Trees falling in love - Vi chiediamo di ascoltare gli alberi
Un’installazione luminosa e sonora accende il giardino del museo. “Trees Falling in Love” ricorda attraverso luci, piante, voci e suoni ambientali l’importanza del legame fra umanità e mondo vegetale.
Da dicembre, nel giardino del MUSE, il Museo della Scienza di Trento, è accesa Trees Falling in Love un’installazione di luci, suoni e… piante che ricorda ai passanti per il giardino del Museo, per ora chiuso, l’importanza del rapporto fra umanità e mondo vegetale.
L’installazione, nata come ponte ideale fra la mostra Tree Time al MUSE e la mostra Forest Frame a Palazzo delle Albere, propone un gioco di luci, suoni e ombre, alternati a forti schianti di alberi e a una voce che ricorda, in 15 lingue: “Signore e signori, vi chiediamo di ascoltare gli alberi”.
La voce (e il tempo) degli alberi è infatti il tema scelto dal MUSE per questa difficile fine d’anno. Le piante come testimonial eloquenti dell’urgenza alla transizione ecologica, della necessità di scelte in equilibrio con la diversità, la complessità, l’alterità della vita. A partire dagli organismi vegetali, indispensabili per la vita di tutti.
Diversi i professionisti e le aziende coinvolti in questa installazione prodotta dall’Agenzia Provinciale Foreste Demaniali e dai Servizi tecnici del MUSE: light & sound design sono Mariano De Tassis e Carlo Casillo (che ha anche composto le musiche originali interpretate con viola e violino da Nicola Fadanelli) per Miscele d’Aria Factory; i suoni sono stati ottimizzati da Mauro Andreolli, mentre Costantino Bonomi ha fornito la sua consulenza botanica.
Il concept dell’installazione
Il rapporto umano con l’albero e il bosco è ancestrale. Il legno, che l’uomo ricava dal bosco, viene destinato prima al servizio dei bisogni primari, ma subito dopo a quelli più elettivi e spirituali, come la produzione di suoni, musica, comunicazione. Senza l’abbattimento di un albero non si otterrebbe il legno che si trasforma in strumento musicale, forgiato dalle sapienti mani di un liutaio, artista ed artigiano che usa la conoscenza, la tecnica e la sensibilità per realizzare quello strumento di legno che sarà poi, nelle mani di altri artisti, fonte di bellezza, sensibilità, emozione.
Il suono, drammatico, primordiale e cupo di un albero abbattuto dall’uomo può quindi, a seconda delle motivazioni che lo determinano, essere premessa, presagio e metafora di un uso nocivo ed invasivo della natura, oppure l’opposto: antefatto necessario e vitale per la creazione di bellezza, di musica, di armonia. In sostanza un atto d’amore.
Trees Falling in Love è dedicata all’attenzione per la cura, all’incontro fra arte e foresta. È un simbolico “bosco urbano” dove luci e ombre del rapporto alberi e umanità, arte e natura, sogno e realtà sono anticipate ed evocate.
Il concept sonoro
Il visitatore cammina lungo un percorso, immergendosi in esso. Una musica composta per quattro “legni”, singoli strumenti ad arco, avvolge la camminata. Il brano è unico e seriale ma è composto in quadrifonia “vera”: i singoli strumenti si fondono nella mente dell’ascoltatore per generare un’armonia che va oltre la somma delle parti. Ciclicamente ed improvvisamente, il rumore dell’abbattimento di un grande albero sovrasta tutto per concludersi con un suono cupo (schianto), che interrompe per un attimo la dimensione sognante, evocativa ed avvolgente ricordandoci i cicli della vita, le crisi, le estinzioni. Da questo suono però emerge di nuovo l’armonia dei quattro strumenti che torneranno a germogliare come una foresta sonora, per il prossimo visitatore.
Un’opera che rilassa la mente, uno spazio di gioia, di gioco ma anche di riflessione, di ascolto, di ricerca dell’attimo in un momento difficile. Un ciclo continuo come la vita dove l’abbattimento di un albero diventa vita nuova per lo spazio ma anche per l’uomo se impiegato saggiamente.
Il titolo evocativo Trees falling in love richiama pertanto la descrizione in inglese dell’abbattimento di un albero (“tree falling”) ma anche il tema dell’innamorarsi (“to fall in love”), mescolando semanticamente i due concetti.
Il concept visivo
Ad occuparsi dell’installazione luminosa è stato il lighting designer Mariano De Tassis: “La luce è in questa installazione un elemento forte, attrattivo e magico – ci spiega Mariano; l’articolazione di forme e volumi, l’assortimento e la diversa natura delle superfici, il contrasto fra vuoti e pieni, colori e texture di foglie, radici e legni diversi definiscono e qualificano uno spazio in cui forme vive (gli alberi) formano un luogo in perenne movimento, grazie agli elementi outdoor (vento, pioggia) con la luce che ne ridisegna l’anima, il corpo. Si tratta di un gioco di ombre e visioni che caratterizzano l’opera.
“Una visione magica accoglierà i passanti nel giardino del MUSE – prosegue Mariano – proprio al crepuscolo, momento cruciale tra il giorno e la notte, quando le gamme di colore caldo vengono lentamente sostituite con quelle fredde. Seguendo l’arco naturale del percorso suggerito dall’installazione, la luce artificiale prende la scena e comincia la sua danza, costituita da piccoli movimenti d’intensità e da lievi ma costanti cambi cromatici. Il visitatore è inondato dalla luce e lo spazio dialoga con esso”.
La musica e il suono sono parti fondamentali dell’allestimento che con l’aggiunta della luce diventa immediatamente immersivo: la vista, l’udito e l’olfatto vengono stimolati con una partitura d’insieme in cui i pieni e i vuoti costituiscono l’ossatura dell’installazione.
“Tutto deve essere mascherato per non togliere l’effetto sorpresa – conclude Mariano – l’occhio non deve riconoscere le sorgenti luminose ma deve seguire la luce e il suono… Un’opera che rilassa la mente, uno spazio di gioia, di gioco ma anche di riflessione, di ascolto, di ricerca dell’attimo. Un ciclo continuo come la vita dove l’abbattimento di un albero diventa vita nuova per lo spazio ma anche per l’uomo, perché le piante sono vita, calore, note, strumenti”.
L’installazione si è avvalsa di materiale fornito dall’azienda Iiriti Service, in particolare sette sagomatori Robert Juliat della serie 600sx, sei proiettori LED Prolights Pixie Zoom XB, quattro diffusori Audac a 2 vie IP, quattro diffusori Proel IP e di un rack contenente un mixer Behringer X32 Rack, una console Chamsys PCWing, un PC e due finali Apart.
Insomma un percorso che sposa la materia con le tecnologie, per incantare e far riflettere allo stesso tempo. Infatti, come ricordano al MUSE, utilizzare maggiormente il legno per l’edilizia, gli imballaggi e per tutte le attività umane significa ridurre significativamente il nostro impatto sul clima e sui livelli di CO2. Non bruciare il legno e tenerne tanto in casa costituisce un vero ‘carbon sink’. Il basso consumo energetico del suo ciclo produttivo e la sua alta efficienza isolante riducono grandemente i consumi energetici. Una casa in legno fa risparmiare in media 50 tonnellate di CO2, un pavimento 5 kg al m2, una finestra 25 kg, un tetto fino a 30 tonnellate. Un aumento del 10% delle case in legno in Europa farebbe diminuire le emissioni di CO2 del 25%.