L’Italia si proietta 
nel mondo – Due grandi produzioni internazionali

Due tra le ultime interessanti produzioni internazionali a cui ha partecipato il projection designer riminese Sergio Metalli.

di Mike Clark

Per avere un’idea di quanto sia richiesto in tutto il mondo il genio creativo del grande projection designer riminese Sergio Metalli, da parte dei teatri più importanti e dei registi più noti, sarebbe sufficiente sapere che concluderà l’anno 2016 dopo avere preso 53 voli, percorrendo per lavoro un totale di 128.911 km!

In base al tipo di produzione e alle esigenze del regista, il contenuto dei video creati da Metalli è una combinazione di animazioni (anche in 3D) create interamente al computer dai suoi grafici, riprese video in HD (spesso con l’utilizzo di un “green screen”, che permette in un secondo momento di collocare le cose o le persone riprese in un ambiente creato digitalmente) e oggetti reali, con l’aggiunta di effetti digitali ad alto impatto. Memorabile – nell’opera I Capuleti e i Montecchi di Bellini a Ravenna Festival – è stato il momento in cui, in un antico dipinto che rappresentava un castello sotto assedio sullo sfondo del palcoscenico, sono apparse delle fiamme nelle finestre ed è scaturito un rogo (virtuale).

Fra le ultime produzioni alle quali ha partecipato, due sono state particolarmente interessanti.

Rusalka a Pechinoa-Primo-Atto-1

Al Teatro dell’Opera del grande National Centre for Performing Arts (NCPA) a Pechino, sono stati recentemente stabiliti due primati per la Repubblica Popolare Cinese: la prima esecuzione di un’opera lirica ceca ed il primo utilizzo di videoproiezioni 3D in un contesto lirico, create da Metalli e messe in onda durante l’ouverture di ognuno dei tre atti della produzione di Rusalka di Antonin Dvoràk.

L’opera (della quale è stata effettuata una registrazione video in 4K da Accentus Music di Lipsia) racconta dei leggendari spiriti dell’acqua della mitologia slava e della ninfa Rusalka, figlia dello Spirito dell’Acqua, che s’innamora di un principe (umano) che spesso viene a nuotare nel lago in cui lei vive, ma, dato che le ninfe d’acqua non sono visibili agli umani, ignora la sua esistenza. 

Fondatore degli studi Ideogamma, Sergio Metalli ha creato proiezioni acclamate in innumerevoli prestigiosi teatri in tutto il mondo, come il Teatro Reina Sofìa di Valencia, il Teatro Municipal di Rio de Janeiro, il Teatro Real di Madrid, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro alla Scala di Milano, il Los Angeles Opera, l’Opernhaus di Zurigo e l’English National Opera, per citarne solo alcuni.

Rusalka è stata la sedicesima produzione sulla quale Metalli ha lavorato all’NCPA ed è stato coinvolto dal regista (nonché scenografo e costume designer dell’opera), l’argentino Hugo de Ana.

A fianco a Sergio, a Pechino, c’era Mattia, suo figlio e 3D graphic designer dello studio, che ha seguito le orme del padre da quando era in tenera età (da ragazzo è stato l’operatore Avid più giovane d’Italia). La squadra di Ideogamma era completata da Enrico Pazzagli e Fabio Bellia.

Sono stati utilizzati sette proiettori Barco FLM‑HD20 da 20.000 ANSI lm, 1080p HD, 3-chip DLP: quattro per le proiezioni frontali in 3D ed altri tre per le retroproiezioni “normali”. I quattro media server impiegati per la messa in onda erano modelli custom (Watchout Dataport 4X), con processori Intel i7 e schede grafiche ATI V7900 FirePro, scelte per le loro funzioni di Framelock e Genlock.

“L’idea di utilizzare proiezioni ‘stereoscopiche’ – spiega Metalli – per questa produzione è stata proposta da Hugo, che è venuto in studio da noi e mi ha dato l’input iniziale per il contenuto. Abbiamo guardato un po’ di illustrazioni e mi ha dato una delle parrucche bianche e blu che avrebbero indossato le artiste, parrucca sulla quale abbiamo basato i capelli delle nostre ninfe d’acqua, che alla fine erano più lunghi dei loro corpi e fluttuavano con grande effetto sotto acqua”.

Lavorando sui contenuti per due mesi e mezzo, la squadra ha creato tutto dal nulla: il fondo marino e lo sfondo virtuale dovevano avere grande prospettiva e in vari punti dell’opera appariva il relitto di una nave sul fondo marino e un’enorme cattedrale con le porte che si aprivano e si chiudevano.

La squadra di grafici ha poi popolato le profondità con anemoni che fluttuavano nelle correnti, farfalle, pesci, squali e persino aquile (queste ultime hanno fatto saltare i 2.400 spettatori – fra i quali c’era anche il ministro cinese della cultura – sulle loro poltrone quando sembrava che stessero per volare fuori dallo schermo).

Un sistema di imbragatura è stato allestito negli studi Ideogamma e un acrobata aereo è stato registrato con la tecnica di ‘motion capture’ per creare i movimenti delle ondine nei video. 

Per quanto riguarda l’hardware, Sergio Metalli continua: “Per le proiezioni in 3D ho usato uno schermo custom, che sto brevettando, quindi al momento non posso svelare alcun dettaglio, oltre al fatto che attualmente sul mercato non c’è niente che gli assomigli!”

Un filtro polarizzatore circolare montato su ognuno dei quattro proiettori DLP (due per ogni occhio) permetteva di ottenere i risultati 3D senza l’utilizzo di altre (costose) apparecchiature: serviva soltanto un paio di occhiali polarizzati, inforcato dagli spettatori per alcuni minuti, all’inizio di ogni atto.

“La creazione dei contenuti video in 3D richiede il doppio del tempo per il rendering, infatti Ideogamma ha portato dall’Italia a Pechino una “render farm” composta da 25 computer e il lavoro in teatro prima del debutto è durato tre giorni, con orari molto lunghi”.

Un altro italiano con un ruolo chiave nella produzione era il lighting designer Paolo Mazzon (affiancato dal lighting designer del teatro, Sun Nanpu).

Il parco luci per l’opera comprendeva 60 Clay Paky Alpha 1200 Profile, 40 Clay Paky Alpha 1200 Wash, 30 ADB F201 (L201-L204-L143) 2K Fresnel, 15 ADB DN 10/22 e 70 Par CP62, controllati da una coppia di console MA Lighting grandMA2 Full Size.

“Prendendo in considerazione – spiega Mazzon – il fatto che ci fossero videoproiezioni durante l’intero spettacolo, con Hugo abbiamo deciso di seguire gli stessi tagli di luci delle proiezioni ed il risultato è stato veramente eccellente; una perfetta fusione di proiezioni, luci, artisti e scenografia. I Clay Paky Alpha sono stati particolarmente utili a questo scopo e hanno risposto in modo perfetto da ogni punto di vista”.

Advanced Communication Equipment (Int’l) Co. Ltd, con sede a Hong Kong, è stato il main contractor per tutti i sistemi audio del NCPA. Riguardo all’impianto Meyer del teatro dell’opera, il vicepresidente della sua Divisione Progetti, Ben Lui, spiega: “Il cluster FoH centrale è composto da tre diffusori a lunga gittata MSL‑4, tre down-fill DF‑4 e quattro subwoofer PSW‑2. Ognuno dei due cluster laterali comprende otto diffusori full-range CQ-1 su entrambi i lati e ci sono due ulteriori subwoofer 650‑P a sinistra e a destra front of house”.

Dodici diffusori MM-4 hanno svolto il ruolo di front fill, i diffusori sotto i due livelli di balconata erano una combinazione di UPM‑1 e UPJ‑1. Inoltre 22 UPJ-1 sono stati installati a parete per gli effetti.

Il sistema è stato completato da altri 38 diffusori UPJ-1P compact VariO posizionati strategicamente, mentre un processore MM‑4 CEU era collegato al software di controllo RMS per il monitoraggio del sistema. Le console impiegate sono una Studer Vista 8 ed una Soundcraft MH4‑32.

Prima di prendere il volo per iniziare il lavoro per il sessantesimo anniversario del Festival di Baalbeck in Libano, per poi tornare di nuovo in Cina con De Ana per una produzione di MacBeth, Sergio Metalli, entusiasta, ha detto: “Hugo ha fatto un lavoro bellissimo e fantasioso su questa produzione, veramente brillante! 

“In seguito ai grandi risultati ottenuti con questa produzione, stiamo rafforzando i nostri servizi 3D, per assicurare ancora più innovazione tecnologica in futuro. Ci siamo aggiornati costantemente dalla nostra prima opera lirica importante con video proiezioni nel 1999, e intendiamo continuare così, per precedere il mercato, non seguirlo!”

Sailing through Time in Libanob-1V9A2284

Lanciato nel 1956, il Festival Internazionale di Baalbeck in Libano è l’evento culturale più antico è più prestigioso del Medio Oriente. Fra le spettacolari rovine dei templi di Bacco e di Giove (non solamente i templi romani più grandi mai costruiti, ma anche i meglio conservati al mondo), ospita commedie di caratura mondiale, serate libanesi, opere liriche, concerti di musica classica, pop, jazz ad altro, nonché danza (moderna, classica ed etnica).

Gli organizzatori hanno commissionato al Caracalla Dance Theatre la creazione di uno spettacolo originale intitolato Sailing through Time (Navigando nel Tempo) per festeggiare i 60 anni del Festival.

Caracalla Dance Theatre è stato fondato negli anni Settanta da Abdel Halim Caracalla ed è l’unica compagnia di danza teatrale rinomata a livello internazionale che promuove il patrimonio culturale arabo in un contesto moderno. Nato proprio a Baalbeck, Caracalla ha studiato a New York con Martha Graham, da molti considerata la più grande danzatrice statunitense del ventesimo secolo, nonché “madre” della danza moderna.

Uno dei motivi di fondo del successo della compagnia è la sua capacità di creare una fusione unica di stili classici, moderni ed arabi. Oggi, la visione del fondatore è portata avanti dal figlio Ivan (l’attuale direttore) e da sua figlia Alissar (la coreografa).

Lo spettacolo aveva un cast di circa 180 artisti, che comprendeva danzatori mongoli, artisti indiani (danzatori, musicisti e cantanti), cinque iraniani e danzatori libanesi del CDT. 

Anche qui le proiezioni di Metalli hanno giocato un ruolo fondamentale e, anche se ispirato alla Via della Seta, il racconto effettivamente ha stravolto la storia vera, come spiega Metalli: “Le immagini riguardano la storia di un viaggio alla ricerca di una nuova via della seta e, mentre Marco Polo era arrivato in Cina via terra ed era tornato via mare, questa storia racconta di un viaggio cominciato via mare e finito via terra”.

Al centro della storia un navigatore Yemenita, Almirante (Ahmad b. Majid al-Najdi), scelto come navigatore da Vasco da Gama. L’uomo ha introdotto uno strumento arabo di navigazione, la bussola magnetica (che Metalli ha sostituito con un affascinante astrolabio).

Il percorso parte da Baalbek, arriva a Byblos, capitale fenicia, per approdare ad Alessandria d’Egitto, poi giunge a Muscat e a Kolkota. Prosegue fino al sud della Cina, poi Xi’an, l’antica capitale, e Beijing, alla corte dell’imperatore nella Città Proibita (siamo tra il primo e secondo decennio del 1500, dinastia Ming). Infine attraversa il deserto del Taklamakan, Samarcanda, Esfahan e Shiraz, per poi tornare a Baalbek.

Per raccontare visivamente l’incredibile viaggio, la squadra Ideogamma (Sergio, Mattia, Enrico Pazzagli e Roberto Ajovalasit) ha proiettato i video su sette periatti girevoli alti otto metri e rivestiti con materiale simile alla pietra dei templi. Sono stati utilizzati tre proiettori installati in configurazione verticale sopra una torre.

Mattia Metalli spiega: “I tre videoproiettori Barco FLM-R22 3DLP da 22.000 ANSI lm e risoluzione 1400 x 1050 sono stati noleggiati sul posto, mentre da Rimini ci siamo portati una workstation grafica con processore octa-core e tre workstation grafiche con processori esa-core per la produzione delle immagini, un NAS server con 8 terabyte di storage, 25 Qube Render con processori quad-core per il rendering delle immagini e una scheda audio Motu da otto canali”.

Per la messa in onda, Ideogamma ha impiegato Dataton Watchout V.6, e fra i vari software utilizzati per l’elaborazione delle immagini c’erano Photoshop, Adobe After Effects per la postproduzione video, creazione di animazioni ed effetti special, e Autodesk 3DS Max per il rendering, l’animazione e la modellazione 3D . 

Sul luogo, Metalli ha anche allestito uno schermo per le riprese con green screen (carovane in viaggio, cavalieri ed altri personaggi della tradizione).

Oltre a più di settanta proiettori Clay Paky (una combinazione di Alpha Profile, Alpha Spot 1200 HPE e 575, Mythos e Sharpy), il lighting designer dello show, il toscano Vinicio Cheli, frequente collaboratore di Metalli, ha anche messo in campo MAC Aura LED wash light, Robe Robin 600 wash, Light Sky F1000 Profile, Light Sky Aqua Beam, ETC Source Four, Big China LED, Cyclops barre LED e Cree LED PAR. Questi, oltre a quattro seguipersona Strong SuperTrouper, erano tutti gestiti da una console grandMA2

La responsabilità di assicurare al pubblico sulle tribune davanti al tempio l’intelligibilità del racconto del narratore e l’ascolto dei dettagli delle musiche era del fonico Giancarlo Gennaro, al timone di una console Yamaha PM5D.

“Il service audio – spiega Gennaro – era Fida Zalloum s.a.r.l. e, insieme a due tecnici ed un responsabile tecnico del service, Raffaella Gatti si occupava dell’audio sul palco con uno Yamaha LS9, e anche di tutto il sistema intercom digitale Green-GO (otto beltpack cablati e sei radio).

Il main L/R era composto da 12+12 JBL VT4888, posizionate su torri layer alte 14 metri ai lati del palco, appositamente acquistate per questo evento da un fornitore del festival che ringrazio per il supporto di manovalanza per le strutture. I delay erano composti da 8+8 VT4887A, posizionati sempre su torri da 14 metri a circa metà gradinata. Sopra i sedici sub Electro-Voice MTL2C, installati sotto il palco in configurazione arc delay, abbiamo messo altri quattro VRX900 come front fill”.

I monitor JBL sul palco erano sei VRX900 usati come side fill; il grande palco era diviso in cinque zone con due VRX900 ciascuna, aggiungendo sei EON15 G2 per i camerini, sparsi in ogni angolo nel tempio di Bacco per ospitare gli artisti.

I finali erano Crown I-Tech 6000, tutto gestito da Meyer Sound Galileo 616 e processato da XTA DP226.

Riguardo il compito di microfonare le campanelle delle danzatrici indiane, Gennaro spiega: “Ho posizionato due microfoni mezzo-fucile DPA 4017C in linea centro fronte palco, distanziati di 3 metri, e due dietro in modo uguale, tutti all’altezza di dieci centimetri dal pavimento del palco, coprendo così la zona nella quale danzavano le ballerine”.

Gennaro gestiva anche quattro radiomicrofoni DPA 4099 / Shure per le percussioni arabe e una serie di DPA d:fine Omni headset 4066, indossati dal narratore e da cinque attori, mixati live. Le varie sezioni della registrazione multitraccia dell’orchestra (con un’originale combinazione di strumenti classici ed etnici) sono state mixate live durante lo spettacolo, insieme ai cori preregistrati.

Durante mesi di appassionata ricerca per i contenuti video, Metalli ha preso elementi delle varie civiltà incontrate lungo il viaggio, personalizzandoli ed assemblandoli in una serie di oggetti ed ambienti fantastici ma apparentemente reali (tappeti tribali, valli di templi, etc.).

“Ho pensato di rendere accattivante lo spettacolo utilizzando tantissime sequenze di fantasia. Il primo incontro operativo lo abbiamo fatto a dicembre 2015 e il lavoro di preproduzione ha richiesto oltre due mesi. Le musiche, tutte composte appositamente, sono state ideate dal maestro iraniano Mohammad Reza AliGholi, che ha composto le musiche per oltre 230 film”.

Anche il ritorno a Baalbeck è stato un’idea di fantasia di Metalli nel racconto: “I primi a ritornare a Baalbeck erano i cavalieri (così ho pensato), per cui ho ideato un arrivo con dei mitologici cavalli di fuoco. C’era fuoco anche all’inizio dello spettacolo, quando danzavano sette ‘vestali’ che pregavano il dio del fuoco. All’inizio del balletto erano statue di marmo, poi danzavano e in seguito ritornavano statue di marmo, una per ogni periatto, mentre sul palco arrivavano i ballerini reali… tutta fantasia quindi, ma con cenni storici”.

Tara-Maria Abela del Caracalla Dance Theatre spiega il “messaggio” che lo spettacolo voleva comunicare: “Lo spettacolo ‘naviga’, a livello geografico e storico, per fare rivivere alcuni degli eventi che hanno arricchito l’umanità con rapporti sociali che hanno formato un cammino storico per numerose civiltà ed in diverse epoche. Il viaggio nel tempo ha sempre illuminato l’immaginazione di scrittori, artisti e poeti e, tramite il nostro spettacolo, abbiamo evidenziato l’importanza degli incontri fra civiltà e le loro interazioni e modernizzazioni nel tempo. Esaltandoli, celebriamo questi incontri nell’unicità dell’umanità, che incarna le diversità nelle varie civiltà - siano esse culturali o etniche - nel nome dell’amore e della pace”.

Dopo l’evento, Metalli senior ha detto: “Fare uno spettacolo in questa area a forte partecipazione di Hezbollah, a 15 km dal confine con la Siria, è stata una bella cosa per il Libano perché è un segnale di ritorno alla normalità in una regione devastata dalle guerre fratricide. Vivendo in mezzo alla gente di Baalbeck, che è una piccola città fra moschee e chiese cristiane, mi sentivo testimone di una realtà che la gente non conosce. È stata un’esperienza molto forte sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista umano”.

Grazie al successo riscosso a Baalbeck, lo spettacolo continuerà con un tour internazionale in fase di definizione. 

 

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