Agorà alle XXII Winter Olympic Games Sochi 2014

Lo spettacolo più grande al mondo...

sochi Agoràdi Alfio Morelli

È stata la prima manifestazione olimpica invernale ospitata dalla Russia che, ancora Unione Sovietica, aveva ospitato i Giochi Olimpici estivi di Mosca del 1980.

Era stato preventivato un costo totale di 12 miliardi di dollari ma, come spesso succede, diversi fattori hanno causato l’espansione del budget a oltre 51 miliardi di dollari, rendendo così quella di Sochi la manifestazione più costosa di sempre.

Per la Russia è stato indubbiamente uno spot a livello planetario, anche se con alcune defaillance, come la mancata apertura del quinto anello durante la cerimonia iniziale, episodio comunque gestito in modo egregio e praticamente trasformato in una sorta di marchio, con la produzione di migliaia di magliette con i quattro cerchi aperti ed uno chiuso. Addirittura anche nella cerimonia di chiusura l’organizzazione ha giocato su questo errore, appositamente ed ironicamente citato.

Fra le aziende fornitrici di questo importantissimo evento, parte rilevante ha avuto un’eccellenza tutta italiana: Agorà, Rental Company de L’Aquila che ha fornito tutto il sistema Audio, è senza dubbio una delle realtà più qualificate a livello internazionale per la quantità e la qualità del materiale, ma soprattutto per la professionalità espressa dal proprio personale tecnico.

Abbiamo condiviso questo percorso con Angelo “Pavarotti” Camporese, presente a Sochi in veste di Crew Chief and Technical Coordinator il quale, con Giulio Rovelli - Project Manager, Christel Strohn - Account Manager, Daniele Tramontani - Audio Senior System Engineer e Lorenzo Tommasini - Broadcast Audio Manager , ha formato la Task Force di quest’avventura olimpica.

 

Angelo, puoi spiegarci precisamente a quali eventi avete partecipato e per quale società vi siete aggiudicati la fornitura?

Abbiamo lavorato alle Cerimonie di apertura e chiusura dei XXII Winter Olympic Games di Sochi 2014, ed alle Cerimonie di apertura e chiusura dei XI Winter Paralympic Games. Il compito di organizzare spetta al CIO (Comité International Olympique) che con il Comitato Olimpico locale coordina le attività. È stata creata una società per la gestione dell’evento, in questo caso la OCOG, che ha poi incaricato per l’operatività delle Cerimonie olimpiche l’Agenzia controllata che si chiama CSA. Da questa siamo stati selezionati per partecipare alla gara internazionale, essendo tra le poche aziende al mondo in grado di fornire questo servizio. Così è iniziata la selezione con incontri, sopralluoghi, documentazioni e certificazioni tutte preliminari alla fase conclusiva della gara rappresentata dall’offerta economica.

angelo camporese

In questa fase ha avuto grande rilevanza il know-how dell’azienda ma soprattutto della crew: per questa ragione abbiamo dovuto consegnare il curriculum di ogni tecnico e partecipare a svariate riunioni di verifica sia dei dati che delle varie competenze

Chi ha redatto il progetto audio per le Cerimonie?

Il progetto audio è stato realizzato dalla società Auditoria Pty Ltd (Australia), nella persona del responsabile audio Mr. Scott Willsallen. Auditoria ha prodotto tutti gli esecutivi ed il relativo capitolato per la gara di appalto supervisionandone successivamente l’installazione e la gestione. Auditoria è l’azienda che, tra l’altro, ha progettato la medesima installazione per le Cerimonie olimpiche di Londra 2012.

Puoi descriverci lo stadio in cui vi siete trovati a lavorare?

Lo stadio ha una capienza di circa 40.000 persone.

La struttura è divisa in due parti nel senso della lunghezza, lasciando due grandi tribune coperte opposte tra loro a destra e sinistra, con la parte centrale del campo aperta.

Per l’occasione le due ali del tetto sono state unite con una struttura ad hoc che ha permesso l’alloggiamento di tutto il sistema di sospensione scenografica, ovvero le rotaie su cui far scorrere con appositi motori le scenografie volanti, compresa la nave rompighiaccio che tutti abbiamo visto di ben quaranta metri di lunghezza per venti di altezza. Alle estremità del roof provvisorio sono stati creati due hangar dedicati al controllo ed alla gestione delle scenografie volanti. Il campo da gioco era coperto da una struttura meravigliosa, infatti il palco era completamente meccanizzato e dotato di tante botole dalle quali compariva ogni sorta di oggetto.

(E la visione dei video reperibili in rete aiuterà di certo il lettore nella comprensione della grandiosità di questo intervento! – ndr)

Quali servizi vi sono stati affidati?

Abbiamo fornito chiavi in mano tutto l’audio: Rehearsal, Fairlight Replay per le basi musicali; sonorizzazione dello stadio; postazione F.O.H. e Monitor; postazione Broadcast per mix 5.1 destinato all’OBS (Olympic Broadcasting Services) che, unito al programma video, provvedeva alla distribuzione in mondovisione.

Non ultimo abbiamo allestito la distribuzione del Time Code per sincronizzare tutto ciò che accadeva durante lo Show (Audio, Luci, Video e Fireworks) ed anche i relativi Time Code Reader.

Passiamo al sistema di diffusione audio: cosa avete installato?

Abbiamo installato 38 cluster del nuovo impianto audio L‑Acoustics K2 con relativi Sub SB28 ed alcune dV‑Dosc, 18 cluster sono stati sospesi a circa 40 metri di altezza per sonorizzare la parte alta delle tribune e gli effetti del treno e della nave volante, e 20 cluster stacked sono stati posizionati a terra intorno al parterre per sonorizzarne la parte bassa. Data la poca disponibilità di spazio in quota sono state montate otto ceste sollevate da motori nelle quali abbiamo posizionato tutti gli amplificatori ed i rack di controllo necessari per i cluster sospesi mentre la tecnologia per il sistema stacked era nascosta nell’enorme substage.

Tra la Cerimonia di chiusura olimpica e la Cerimonia di apertura paralimpica, è stata apportata un’importante modifica all’impianto audio per lasciare spazio alle delegazioni e agli atleti paralimpici i quali non potevano, come nelle cerimonie precedenti, posizionarsi sulle tribune.

Così sono stati rimossi tutti i cluster stacked ed i diffusori aggiunti a quelli già sospesi.

Così facendo siamo passati da 18 a 22 cluster in quota, montati a 40 metri di altezza, riuscendo a sonorizzare tutte le tribune dall’alto.

A completamento di questa variazione di progetto abbiamo installato ulteriori 60 monitor L’Acoustics 8XT su stand per sonorizzare il parterre (Black Zone).

Un merito particolare va al nuovissimo sistema L‑Acoustics K2, prodotto in sintonia con il noto L-Acoustics K1, che già da tempo utilizziamo.

sochi agorà

Qual era il fulcro del sistema?

Con una così grande quantità di materiale, disposto a distanze decisamente ragguardevoli (abbiamo messo in opera 15.000 metri di fibra ottica e 8.000 metri di cavo Cat5, 25 coppie twisted oltre a 4.000 metri di cavo rete solo per collegare i vari dispositivi), è stato necessario creare un sistema di gestione, di smistamento e di controllo sofisticato e performante, composto da 24 postazioni definite tecnicamente “Nodi”.

La Patch Room era quello principale dal quale era possibile ricevere ed inviare qualsiasi segnale audio necessario, quindi si può considerare il fulcro del sistema.

I nodi erano così disposti: otto nelle ceste appese a 60 metri di altezza; otto nel substage ed i rimanenti nelle varie postazioni di controllo: Replay Room, F.o.h., Monitor, Broadcast e Comms. Avendo come obiettivo la massima affidabilità, la distribuzione audio è stata progettata ridondante, con l’utilizzo di tecnologie diverse, digitali ed analogiche.

Ogni segnale di input veniva collegato a un Radial O8X che splittava verso il trasporto digitale e quello analogico.

Il sistema di trasporto principale era basato su 24 nodi di Optocore e comprendeva preamplificatori, convertitori A/D accoppiati ad una rete per il controllo di tutti i device, compresi i Lake LM44 per in controllo del segnale fornito agli amplificatori in digitale e per il controllo degli stessi. Il sistema di trasporto secondario era basato su cablaggio analogico con preamplificazione XTA DS800, utilizzata a livello linea per garantire la qualità del segnale sulle lunghe distanze.

I due sistemi, digitale e analogico, svolgevano il medesimo servizio contemporaneamente ed arrivavano nella “Patch Room”. I segnali di Optocore attraverso dei convertitori MADI arrivavano direttamente alle console, mentre quelli analogici erano cablati su splitter Klark-Teknik 1248.

Questi ultimi distribuivano, a loro volta, tutti i segnali ricevuti alle varie console spare attraverso gli input dei nuovi DiGiCO SD Rack 192 kHz.

Così facendo avevamo la possibilità di monitorare l’intero impianto in ogni suo punto, compreso il controllo sugli U.P.S. della APC che proteggevano ciascuno dei nodi, contro eventuali disfunzioni nella fornitura elettrica principale.

Un simpatico aneddoto è nato quando ci siamo accorti di un assorbimento anomalo di corrente sul palco dell’orchestra: scattata l’allerta, i nostri tecnici si sono recati in loco ed hanno potuto scoprire che c’era... una stufetta collegata erroneamente da un musicista su una nostra presa di corrente!

Insomma la sicurezza prima di tutto!

Certo: infatti c’era un ulteriore cablaggio spare composto da un set di cavi analogici che, saltando tutto il sistema sopra descritto, collegava gli input vitali, ovvero lo Stage del protocollo (dove le autorità facevano i vari interventi), la Show Control Room (dove arrivava anche il segnale del microfono presidenziale) ed il Replay System (che forniva le basi musicali della cerimonia). Questi punti erano collegati direttamente agli Studi Mobili OBS, in modo che i segnali potessero in ogni caso essere mandati in mondovisione.

Ed oltre al sistema di sonorizzazione main cosa avete installato?

Abbiamo installato un sistema di paging per dare la possibilità alla show caller di fare le chiamate alle migliaia di performer impiegati nello show, posizionati in tutte le aree esterne all’F.o.P. (Field of Play): corridoi dello stadio, substage, hangar ed in alcune aree attrezzate esterne. Questo sistema era composto da 200 cabinet Audac ed RCF a 100 V, cablati sui “famigerati nodi”, oltre che localmente, così da permettere una chiamata locale in contemporanea alle istruzioni della show caller.

È stato necessario anche un sistema di monitoraggio, immagino!

Sì, certo. Per gli stage abbiamo utilizzato tutte le tipologie coassiali dei monitor L’Acoustics, dal 5XT del Presidente agli 8XT, 10XT, 12XT e 115XTHiQ, al seguito dei pianoforti apparsi in varie occasioni durante le cerimonie, ma anche per il DJ e per le suonatrici di Glass Harp.

Il campo di gioco (Field of Play) è stato sonorizzato con cabinet RCF 312.

La maggior parte dei performer era servita da un sistema di I.E.M. suddiviso in tre categorie:

                Level 1 (denominato H.L.T. High Level Talent), composto da 50 Sennheiser 2000;

                Level 2 per le performance di alto livello e alcune figure chiave, composto da 320 Sennheiser G3.

                Level 3, destinato alle grandi masse di performer o di figuranti, utilizzava Riedel.

Il Level 1 e 2 erano gestiti direttamente dalla nostra crew, il level 3 da Riedel, azienda che si è occupata anche del sistema intercom di tutto l’evento.

sochi Agorà

Ci sono state difficoltà logistiche ?

Arrivati alla fine di novembre 2013, abbiamo trovato un cantiere con la bellezza di oltre 2000 operai affannati a chiudere un’opera gigantesca nel poco tempo rimasto.

Per oltre un mese abbiamo condiviso questa situazione con oggettive difficoltà di polvere, freddo ed interazione di opere non molto compatibili tra loro.

Note di costume: la burocrazia per avere i visti è stata implacabile: abbiamo dovuto seguire l’iter standard di qualsiasi turista con l’obbligo di rientro in Italia al 90° giorno di lavoro, essendo così costretti ad interrompere più volte la presenza a Sochi; per non parlare della rigidità dei controlli per la sicurezza: tutti sappiamo quanto fosse particolare il momento politico della nazione ospitante.

L’alloggio: era ad Adler, diversi chilometri dal centro della città di Sochi, dove aveva sede il Parco Olimpico e non offriva particolari spunti ricreativi o extra-lavorativi.

Ed infine anche il cibo ha avuto la sua parte… La permanenza per diversi mesi in un contesto tanto diverso da quello italiano ha dato l’opportunità alla crew di seguire una bella dieta. Fortunatamente noi italiani ci adattiamo, riuscendo a trovare anche ad Adler una tipica “Pizzeria Capri” che non poteva mancare qui come in quasi ogni angolo remoto del mondo.

Insomma tanti fattori che hanno favorito una iniziale ansia, che però poi si è trasformata in una grande opportunità condivisa con un bel team internazionale composto da canadesi, inglesi, australiani, tedeschi, russi... quindi vario e molto stimolante.

Avete avuto rapporti con altre società italiane ?

Certo, abbiamo avuto la fortuna di condividere ben tre dei momenti di questo evento con Marco Balich. La BalichWS (Balich Worldwide Show) ha curato artisticamente la Cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e le Cerimonie di apertura e chiusura paralimpiche. Per noi è stata una grande nuova occasione di incontro avendo già condiviso con lui la nostra prima esperienza olimpica in occasione delle medesime Cerimonie di Torino 2006.

Quali sensazioni ed emozioni porti a casa?

Grande EMOZIONE e MEMORIA!

È stato un grandissimo evento e questa esperienza ci ha arricchito sotto l’aspetto professionale ed organizzativo. Un merito va alla grande serietà e professionalità dei ragazzi della squadra, in primis a Giulio Rovelli che ha seguito fin dall’inizio questa operazione con invidiabile abnegazione, a Daniele Tramontani che ha seguito tutto il P.A. System anche in fase di check in Italia e all’estero, dato che in gran parte era utilizzato il nuovissimo K2. Daniele, insieme a Giulio, ha anche fatto i sopralluoghi tecnici in Russia, i quali ci hanno permesso di non trovarci di fronte a strane sorpres; grazie alla sua esperienza, ha facilitato la soluzione delle problematiche che di volta in volta si presentavano nell’installazione. Un merito anche a Lorenzo Tommasini, che si è fatto carico di tutto ciò che ha riguardato il sistema di interconnessione, dalla Replay alla Patch Room al Broadcast, e ad Andrea Tesini che ha seguito tutto il sistema di radio frequenze. Nota di merito poi a tutti i tecnici della splendida squadra che hanno consentito un’installazione ed una gestione del materiale in tempi certi e senza intoppi, permettendo addirittura di recuperare le due settimane di ritardo causate dai lavori di costruzione dello stadio, raggiungendo un affiatamento invidiabile, sia tra loro che con le squadre delle altre società coinvolte.

Per sottolineare il carattere italiano, abbiamo organizzato uno spazio battezzato “Bar Roma,” diventato una vera e propria “international lounge”, dove si serviva vero caffè italiano, portato dentro come contrabbandieri, visto il blocco totale operato dalle autorità russe in merito all’ingresso di cibo nell’area olimpica.

I mesi di set-up e test nella sede de L’Aquila ci hanno permesso di arrivare preparati a questo appuntamento internazionale che ci ha dato una nuova opportunità di rendere visibile all’estero, e con un certo orgoglio, l’eccellenza di un’azienda italiana, eccellenza che ci è stata anche ampiamente riconosciuta da tutti.

Insomma, grazie a questo lavoro, all’esperienza maturata, ma soprattutto ai risultati raggiunti, Agorà può affrontare con più forza il mercato internazionale, progetto in cui Wolfango e Vittorio de Amicis investono da sempre insieme a tutta l’Agorà Crew.

Il video dell'evento

sochi 2014 Agorà Camporese 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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