Martin Serie ELP - Sagomatori a LED

La casa costruttrice di Aarhus propone per la prima volta una serie di sagomatori teatrali con lenti intercambiabili.

Martin Serie ELP - Sagomatori a LED

Nonostante sia uno dei più importanti brand nell’illuminotecnica per lo spettacolo, quando si parla dei tradizionali illuminatori statici per il teatro Martin – oggi parte del gruppo Harman – non sarebbe il primo tra i nomi che vengono in mente. La rivoluzione in corso delle sorgenti a diodo che cominciano a sostituire le incandescenze e le lampade a scarica, anche nelle applicazioni più critiche e specializzate, sembra aver spinto il costruttore danese a usare la forza della propria esperienza e del proprio successo con molti proiettori a LED per esplorare settori dove non era finora fortemente presente. 

Alla fine del 2019 è stata presentata la serie ELP, la prima dell’azienda nella categoria dei sagomatori teatrali, ancora detti “ellissoidali” (nonostante oggi, con la nuova prevalenza delle sorgenti a LED, i modelli che incorporano effettivamente riflettori ellissoidali siano molto rari).

Come sorgenti per questa serie di sagomatori, Martin propone due diverse soluzioni: il modulo RGBLA integrato nel corpo del modello ELP CL e il modulo a bianco caldo installato nel modello ELP WW.

La sorgente a colori

La prima è un modulo a colori con 91 LED Luxeon Rebel distribuiti tra cinque primari (19 rossi, 24 verdi, 12 blu, 24 lime e 12 ambra). Oltre alla capacità di sintesi di una vasta gamma di colori, questo modulo consente di generare luce bianca con una CCT variabile da 2000 K a 10.000 K. Come ormai è una caratteristica standard in proiettori di questo tipo di sorgente, l’array di LED può essere utilizzato in modalità High-Output o High-Quality, per adattarsi alle esigenze diverse tra flusso luminoso massimizzato o resa cromatica ottimizzata. Nella modalità high-output, ELP CL è in grado di emettere un massimo di 6900 lm a 5534 K, con CRI 82,5 e TLCI 85 (TM-30 fedeltà 84,6 e gamut1 111,7). Ad esempio un abbinamento ELP CL e ottica da 36° Martin della stessa serie si traduce in un illuminamento di 1209 lx su un campo ø3 m, a una distanza di 5 m.

In modalità high-quality, invece, ELP CL genera un flusso luminoso massimo di 5600 lm a 5949 K, con CRI 88,4 e TLCI 87 (TM-30 fedeltà 83,1 e gamut 107,8). Con la stessa ottica (campo ø3 m a 5 m), può erogare un illuminamento di 1021 lx.

La sorgente bianca

La seconda scelta di sorgente è il motore bianco caldo dell’ELP WW, progettato per una combinazione ottimale di resa cromatica e flusso luminoso. Con una temperatura colore intrinseca di 2933 K, questa sorgente è in grado di emettere un flusso massimo di 7000 lm. In termini di resa cromatica, il modello WW ha un CRI riportato di 97,2 e TLCI di 96. Con il metodo TM-30 i dati colorimetrici riportati sono una fedeltà di 93,3 e gamut 101,3. Rispetto a un teorico corpo nero, la sorgente esibisce una deviazione minima verso il magenta – ∆uv 0,003 – ma assolutamente all’interno delle più rigide tolleranze tanto da essere considerata impercettibile. Guardando in dettaglio la valutazione fotocolorimetrica nella documentazione di questa sorgente, si nota anche una resa molto fedele delle tonalità rosse e, in particolare, dei campioni CES14 (>99) e CES18 (>98), ovvero le due tonalità campione la media delle quali costituisce la valutazione Rf,skin di resa dell’incarnato.

Sempre con un’ottica standard Martin con divergenza nominale di 36°, ELP WW è in grado di erogare un illuminamento di 1176 lx a 5 m (campo ø3 m).

Per entrambe le sorgenti, la casa costruttrice dichiara una vita operativa di 30.000 ore (fino al decadimento del flusso luminoso dei LED a 70% del nominale).

Ottiche

Ad accompagnare i due tipi di sorgente, Martin propone una serie di ottiche fisse e zoom, con le più comuni divergenze standard che conosciamo: 19°, 26°, 36°, 50° fisse; 15°÷30° e 25°÷50° zoom. Secondo la stessa documentazione fotometrica,  l’abbinamento dei sagomatori ELP con le ottiche della stessa serie fornisce un campo con una curva d’intensità molto più uniforme di quello di un convenzionale sagomatore con riflettore ellissoidale e lampada a filamento, ma anche più omogeneo rispetto a gran parte dei prodotti con sorgenti a LED per la stessa applicazione. Questo è vero per tutte le ottiche a divergenza fissa: prendendo per esempio sempre lo standard di 36°, si ottengono, secondo la documentazione, un angolo di fascio (≥50% dell’intensità massima) di 33,9°, un angolo di campo (≥10%) di 35,6° e una ripida diminuzione fino a ≤3% a 35,9°. 

Le ottiche ad apertura fissa vengono installate sul proiettore nel modo consueto, inserendole nella “canna” che integra le lamelle sagomatrici; vengono poi fissate utilizzando dei pomelli filettati. Il pomello superiore è concentrico con una seconda manopola dotata di un pignone che si innesta con una cremagliera sulla canna. Allentando i pomelli di fissaggio, questo sistema consente un movimento controllato per la messa a fuoco fine. Una volta effettuata, si possono stringere del tutto i pomelli di bloccaggio per mantenere il fuoco in modo preciso. Martin ha previsto un sistema di correzione cromatica che riduce la presenza degli aloni blu e marroni ai bordi del campo proiettato dalle lenti della serie ELP. 

Siccome la Serie ELP è proposta principalmente come una soluzione per l’aggiornamento di un parco luci convenzionale, con i vantaggi di efficienza inerenti le sorgenti a LED, la casa costruttrice ha progettato il modulo centrale per essere compatibile con le ottiche di costruzione simile anche di altri marchi. 

Le due ottiche zoom utilizzano sistemi a sei lenti e dispongono di manopole indicizzate per lo zoom e per la messa a fuoco che consentono movimenti fluidi e incorporano sistemi di bloccaggio. Sempre nel modo familiare, le ottiche zoom incorporano direttamente le lame sagomatrici e vengono montate direttamente sul modulo sorgente, sostituendo la “canna” che accetta le ottiche fisse. 

Configurazione e controllo

Il pannello posteriore di entrambi i modelli è semplice e ospita un display OLED con quattro tasti per la navigazione dei menu di configurazione e controllo. Un pannello angolato separato integra i connettori XLR5F ed XLR5M per i dati e PowerCon True1 in e out per l’alimentazione, oltre al fusibile principale. 

Tramite l’interfaccia locale oppure tramite RDM, c’è la possibilità di configurare il proiettore, la modalità e l’indirizzo DMX, oltre a scegliere tra le quattro curve di dimming. Dal pannello, invece, sono accessibili altri parametri funzionali: la modalità di ventilazione per favorire un raffreddamento spinto oppure silenzioso; l’impostazione della frequenza del driver PWM dei LED da 600 Hz a 2400 Hz per poter evitare sfarfallio nelle riprese video; infine, l’impostazione dell’intensità massima per coordinare il dimming tra diversi proiettori, tra le altre configurazioni di servizio. Il modello ELP CL aggiunge altre funzioni, per esempio l’impostazione della temperatura colore di base, l’emulazione dello spostamento verso la tonalità ambra con il calo d’intensità tipico della lampada al tungsteno, la calibrazione dei colori individuali e l’impostazione della modalità tra High-Output e High-Quality. 

Entrambi i modelli dispongono di controllo completo in manuale – quattro parametri nel caso del modello WW e dieci nel caso del CL – direttamente dal pannello di controllo, configurabile in modalità master o slave (oggi designate con i termini più politicamente corretti Host e Client). Il modello con sorgente a colori include anche una sequenza programmabile fino a 20 scene per la riproduzione autonoma. 

Un piccolo ma importante accorgimento da parte del costruttore per quanto riguarda le esigenze sul campo è l’inclusione della funzione Fast Focus in entrambi i modelli ELP. Questa funzione consente all’operatore di effettuare il puntamento e la messa a fuoco del proiettore quando non c’è nessuno che operi alla console, senza dover navigare in profondità nel menu di controllo locale e addirittura senza necessariamente riuscire a vedere il display. Semplicemente tenendo premuto il tasto ENTER per cinque secondi, il proiettore si attiva alla massima intensità per 60 secondi per consentire la regolazione del puntamento e della messa a fuoco. Dopo un minuto, il proiettore torna al funzionamento normale.

DMX

ELP WW offre una scelta fra tre modalità DMX: un singolo canale con solo dimmer; due canali con controllo a 8 bit del dimmer e la regolazione della velocità di dimming; oppure quattro canali con dimming a 16 bit, funzioni shutter e regolazione della velocità di dimming. Lo shutter virtuale prevede effetti stroboscopici fino a 12 flash al secondo, effetti di pulsazione a velocità variabile e lampeggiamenti random. 

Anche ELP CL dispone di tre modalità DMX tra cui scegliere: un canale con solo dimmer; dieci parametri a 8 bit con dimmer, velocità di dimming, shutter, regolazione della temperatura colore, controllo individuale dei colori primari RGBLA, un canale con una ruota colore virtuale per la rapida scelta tra 20 colori coordinati con filtri standard LEE e sei temperature di bianco; per ultima la modalità extended con 17 canali, che aggiunge ai precedenti i canali raddoppiati per il controllo a 16 bit del dimmer, della temperatura colore e di ognuno dei colori primari RGBLA. 

Costruzione e accessori

I proiettori ELP beneficiano di una configurazione fisica comprovata e abbastanza standard. Gli alloggiamenti della sorgente e dei moduli sono realizzati in pressofusione d’alluminio e tutti gli elementi fisici si trovano in posizioni familiari e con funzionamenti consueti. La forcella si attacca al modulo della sorgente molto vicina al baricentro del proiettore assemblato, per facilitare e per meglio mantenere il puntamento. I pomelli per stringere la forcella sono anche posizionati in modo da non interferire con l’utilizzo delle lame sagomatrici. 

La canna anteriore che riceve i tubi delle ottiche è dotata delle consuete quattro lame sagomatrici, ognuna liberamente inclinabile e in grado di otturare un po’ più del 50% del fascio. Immediatamente a valle di queste si trova una fessura che può ricevere accessori a slitta, come iris, portagobo (di tipo “A” o “B”) o anche un rotatore per gobo. Quando non viene utilizzato oppure quando ospita un semplice portagobo, una botola scorrevole e bloccabile a vite copre la fessura per prevenire la fuoriuscita di luce, oltre a bloccare il portagobo al suo posto. Allo stesso modo, le ottiche Martin dispongono di attacchi frontali standard per portagelatine, filtri di diffusione, top-hat ecc. compatibili con sistemi simili prodotti da terzi. 

Versioni per ogni applicazione

ELP WW ed ELP CL sono progettati con un grado di protezione IP20 per l’utilizzo in teatro, nello studio televisivo, per esibizioni ecc. Invece, per applicazioni all’esterno o in condizioni non del tutto asciutte, come installazioni temporanee in esterno, in parchi di divertimento o simili, Martin propone versioni di entrambi modelli con grado di protezione IP65, cioè con involucro totalmente protetto contro la polvere e contro i getti d’acqua. Questi modelli, ELP WW IP ed ELP CL IP offrono prestazioni pressoché identiche alle versioni indoor, con l’unica notevole differenza del peso – 11 kg le versioni IP65 contro 7,7 kg le versioni IP20 – dovuta alla protezioni ermetiche necessarie. 

Tutti i modelli, compresi i tubi con le ottiche e le ottiche zoom, sono disponibili di serie con finiture nere per applicazioni tradizionali dove la minima visibilità è considerata, oppure con finiture bianche per coordinarli, per esempio, con ambienti museali.

L’assorbimento elettrico massimo è di appena 269 W (a 230 V AC) per ottenere approssimativamente l’equivalente resa luminosa di un ellissoidale con lampada da 575 W, oltre alla vita operativa nominale della sorgente di 30.000 ore – anziché le 1500 ore della lampada – sono solo i primi apparenti vantaggi dei proiettori a LED quando è ora di aggiornare il parco luci. Sempre guardando gli aspetti economici, l’emissione di energia al di fuori dello spettro visibile delle sorgenti LED – che si traduce in calore spurio – è drasticamente ridotta rispetto alle lampade. Questa caratteristica prolunga la vita di consumabili come filtri, gelatine e gobo, e ha un impatto significativo sulla sollecitazione di sistemi di condizionamento d’aria. Si aggiunge a questi aspetti anche l’elevata efficienza di un sistema di sintesi additiva nella generazione di luce colorata – togliendo del tutto la necessità di gelatine – quando si sceglie una sorgente a colori… per non parlare della liberazione di spazio fisico e mentale precedentemente dedicata a cabine di dimmer. Con la Serie ELP, Martin combina tutti questi vantaggi in un sistema compatibile con ottiche e accessori che una venue o un service potrebbe già avere in inventario.

note:

1. L’indice Gamut, abbreviato Rg, indica il cambiamento di saturazione dei colori calcolato usando gli stessi campioni di valutazione del colore (CES) e il medesimo metodo di calcolo dell’indice di fedeltà (Rf). Un valore Rg di 100 indica che, mediamente, la sorgente in esame non cambia la saturazione dei 99 CES rispetto alla sorgente luminosa di riferimento. Un valore Rg inferiore a 100 indica che, in media, la sorgente in esame rende i colori meno saturi rispetto alla sorgente di riferimento, e un valore Rg superiore a 100 indica che, in media, la sorgente in esame rende i colori più saturi rispetto alla sorgente di riferimento.

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