Fiorello – L'Ora del Rosario

Un’occhiata all’ultimo e divertente tour di Rosario Fiorello, uno spettacolo piacevole e ben prodotto pensato per i teatri.
Con una importante novità audio. 

di Alfio Morelli

Fiorello3Il Teatro delle Muse di Ancona è una bella prova di ristrutturazione curata dagli architetti Danilo Guerri e Paola Salmoni.
La facciata neoclassica conserva la storia del Teatro delle Muse e, una volta dentro, ci si trova in mezzo ad una grande piazza, nei materiali e nelle forme, con una capienza di oltre mille posti divisi su una platea e tre gallerie.
Ci siamo andati per vedere lo spettacolo di Fiorello, completamente prodotto da R.O.S.A. Production, con la produzione esecutiva di Emilia Catizzone, che ad Ancona è andato in scena per ben tre sere.
Dell’artista che dire? Sempre in ottima forma e sempre un vero talento sul palcoscenico, capace di tenere in pugno il suo pubblico come pochi altri. Lo spettacolo, scritto a due mani da Fiorello e Giampiero Solari, è in effetti piuttosto variabile, poiché è giocato molto sul pubblico e sui luoghi comuni locali. Ad Ancona, ad esempio, Fiorello ha giocato molto sulla “polacca”, denominazione anconetana della brioche, e non sono certo mancate molte battute all’indirizzo della signora Mancinelli, sindaco di Ancona presente in sala.
Insomma una serata veramente divertente e spassosa, come, a dire il vero, tutte quelle (e sono molte) a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare negli anni.
Tecnicamente, la nostra principale attenzione riguarda l’uso del nuovo impianto audio KH7 di K-Array, marchio italiano che si sta facendo sempre più apprezzare nel mondo per la genialità dei suoi prodotti.
Iniziamo a toglierci qualche curiosità chiedendo lumi al fonico di sala, Hugo Tempesta, che si mostra subito decisamente entusiasta dell’esperimento.

Hugo Tempesta – sound engineer

“Siamo in tour da quasi un anno – racconta Hugo – ed ho potuto testare le KH7 di K-Array, inizialmente con due sistemi per parte, numero poi raddoppiato. All’inizio, al teatro di Novara, avevamo a disposizione sia il dV-DOSC sia le KH7: per problemi di peso, fummo costretti ad appoggiare il dV-DOSC, mentre riuscimmo ad appendere le due KH7, che pesano solo 50 kg, e questo era già miracoloso.
“Ma il vero stupore – continua Hugo – fu all’accensione: restai meravigliato, perché non riuscivo a capire da dove arrivasse tutto quel volume, cioè da casse che non si vedevano nemmeno! Risolto con un po’ di equalizzazione qualche problema di timbrica, dovuto al prodotto ancora in fase di test, cominciai a incrociare l’ascolto delle L-Acoustics con quello delle K-Array… scegliendo alla fine le seconde! Il principio di lavoro dei filtri FIR, infatti, garantisce un’omogeneità di risposta in frequenza impossibile da raggiungere con casse appoggiate di qualsiasi altra marca o modello, perché un line-array non è fatto per suonare appoggiato.
“Subito feci smontare le dV-Dosc, usando le KH7 in tutti i teatri italiani con grandissima soddisfazione mia e della produzione. Quindi il service Agorà, che ha creduto molto in questo prodotto, ha acquistato questi diffusori e siamo andati a raddoppiare il set-up, anche perché la logistica di trasporto, stivaggio e montaggio è davvero risibile rispetto ad altri impianti: due casse per parte significano due bauli standard, essendo già amplificate, e tutto il sistema viene montato in dieci minuti da una sola persona. Anche il controllo è molto avanzato: ogni cassa ha quattro finali con quattro DSP, tutto il sistema è in rete e, grazie al software, è possibile non avere vincoli d’altezza nel montaggio, perché si possono ricostruire le impostazioni dei filtri FIR in base all’altezza che è stato possibile raggiungere. Basta dire al software Focus l’altezza di sospensione dell’impianto e questo comunica l’impostazione dei FIR al software Armonia che gestisce le casse che a quel punto vengono curvate elettronicamente sulle superfici previste, ed è anche possibile fare ulteriori modifiche al volo tramite software. La cosa incredibile è che la previsione acustica è estremamente precisa e realistica al metro.
“Quindi – dice Hugo – in uno spazio limitatissimo (con soli 200 kg di peso) sto usando ben 16 altoparlanti da 12”, perché ogni cassa ne monta quattro. Ho deciso di provare il prodotto anche in tour con Mario Biondi, per avere un riscontro con un concerto musicale, e devo dire che in diverse venue non ho mai avuto una risposta audio del genere, anche perché la medio-bassa di un basso elettrico su un 12” è ben altra cosa. Risulta strano anche l’effetto prossimità, perché adesso l’omogeneità è su tutto lo spettro.
“Sono così entusiasta di questa tipologia di prodotto che credo fermamente che, fra qualche anno, tutti gli impianti saranno di questo genere, anche perché la potenza in termini di SPL e l’intelligibilità sono maggiori a tutti gli altri impianti per almeno fino ad una trentina di metri.
“Da quando sono riuscito a fargli mettere un archetto – aggiunge Hugo – Fiorello usa uno Sennheiser HSP 2 omidirezionale: lui non può usare gli IEM, perché ha assolutamente bisogno del riscontro del pubblico, quindi abbiamo monitor wedge e side, mentre la band è in cuffia. A tal proposito, un altro vantaggio di questo PA, al contrario dei primi sistemi K-Array, è che posteriormente è del tutto muto, e proprio questa caratteristica mi dà la possibilità di usare tranquillamente la capsula omnidirezionale.
“Per la cronaca – conclude Hugo – in regia uso un Midas Pro9, totalmente senza outboard”.

Fabrizio Bacherini – fonico di palco

“Lo spettacolo – spiega Fabrizio – è per me piuttosto semplice, ma ovviamente bisogna seguire Fiorello negli ingressi e nelle uscite, per le aperture dei suoi due microfoni. Nella sua semplicità, la situazione è comunque articolata, perché il set-up, pensato da Massimo Manunza, prevede un Aviom per chitarra e basso, mentre il batterista ha dei gruppi su un mixer e il tastierista ha degli IEM.
“Fiorello usa invece un monitoraggio classico, quindi il lavoro più critico è nella taratura di tutto il sistema con l’integrazione fra palco e sala, allineando in fase i vari diffusori.
“Uso un Pro9 Midas – ci dice Fabrizio – come in sala, con un sistema basato su una rete comune che consente diverse cose interessanti: ad esempio mando i segnali dei side ad un device in uscita controllato dal mixer di sala: fra sala e palco abbiamo creato un collegamento con un AES50, protocollo usato dalla console, con 24 canali in comune che usiamo per diverse cose. Ad esempio io non tiro il cavo dal mio mixer ai miei side-fill, ci pensa il sistema di rete a farlo, basta organizzare bene il cablaggio.
“Usiamo trasmettitori Sennheiser Serie 3000, con capsule HSP 2, due palmari e alcuni archetti DPA per gli altri artisti, i ‘Gemelli’, che hanno dei momenti sul palco.
“Ci sono molti movimenti di scena obbligati a cui bisogna prestare molta attenzione, quindi il set-up non è complicato, ma la situazione non consente alcun rilassamento”.

Stefano “Flash” Ranalli – Operatore Watchout

“Per il video – ci spiega Stefano – abbiamo quattro proiettori Panasonic 21K, due posizionati in prima americana per il fondale, altri due in sala che proiettano sulle due quinte laterali movimentate.
“Tutti i collegamenti sono in fibra ottica – continua Stefano – con un sistema Watchout composto da un producer e due server a sei uscite ciascuno, quindi ogni server esce con quattro fibre ottiche che vanno ai rispettivi proiettori, collegati con una matrice per avere altrettante linee spare. A completare il sistema c’è un mixer video Black Magic, pilotato via software, dentro il quale entrano tre camere, una Sony Broadcast di cui io ho il controllo remoto e due palmari Panasonic, per le inquadrature generali distribuite sui monitor di servizio. Ho anche una camera mobile con un ponte radio che segue Fiorello in sala e quando fa le sue cose strane.
“La cosa particolare – dice Stefano – è che il sistema Watchout, tramite schede audio, manda anche le sequenze musicali ed il click per i musicisti, è quindi il cuore dello show; anche l’artista interagisce con il sistema video, dialogando ad esempio con Mina o Tony Renis, ovviamente videoproiettati; proprio per questo lo show è tutto seguito a mano, senza sync o timecode, perché bisogna seguire l’artista che è totalmente estemporaneo e si adatta al feeling del pubblico; così ho una serie di tracce a gruppi che sono pronto a mandare quando è il momento.
“C’è anche un filmato, girato nella città ospitante, modificato di data in data e mandato nei titoli di coda, e anche per questo serviva un sistema aperto e flessibile.
“Insomma – conclude Stefano – io devo essere molto molto attento alle chiamate di Fiorello e pronto a mandare i contributi giusti al momento giusto”.

Lo show

Come già detto in apertura, sull’artista ormai si sprecano i complimenti: un vero showman di razza, che riesce a rinnovarsi ad ogni spettacolo.
Qualche perplessità ci è invece rimasta sull’impianto audio: forse proprio perché Hugo ce lo aveva presentato con tutto questo entusiasmo, come un prodotto in grado di risolvere la maggior parte delle problematiche di sonorizzazione nei teatri, con la sua forma non invasiva, la sua leggerezza, la sua potenza e la sua precisione, ci aspettavamo un risultato travolgente, che non c’è stato, almeno in maniera così evidente. Per onor di cronaca dobbiamo anche ammettere che ci erano stati assegnati dei posti a sedere in una posizione meravigliosa, almeno dal punto di vista di uno spettatore classico, ma forse nel posto peggiore per giudicare la resa di un PA, cioè in quarta fila in una poltrona sul corridoio. Intendiamoci: non è che si sentisse male, anzi, ma da quello che ci aveva raccontato Hugo ci aspettavamo chissà cosa.
Ci ripromettiamo comunque di ascoltare lo stesso impianto in qualche altra situazione più idonea per avere un confronto.

Personale e aziende

Uno spettacolo di Rosario Fiorello e
Giampiero Solari
Una produzione R.O.S.A. Production srl
Scritto con Claudio Fois
Piero Guerrera
Pierluigi Montebelli
Federico Taddia
Direzione Musicale Enrico Cremonesi
Regia di Giampiero Solari
Ass. di Regia M.Cristina Redini
Produzione Esecutiva Emilia Catizzone
Musicisti
Batteria Massimo Pacciani
Basso Carmelo Isgrò
Chitarra Antonello Coradduzza
Con la partecipazione di “Gemelli di Guidonia”
Eduardo Acciarino
Luigi Acciarino
Pacifico Acciarino
Service audio luci e video Agorà Srl
Wolfango e Vittorio De Amicis
Costruzioni sceniche Spazio Scenico Snc Ancona
Produzione
Direttore di Scena Paolo Manti
Direttore di Produzione Sebastiano Piccione
Scenografia Patrizia Bocconi
Costumi Claudia Tortora
Trucco e Parrucco Anna Fontana
Grafica Video Martina Brunelli
Tommaso Bassanini
Videomaker Backstage Massimo Ruggini
Logistica Luigi Polzella
Ferdinando Pinzari
Personale tecnico
Fonico di sala Hugo Tempesta
Fonico di palco Fabrizio Bacherini
Responsabile di palco Giulio Tortoli
Operatore luci Roberto Mezzi
Operatore Watchout Stefano Ranalli
Movimentazioni sceniche Andrea Berto
P.A. man Francesco De Vecchis
Dimmerista Stefano Valle
Rigger Francesco Suriano

 

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