Emmet Cohen a Reggio Calabria

Non per forza bisogna raggiungere i grandi e blasonati palcoscenici internazionali per fruire di un prodotto culturale di grande spessore. L’estate del 2016 ha visto la ribalta di un nuovo esperimento artistico e sociale realizzato nell’estrema periferia dell’estremo sud dell’Italia, “terra di dove finisce la terra” come cantava Vinicio Capossela: il Parco Ecolandia di Reggio Calabria.

di Giorgio Gatto Costantino

elmmet-cohenIl Parco Ecolandia di Reggio Calabria: 10 ettari di territorio sottratti al degrado e all’abusivismo per realizzare un sogno di inclusione civile e di rilancio economico attraverso le armi della cultura e dell’arte. Al centro del Parco una fortezza: la Batteria Gullì, realizzata nel 1886 all’interno di un sistema di fortificazioni che dovevano blindare lo Stretto di Messina per difendere questa via di accesso da paventati assalti di flotte straniere. Oggi quel fortino continua la sua funzione di vedetta per difendere la costa da altri rischi come quello della disgregazione e della speculazione. Fra i suoi spalti non risuona più il rombo cupo dei cannoni (ce n’erano sei potentissimi per l’epoca) e il tintinnio delle armi ma, come è avvenuto lo scorso 28 agosto in una serata spettacolare, le note swing dell’artista newyorkese Emmet Cohen che ha attinto ai brani contenuti in “Infinity”, l’album realizzato nel 2013 e riproposto durante l’appuntamento reggino dal titolo A night in New York. Nella Piazza d’Armi del Forte, il trio formato dal talento newyorkese insieme al batterista campano Elio Coppola ed al contrabbassista lucano Giuseppe Venezia ha dato vita a un lungo viaggio che ha congiunto la punta dello Stivale con la sponda atlantica degli States.
La manifestazione è stata realizzata grazie alla convergenza complementare di più forze propulsive: il Parco stesso che, come ha spiegato il responsabile comunicazione del Consorzio di gestione, Marcello Spagnolo, si sta impegnando a dare respiro internazionale ad Ecolandia e due Festival territoriali, vere e proprie cinghie di trasmissioni culturali in chiave Glocal: il Face Fest e il Peperoncino Jazz Fest. I direttori artistici Paolo Albanese (Face) e Sergio Gimigliano (Peperoncino Jazz) hanno voluto mettere assieme know how e passione per dare alla città un’occasione unica: ascoltare una band che normalmente calca i palchi più prestigiosi dei principali jazz club mondiali. Strategico, in questa azione, il ruolo del promoter Alessio Laganà che si è adoperato per avere “il trio a trazione meridionale” in riva allo Stretto riuscendo a incastrare la tappa reggina fra New York, Capri e Detroit. L’esibizione ha regalato sonorità sorprendenti armonizzando le note arpeggianti del pianoforte trasformato in orchestra con quelle della batteria e del contrabbasso.
A fare da cornice al concerto un gioco sperimentale di luci e proiezioni che hanno contribuito ad abbattere i muri, avvicinare pubblico e artisti e ridurre le distanze fra le due sponde dell’oceano. È stata GoboService – società specializzata nella realizzazione e fornitura di proiettori e gobo, con clienti sparsi tra le Americhe, l’Europa e l’Asia – a realizzare il servizio. Su input di Ecolandia ha ideato due gobo che riproducevano la Statua della Libertà e uno spaccato di Broadway. Due potenti proiettori Golive 400 hanno sparato le immagini dei gobo sui lati del forte, aumentando la suggestione di un ambiente già di per sé estremamente coinvolgente con effetti imprevisti. Mentre miss Liberty sembrava essere plasticamente palpabile per quanto era definita nei dettagli, la proiezione della strada newyorkese degli artisti ha creato un effetto “tromp l’oeil” sfondando virtualmente il muro con le luci che si perdevano sul fondo. Anche qui il risultato  scenografico dei gobo è stato molto apprezzato, tanto da indurre una spettatrice ad alzarsi e a ballare con la propria ombra marcata dai proiettori fra i grattacieli luminosi della Grande Mela. E così, mentre col corpo restava ancorata sul terreno italiano, con lo spirito, anzi col soul sospinto dalle note di “Moonlight in Vermont” viaggiava libera intorno al globo.

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