Sanremo 2021 - 71° Festival della Canzone Italiana

Il primo dell’era Covid

Sanremo 2021 - 71° Festival della Canzone Italiana

di Francesco Galarà

Sanremo 2021 o, come dice Amadeus, l’edizione 70+1 del Festival di Sanremo, nasce da un compromesso, ottenuto dopo un’estenuante trattativa tra Rai1, Comune di Sanremo e Azienda Sanitaria Locale, che ha dato luogo a un protocollo sanitario molto rigoroso, volto a mettere in sicurezza tutti gli addetti ai lavori, gli artisti e la città. Questo ha comportato la scelta di non consentire il pubblico in teatro e ha azzerato i numerosi eventi collaterali che fanno solitamente da cornice alla manifestazione. Tali scelte hanno comportato una serie di restrizioni, tra le quali la rinuncia alla tradizionale folla di giornalisti presenti in sala stampa (abitualmente circa 1.000, quest’anno ridotti a 75) – tutti regolarmente tamponati ogni 72 ore – di fotoreporter e radio private. A questa problematica si è sopperito con un massivo utilizzo di connessioni in streaming per le conferenze stampa quotidiane e per le varie interviste. Molto penalizzata anche la città, forzatamente desertificata dalle restrizioni obbligatorie.

Considerando la messa in onda del Festival con un mese di ritardo rispetto alle date tradizionali e la mancanza del pubblico in sala, il risultato di ascolti è stato comunque soddisfacente: uno share mediamente superiore al 45%, contrapposto allo spostamento e incremento della fruizione sulla piattaforma RaiPlay sia in diretta che “on demand” con un +120% rispetto all’anno scorso. Sanremo 2021 significa dunque un punto di re-start per i grandi eventi di Rai1, fermi dal febbraio 2020. Da sottolineare anche un aumento del pubblico giovane al di sotto dei 60 anni. 

Il direttore generale Salini, durante la conferenza stampa di chiusura della manifestazione, ha dichiarato: “La Rai si avvia sempre più ad essere una Media Company di servizio pubblico che amplia la platea verso le fasce più giovani, utilizzando tutte le piattaforme possibili, non solamente quindi un TV network”. 

Citiamo come esempio la diffusione delle cinque serate su Radio2Rai, attraverso un programma di commenti e interviste parallelo, andato in onda da una struttura definita “La Bolla” presente nella platea dell’Ariston e condotta da Gino Gastaldo, Andrea Delogu e Ema Stokholma.

Scenografia e luci

Dopo il successo di Sanremo 2020, Gaetano Castelli ritorna per la seconda edizione consecutiva del Sanremo di Amadeus, questa volta assieme alla figlia Maria Chiara. 

Immaginando una sorta di Stargate, verso un futuro de-covidizzato, la “ditta” Gaetano e Maria Chiara Castelli ha pensato ad una sorta di involucro che avvolge e riempie la scena, il palco e propende verso la platea del teatro Ariston, necessariamente ridotta di un buon numero di file di poltrone.

Pur non avendo avuto modo, date le situazioni di stretto lock-down, di incontrare Gaetano e Maria Chiara, siamo comunque riusciti a sintetizzare i concetti guida del progetto.

Non era difficile immaginare che la scenografia di Sanremo 2021 avrebbe in qualche modo rappresentato una sorta di continuità rispetto a quella della scorsa edizione. Non appena abbiamo visto le prime immagini della nuova scena, ci siamo resi conto che questa avrebbe rappresentato un balzo in avanti verso un futuro al quale aspirare, una sorta di “involucro” che avvolge e riempie i vuoti in un teatro Ariston sotto la stretta osservanza del protocollo di sicurezza e dove, tra l’altro, c’era la duplice esigenza di mantenere tutti a distanza ma anche di non accentuare l’inevitabile sensazione di spazi vuoti. Lo scenografo ha quindi cercato di sfruttare il più possibile gli spazi, anche per la necessità di distanziare gli elementi dell’orchestra e, allo stesso tempo, di sopperire al senso di vuoto utilizzando anche le pareti laterali fino alla galleria, creando così un involucro che, con la sua forma di astronave, aumentasse la profondità percepita dalle telecamere.

Qualora non fossero sufficienti la grande quantità di corpi luminosi e le superfici LED sapientemente sfruttate dai grafici creativi, con immagini che hanno stupefatto spettatori e addetti ai lavori, le tre scale e la passerella centrale hanno ulteriormente contribuito a offrire agli spettatori immagini insolite ed affascinanti.

Tutto ciò è stato realizzato utilizzando sette chilometri di strip a LED, un software con 1.920.000 canali, oltre 65 centraline, 600 m2 di LEDwall, anche trasparente, 20 chilometri di cavi, 60 fra artigiani e tecnici e 500 proiettori motorizzati.

In questo contesto le 30 teste mobili SGM BeaSt, ben in evidenza sul palco dell’Ariston, hanno generato inaspettati e suggestivi effetti e ci hanno piacevolmente sorpreso per la versatilità e l’efficacia nel creare atmosfere uniche.

Protagonista inoltre, sul palco dell’Ariston, una notevole quantità di proiettori Robe, tra cui Pointe, Megapointe, LedBeam 150, Spider, T1 Profile e quattro Robospot per il controllo remoto dei seguipersona T1 Robe, completati da 20 proiettori motorizzati DTS Alchemy 5, 20 Claypaky Sharpy Wash e 50 barre LED dinamiche GLP JDC Line 500; per ciò che concerne le luci bianche è stata impiegata una notevole quantità di sagomatori ETC e di proiettori Fresnel da 650 W e 300 W. La gestione della grafica è stata affidata a un sistema Catalyst, mentre per il controllo del parco luci sono state utilizzate due console Compulite Vector Blu. Per tutto il resto dell’apparato sceno-luminoso è stata impiegata una consolle grandMA2 con Software Madrix.

Le luci sono state fornite dalle aziende Sound-D-Light e Calvini s.a.s., oltre a E Kube, che ha fornito gli strip LED, e Musical Box Rent, che ha fornito le barre LED nelle scenografie.

L’impianto audio

Malgrado la quasi certa previsione di non ospitare il pubblico in sala a causa della pandemia, RAI ha previsto comunque di installare in teatro il sistema di diffusione acustica dB Technologies VIO. Si tratta di un sistema line array basato su moduli VIO L210 con architettura a guida d’onda, auto-amplificati con finale di potenza in classe D da 900 W continui, tweeter da 1,4”, due altoparlanti LF con magnete al neodimio da 10” e DSP interno a 56 bit con filtri FIR, soluzione che permette di avere una frequenza di crossover piuttosto bassa. I sub utilizzati sono i VIO S118 omnidirezionali, auto-amplificati con un finale in classe D da 1600 W continui, un altoparlante al neodimio da 18” e DSP interno a 56 bit. 

Entrando nel dettaglio dell’installazione, vediamo che l’impianto di diffusione sonora è piuttosto articolato: dividendo la sala in platea e galleria, nella parte bassa sono stati montati sulla verticale del limite del palco due cluster composti da otto elementi L 210; posizionati esattamente sotto questi cluster troviamo per ogni lato i subwoofer S118 in configurazione cardioide. Per quanto riguarda la seconda parte della platea, sottostante la galleria, sono installati sul soffitto due “mini array” composti da una coppia di L210 per lato, destra e sinistra, impiegati come delay e utilizzati sostanzialmente da monitor per la regia di sala. Per quanto concerne la galleria, ai rispettivi lati troviamo appesi altri due cluster composti da otto L210, oltre ad un cluster centrale con due L210 montato sull’americana che supporta i corpi illuminanti. Infine due sub S118 si trovano a terra sui due lati alla base della galleria.

Il sistema ha utilizzato complessivamente una potenza media di 52,36 kW con una pressione sonora di 135 dB (140 dB per i subwoofer). 

Il Multi-function Processor Prodigy di DirectOut è stato utilizzato per diverse funzioni: fisicamente dislocato nella postazione FOH, raccoglie due flussi MADI (uno main e uno spare) dalla matrice Nexus Star. Tali flussi convogliano i segnali provenienti dalle console di FoH in ingresso e raccolgono anche feed diretti dalle varie console attraverso coppie AES3, per ulteriore ridondanza.

In uscita il tutto ritorna alla matrice Nexus Star seguendo svariati flussi tra i quali i feed per il PA di sala e parti del monitoraggio del palco, relativamente agli ascolti dei contributi esterni.

È dunque grazie al DSP offerto dal Prodigy che i vari componenti dell’impianto di diffusione sono stati equalizzati e allineati, purtroppo ad uso esclusivo dei soli fotografi.

Il sistema di ripresa audio, come già da alcuni anni, prevede ben quattro regie:

La console per la diffusione in sala è una Studer Vista 5 M3 da 42 fader con meter-bridge; la diffusione principale è gestita da una Studer Vista 5 M1 da 42 fader; infine, il mix collarini e presentatori è gestita da una Soundcraft Vi6 oltre al mix orchestra.

Per il monitoraggio di palco vengono impiegate due console: una Studer Vista 5 M3 da 42 fader con meter-bridge in modalità Broadcast Mirroring (estensione della superficie di controllo, più ridondanza), mentre per la regia musicale di messa in onda c’è una Studer Vista X da52 fader, e una Studer Vista 5 M1 con 32 fader per il submix dell’orchestra.

Le regie TV per i collegamenti TG e per i contributi ad altri programmi sono due Studer Vista 1 Black Edition con 32 fader e meter bridge. Tutti i segnali audio vengono convogliati in una matrice in grado di gestire oltre 1500 in/out e poi smistati su 24 linee MADI-64 verso le varie utenze.

Tutto il materiale audio è di proprietà RAI ad eccezione del Multi-function Processor Prodigy, noleggiato da Audio Sales.

Il video

Le riprese video del Festival 2021 sono state realizzate come al solito con l’OBVan Esterna 4 Roma, un semirimorchio lungo 13,6 m, espandibile, in cui sono presenti la sala regia, audio/video per la messa in onda e la sala controllo camere, più gli uffici per gli assistenti. 

Da molti anni le riprese video sono effettuate da 11 telecamere Grass Valley LDK8000 Elite: due montate su gas pedestal per le riprese frontali e i primi piani, due su magnum dolly per le carrellate laterali, due controllate da remoto su carrelli inseriti nella scenografia, una su Techno Crane, una su un Jimmy Jib. Infine ci sono due steadycam, collegate attraverso sistema wireless Grass Valley con antenne raddoppiate, oltre a una portatile grazie alla quale è garantita la continuità della ripresa dalla strada antistante l’ingresso al palco del Festival.

Il regista Stefano Vicario si è inventato, per la prima volta, l’utilizzo di una doppia camera (due telecamere) montate sulla steadycam che si muove intorno all’artista. Nelle riprese musicali, gli stacchi delle inquadrature seguono il ritmo musicale, come se “battessero il tempo”, mentre con la steadycam il linguaggio delle immagini fa segnare una rottura, quasi una mancanza di sincronia. Vicario ha pensato, allora, che avere due punti di vista – due camere: una larga e una stretta sullo stesso asse – gli consentisse di dare una dinamicità molto più pronunciata a tutta la ripresa, recuperando anche il ritmo musicale. Lavorare con la steady è, come si sa, piuttosto faticoso, specie in un programma in diretta della durata totale di circa cinque ore, quindi sono stati utilizzati, per la prima volta, due operatori steady, che si sono avvicendati e, in qualche occasione, sono stati impiegati anche contemporaneamente.

Quest’ultima è sostanzialmente l’innovazione video introdotta nell’edizione 2021 del Festival.

L’OBVan è equipaggiato con matrici Grass Valley HD-SDI, video, ascolto audio e RS-422 per comandi remoti, mixer Sony MVS-8000G integrato da macchina effetti MVE-8000, apparati per conversione, sincronizzazione e distribuzione Snell & Willcox, For-A, Harris e multivisioni Evertz. I monitor per il controllo delle telecamere sono Sony OLED grado 1 BVM-F170A, mentre i restanti sono Panasonic LCD 100 Hz BT-LH1760E.

I generatori di sincronismo e i waveform monitor sono Tektronix.

Il sistema audio di miscelazione finale, codifica Dolby E ed embedding audio è Stagetech, basato su Nexus Star e consolle Aurus Platinum. I contributi registrati sono gestiti con video server EVS XT2 e BLT, mentre le lunghe registrazioni su supporto rimovibile sono realizzate con XDCam Sony PDW-HD1500. Tutte queste macchine fanno parte della dotazione dell’OBVan. Per sincronizzare gli effetti luci e le grafiche sui LEDwall con le esecuzioni musicali è stato impiegato un sistema Cuepilot ospitato da un server su cui opera il software omonimo. All’interno del teatro il direttore della fotografia disponeva di monitor Sony OLED grado 1, uguale a quello del controllo camere, mentre tutte le altre console luci, video server per LEDwall e grafica erano equipaggiate di monitor Sony OLED grado 2. 

Paolo Marcuzzi di Sound D-Light

Fra i principali fornitori esterni alla RAI, troviamo l’azienda pesarese Sound D-Light. Abbiamo intervistato Paolo Marcuzzi per farci dare alcuni dettagli su questo prestigioso lavoro.

“Anche quest’anno abbiamo rinnovato la nostra collaborazione con il Festival – ci ha spiegato – fornendo le tecnologie luci e parte delle strutture. Essendo un appalto importante, la gara è stata suddivisa in cinque tranche, e noi ce ne siamo aggiudicate due.

“L’edizione di quest’anno è stata a dir poco anomala rispetto a qualsiasi altro spettacolo. Fra l’altro il contratto prevedeva che, una volta montato il tutto, in caso di stop dello show per la pandemia, il materiale dovesse rimanere a disposizione fino a quando non si sarebbe potuta effettuare la manifestazione. Insomma una clausola di non facile gestione: bisognava avere il materiale a disposizione in magazzino o forse era meglio rinunciare.

“Durante l’allestimento e la manifestazione, il teatro Ariston era come una centrale militare: si doveva sottostare a controlli e tamponi, mascherine sempre nuove con tanto di firma e data, area di lavoro e di movimento delimitata, per uscire dalla quale occorrevano precise giustificazioni. 

“I dati RAI parlano di 5.800 tamponi effettuati, con sei positivi di cui solo quattro confermati. Un lavoro molto impegnativo, ma anche di grande soddisfazione. 

“Francamente non capisco le polemiche degli addetti al lavori su questo evento, in fondo è stata un’occasione per tenere impegnate delle maestranze che altrimenti sarebbero state a casa, in più abbiamo dato un’immagine del settore molto positiva, in grado di portare a casa un lavoro molto complicato e di prestigio nonostante tutte le avversità: credo sia un bel biglietto da visita non solo per noi ma per tutta la filiera.

“Siamo arrivati il 4 gennaio e siamo ripartiti il 15 marzo. Una volta montato tutto e fatti i dovuti collaudi, durante la manifestazione due nostri tecnici sono rimasti a disposizione per qualsiasi evenienza e per fornire assistenza. Devo a proposito fare i miei complimenti a Mario Catapano per la sua professionalità e la dedizione al lavoro: è stato presente fin dal primo giorno e insieme ai ragazzi ha seguito pezzo per pezzo tutto il montaggio, dando dei consigli e apportando delle modifiche che hanno contribuito al notevole risultato ottenuto”.

Clicca qui per accedere alla galleria fotografica
(20 Foto)