Stefano Copelli - Produzione

L’artista festeggia trent’anni sulle scene con una squadra tecnica ormai più che rodata.

Stefano Copelli - Produzione
Stefano Copelli, Lisa Bottai e Fabio Michelotti.

Siamo ritornati a vedere Max a fine marzo, a Bologna. Abbiamo trovato un palasport pienissimo e un artista che sta vivendo una nuova giovinezza. Andiamo dunque a vedere cos’è successo dietro le quinte di questa produzione targata Vivo Concerti e coordinata sul campo da LemonandPepper.

Stefano, ultimamente incontro spesso voi di Lemonandpepper, e ho notato che oltre alla produzione vi occupate sempre più di show design. Volete monopolizzare il mercato?

Assolutamente no, noi ci occupiamo di produzione e di spettacoli, come sempre. Lo facciamo da diversi anni, ed è naturale che nel nostro cammino qualcosa di creativo ci rimanga appiccicato. Devo poi chiarire che nel nostro gruppo il vero creativo è Giorgio Ioan, mentre noi a volte ci limitiamo a dare dei pareri: anche il disegno di questo palco è nato in modo naturale, visto il nostro rapporto di lunga data con Sergio Pappalettera, Art Director dello spettacolo. Già dai primi contatti è venuto naturale buttare giù delle idee e dare forma, pian piano, a questo palco.

Si tratta comunque di un set abbastanza semplice, dato che il grosso del lavoro viene fatto dai contributi video, curati da Sergio con il supporto di Sugo, e dal disegno luci creato da Blearred. In particolare, nei contributi è stato dedicato molto tempo agli effetti speciali, dei quali vale la pena citarne almeno uno: durante la storica canzone “Gli anni” degli 883, dopo aver fatto una ricerca delle foto di Max da bambino e da giovane, abbiamo creato una serie di immagini, dove sembra che il soggetto canti in sincrono con le parole. Ecco, queste sono cose che al pubblico piacciono tantissimo. 

Secondo te c’è la tendenza a creare delle famiglie di lavoro, in cui si ritrova sempre la stessa agenzia, gli stessi direttori di produzione, gli stessi creativi e gli stessi fornitori?

Questo è abbastanza naturale, ma non perché si voglia fare cartello: quando si lavora bene e c’è sintonia tra le persone, è abbastanza naturale cercare di lavorare sempre con loro. È anche un discorso d’intesa: con le solite persone, basta una parola e ci si capisce al volo. E ancora, se oggi io faccio un favore a te, domani me lo restituisci. Se parliamo poi di fornitori, Agorà è ormai un’istituzione per audio e luci, STS per il video, Italstage per i palchi e i generatori. Sono aziende strutturate e affidabili, che possono soddisfare qualunque richiesta. Poi non lavoriamo solo con loro, ma abbiamo rapporti anche con tante altre strutture: per esempio stiamo lavorando con MisterX, con i fratelli Mastrangeli, ecc… insomma, lavoriamo con tutti, senza rivalità o inimicizie.

Come siete organizzati per questa produzione?

Come Lemonandpepper siamo in tre: io, Lisa Bottai e Fabio Michelotti. Poi ci sono quasi cinquanta persone, contando tutto il gruppo di Vivo, le squadre dei fornitori e dei tecnici, eccetera. Dato che si tratta di una produzione piuttosto importante, giriamo con 9 bilici.