cittadini, incrementando il valore degli spazi urbani, anche economico, e accrescendo la condivisione sociale. 

Ing. Tristano Luchetti - Dirigente Servizi Tecnici del Comune

Tristano, il progetto di Vicolo Consalvi è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale. Si tratta però di un progetto di particolare fattura; ha trovato differenze nel modo di lavorare, rispetto agli standard del suo ufficio?

La complessità nel reperire materiali non standard rispetto alle tipologie di prodotti in commercio è stata superata grazie alla stretta e costante collaborazione tra il personale comunale, quello dell’Accademia e di tutte le ditte coinvolte. La forte partecipazione e il fatto di credere nel progetto ha consentito di superare le difficoltà legate alla customizzazione dei prodotti, apportando una valenza artistica importante a un progetto di illuminazione architetturale che si discosta fortemente dai precedenti già realizzati.

Per il futuro, come avete pensato di risolvere le problematiche legate alla manutenzione del nuovo impianto?

Innanzitutto mi preme sottolineare che il decoro urbano passa dal senso civico della cittadinanza, pertanto confidiamo che questo progetto di public art sia accolto come una riappropriazione di uno spazio pubblico e come tale sia sede di atti di responsabilità individuale verso lo spazio collettivo. Il Comune naturalmente provvederà alle manutenzioni ordinarie e straordinarie che si renderanno necessarie, confidando nella collaborazione dell’Accademia che ha prestato e presta tuttora un’opera di affiancamento fondamentale nella fase realizzativa della Light Design Strategy.

In chiusura, vogliamo promuovere questa bella collaborazione tra le realtà cittadine, e augurarci che nel futuro nascano progetti simili, magari anche in altre città. E dato che siamo soltanto degli appassionati di tecnologie, non possiamo che lasciare una degna conclusione alle parole della Direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.

“Questo confronto è servito per comprendere e capire da parte di tutti l’importanza della collaborazione e della sinergia sul territorio tra soggetti privati e pubblici” dichiara Rossella Ghezzi. “Oggi questa realizzazione resterà permanente a beneficio della Città e del cittadino, che diventa partecipe e protagonista, anche attraverso una diretta azione espositiva negli spazi dedicati, che si raccordano ai tanti stimoli visivi e percettivi offerti.”

E ribadiamo che a noi piacerebbe diventasse una traccia per il futuro.

“Certamente, l’intervento di Public Art si colloca come un’operazione culturale e artistica che modifica il modo di relazionarsi tra gli individui, attraverso un’opportunità di dialogo che recupera il senso dell’incontro. Questo aspetto inevitabilmente conduce e proietta lo sguardo in avanti, oltre i nostri limiti, supera la soglia del già visto, costruisce nuovi laboratori di idee. Qui risiede la prospettiva, sempre in crescendo, di un futuro.”