Tiziano Ferro – Il Mestiere Della Vita - Tour 2017

Dopo lo splendido tour del 2015, Tiziano è tornato negli stadi con una produzione, come prevedibile, di altissimo livello.

di Giancarlo Messina

Non a caso è, al momento, l’unico artista ad essersi aggiudicato per due volte il “Best Show”, il premio che la nostra rivista attribuisce alla migliore produzione italiana. Perché Tiziano ai suoi concerti tiene in maniera assoluta, sempre alla ricerca di una soluzione capace di meravigliare e abbacinare il suo pubblico; anche per questo, crediamo, è uno degli artisti cresciuti nella maniera più vertiginosa quanto solida negli ultimi anni: queste ultime tredici date attraverso tutta la Penisola, più la Sicilia, hanno radunato ben 460.000 spettatori. Davvero non male.

Fra questi c’eravamo anche noi: abbiamo infatti visto lo show ben due volte, poiché la serata di Bologna, caratterizzata da un forte vento, non era stata certo la migliore per capire lo spettacolo, visto che alcune movimentazioni non si erano potute utilizzare per motivi di sicurezza; è andata meglio a Firenze, ultima data della tournée, addirittura con effetti e fuochi d’artificio “extra”.

Lasciando che siano gli addetti ai lavori a raccontarvi i dettagli tecnici, è nostro compito dare un’impressione di massima sul concerto. Lo facciamo con una sola parola: pazzesco. È infatti incredibile il lavoro pensato dai quei geni un po’ folli di Giò Forma e realizzato dagli specialisti di Live Nation, i quali sono riusciti a portare, e far funzionare, in un tour all’aperto, meccanismi delicatissimi e inusuali, primo fra tutti l’uso di tonnellate d’acqua sopra un palco pieno di tecnologie! 

Incredibile poi anche il lavoro sul video-show svolto da Romain Sabella, di maniacale precisione, come quello della crew di Agorà che ha customizzato dolly e luci per rendere tutto più agevole. E cosa dire del lavoro al FoH di Marco Monforte? Grazie al perfetto disegno di Orlando Ghini ed alla sua bravura da fuoriclasse, Marco è riuscito a rendere quasi facile una cosa difficilissima: conservare la naturalezza e la suggestione della voce di Tiziano anche con il microfono dell’artista costantemente davanti al PA per tutto il concerto! “Come correre a 200 km/h sulla lama di un rasoio”, per usare le sue stesse parole; e forse solo chi fa questo mestiere può capire di cosa stiamo parlando. Ovviamente all’aperto c’è sempre l’incognita “vento” che può sopraggiungere a deturpare il lavoro del fonico, ma il plug-in “no-wind” non lo hanno ancora inventato. A Bologna Marco si è dovuto superare per conservare un buon audio, finalmente splendido in quel di Firenze.

Nonostante gli effetti speciali pazzeschi, dall’apertura alla chiusura, e una superficie video di circa 1.000 m2, le luci di Giovanni Pinna, incredibile a dirsi, si vedono alla grande e riescono armoniosamente a conquistare la loro parte di show.

Chi scrive, a dire il vero, non ama troppo i video-show, ma questo va davvero oltre, con una continua compenetrazione fra il virtuale e il reale che impressiona, così come è evidente ad occhi esperti l’assoluta precisione della regia video: le riprese live non svolgono la semplice funzione di i-mag, ma diventano, in simbiosi con le ricercatissime grafiche, lo show stesso. 

Uno show di grande impatto emozionale, quindi, in cui nulla è fine a se stesso o lasciato al caso, cioè quello che la produzione e l’artista si proponevano.

Volendo cercare il pelo nell’uovo, ci sarebbe piaciuto un po’ di spazio in più per la band, una grande band che sarebbe stato bello valorizzare maggiormente, magari sacrificando qualcuno dei numerosi primissimi piani dell’artista. Ma qui entriamo nel campo delle scelte artistiche, sempre molto opinabili: d’altra parte è anche vero che i moderni concerti pop di taglio internazionale percorrono ormai questa strada “artistocentrica”.

È comunque certo che l’obiettivo di entusiasmare e sedurre il pubblico, di meravigliarlo ed emozionarlo è stato pienamente centrato... anche quest’anno! 

Claudio Santucci - Giò Forma – Show designer

“Il nostro mestiere – ci dice Claudio – è come quello del sarto: proponiamo qualcosa in cui l’artista deve trovarsi a proprio agio, perché deve rappresentare il suo mondo artistico.

“Con Tiziano abbiamo un’ottima sintonia, da molti anni, ci conosciamo e sappiamo arrivare insieme alle soluzioni più gratificanti per tutti.

“In seguito al successo del tour di due anni fa – racconta Claudio – abbiamo voluto fare una cosa molto diversa: dopo tante idee, vagliate anche con Live Nation per diversi mesi, siamo arrivati a questa soluzione che è piaciuta a tutti, perché è sorprendente, proprio come il nuovo disco di Tiziano. Lo stage infatti sconvolge la scatola scenica tradizionale, perché il palco è praticamente posto al contrario, con la passerella che diventa il palco vero e proprio, e con Tiziano immerso fra il pubblico. 

“Poi abbiamo anche studiato lo sviluppo dello show, individuando l’acqua come filo conduttore: elemento che rinfresca, purifica, rinnova, dà vita... ma soprattutto dal quale nei concerti si cerca solitamente di stare quanto più lontano possibile! Invece noi l’abbiamo portato sul palco! Questo in un tour italiano non si era mai visto: il concerto infatti inizia con l’acqua e finisce con l’acqua, e ti assicuro che non è stato facile far passare questa idea con gli addetti ai lavori! Anche se Tiziano, come Roberto De Luca e Antonella Lodi di Live Nation, si è presto convinto.

“In alcune produzioni come questa – continua Claudio – cerco anche di coordinare il team creativo: ero stato molto colpito dal video del tour di Beyonce, centrato sull’artista e abbinato alle grafiche. Questo indirizzo è stato realizzato in maniera fantastica da Romain: tutto lo show è stato scritto momento per momento, inquadratura per inquadratura, tutti i movimenti, tutte le grafiche in perfetta simbiosi con le riprese live, tutto in timecode, tutto programmato al secondo, perfino i movimenti sul palco di Tiziano che ha collaborato con grande professionalità, guardando anche dentro la telecamera giusta in alcuni precisi momenti.

“Se in un film l’elemento più importante è dato dalle immagini, la colonna sonora è importantissima per le emozioni del pubblico; ribaltando il concetto, in un concerto l’elemento più importante è la musica, ma l’accompagnamento visivo è altrettanto importante per aggiungere emozioni.

“Questo era uno show molto visionario – conclude Claudio – e difficile da realizzare. Devo davvero ringraziare tutta Live Nation e tutto il team per averci dato fiducia ed essere riusciti a fare perfettamente un lavoro fuori dall’ordinario”.

Andrea Staleni - Production manager

“La mia presenza è puramente personale – spiega Andrea – nel senso che non ci sono altri professionisti della mia azienda, Soup2Nuts, ma sono stato richiesto su questo tour direttamente dal produttore, Roberto De Luca, dopo il buon esito del tour del 2015.

“Lo show nasce dalla collaborazione di diverse persone, potremmo dire ‘a otto mani’. La produzione è ovviamente Live Nation, con Antonella Lodi in veste di tour director e Alberto Muller come production director; il set design è di Giò Forma, specie nella persona di Claudio Santucci, ma anche Clonwerk ha contribuito molto al risultato finale, con i contenuti video di Romain Sabella che è il video director.

“Rispetto al tour precedente – continua Andrea – accadono forse meno cose sul palco, ma molto più eclatanti. Le movimentazioni, come l’hardware dei video-LED, sono a cura di PRG, mentre le telecamere sono di una società americana poco nota in Italia, VER, che ha sedi in tutto il mondo e lavora ai più alti livelli.

“La movimentazione più particolare è quella del tetto, che usa ben 18 motori Kinesys e pesa 14,5 tonnellate, con un sistema di pre-rig ideato da PRG. Il tetto, piuttosto pesante, si muove in tutte le direzioni, tranne che avanti e indietro, ed usa un sistema di sicurezza particolare che ne frena e ammortizza i movimenti.

 “Sopra il tetto – dice Andrea – c’è un piano di calpestio che lo trasforma in una sorta di passerella verso il palco, portando l’artista nella sua postazione all’inizio dello show.

“Una truss porta un sistema ad acqua, detto Aquavision; infatti sotto il palco c’è una vasca da 10 tonnellate d’acqua che noi trattiamo e rendiamo potabile. Non è un effetto di per sé nuovo, ma in Italia non si era mai vista una cascata di vera acqua sul palco: lo realizza un’azienda francese, Aquatique, che lavora soprattutto per i grandissimi eventi. Una delle curiosità divertenti legate a questo è che quando Tiziano è finito sotto la cascatella di acqua (fredda) per la prima volta... beh... non è stato molto felice, e ha rischiato di ammalarsi! Così l’abbiamo dovuta riscaldare, portando la cascatella a 38 °C.

“C’è anche un altro sistema di acqua – continua Andrea – AquaFog, che nebulizza acqua a 130-140 bar, per il quale serve una fornitura di acqua potabile, perché finisce inalata dal pubblico; anche lì occorre un vaso di espansione per assicurare la pressione necessaria; l’effetto crea una nuvola d’acqua molto suggestiva su cui proiettiamo anche con i laser ed i video.

“Non mancano dei pyros di fuochi freddi Sparkular sul perimetro del tetto, che comunque richiedono il permesso della Prefettura e della Questura.

“L’idea dello show è quella di mischiare il reale col virtuale: l’acqua in video diventa vera acqua, stessa cosa con il fuoco.

“Con Alberto Muller ci siamo divisi il lavoro in modo un po’ particolare, per i vari impegni che avevamo in altre produzioni; lui è ovviamente il direttore di produzione, una persona interna a Live Nation, quindi ha avuto l’ultima parola su alcune scelte e decisioni, mentre io sono quello che poi porta fisicamente in giro il tour come production manager.

“La presenza degli schermi video è massiccia: quelli laterali da 18 mm misurano 18 m × 9 m; quello centrale da 7 mm misura invece 13,2 m × 8 m: è movimentato e si apre al centro. Il ceiling misura 20 m × 8 m, ed anche a terra c’è un pavimento LED da 18 m × 7,2 m. Abbiamo circa 1000 m2 di LED, tanto che PRG è presente con 13 tecnici e, in totale, sul palco lavorano circa 100 persone.

Tony Soddu nello scorso tour era lo showcaller, ma purtroppo questo giro non è potuto essere dei nostri, così c’è Sem Cigna che però è più uno stage manager; infatti le chiamate sono registrate su una traccia audio di ProTools.

“Sono presenti anche i laser di ER Productions – aggiunge Andrea – con la propria tecnologia: in un cerchio di quattro metri di diametro, montato su una truss QX30, c’è il Cyclone, composto da una sessantina di beam che ruotano facendo vari effetti molto suggestivi.

“Il tour sta andando benissimo: oggi a Bologna abbiamo venduto 40.000 biglietti, dopo tre concerti a San Siro sold-out. I fan ormai si aspettano da Tiziano un grande show, e anche questa volta non rimangono certo delusi.

“Il lighting design è di Giovanni Pinna – conclude Andrea – mentre l’operatore è Marco “Made” D  Nardi. L’audio è curato da Marco Monforte in FoH e Stevan Martinovic sul palco: il progetto del PA è di Orlando Ghini che è riuscito a mettere il fonico nella condizione di lavorare con l’artista sempre davanti al main. Le regie audio e luci sono separate per lasciare libera la visione centrale, ma questa ormai non è una novità ed i tecnici sanno che devono sempre più spesso abituarsi a queste situazioni”.

Giovanni Pinna - Lighting designer

“Lo spettacolo – ci dice Giovanni – è un vero e proprio video-show. Siamo arrivati mesi prima con una preparazione elevatissima a livello di costruzioni video, ma anche con una grande iterazione fra i vari reparti, perché con Clonwerk e Romain Sabella si lavora davvero bene, si parla molto e si condivide tutto. C’è ovviamente da ‘combattere’ con la luminosità degli schermi video, ma ho avuto la massima collaborazione: infatti le luci si vedono bene, gli effetti hanno la loro presenza, anche per merito di Santucci e Romain, perché quando ho chiesto di diminuire la luminosità in alcuni punti dal d3 hanno compreso molto bene la situazione.

“È un lavoro di mesi – continua Giovanni – c’è una regia molto ben orchestrata e coordinata, anche se abbiamo avuto solo tre notti per montare lo show: devo ammettere che Wysiwyg, che di solito io non amo, questa volta ci ha aiutati tantissimo.

“In qualche modo – conclude Giovanni – questo lavoro è più complicato di quello che ho svolto in contemporanea per Modena Park, non solo perché questo è un tour e bisogna tener conto di tutte le problematiche relative mentre quello è uno spettacolo unico, ma soprattutto perché le cose che succedono sul palco sono molto complesse, dall’acqua alle movimentazioni. Una menzione speciale va fatta a Daniele Francescone che è stato incredibile nell’organizzare l’aspetto logistico, a partire dai dolly”.

Marco “Made” De Nardi - Lighting operator

“Il lighting designer, Giovanni Pinna – dice Marco – essendo impegnato per il concertone di Vasco, mi ha chiesto di seguire questo tour.

“Abbiamo tanto materiale LED – spiega Marco – poi gli immancabili Sharpy, alcuni dentro i globi per ripararli dalla pioggia ma anche dall’acqua che scorre sul palco. Poi molti VL4000 Spot e BeamWash. Mancano i blinder, infatti usiamo le Q7 SGM per l’illuminazione del pubblico, con le quali possiamo anche cambiare colore e soprattutto sono stagne, così creano meno problemi in caso di pioggia, come accaduto a Lignano. Abbiamo lavorato molto su Wysiwyg e, con stupore, nella realtà il disegno reale era quasi perfetto. 

“Ho deciso di mettere tutto sotto timecode – dice Marco – lasciando solo qualche intervento manuale; abbiamo oltre 400 punti luce, ma la parte principale dello show è affidata al video, per cui noi abbiamo seguito la cornice dei video; abbiamo anche una serie di laser, gestita in parte da console luci e in parte dagli inglesi, e per dare evidenza al laser in alcuni momenti spegniamo i video.

“Il materiale è tutto di Agorà. Io uso una grandMA2, con un’altra di spare; i tecnici di Agorà sono molto bravi e hanno installato tutte le reti: questa volta io non mi sono preoccupato di niente se non del programma alla console.

 “Abbiamo anche quattro seguipersona – spiega Marco – due sulle torri delay e due sul tetto, pilotati da quattro rigger molto bravi e professionali.

 “Le sequenze partono da Carlo Miori che manda il TC a tutti e pure delle chiamate audio per lo show.

“Fra le difficoltà principali – dice Marco – c’è l’illuminazione dell’acqua, che ha riflessi strani, alla fine abbiamo usato delle luci spot da terra molto in controluce che fanno capire che si tratta di acqua vera!”

 Marco Monforte - Sound engineer

 “Ormai – ci dice Marco – lavorare con l’artista davanti al PA è sempre più frequente, ma in questo caso avviene per tutta la durata del concerto, ed è l’aspetto più problematico del lavoro del fonico. I cluster L&R, inoltre, sono così distanti che abbiamo dovuto mettere un piccolo cluster centrale per coprire la zona sulla quale non abbiamo potuto puntare i cluster laterali.

“Abbiamo i K1SB appesi come complemento dei sub a terra: il progetto audio è di Orlando Ghini, con Remo Scafati che mi ha seguito fin dalle prove.

“Ho scelto la console DiGiCo SD7 – continua Marco – per la sua superficie di controllo che mi permette di spalmare comodamente tutto quello che mi serve, e anche perché è la macchina che conosco meglio e sulla quale ho lavorato di più.

“I musicisti sono molto bravi: abbiamo in sequenza solo quattro famiglie stereo, con archi e qualche loop che ovviamente non erano riproducibili dal vivo. Le sequenze sono state fatte da Luca Scarpa e dal suo collaboratore Carlo Miori, il quale le segue dal vivo da dietro il palco. 

“Per Tiziano abbiamo scelto un microfono dinamico, Sennheiser e 935, per poterci muovere con maggior disinvoltura sulla passerella, mantenendo sempre a fuoco la sua voce, cosa piuttosto difficile con il PA dietro. Bisogna sempre trovare l’equilibrio giusto fra la voce ed il pubblico che canta, senza mai dimenticare la band ed evitando di trasformare il concerto in un comizio. Il pubblico canta a 97 dB e va sovrastato dalla voce, ma tenendo conto di tutto il program musicale e non della sola voce.

“Il mixaggio è pop – dice Marco – quindi piuttosto complicato, con diversi stili e varie ambientazioni, con la voce che deve sempre dominare, ma alla fine si tratta di scelte artistiche, che vanno concordate con l’artista ed il direttore musicale, Luca Scarpa. È chiaro che poi quando il pubblico canta a squarciagola non posso tenere il volume di Tiziano proprio come concordato, altrimenti il pubblico non sentirebbe proprio niente... bisogna seguire l’emozione del pubblico che vuole immedesimarsi con le canzoni.

“C’è anche un set acustico in cui il volume diminuisce, lasciandomi poi la possibilità di avere qualche dB in più nei pezzi più tirati.

“La vera sfida – precisa Marco – è ottenere una voce piena ed armoniosa anche con l’artista davanti al PA. Anche stavolta ho il mio ‘sistema antipanico’: una macro fa passare il segnale della voce da un EQ grafico, così da poter intervenire velocemente sulle frequenze che danno fastidio e che ho individuato durante le prove (1,6 kHz; 3,15 kHz; 6,3 kHz; ndr.); se dovesse servire posso così, attivando un solo tasto, filtrare la voce.

“Tiziano d’altra parte è molto bravo, ha tanta emissione e canta benissimo, vicino al microfono, ed anche Stevan non gli dà in IEM troppa voce, evitando che si allontani dal microfono.

“Ho un pacchetto Waves completo di plug-in con due SoundGrid; la voce è preamplificata sul palco dai pre DiGiCo, poi utilizzo due outboard, prima un De-Esser SPL poi un Midas XL42; la voce così lavorata attraversa il canale, con tutti gli effetti ed un EQ dinamico, e prima di andare al master entra in un gruppo, che poi va al master, su cui c’è un Waves MaxxBCL, un compressore molto veloce che la impacchetta ulteriormente, perché deve essere corposa e con la parte alta molto intellegibile; ovviamente, in questa catena, più segnale mando al BCL più comprimo la voce; così ho la possibilità di lavorare su un suono molto compresso o più libero, secondo quello che il mix richiede in quel momento.

“I riverberi esterni – aggiunge Marco – sono il Lexicon 960 e l’Eventide H3000 su rullante e tom: la hall del 960 rimane sempre la migliore.

“Uso il MaxxBCL anche per il basso e il basso-moog, perché voglio un suono molto prorompente, soprattutto quello proveniente dalla parte alta del PA. Poi ho un reverbero Klark-Teknik che uso sul rullante in alcuni pezzi dance più tirati.

“Ho un altro Midas XL42 su cassa e rullante e poi un SPL Transient Designer per regolare attacco e sustain sugli elementi della batteria, per avere quindi più coda o più attacco.

“Questo è materiale analogico – precisa Marco – quindi ogni piccola modifica rimane impostata per tutto il concerto; poi, per variare i suoni, ad esempio dei rullanti, il segnale segue dei percorsi diversi all’interno della console, cosa piuttosto complessa.

“Durante il concerto la mia attenzione è ovviamente soprattutto sulla voce, perché non posso impacchettarla e piazzarla nel mix, come si fa spesso, soprattutto perché in questo caso mi porterei dentro anche il PA che rientra dal microfono, con risultati disastrosi. È quindi un lavoro che faccio a mano, giocando col compressore, come ti ho spiegato prima. Il resto della band è sulla mia mano sinistra, con i VCA che mi seguono le modifiche di brano in brano: se Tiziano è a fuoco perfettamente posso lavorare di fino anche sulla band. Non posso certo tagliare la voce per non farla fischiare! La voce ed il suo timbro devono restare intatti, anche in una situazione così difficile. È una cosa obiettivamente impegnativa e anche un po’ rischiosa, ma in questo consiste il mio lavoro: correre a 200 km/h su una lama di rasoio.

“Mando al PA manager due master – dice Marco – uno con la band ed uno con la voce; se lui mette a zero ha il mio mixaggio. Ma se sentiamo qualcosa di particolare, possiamo equalizzare la band separatamente, senza toccare l’equalizzazione dell’intero impianto, cosa molto rischiosa.

“Uso i near monitor in PFL – conclude Marco – per focalizzare un suono o uno strumento in particolare, per poi ritrovarlo nel mix, ma mai durante il concerto”.

Stevan Martinovic - Monitor engineer

“Sul palco ho una console SSL500 – dice Stevan – mentre in FoH c’è DiGiCo, quindi abbiamo dovuto creare un sistema ibrido. Il segnale microfonico entra negli splitter SSL dislocati in due punti sul palco, e via MADI arriva qui in regia. L’uscita degli SSL, uno a uno, va poi negli splitter DiGiCo, così io e Marco gestiamo le nostre pre-amplificazioni come meglio ci pare.

“Abbiamo pochi radiomicrofoni, ma molti IEM, tranne il batterista e Luca Scarpa che usano dei mixerini.

“Ci sono anche dei monitor – continua Stevan – ma solo per far sentire le chiamate dello ‘show caller’, registrate su sequenza, ai vari tecnici sparsi per il palco. Lo spettacolo infatti è tutto molto programmato. Nella postazione Pro Tools abbiamo due portatili con due Apollo e due switch Radial SW8, spare compresi, in totale 16 canali di sequenze, compresi i servizi e la traccia SMPTE che poi viene smistata alle varie regie agganciate.

“Abbiamo 11 canali solo di talkback, perché quasi nessuno vede gli altri, ed anche i musicisti li usano per comunicare”.

Remo Scafati – PA engineer

“Il progetto è di Orlando Ghini – ci dice Remo – ed è caratterizzato dai cluster molto larghi, posti a circa 44 metri tra loro, così al centro abbiamo dovuto mettere un sistemino di nove KARA sulla passerella e alcuni front-fill. 

“Il main – spiega Remo – è composto da cluster con 14 K1 in alto e 6 K2 come down-fill, con trombe interne chiuse per non andare sulla passerella; a fianco ci sono 16 K1SB sospesi, estensione fino a 35 Hz per il sistema principale, per dare quella sensazione di botta potente, anche perché il suono arriva diretto e non coperto dalla gente. Anche i side hanno la stessa configurazione dei main. Poi abbiamo i sub poggiati a terra: per motivi logistici abbiamo fatto due per nove gruppi da tre SB28 ciascuno, in configurazione cardioide, con quella di sotto girata; in tutto 54 sub più altri quattro sub SB28 al centro della passerella. Questi sub a terra sono tagliati intorno ai 60 Hz come quelli sospesi, per avere maggior coerenza di fase.

“Non mando mai la voce nei sub, e questo la pulisce molto; il fatto di avere i master separati voce/band mi consente di fare degli interventi mirati molto precisi, ma anche di aumentare la voce nei front fill o nei side fill senza toccare il resto. Infatti il Galileo ha sei ingressi e 16 uscite: quattro ingressi sono dedicati ai due stereo che mi dà Marco e gli altri due canali a uno spare di estrema emergenza che proviene dalla console di palco. In uscita uso 13 canali più quelli per i delay. Il segnale che alimenta il cluster main è uno, poi il software di gestione di L-Acoustics divide il cluster in più sezioni, per fare correzioni ad hoc: ad esempio uso dei filtri FIR sui down-fill di K2 per togliere la parte asprissima, perché si tratta di preset long-throw e a tre o quattro metri ci sono i 16 kHz altissimi... e visto che il cantante va proprio lì sotto col microfono aperto... Oppure le casse in alto hanno delle correzioni pronte per compensare le situazioni atmosferiche della serata: temperatura, umidità... etc. L’impianto, come impostazione standard, è ritardato: 13,5 ms sul main; 7,5 ms sul side e sui K1SB, coi sub a zero (ovviamente poi dipende dove sono stati posizionati i sub).

“Stasera c’è un bel vento – conclude Remo – ma a questo non c’è rimedio, purtroppo”.

Sandro Bruni – Video engineer

“Sono emigrato a Londra nel 1987 – racconta Sandro – e da tempo lavoro per VER, azienda che fornisce qui le telecamere e la regia, nonché il d3, il mediaserver che permette di mandare le immagini diverse in diversi punti dello schermo, creando gli effetti necessari a conquistare il pubblico.

“Abbiamo in totale una ventina di telecamere, tra cui quattro con lenti lunghe per immagini strette sull’artista; ci stiamo avvalendo di operatori italiani di Milano, molto validi, trovati tramite un’agenzia. Registriamo le date importanti, anche se per realizzare un DVD servirebbero altre telecamere aggiuntive.

“Io lavoro su un mixing desk Carbonite – continua Sandro – e devo ammettere che questo è uno dei lavori più complessi che abbia mai fatto, perché c’è molta interazione con le grafiche e il banco è utilizzato in tutte le sue potenzialità. Devo anche dire che, in 25 anni di lavoro in questo settore, per la prima volta ho visto una grafica elaborata così perfettamente: è senza dubbio uno show di livello internazionale.

“Di solito i grandi show nascono in America – conclude Sandro – e per il giro europeo si appoggiano in Inghilterra; io ho avuto la fortuna di lavorare in produzioni di primo piano, come Rolling Stones, U2 e altre, e devo dire che questa produzione non ha niente da invidiare a quelle: questo vuol dire che anche in Italia si può produrre uno show di altissimo livello”.

 Michele “Sem” Cigna - Stage manager

“Lavoro per Alto Stage Management – ci dice Sem – azienda di Tony Soddu e Alessio Martino. Il mio compito è legato a quello che succede sul palco durante lo show. Durante le prove del tour abbiamo registrato le cue fondamentali per le movimentazioni, quindi il vero lavoro è la coordinazione delle varie squadre: video, movimentazioni, audio e luci, perché ci sono dei momenti in cui, per testare ogni reparto, occorre una precisa procedura; infatti è tutto molto complesso e, avendo il tetto che si muove, bisogna anche essere molto precisi”. 

Personale e aziende

Management Fabrizio Giannini
Emiliano Segatori
Band
Director & piano Luca Scarpa
Drums Andrea Fontana
Keys Christian Rigano
Gtr Davide Tagliapietra
Bass Reggie Hamilton
Gtr Alessandro De Crescenzo
Band assistant Luigi Vertaglio
Live Nation Italia
Promoter Roberto De Luca
COO Antonella Lodi
Marketing mng Marco Boraso
Sponsorship mng Matteo Gualtieri
Promotion Andrea Hofer
Ticketing mng Elphi Ravizza
Press office Silvia Leo
Production
Prod. director Alberto Muller
Prod. mng Andrea Staleni
Tour mng Federica Bellini
Accountant Nicoletta Martinelli
Tour mng assist Laura Ceriotti
Prod.coord. Francesca Arruzzo
Prod. assist. Alessandra Manfredonia
Stage mng resp. Massimo Iacoboni
Stage mng Corradino Corradi
Alessandro Soccoli
Site coord. Marco Franchini
Sandro Fiorentini
IT mng Alessio Torta
Tour security ATS Around The Show Srl
Head security Fabrizio Torre
Tour securiy Michele Frasca
Lorenzo Guadagnoli
Engineering Masterplan Studio
H&S Maria Cucchi
Francesco Giletto
Carichi Sospesi Icaro Daniele
Prog. Elettrico Paolo Perotta
FoH sound engineer Marco Monforte
Show design Giò Forma
Claudio Santucci
Lighting designer Giovanni Pinna
Lighting operator Marco De Nardi
Carpenters Gianluca Corti
Christian Mazzocchi
Tour Riggers Techne
Resp. Luca Guidolin
Head tour rigger Marco Marini
Tour rigger Marco Baiani
Sound/Lighting Agorà
Sound designer Orlando Ghini
Monitor engineer Stevan Martinovic
Backliner Maurizio Magliocchi
Massimo Flego
Antonello Di Battista
PA manager Remo Scafati
PA man Alessandro Angelo
Massimo Luna
Lighting crew boss Daniele Francescone
Dimmers Livio Lo Faro
Moving head repair Michele Donninelli
Andrea Berto
Cable mng Marco Trapanucci
Network mng Vittorio Graziosi
Rigger Simone Bugatti
Giovanni De Santis
LED & automation PRG
Crew chief Bernd Bisson
Crew chief video Stefaan Vanbesien
Video techs Ian Lidstone
Yose Dutto
Michael Dawes
Nikki Murset
Joshua Fautngiljanan
Christian Mooiman
Light techs Gilles Neyens
Thomas Aerts
Motion operator Jody Diaz
Motion techs Joey Poortman
Koen Van Der Heyden
Load cells tech Chris Tinsley
Sequences Only Music
Sequence progr. Carlo Miori
Show caller Alto Stage Management
Show caller Michele Cigna
Regia & video content Clonwerk
Video content Romain Sabella
Pietro Negri
Clonwerk Martina Calabrese
Alessandro Paratore
Cameras (live show) VER
Director/tech manager Sandro Bruni
d3 operator Kjell Rijntjes
PPU engineer Luke Taylor
Shader Stefano Bella
Camera ops Federico Cattaneo
Marco Sbarra
Stefano Ravasio
Company resp. Niels Pauwels
Video PPU engineer Oliver Dier
d3 preprogramming Jo Pauly
NOTCH Operator Maarten Francq
Dressing rooms Orny Rock
Dress. rooms resp. Anna Nadotti
Dress. rooms ass. Francesca Rempicci
Water Aquatique
Water effects tech. Alexis Cosson
Laser ER Productions
Laser techs Martin Kapp
James Billany
Pyro  Parente Fireworks
Pyro resp. Andrea Barion
Mattia Zanardi
Pyro techs Davide Parente
Simone Benatti
Andrea Parente
Generators Energy Rental
Vincenzo Siepi
Franco Borreca
Scaffolder La Diligenza srl
Skaff resp. David Giannoni
Skaff Marco Barracu
Riggers Climbing Riggers
Riggers resp. Petr Horky
Riggers Vit Rohlicek
Rudolf Sretr
Radek Sretr
Tomas Krivsky
Miroslav Turek
Jaroslav Sir
Tomas Kubias
Jiri Bazant
Petr Nadeje
Ondrej Koritensky
Jaroslav Straka
Jiri Sefl
Ales Hornak
Jan Brejcha
Jakub Krecbach
Trucking Redtyre
Head driver Battista Buttari
Driverså Valerio Visconti
Simone Mattei
Umberto Lato
Salvatore Scala
Mario Giovanni Cordisco
Michele Cordisco
Massimo Schiavone
Claudio Ferroni
Emidio Procopio
Emanuele Fragaria
Trucking Arjan Van Houtum
Head driver John De Kiewit
Drivers Max Abels
Chris Du Graie
David Dewaegeneere
Rini Van Kranenburg
Arjen Lammers
Catering Chef on Tour
Catering resp. Stefano Delle Sedie
Chef Paola Impellizzeri
Ass. caterer Alessandro Delle Sedie
Valentina Vitiello
Merchandising Fansmania
Merch resp. Daniele Di Domenico
Gennaro Gabriele
Angelo Esposito
Merch. Operators Giuseppe Gabriele
Giovanni Petrarca
Gennaro Palma
Merch. driver Patrizio Vertozzo

 

 

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