Vertical Line Array: una moda o attuale Stato dell’arte nel Sound Reinforcement?

Parte X B

 

di Guido Noselli

 

Riprendiamo il discorso da dove lo avevamo interrotto nel numero scorso. Per comprendere meglio quanto segue, sarà certamente utile avere sottomano gli articoli pubblicati nei due numeri precedenti, di cui queste pagine sono parte integrante

 

Fig. 15: Simulazione per il terzo d’ottava ad 1 kHz e vari livelli SPL (step minimo 0,125°)

Nella Fig. 15 appare la simulazione gia vista in Fig. 7 ma effettuata con l’impiego della massima risoluzione angolare della meccanica di sospensione di Butterfly, 0,125° di step minimo.

 

Fig. 16: Vista del laterale del VLA di 8 elementi puntato sull’area di Fig.15

Come potete vedere gli angoli scelti per il miglior puntamento del VLA sono completamente diversi da quelli di Fig. 8 ed il loro valore è determinato da uno step minimo di solo 1/8 di grado (cioè 0,125°) anziché 1 grado.

Questo tipo di settaggio, molto più fine dal punto di vista meccanico, quando può essere ben utilizzato per la presenza di un software di simulazione vero e proprio, del tipo capace di utilizzare le misure reali del sistema che sono basate sulla misura del “ballon” in “complex summation”, potrebbe dare risultati finali più corretti di quelli ottenuti con angoli di settaggio più grossolani.

Il condizionale è d’obbligo, come sempre per tutte le questioni acustiche, perché come spero tutti abbiano capito, il solito “manico”, cioè il fattore umano, è una componente determinante per qualunque risultato positivo o negativo.

Certamente uno strumento sofisticato può apparire ai più non semplice da usare e richiede un utilizzatore sofisticato per poter essere sfruttato al meglio. Ma, del resto, se non si hanno a disposizione strumenti sofisticati non è possibile testare limiti e possibilità all’unico scopo di progredire. Detto questo, veniamo alle misure da confrontare con le precedenti.

Fig. 17: RTA 1 kHz 5 metri (step min. 0,125°) – SPL 123,1. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +14 dB ‑7,1 dB (deviazione media +/- 10,55 dB)

Fig. 18: RTA 1 kHz 10 metri (step min. 0,125°) – SPL 121,3. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +10,9 dB ‑6,5 dB (deviazione media +/- 8,7 dB)

Fig. 19: RTA 1 kHz 20 metri (step min. 0,125°) – SPL 118,6. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +9 dB ‑7 dB (deviazione media +/- 8 dB)

Fig. 20: RTA 1 kHz 30 metri (step min. 0,125°) – SPL 116. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +8,3 dB ‑8,7 dB (deviazione media +/- 8,5 dB)

Fig. 21: RTA 1 kHz 40 metri (step min. 0,125°) – SPL 113,1. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +8,7 dB ‑5,4 dB (deviazione media +/- 7,05 dB)

Fig. 22: RTA 1 kHz 45 metri (step min. 0,125°) – SPL 111,4. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +9,4 dB ‑5,5 dB (deviazione media +/- 7,45 dB)

Osservando le simulazioni riportate a cominciare dalla Fig. 15 possiamo notare che le prestazioni del sistema VLA settato con gli angoli più fini, non sono stravolte rispetto a quelle che abbiamo visto precedentemente. Dobbiamo ricordare che il sistema è lo stesso in entrambe le serie di simulazioni e quindi non potrebbe essere diversamente.

Tuttavia all’occhio attento non sarà sfuggito un dettaglio rilevante; la maggiore evidente omogeneità di tutte le risposte tra loro, già a cominciare dalle misure a 5 e 10 metri dal VLA, dove appare palese il salto di qualità subito dall’equilibrio tonale del sistema (il bilanciamento tra le bande di frequenza).

Infatti se si va anche a guardare alla deviazione calcolata per ogni curva RTA, indipendentemente dalla sua entità numerica, che non è molto diversa da quella delle curve della simulazione precedente (dalla Fig. 9 alla 14), si può notare come sia molto più simile nel valore curva per curva (dalla Fig. 17 alla 22).

In altre parole la deviazione di tutte le curve RTA risulta essere più contenuta di prima.

Questo è un fatto che può diventare risolutivo dal punto di vista del risultato; infatti a curve tanto omogenee sarà più facile applicare l’equalizzazione desiderata che avrà effetto molto simile su tutta l’area d’ascolto.

Ecco una prova dell’importanza di un settaggio fine degli angoli!

Ci sarebbe ancora molto da dire sui moderni sistemi VLA, soprattutto sul loro impiego pratico in circostanze le più diverse, tralasciando magari tanti aspetti meramente teorici che hanno animato la discussione internazionale e generale sul questa tipologia d’impianto, a volte facendo dimenticare che le formule e le teorie devono sempre essere seconde al risultato acustico ottenibile in riferimento alla necessità della sonorizzazione professionale.

L’Orecchio è il Giudice Ultimo!

Prima di concludere questa lunga serie di articoli nella speranza di non aver annoiato troppo, vorrei per completezza sulle questioni pratiche presentare ancora qualche grafico utile.

Il primo è ancora una risposta RTA simulata a 40 m tenendo conto nel calcolo dell’effetto delle condizioni atmosferiche medie qui descritte.

Temperatura:            25°

Pressione statica:            1013 HPa

Umidità relativa:            50 %

Fig. 23: RTA (Fig. 21 + air) 1 kHz 40 metri (step min. 0,125°) – SPL 112,9. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +8,7 dB ‑11,1 dB (deviazione media +/- 9,9 dB)

È evidente come la risposta cada con il tipico andamento progressivo alle frequenze via via più alte, come si nota dal fatto che l’attenuazione aumenta solamente da 1 kHz in avanti.

La differenza totale di livello tra 100 Hz e 10 kHz è di quasi 20 dB SPL, nonostante le condizioni atmosferiche simulate non siano delle meno favorevoli alla propagazione del suono in aria alle alte frequenze.

Ora se si volasse equalizzare il sistema, per esempio contenendo questa variazione da 100 Hz a 10 kHZ in un target più contenuto, ad esempio 10 dB, valore che per distanze dell’ordine di 30/40 metri potrebbe essere a mio parere corretto per ottenere la curva di Fig. 24 bisognerebbe applicare la correzione di Fig. 25.

Fig. 24: (Fig. 23 RTA Equalized on target) 1 kHz 40 metri (step min. 0,125°) – SPL 115,5. Deviazione 100 Hz – 10 kHz riferita ad 1 kHz = +4,9 dB ‑5 dB (deviazione media +/- 4,95 dB)

Fig. 25: Equalization Curve for Fig. 23 on target   40 m – Step Min 0,125°

Si noti l’andamento dell’equalizzazione (di un VLA i cui elementi hanno risposta normalizzata come più volte descritto) necessaria per ottenere dalla risposta di Fig. 23 la auspicabile curva di Fig. 24.

Questa è la classica preenfasi, indipendente dalla eventuale correzione necessaria a linearizzare la risposta di un singolo elemento di VLA, del tipo che alcuni fabbricanti inseriscono nel settaggio dei sistemi DSP dei loro modelli, allo scopo di fornire all’utente meno evoluto un impianto che, per una data quantità di elementi, 8 ad esempio come in questo caso, presenti una risposta mediamente in linea con le esigenze della sonorizzazione di spazi profondi.

Personalmente penso che è ridondante equalizzare prima ancora di conoscere effettivamente l’entità dell’equalizzazione necessaria, che è variabile in funzione del numero di elementi nel VLA e come abbiamo visto della loro disposizione angolare. Si corre il rischio di effettuare correzioni in senso contrario proprio sulle correzioni gia effettuate in modo preventivo e per forza generico dal fabbricante.

Riassumendo, mi pare di poter dire che, pur senza aver esaurito tutti gli argomenti che riguardano i VLA moderni, sono stati toccati quelli che probabilmente sono i più importanti e sono alla base del loro funzionamento per l’utilizzo sul campo.

Mi auguro di aver fatto un buon servizio al lettore per averlo messo in condizioni di valutare con sufficiente profondità gli elementi a favore o a contro delle diverse tipologie di questi particolari sistemi di sonorizzazione con i quali sarà inevitabile convivere per un gran numero imprecisabile di anni.