Glasgow 2014 - Agorà ai XX Commonwealth Games

Dopo essere stato fornitore audio principale per le Olimpiadi a Sochi, in Russia, il service aquilano aggiunge un’altra piuma al cappello: è stato chiamato nel Regno Unito a sonorizzare uno degli eventi simbolo dell’eccezionalismo britannico. In un paese dove certo non mancano i service!

Tenutisi per questa ventesima edizione in Scozia, i Giochi del Commonwealth sono dei giochi olimpici a tutti gli effetti, disputati ogni quattro anni dal 1930, ma esclusivamente tra i paesi del dominio o dell’ex-dominio britannico. Potrebbe sembrare un buffo ed autoreferenziale esempio di assurdo nazionalismo, ma c’è da ricordare che ai Giochi del Commonwealth partecipano fino a 71 squadre di bandiere diverse provenienti da 53 diverse nazioni sovrane e le loro dipendenze. Un evento che gode di altissima considerazione nel mondo dello sport.

Nel 2014, la città scelta per ospitare i Giochi è stata Glasgow, in Scozia. A renderla un luogo adatto ai Giochi è, tra l’altro, il fatto che ci sono due diversi stadi di calcio professionistico, in cui giocano i Rangers (la scuderia prevalentemente di tifoseria protestante) e il Celtics (con la tifoseria prevalentemente cattolica). Inoltre, c’è lo stadio della squadra nazionale scozzese, Hampden Park.
Mentre la cerimonia di apertura si è svolta a Celtic Park e le partite ad eliminazione di rugby sono state giocate a Ibrox Stadium (lo stadio dei Rangers), tutte le competizioni di atletica, come pure la cerimonia di chiusura, si sono svolte a Hampden Park. E proprio in quest’ultima venue si è tenuto il lavoro di Agorà.
Per lo svolgimento dei giochi a Hampden, sono stati appositamente costruiti un campo intero ed una pista per l’atletica, alzando il livello del prato di due metri sopra quello residente dello stadio.
Agorà si è occupata di tutto l’impianto sospeso, usato per gli eventi sportivi e poi, anche, con poche integrazioni, per la cerimonia di chiusura con il concerto di Kylie Minogue.
Per l’azienda italiana sono stati impegnati Angelo “Pavarotti” Camporese e Fabrizio “Scoglio” De Amicis per i lavori tecnici, mentre Giulio Rovelli ha seguito i rapporti con il cliente nel ruolo di project manager. Tutti gli altri tecnici erano locali.
Abbiamo parlato con Camporese dell’esperienza di questo progetto.
“Siamo stati accolti benissimo – ci racconta Angelo – con estremo rispetto e professionalità.
“Delta Sound, il nostro cliente, ha provveduto a sonorizzare l’altro stadio con i propri mezzi, mentre per Hampden siamo entrati noi con il pacchetto già pronto. Abbiamo portato 230 cabinet di varie tipologie, anche se il sistema era quasi tutto di K2. Tutti gli amplificatori erano L‑Acoustics L8; in due angoli dello stadio erano installate anche delle dV‑DOSC, per coprire la parte posteriore agli schermi video che “impallavano” il sistema principale.
“A fare la taratura per Delta Sound è stato il sound designer inglese Guy Davis, mentre il project manager per Delta Sound è stato Toby Chester.
“Nessun problema per il riggeraggio, eseguito da professionisti da noi ben conosciuti, perché erano gli stessi già presenti a Sochi insieme ad altri che incontriamo spesso in giro per il mondo. I rigger hanno praticato dei buchi sul tetto – perché lo stadio è totalmente coperto, essendo una regione che convive con la pioggia – per posizionare i truss sui quali installare i dimmer per le luci, gli amplificatori ed i nostri nodi.
“Una gru ha poi sollevato tutto il materiale da sospendere fino al tetto, sul quale l’abbiamo distribuito appendendo 20 cluster, una configurazione simile al tetto dello Stadio Olimpico.
“Tutta la distribuzione del segnale è stata gestita con dei nodi OptoCore, con un nodo ottico anche per le reti. Questo ha fatto sì che fosse possibile disporre di un anello analogico di sicurezza e di un anello digitale primario con, in mezzo, sempre le macchine Lab.gruppen LM44 Lake. Queste hanno la caratteristica che, quando perdono il segnale digitale, commutano automaticamente sull’ingresso analogico, con una velocità che noi stessi facciamo fatica ad accorgercene. Ma i Lake collegati in rete possono avere un ulteriore percorso di segnale spare: Dante. Così, in teoria, avevamo disponibile anche un terzo sistema di trasporto.
“Ci siamo occupati anche del controllo dei trasporti, utilizzando un sistema di monitoraggio di rete molto interessante: fornisce un continuo lancio di segnale da un software di controllo eseguito su PC, il quale verifica tutte le macchine in tempo reale. Se si verifica un problema (si stacca un cavo o si perde corrente) dopo un secondo parte un allarme acustico.
“Abbiamo usato queste tecnologie in maniera ancora più avanzata di quanto avessimo fatto a Sochi. Infatti nelle nostre dorsali ottiche abbiamo fatto passare audio, luci, i controlli dei media server video e tutto quello che era necessario trasportare.
“Agorà ha fornito diffusione, amplificazione e sistemi di controllo totale, tutto chiavi in mano. La regia locale ci forniva solo un L+R del segnale da utilizzare. Durante le competizioni sportive è stato utilizzato un mixer Yamaha CL5, gestito dal fornitore sul posto, mentre per la cerimonia di chiusura sono arrivati tutti i nostri sistemi (console, player ecc), tutti installati in una notte. Sono anche stati aggiunti dei piccoli cluster di V‑DOSC solo per la sonorizzazione del campo verde”.
Conclude Angelo: “Volevo sottolineare come sia stato proprio il percorso italiano a portarci fin là. Chi conosce la storia dello showbiz italiano può capire il nostro orgoglio. Trent’anni fa, noi italiani imparavamo tutto dagli anglosassoni, copiavamo, prendevamo spunto, utilizzavamo le tecnologie... era impensabile che un’azienda italiana fosse chiamata per un lavoro del genere in Scozia! Adesso l’Italia si sta imponendo come leader mondiale su prodotti interessantissimi: c’è un pizzico d’orgoglio, dopo tanti anni, nell’essere chiamati a fare questo lavoro in casa dei maestri”.

 

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