‘Na tazzulella ‘e cafè


Il Museo di Macchine per caffé

di Mike Clark

Il Gruppo Cimbali ha sede a Binasco, nelle vicinanze di Milano, e vanta la più vasta superficie al mondo interamente dedicata alla produzione di macchine per caffé professionali, con quattro stabilimenti e 75.000 m2 totali: circa il 70% della propria produzione è esportato in oltre 100 paesi.

Cimbali produce macchine per caffé espresso e cappuccino dal 1912 e, in occasione del centenario, ha inaugurato il MUMAC, il museo di macchine per caffé espresso tra i più articolati e completi al mondo, allestito con un utilizzo notevole delle ultime tecnologie multimediali in un’area riqualificata e restaurata della storica sede del Gruppo.
La storia raccontata ai visitatori nelle sale del MUMAC inizia con la documentazione dell’apertura del negozio per la lavorazione del rame da parte di Giuseppe Cimbali nel centro di Milano nel 1912, per passare in rassegna alcune macchine che hanno fatto epoca, come le prime macchine le cui caldaie erano riscaldate con il carbone o il legno (1930) o, più tardi, la Granluce, la prima a vedere l’applicazione del gruppo idraulico (un brevetto Cimbali). Poi la collaborazione con gli architetti Castiglioni per realizzare un modello straordinariamente moderno: la Pitagora. E la Superbar, la prima superautomatica realizzata specificatamente per i bar. Successivamente, le prime macchine tradizionali con microprocessore, in grado di gestire le loro principali funzioni, e la serie Dolcevita, che ha perfezionato ulteriormente il concetto di automatismo totale.
Il MUMAC accoglie, inoltre, una delle più grandi collezioni di macchine per caffé espresso oggi esistenti, la Collezione Maltoni. La storia di queste macchine si dispiega lungo un intero secolo, in cui esse si dimostrano sempre al passo con i tempi, sia dal punto di vista del progresso tecnologico, che dello sviluppo industriale e dei mutamenti culturali e di costume. Le sale del percorso sono Gli Albori (1900-20), L’Epoca Razionalista (20-40), Il Dopoguerra (40-60), Sotto la Bandiera del Design (60-80), La Dimensione Internazionale (80-20) e l’Ingresso nel Millennio (2000-12).

Claudio Donato, CEO di IBR Sistemi di Genova, spiega le varie realtà coinvolte nel progetto multimediale: “Angelo Rovero è stato incaricato dal cliente (Gruppo Cimbali) di scegliere l’hardware da installare, mentre la nostra azienda è stata responsabile dello sviluppo, la fornitura e l’installazione del software multimediale per le postazioni touchscreen e della programmazione degli show e del sistema di gestione. Audio Link di Parma ci ha fornito il supporto per la programmazione del sistema QSC Q‑Sys per la gestione degli show e dell’impianto in generale, mentre Alterstudio ha realizzato i contributi audio e video”.

In ogni sala sono presenti due monitor Samsung SM 400BX da quaranta pollici: uno, dedicato al periodo storico, evidenzia i momenti salienti dal punto di vista del design, delle scoperte scientifiche e delle evoluzioni tecnologiche oltre che gli avvenimenti socio politici e culturali, mentre l’altro è dedicato all’evoluzione delle macchine per il caffé. Ogni sala è anche dotata di uno schermo touch screen Samsung SM 400TS‑3 da quaranta pollici, che offre al visitatore la possibilità di consultare un database di oltre 15.000 immagini e documenti, attraverso un software realizzato da IBR Sistemi. Da queste postazioni i visitatori possono anche inviare una cartolina virtuale ad un indirizzo e-mail, scegliendo fra le immagini a disposizione.
La sala dedicata al millennio (periodo 2000 - 2012) è arricchita dal punto di vista multimediale da una serie di 14 monitor disposti in sequenza e affiancati tra loro, sui quali viene presentato un filmato sincronizzato di grande impatto emotivo che riassume in otto minuti questi dodici anni di storia. La gestione del sistema, di tutti gli automatismi e della sincronizzazione tra video e audio avviene attraverso il sistema Q‑Sys.

Dopo anni di esperienza nel mondo AV e broadcast, lavorando anche come fonico alla Fonit Cetra e come responsabile tecnico dei mezzi di ripresa televisiva all’Euphon, dal ‘97 Angelo Rovero lavora come freelance ed è stato incaricato dal Gruppo Cimbali come consulente tecnico per ilprogetto MUMAC.Spiega: “Sono stato contattato direttamente dal cliente, che aveva avuto il mio nominativo da un fornitore. In origine esisteva un progetto architettonico, approvato dal cliente, che prevedeva esclusivamente la dimensione e la quantità dei monitor a parete – in base ai contenuti che si volevano visualizzare. A me è stato affidato il compito di rendere funzionale e funzionante la tecnica sottostante”.
Rovero ha selezionato i prodotti installati per risolvere al meglio le esigenze del cliente, che – ad esempio – voleva circoscrivere l’audio di ambiente alla singola sala cui era dedicato, nonostante le sale fossero attigue e comunicanti. “Il prodotto scelto consente, previo inserimento di sensori, di variare i volumi in funzione della presenza di visitatori, migliorando la qualità della visita al museo. La scelta del processore QSC Core 500 è volta proprio ad ottimizzare i mezzi tecnici in funzione dei risultati che si volevano ottenere: semplicità concettuale, affidabilità e salvaguardia dell’investimento”.

 

Giammario Piumatti di Audio Link aveva il compito di programmare il sistema Q‑Sys per la gestione degli show audio/video e spiega: “Oltre che per l’utilizzo del Q‑Sys per gestire l’intero museo, questo progetto si distingue per il grande impiego di sensori di prossimità collegati via LAN al Q‑Sys per la gestione degli show audio/video. Oltre a gestire internamente i lettori audio, tramite una rete LAN, il Core 500 QSC controlla anche tutti i lettori video”.
Ogni sala è dotata di due sensori collegati ai sistemi multimediali. Il primo, connesso ad una scheda di acquisizione segnale e trasmissione via rete LAN, prodotta da IBR Sistemi, rileva la presenza del visitatore e, chiudendo un contatto nell’interfaccia, lancia una stringa di commando al Q‑Sys che aumenta leggermente il livello della musica di ambiente. Il secondo percepisce l’avvicinamento del visitatore ai monitor e attiva la parte dei contenuti video, facendo partire i lettori full‑HD HD1010 della Bright Sign, che mettono in onda i filmati. Un totale di 28 di questi lettori sono stati integrati nelle varie zone del museo.

 

Piumatti continua: “Un altro aspetto interessante del MUMAC è la decisione di installare tutti questi lettori video HD dietro i display, quindi il segnale esce in HDMI e, con un cavo di pochi centimetri, che entra direttamente dentro il monitor, si evita ogni rischio di perdite di segnale intrinseco con altri tipi di cablaggio o di connessione. Un’altra scelta strategica è stata quella di eliminare la necessità di una conversione AD/DA dell’audio, tenendo tutti i file caricati sul Core e non trasportati tramite cablaggio analogico, quindi tutto in digitale con i player audio all’interno del Core e sincronizzati alla partenza dei video”.

Alterstudio (Alterazioni Tecnologiche per la Comunicazione) di Milano ha prodotto tutti i contenuti audio e video delle installazioni, effettuando il montaggio, l’elaborazione di animazioni grafiche e le modalità di visualizzazione dei contenuti, oltre alla ricerca, la raccolta, la registrazione ed il mixaggio dei brani audio.
Il project manager dello studio, Alessandro Bono, spiega: “L’ingresso del museo è caratterizzato da un’installazione sonora spazializzata ed olfattiva. Il visitatore viene accolto dai suoni e i rumori tipici di un bar (il chiacchierare delle persone, i rumori della machina per caffè in funzione e i suoni legati alle azioni del barista), registrati e post-prodotti per la distribuzione su quattro canali audio. Contemporaneamente,   dei diffusori di aroma emanano il profumo di caffé ricreato in laboratorio”.

Percorrendo le sale espositive, il visitatore viene avvolto da diverse colonne sonore che identificano e ambientano l’esposizione nel periodo storico corrispondente. Ad esclusione dell’ultima, tutte le sale del museo (compresa la reception) sono equipaggiate con diffusori QSC AD‑S52T. Gli altoparlanti sono pilotati da una serie di finali di potenza QSC CX 108V.
Bono continua: “La sala del Dopoguerra, caratterizzata dalla ricostruzione di un bar dell’epoca, presenta davanti al bancone un tavolino il quale riproduce sulla sua superficie diverse scene degli anni, ricostruite e riprese in studio con un punto di vista zenitale e riprodotte con una proiezione mappata sul tavolo. Grazie ad un proiettore Panasonic PT‑DW730 dotato di specchio e montato sul soffitto, il visitatore può così assistere ad una partita di briscola tra quattro amici o vedere due signorotti in un momento di relax mentre fumano, leggono il giornale e consumano il caffé. I contenuti della proiezione possono essere cambiati dal visitatore, sfiorando la superficie del tavolo con la mano”.
La penultima sala, La Dimensione Internazionale, si presenta con un’importante installazione di 14 schermi Samsung SM 400BX da 40 pollici incassati a parete che riproducono, in un unico filmato, i principali avvenimenti degli anni 1980-2000 attraverso immagini e video di archivio ed effetti grafici. Il video, con una risoluzione di 1080 x 1920, è stato scomposto e caricato su quattordici lettori video, sincronizzati attraverso il Q‑Sys per la messa in onda.

Oltre alla gestione automatizzata, gli operatori e le guide del Museo hanno a disposizione un iPad con il quale possono gestire la parte multimediale di ogni stanza, inibendo il funzionamento dei sensori e gestendo autonomamente i livelli dell’audio e la messa in onda dei video in base alle loro soste nelle varie sale con i visitatori.
MUMAC ospita anche una sala didattica con altre tecnologie ad alto profilo: illuminazione LED Philips Selecon, telecamere dome Panasonic HD a controllo remoto, un video proiettore BenQ LW61ST, monitor full‑HD, radiomicrofoni Shure ed accesso wi-fi. Anche questa sala è dotata di un sistema di diffusione QSC, che consiste in otto AD‑Ci52ST ad incasso.
Anche se, come spesso accade in un progetto di questo tipo, durante la fase di realizzazione si deve arrivare a qualche compromesso per motivi “estetici”, Rovero si dichiara soddisfatto: “Nel complesso, il risultato mi sembra ottimo e la soddisfazione del cliente mi ripaga del faticoso lavoro di persuasione necessario al perseguimento degli obiettivi”.

GALLERIA FOTOGRAFICA
gall icon

 

Clicca qui per accedere alla galleria fotografica
(9 Foto)