Andrea Moi – Direttore tecnico

Il KappaFutur Festival al parco Dora di Torino è l'appuntamento dell'anno per la musica elettronica.

Andrea Moi – Direttore tecnico

Abbiamo partecipato di nuovo al KappaFutur Festival, un appuntamento che riunisce appassionati di tutta Europa, e che oltre alla musica vede svolgersi tante iniziative di sensibilizzazione, riciclo e cultura. Abbiamo intervistato tecnici e organizzatori che lo hanno reso possibile.

Andrea, ci vuoi introdurre alla storia del festival?

Volentieri. Kappa FuturFestival è arrivato alla sua decima edizione, ed è andato ogni anno in crescendo. L’intento degli organizzatori storici era quello di creare un festival di musica elettronica proiettato al futurismo. I nostri organizzatori provengono dal mondo artistico-imprenditoriale e, in accordo con le istituzioni, hanno individuato subito nel parco Dora la location perfetta. In questo sito infatti venivano forgiate e riparate le vecchie locomotive dei treni, era un luogo di industria. Naturalmente poi il parco è stato bonificato e attrezzato in modo che i torinesi ne beneficiassero per il loro tempo libero. E trovandosi al centro della città, era proprio la location ideale per questo scopo. 

Insomma, avete le istituzioni dalla vostra parte.

Diciamo che le istituzioni cercano di non metterci i bastoni tra le ruote, mentre noi cerchiamo di non creare fastidi alle istituzioni. I dati che ci ha fornito l’ufficio turismo dicono che il periodo del festival è per Torino il periodo di maggior affluenza di presenze – per quanto riguarda aerei, treni, hotel, ristoranti e taxi – di tutto l'anno. Non solo, molte delle presenze che arrivano a Torino per il festival poi si spostano a visitare altri siti italiani, creando un indotto turistico molto importante.

Visto il genere e il pubblico a cui vi rivolgete, le vostre tecnologie saranno all’avanguardia.

Fin dall’inizio era chiaro l’obiettivo di creare un’esperienza multimediale e creativa: è questo che il nostro pubblico ci chiede ogni anno. E siamo sempre andati in crescendo, finché oggi posso dire con certezza che possiamo offrire ciò che di meglio le tecnologie mettono a disposizione. Abbiamo implementato su tutto il palco una rete di oltre 4 km di fibra ottica, per connettere tutti i servizi e collegare audio, video e luci di ultima generazione. Ma la nostra difficoltà più grande è la gestione della diffusione acustica: stiamo parlando di un parco ubicato in centro città, circondato da tante unità abitative. È stata creata appositamente una struttura di rilevamento acustico, posizionando ingegneri con le apparecchiature per il rilevamento del rumore tutto intorno al parco e in alcune abitazioni. Al superamento del livello massimo consentito, ci arriva un’alert e dobbiamo immediatamente attenuare la pressione del palco incriminato. Negli anni passati abbiamo collezionato abbastanza lamentele e denunce, mentre in queste ultime due edizioni i reclami sono diminuiti tantissimo e le denunce per fortuna sono scomparse, quindi posso ritenermi soddisfatto del lavoro fatto negli anni. Di questo risultato bisogna dare un grosso riconoscimento in primis a d&b audiotechnik, che con i prodotti della linea SL ha risolto la maggior parte dei nostri problemi, e poi alla ditta Imput, che ci ha fornito le tecnologie e rimane per noi un punto di riferimento. 

Quali aspetti della serie SL hanno aiutato a risolvere i vostri problemi?

Io non sono né un testimonial né uno sponsor di questo marchio, ma posso dire che è davvero magico. Da quando usiamo questa tecnologia sugli impianti audio abbiamo risolto il novanta per cento dei nostri problemi: fai un giro sul retro del palco e ti accorgi che è praticamente muto, sia nella sezione bassa che nella sezione medio-alta dello spettro. Questo ci ha dato la possibilità di creare una zona di maggior pressione solo sulla pista. L’unico problema è che si trovano pochi pezzi di questa linea di prodotti, essendo anche abbastanza costosi, ma grazie a Imput ci riusciamo ogni anno.

PA System d&b GSL sul FUTUR stage.

Avete altri fornitori, a parte loro? 

Abbiamo suddiviso i fornitori in sezioni: per l’audio il nostro riferimento di fiducia è Input, per luci e video quest’anno ci siamo appoggiati a AMG, e per palchi e strutture ci siamo affidati alla ditta Pieffe, con il supporto del gruppo Sartoretto. 

Come nasce il concept di ogni festival?

All’interno del Kappa c’è un vero e proprio team creativo, che anno dopo anno decide il leitmotiv su cui verrà sviluppato il festival. Poi noi della parte tecnica sviluppiamo tecnicamente queste idee, e una volta definito bene il tutto si comincia la ricerca del materiale a seconda della reperibilità e del prezzo. Un’altra parte importante del lavoro riguarda le richieste tecniche dei DJ più famosi, che per la loro performance hanno bisogno di trovare sul palco un certo tipo di materiale, che nel limite del possibile dobbiamo procurare. Può succedere che alcune macchine non siano reperibili sul territorio nazionale, quindi dobbiamo attingere anche da strutture straniere. 

Tra pubblico e personale, quante persone passano da questo parco?

Il festival è sviluppato su tre giorni, da mezzogiorno a mezzanotte, e il pubblico si aggira tra i novanta e le centomila persone. Per quanto riguarda la gestione, vengono coinvolte circa un migliaio di persone.