Museo della Storia di Bologna

Un approfondimento dei sistemi multimediali installati nel museo recetemente inaugurato.

di Mike Clark

Inaugurato alla fine di gennaio 2012, il Museo della Storia di Bologna è un percorso museale e culturale dedicato alla storia, alla cultura e alle trasformazioni di Bologna, dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni. Comprende anche il progetto Genus Bononiae – Musei nella Città, una rete articolata in edifici nel centro di Bologna, restaurati e recuperati all’uso pubblico dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna.
Il Museo occupa tre piani di Palazzo Pepoli Vecchio, un importante edificio del Quattordicesimo secolo.

Mario Bellini – architetto e designer di fama internazionale – si è aggiudicato il concorso internazionale indetto dalla Fondazione per l’intervento di restauro e di ampliamento di Palazzo Pepoli e la sua trasformazione in museo. Oltre a recuperare le sale e progettare il percorso museale, l’Architetto Bellini ha collocato al centro della corte di Palazzo Pepoli La Torre del Tempo, una costruzione imponente in vetro e acciaio che aggiunge scalinate ed ospita esposizioni temporanee.

Le collezioni sono molto ricche e comprendono 15.000 opere d’arte fra sculture, disegni e incisioni, 60.000 unità per quanto concerne i fondi fotografici, 115.000 volumi antichi e moderni e 563 strumenti musicali dal XVI secolo; ma uno degli aspetti salienti del museo è l’utilizzo di tecnologie AV e multimediali all’avanguardia, tanto da essere anche l’unico museo italiano con un Teatro Virtuale (di CINECA di Bologna) per la visione di film in 3D. 

L’ideazione del progetto entro cui collocare gli effetti visivi è stata a cura della Mario Bellini Architects. StudioBASE2 di Bagnolo Cremasco si è invece occupato di tutti gli impianti multimediali sia in termini di progettazione degli effetti visivi, sia della gestione dei loro contenuti e della fornitura delle apparecchiature per la realizzazione.

La progettazione esecutiva e la realizzazione di tutti i componenti principali dei sistemi espositivi delle opere sono state invece di Meyvaert Italia, un lavoro che comprendeva i pannelli retroilluminati della grafica, i sostegni delle opere ed il sistema di illuminazione ad essi integrato (luci a LED nelle versioni strip e faretti), le vetrine con sistema integrato a micro LED, i pannelli retroilluminati dei monitor multimedia e dei “teatrini” con pedane luminose.

La Tecton di Reggio Emilia si è occupata dell’allestimento e della scenografia realizzate in loco e di tutti gli interventi non realizzati dalle due precedenti società.

Per il lavoro del Museo, Pierluigi Fontanesi, uno dei tre soci fondatori dello studioBASE2, spiega: “La richiesta del cliente, Fondazione Carisbo - Museo della città di Bologna, è stata di affiancare il comitato scientifico, lo studio Bellini, lo studio grafico Italo Lupi e gli allestitori nella progettazione e realizzazione del percorso museale. Abbiamo inoltre identificato seguito tutta la fase di fornitura degli apparati e l’installazione e produzione/adattamento dei contenuti audio/video”.

 

Come proiettore principale, il teatro 3D circolare ospita un Barco Galaxy NW-12 12.000 ansi lumen, il primo proiettore stereo 3D attivo al mondo con risoluzione WUXGA nativa (1920x1200). C’è anche una coppia di DL.3F, la versione da installazione del proiettore da 6500 lumen a testa mobile DL.3 Digital Light della High End Systems. Durante il film proiettato inizialmente (un cartone animato 3D sulla storia di Bologna, specificamente prodotto per il museo, in cui il cui un immaginario etrusco di nome “Apa” – doppiato da Lucio Dalla – racconta la storia nei secoli), i due DL.3 proiettano immagini ai lati dello schermo principale, mentre, fra uno spettacolo e l’altro, si muovono, proiettando immagini su tutta la parete del teatro. Il sistema di diffusione audio Tannoy comprende una coppia di i9 (Sx/Dx), un V 8 (centrale) ed un subwoofer VS 10. Un processore Crestron CP2E controlla le varie apparecchiature del teatro, mentre un secondo gestisce lo spettacolo ed il pre-spettacolo; il mixer DSP è un Nexia PM della Biamp.

Adiacente al Teatro Virtuale si trova lo Spazio Multimediale caratterizzato da un lungo tappeto interattivo d’accesso, con una passeggiata virtuale per le strade di Bologna su diverse tipologie di pavimentazioni storiche, riprese in molteplici condizioni atmosferiche, dove compaiono a sorpresa delle notizie di cronaca locale raccolte tramite feed RSS dai siti della stampa quotidiana bolognese.

L’effetto si ottiene tramite dieci videocamere digitali della Sanyo incassate nel controsoffitto e dotate di filtri ed illuminatori ad infrarossi, collegate a software custom che abilita dieci proiettori Sanyo PLC‑WXU700A al passaggio dei visitatori. L’audio è fornito da dieci diffusori ad incasso CM5 della t&m Systems, pilotati da due finali di potenza: un TM SA8200 da otto canali ed un SA4200 da quattro canali. Il “tappeto” conduce allo Spazio, che ospita una colonna multi-touch con tre Samsung LED LCD da 55 pollici (trasformati in touch screen tramite l’applicazione di una cornici overlay Multi-Touch della PQ Labs) che consentono al visitatore di consultare una dettagliata cronologia della storia cittadina e un’ampia videoteca.

Nella sala Parlano i Bolognesi sono raccolte numerose interviste video con personaggi della vita culturale, sociopolitica, musicale, letteraria e artistica bolognese contemporanea, tra cui Francesco Guccini, Cesare Cremonini, Umberto Eco, Loriano Macchiavelli, Romano Prodi e altri, bolognesi nativi ed “adottivi”. I contenuti sono consultabili mediante otto touch screen LCD open frame Viper da 24 pollici della Microdata. Inserito in un allestimento trasparente ad alto impatto, ognuno dei display è collegato ad un mini PC Zotac e dotato di due paio di cuffie AKG.

 

La Sala della Musica, caratterizzata da una preziosa tappezzeria e da un elegante decoro del 18° secolo, è incentrata sulla presenza di Wolfgang Amadeus Mozart come aggregato all’Accademia Filarmonica di Bologna. I visitatori possono vedere la prova d’esame del giovane Mozart, che non fu particolarmente brillante ed in occasione della quale il suo insegnante Padre Martini dovette impegnarsi per “favorire” la promozione del geniale musicista; in questa sala troviamo due proiettori Sanyo PLC‑WXU700A WXGA ed una coppia di diffusori Jamo S606, pilotati da un finale di potenza SA20 della t&m Systems abbinato ad un equalizzatore Omnitronic GEQ 215. 

Fontanesi sottolinea l’importanza della scelta dei diffusori SpotDAP in nove delle 34 sale del percorso; si tratta infatti di casse estremamente direzionali della RSF, in grado di mantenere l’equilibrio fra intelligibilità e comfort acustico senza disturbare i visitatori nelle zone adiacenti: “La filosofia di fondo nelle scelte delle soluzioni è stata quella di identificare alcune tecnologie innovative – alcune in versione sperimentale per poche stanze di maggior impatto – in modo da mantenere alto il livello tecnologico del museo anche in futuro, e contemporaneamente utilizzare tecnologie di mercato standard al top di gamma (per esempio, la gran maggioranza dei monitor è HD e Full-HD), in grado di permettere l’inserimento di nuovi contenuti di alta qualità anche in un secondo momento”.

 

Forse la sala più suggestiva è quella dedicata al tema Bologna Città delle acque: qui l’invenzione allestiva dell’architetto Mario Bellini ingloba un’installazione multimediale progettata da StudioBASE2 nella ricostruzione di un canale apparentemente interminabile che scorre al buio, sotto le strade della città, realizzato con l’utilizzo di ampie superfici specchianti sulle quali vengono proiettati un tappeto multimediale interattivo e una serie di clip videoin cui i contenuti sulla storia del sistema idraulico bolognese si intrecciano con elementi ludici in modo particolarmente efficace.

Quattro proiettori Sanyo XGA da 6000 ANSI lumen proiettano l’acqua sul pavimento mentre quattro videocamere JVC TK9300E con filtri ed illuminatori ad infrarossi sono connesse ad un interfaccia software per il riconoscimento dei movimenti, sviluppato da studioBASE2, che crea increspature nell’acqua quando i visitatori ci camminano sopra. L’audio è riprodotto da un paio di diffusori ad incasso Jamo 8.5CS-T e quattro diffusori direzionali RSF SpotDAP 450.

La storia del sistema idraulico della città è raccontata in quattro nicchie adiacenti, ognuna con un proiettore Sanyo DWL2500 ed uno schermo olografico per retroproiezione LitScreen 280 x 220 cm. 

Le installazioni multimediali sono distribuite lungo il percorso ed ogni postazione ha un PC che mostra l’installazione della sala in questione.

Nella sala dei bottoni, Claudio Fiorini, responsabile tecnico della gestione di tutti i palazzi della rete museale, dispone di varie soluzione per il monitoraggio, il controllo e anche l’impostazione e la modifica di certi parametri.

Quattro grandi monitor riproducono le immagini dalle camere TVCC ed uno dei rack ospita i relativi server e l’archivio di backup delle immagini.

Il sistema di controllo, gestione e diffusione degli annunci, anche di evacuazione e di emergenza, è il DXT 5000 della RCF. Completamente digitale, è diviso in quattro zone distinte, ognuna con una doppia linea (ridondante). Il sistema è composto da una doppia sorgente sonora: un sintonizzatore radio e un lettore CD dotato di meccanica ed elettronica “anti-shock”. Oltre alla MU 5100, l’unità centrale del sistema DXT 5000, gli altri componenti sono una MT 5708 (unità in grado di gestire fino ad otto amplificatori di potenza), quattro UP 4121, unità di potenza da 120 W, cinque UP 4242 (amplificatore di potenza da 240 W) e una base microfonica per chiamate in zone selezionate tramite tastiera. 145 diffusori Elisa 50 da incasso e otto proiettori di suono DP 4 sono dislocati nelle varie zone. 

 

Fontanesi conclude: “La sfida principale in questo lavoro è stata quella di fornire un progetto multimediale che assicurasse l’equilibrio tra installazioni interattive di grande impatto ed altre più convenzionali, in cui venissero privilegiati i contenuti. Pensiamo di esserci riusciti grazie al lavoro di mediazione e progettazione tra tutte le parti coinvolte, in particolar modo con gli architetti, il comitato scientifico ed i referenti delle varie aree del percorso”.

Ciò è confermato dal fatto che oltre (quando siamo vicini alla pubblicazione, contatto il museo per le cifre aggiornate) persone hanno visitato il museo dalla sua inaugurazione.

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