Casanova Opera Pop – Fabrizio Fini

Il fonico di sala Fabrizio Fini spiega gli aspetti audio della produzione Casanova Opera Pop.

Casanova Opera Pop – Fabrizio Fini

intervista: Alfio Morelli
foto tecniche: Alfio Morelli
foto di scena: Jarno

“Ci troviamo a lavorare con un sistema standard – ci dice Fabrizio – fornito da Agorà, che comprende in regia due mixer Yamaha QL5, di cui uno backup, un’impianto audio dV-Dosc con dieci diffusori per lato, più quattro sub. La gestione dell’audio sul palco lo faccio sempre io, visto che c’è un sistema di monitoraggio fisso abbastanza diffuso per coprire tutto il palco. Questo comprende due sistemi sidefill, posizionati al fronte palco e girati verso l’interno, composti di due teste più un sub da 15”. Ci sono anche due monitor sospesi a meta palco e due altri monitor in fondo al palco, per dare una potenza importante su tutto il palco, visto che tra ballerini , coristi e cantanti c’è un bel movimento. Non usando gli in-ear monitor, gli artisti sul palco hanno bisogna di molta potenza.


Un lato del PA, dieci moduli del venerabile dV-DOSC.

Sei sempre stato un fonico da teatro?
Sono stato sempre un fonico “stanziale” in passato ho fatto tanto teatro, prevalentemente sulla piazza romana. La mia gavetta ho fatto al Teatro Argentina con il Maestro Ronconi, che mi ha insegnato questo lavoro… un periodo che ricordo con tanta nostalgia. Ho preso parte a molti allestimenti per convention e spettacoli vari, facendo anche qualche incursione nella musica live. 

Oltre a tutta la strumentazione standard cosa stai usando di particolare in questo spettacolo?
Più che di strumentazione possiamo dire che abbiamo avuto un approccio diverso nel pensare il set-up. Mi spiego meglio: Durante i primi giorni di prove a San Donà, alle prime cene ci raggruppavamo tutti – crew e artisti – poi più passavano i giorni e meno persone c’erano attorno al tavolo, perché positivi. Panico e subito riunione di produzione, cosa succede se una figura fondamentale si ammala? Per esempio, se mi ammalo io, fonico, chi prende il mio posto? Se la stessa cosa capitasse al datore luci? Quindi abbiamo analizzato il problema e cercato di trovare una soluzione percorribile. Sia io che il direttore luci e il palco, abbiamo cercato di effettuare una programmazione aperta, chiunque dovesse sostituirci avrebbe trovato un setup di tipo analogico, cioè senza programmazioni strane o esoteriche e molto facile da interpretare e da usare. Visto poi che abbiamo utilizzato QLab per la gestione delle basi musicali, del video e parte delle luci, abbiamo costruito il sistema in modo da poterlo gestire sia dalla regia audio, che dalla regia luci, oppure gestito separatamente da un operatore. Al momento non abbiamo avuto modo o necessità di utilizzarlo, ma questo sistema ci garantisce che “the show must go on”, almeno si spera. 

Uno dei monitor L-Acoustics al fondo del palco.

Un lato dei sidefill per il monitoraggio sul palco.

Altre cose un po’ particolari?
Posso sottolineare l’uso del sistema intercom GreenGo, un sistema molto flessibile. Da la possibilità di costruire un sistema misto, via cavo e via radio. Si costruiscono dei pacchetti con i vari privilegi,  chi parla con chi, mentre i direttore di scena può parlare e ascoltare tutti, in più il sistema può essere messo in diffusione per i camerini, sul palco o in sala.  

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Leggete le interviste con gli altri membri della crew:

Davide Saini – Luci

Enrico Belli – Audio sul palco

Chiara Canzian – Produzione