Immagine

Spesso mi chiedono se esiste un libro per imparare le cose che scrivo qui...

di Stefano Cantadori

Spesso mi chiedono se esiste un libro per imparare le cose che scrivo qui.

Ci sono tantissimi libri sui soggetti dell’elettronica e dell’acustica, pochissimi sull’elettroacustica, ci sono anche utilissime collezioni di appunti universitari e gli articoli sulle riviste. Di qualche libro ho letto solo alcuni capitoli perché ogni autore affronta gli argomenti da un suo punto di vista e con il suo modo di spiegare. Quelle letture “mirate” mi hanno più di una volta aiutato a comprendere concetti che, letti altrove, mi risultavano fumosi.

Mi è anzi capitato di andare a rileggermi le fonti nella convinzione di trovare certe spiegazioni in un certo ordine ma non ritrovandole affatto come la mia memoria le aveva incamerate.

È successo in quei casi che il mio cervello, con il tempo, avesse riunito frammenti di varie spiegazioni di diversi libri per comporne una propria, quella che era in grado di comprendere meglio.

È questo che cerco di trasmettervi.

Quello che ho imparato, organizzato in modo da essere comprensibile e applicabile a chi fa il nostro mestiere, perché anch’io sono stato al mixer e ho montato casse sui trabattelli e so cosa avrei voluto sapere allora.

Cerco di seguire con i miei articoli un percorso a zig zag, che non rompa le balle come se fossimo a scuola e che lasci e riprenda gli argomenti quasi a sorpresa. A volte scrivo appena a sufficienza per stimolare il lettore a sviluppare un proprio ragionamento ma dopo qualche numero riprendo sempre l’argomento e, magari facendo finta di niente, ti infilo il Ka.

 

A volte mi sono scappati articoli lunghi e pallosi, in alcuni ci ho messo dentro troppa roba. Rileggeteli ogni tanto davanti al camino, magari i frammenti del puzzle cominceranno ad andare a posto da soli, come capita a me quando ci metto un po’ a capire una cosa.

Oggi per esempio potrebbe essere la volta di un articolo mirato sui filtri ma la quantità di grafici che mi occorre per spiattellare la materia “a modo mio” non si trova “già quasi pronta” come la mia memoria mi dettava. Inoltre, quello sui filtri è un argomento che per me riveste particolare importanza affettiva e voglio “metterlo giù” proprio come lo ho in testa.

Approfitto quindi per proporvi oggi le sorgenti immagine, affrontate in modo più completo che nei precedenti articoli, nei quali abbiamo comunque utilizzato questo concetto. Anche in questo caso sono di aiuto i disegni. Userò la matita a mano libera. È un modo creativo e siccome ho visto che lo ha impiegato anche Vanderkooy, a cui rubo questo approccio, di sicuro non c’è nulla di male.

L’articolo di oggi approfondisce e amplia gli orizzonti su argomenti affrontati all’inizio di questa serie (numeri 58, 59, 60, 61). Lo avrei dovuto mettere come quinto, sul numero 62 ma temevo di diventare noioso. Idealmente, posizionatelo lì.

La risposta alla domanda iniziale: il libro è questo, sparso su tanti numeri della rivista.

In alternativa, ci sono i testi sacri, che cito come riferimenti bibliografici nei vari articoli.

Il nostro è un mondo che attribuisce all’immagine un valore eccessivo. In acustica l’immagine è fondamentale e ci aiuterà anche a capire la composizione di una risposta all’impulso misurata in ambiente.