Ibiza Holiday Island – le discoteche

Per continuare la nostra rubrica sulle discoteche e capire meglio questo mondo, questa volta mi sono dovuto “sacrificare” recandomi sull’isola più famosa del settore, da dove tutto parte, cioè Ibiza.

di Alfio Morelli

IMG 3166Incuriositi da una delle mete più amate dai giovani, fulcro del mondo del deejaying in Europa, abbiamo deciso di dare un’occhiata ad Ibiza.
Già dall’arrivo in aeroporto ci si accorge che il mondo della discoteca è una voce importante per il business dell’isola, una colonna portante, attorno alla quale ruota un indotto di grande rilievo.
Certo ad Ibiza non mancano spiaggie caraibiche e calette, ottime per chi ama il relax; ma il punto è un altro: che sia amante della natura o dell’artificio, il turista non impiega molto a farsi fagocitare dai ritmi tutti particolari dell’isola, scanditi dal cuore pulsante della vita notturna.
La movida si concentra in particolare su due località: Eivissa e San Antonio. Nella prima le zone con locali, dove poter gustare piatti tipici e fare un happy hour, sono principalmente quelle attorno al porto, ai piedi della “citta vecchia”. A S. Antonio, invece, i locali iniziano a popolarsi di giovani già dal tardo pomeriggio e quasi tutti dispongono di impianti PA importanti; in console si possono trovare DJ come Guetta, Avicii e tanti altri.
Bar e ristoranti, alcuni molto famosi come Cafè del Mar, Mambo o Savannah, sono allineati sul lungomare e anche qui si può gustare un aperitivo in attesa dell’affascinante “sunset” di Ibiza in compagnia di famosi DJ.
Ogni serata si puo evolvere in una situazione originale e imprevedibile. Le regole sul divertimento isolano sono abbastanza permissive, benché invalicabili: a mezzanotte la musica all’aperto deve finire, cosi il divertimento pre-serata cede rispettosamente il posto alle vere protagoniste della notte: le discoteche.

La cosa che più colpisce è che il mondo delle discoteche, qui, viene vissuto come un vero business in cui girano capitali veri, a sei o anche a sette cifre. I locali più importanti – Pacha, Space, Amnesia, Ushuaia, Privilege e pochi altri – sono in mano a poche aziende o addirittura a famiglie. Il locale più famoso è sicuramente il Pacha, diventato un brand in franchising: esistono, infatti, oltre quaranta discoteche con questo marchio in giro per il mondo. Nella stessa Ibiza si possono trovare ristoranti, negozi, hotel, resort, altre discoteche, party privati e persino escursioni in barca che portano il suo nome.

Di un altro gruppo fa parte l’Ushuaia: anche in questo caso la proprietà controlla un hotel di lusso, intorno alla cui piscina si estende lo spazio per una discoteca da 7.000 persone che apre alle cinque di pomeriggio e chiude a mezzanotte, quando, appunto, le altre discoteche aprono. Degno di nota è l’hotel che si trova a pochi passi, l’Hard Rock Hotel, il primo in Europa, cinque stelle e super tecnologico, nelle cui camere è possibile farsi il proprio DJ set o suonare una delle venti chitarre Fender a disposizione.

Poco distante è situata la discoteca Space, altro locale dalla capienza di tre/quattromila persone che apre alle prime ore del nuovo giorno per chiudere alle sette del mattino.

Altra nota interessante: in ogni ristorante o in ogni negozio c’è la possibilità di acquistare ad un prezzo scontato il biglietto per tutti i locali notturni pagandoli un trenta per cento in meno (non, quindi, pagandoli di più come avviene in Italia con i biglietti in prevendita dei concerti).

Pacha

Durante il nostro soggiorno, abbiamo avuto il piacere di visitare due di queste discoteche. Si parte naturalmente dal Pacha, dove abbiamo incontrato nel pomeriggio il responsabile tecnico Toni Prat.
In questa discoteca, ci ha spiegato, c’è una serata a tema per ogni giorno della settimana; a noi tocca la più famosa, cioè il Flower Power, con musica anni Sessanta e Settanta. Infatti, per l’occasione la sala è addobbata con scenografie a tema; ma quando al mattino la discoteca chiude, iniziano subito i lavori per preparare la serata successiva, e così via tutti i giorni. La serata non prevede solo l’addobbo della discoteca, ma anche la preparazione di tutto l’addobbo esterno, l’animazione e la preparazione di tutte le varie promozioni effettuate sulle spiagge e al porto. Stiamo parlando insomma di circa quattrocento persone che lavorano attorno alla discoteca.

Toni, che capienza ha la discoteca? Considerando tutti gli spazi ha una capienza di circa tremila persone.
Spiegami come fate ad avere certi nomi in cartellone, i quali mi risulta che abbiano dei cachet da capogiro? La direzione artistica fa dei contratti stagionali con questi DJ, come David Guetta, Nicky Romero, Aoki, ecc, secondo i quali loro si esibiscono un giorno alla settimana ed attorno al loro nome noi creiamo l’evento della serata; in questo modo riusciamo ad assicurarci certi nomi a dei cachet sostenibili. Ad Ibiza il costo dell’ingresso è abbastanza importante e pagano tutti, così pure le consumazioni all’interno, solo così riusciamo a sostenere certe produzioni.
L’impianto audio del locale è un d&b: avete un agreement con questa azienda? Esatto, con loro abbiamo un accordo che prevede in tutti i nostri locali sparsi per il mondo l’installazione di prodotti d&b; in cambio loro realizzano il progetto audio e ci seguono nell’installazione, in modo che in ogni locale ci sia lo stesso sound. Per le luci, in questo locale di Ibiza montiamo prevalentemente Clay Paky e Martin. È stato proprio il Mythos Clay Paky l’ultimo ad essere stato installato qualche mese fa, e ci sono anche diversi Sharpy.

Il nostro parere sul locale è duplice: da una parte c’è una grandissima professionalità nel creare gli eventi e nel promuoverli, nel far diventare un evento qualsiasi serata, cosa che certamente aumenta la reputazione del locale e lo riempie; anche la parte tecnologica, soprattutto per audio e luci, è molto curata e potenziata, con risultati ben evidenti durante la serata. Quello su cui il Pacha ci ha un po’ delusi è, in generale, l’arredamento degli interni e il disegno architettonico degli stessi, molto più curati e “cool” nelle discoteche di tendenza della nostra Riviera romagnola.

Space

Sapevamo che in questa discoteca, durante la serata di domenica con il DJ Luciano, avremmo trovato un service italiano impegnato nella fornitura dell’impianto audio. Con i nostri potenti mezzi siamo riusciti a metterci in contatto con Lucky Ortoni del service Twenty Two Live di Campobasso, al quale abbiamo posto qualche domanda nel pomeriggio.

Come mai un service italiano ad Ibiza? In Italia lavoriamo da tempo nell’ambito della disco, fornendo servizi ai locali o seguendo gli stessi DJ. Qualche anno fa, lavorando tramite agenzia con alcuni DJ internazionali, siamo entrati in contatto con diverse produzioni, in particolare con quella del DJ Luciano che ci ha proposto questo lavoro ad Ibiza. L’impegno consiste nel montare il nostro impianto L-Acoustics ogni domenica sera allo Space per tutta la stagione, un lavoro che svolgiamo già da due anni facendo la stagione sull’isola.
Quindi lavorate solo un giorno alla settimana! Per il resto fate festa? Non è proprio così; certamente riusciamo a trovare del tempo anche per fare i turisti, ma oltre all’impegno con Luciano ci siamo messi sulla piazza e stanno sempre più arrivando altri lavori per feste in spiaggia o in villa. Sull’isola esistono altri service, prevalentemente con impianti Funktion-One, marchio che la fa da padrone, ma in questi ultimi anni il trend sta cambiando e molti si stanno orientando sul marchio francese, per questo anche per noi le richieste stanno aumentando.
Come si svolge il vostro impegno con Luciano? Ogni domenica dobbiamo montare nel locale un sistema formato da otto ARCS per lato con 12 sub SB28 ed il monitoraggio formato da due SB28 con due X115HiQ, naturalmente con tutta l’elettronica di controllo e di potenza per farlo funzionare. Poi il lunedì mattina smontiamo tutto.
Ma voi venite pagati dal locale o dall’artista? Noi abbiamo un accordo con l’artista e la sua produzione, poi sono loro che si rapportano con il locale. Nelle discoteche di Ibiza il rapporto con l’artista è diverso, è molto più simile ad un tour: la discoteca acquista un pacchetto di produzione completo, perché assieme al DJ la serata deve avere anche un certo tipo di addobbo, un certo tipo di luci ed una coreografia fatta di ballerine o altri DJ particolari, quindi la discoteca acquista tutto il pacchetto ad una determinata cifra, poi è il management di Luciano che fa il resto e sceglie i fornitori. Infatti ho già avuto una richiesta di preventivo, perché hanno intenzione di portare questo spettacolo in un tour europeo.

Giunta la notte, siamo arrivati al locale poco dopo mezzanotte: in pratica eravamo i primi ad entrare! Nonostante fossimo accreditati in lista come stampa, all’ingresso abbiamo dovuto presentare un documento che comprovasse la nostra identità, abbiamo dovuto aprire la borsa e far garantire da Lucky che eravamo lì per un servizio su una rivista italiana, altrimenti all’interno della discoteca è proibito portare qualsiasi accessorio che non sia il vestito. Insomma, massima professionalità.
La serata è poi decollata dopo un’oretta, con la pista piena e l’impianto che cominciava a spingere; sinceramente, a prima vista quell’impianto ci sembrava forse esagerato per una pista di 4/500 metri quadrati, ma certamente il risultato era un audio pulitissimo, con dei medio-alti limpidi e dei bassi che facevano ballare anche l’intestino. Insomma una scelta orientata a qualità ed abbondanza.
Anche la scenografia era abbastanza particolare: la serata, denominata “Vagabundos” prevede una scenografia composta da un telone da circo che sovrasta la pista, a cui si aggiungono delle file di luci a LED per creare scenografie luminose sparse sul locale e, prevalentemente, nella zona regia, in cui sono appesi dei cilindri, al cui interno sono installate altre luci. Headliner della serata ovviamente DJ Luciano, che entusiasma un pubblico molto più attento alla programmazione musicale di quanto pensassimo.
Anche lo Space investe molto in tecnologia, ma anche qui l’arredamento ed il design sono a dir poco minimali, anche perché ogni serata utilizza una scenografia ad hoc. Molto carina la grande terrazza, con musica piuttosto bassa, in cui è possibile chiacchierare amabilmente e che viene usata come zona di decompressione.

Già che eravamo da quelle parti, non potevamo esimerci da un giro a Formentera, sempre spinti dal senso di sacrificio e spirito di servizio.
Anche qui non mancano le discoteche: Pachanka, Tipic, The Beach; tra tutte abbiamo notato il Pineta, proprio sulla piazza centrale di Es Pujols, la cittadina più grande e modaiola dell’isola, una discoteca gemella a quella di Milano Marittima.
Insomma: anche qui un po’ di Romagna l’abbiamo trovata!

 

flowerpower

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