Litfiba

Grande Nazione Tour 2012

di Giancarlo Messina

Dopo la fortunata reunion, Piero e Ghigo hanno presentato un nuovo disco, di moderato successo, e sono tornati in tour con un calendario previsto di otto date nelle principali città italiane. Tour interrotto, ufficialmente, per un infortunio al cantante e poi ripreso il primo maggio con una data all’Arena di Verona.

Vista la nuova produzione, siamo andati a dare un’occhiata per assistere al concerto e capirne di più sull’organizzazione.
Il 14 aprile, al palazzetto dello sport di Rimini, incontriamo per primo Matteo Chichiarelli, produttore esecutivo per Teg, che ha affidato la distribuzione ad F&P Group.
Gli chiediamo un rapido sunto delle informazioni principali.

“La produzione è stata messa in piedi da me, seguendo il progetto di Jò Campana – ci spiega –. La caratteristica principale del palco è data da delle truss circolari color rosso fuoco e dalla presenza di diversi cambi di set con drappi e scenari in vecchio stile rock. È una produzione di quattro bilici, più un bilico di palcoscenico e uno di generatore. Utilizziamo un rolling stage, così, dopo il load-in con circa trenta facchini alle 7-8 di mattina, lo stage è posizionato  verso le tre del pomeriggio e siamo pronti per il sound check alle 17,30. È quindi una produzione piuttosto snella: devo dichiararmi molto soddisfatto di tutte le aziende e dei collaboratori.


“Cosa è cambiato a proposito di sicurezza in questi ultimi periodi? La soglia di attenzione si è decisamente molto alzata – risponde Matteo – e siamo soggetti a controlli continui tutti i giorni, cosa che da un lato è positiva, anche perché siamo tutti in regola e a norma, ma dall’altra parte allunga i tempi, perché, ad esempio, le interviste al personale sottraggono ogni tecnico almeno una mezzora dal lavoro e questo dilata i nostri tempi, sempre un po’ stretti.
“Il team di produzione è formato da quattro persone – conclude Matteo – inoltre, fra tecnici ed autisti, ci sono al lavoro una quarantina di persone. Abbiamo quasi tutto al seguito, chiediamo al local solo il facchinaggio che dipende ovviamente da cooperative del posto; da parte nostra è presente un coordinatore alla sicurezza, Paolo Cappellini, che tramite PSC e POS vigila sulle pratiche della cantieristica, perché tutti i lavoratori siano in regola: anche ieri, a Treviso, i controlli hanno evidenziato che tutti i lavoratori della produzione e del local erano perfettamente regolari”. litfiba

Pierpaolo Baldelli per F&P Group
“Io seguo il tour per il promoter nazionale F&P Group – ci spiega Paolo – quindi mi occupo di mantenere i rapporti fra la produzione ed i promoter locali che sono i nostri referenti sparsi sul territorio. Con questo calendario è stato scelto di portare il concerto solo nelle grandi città e nei grandi spazi, evitando la provincia più profonda, compresa una prestigiosa data all’Arena di Verona.
“L’organizzazione è perfetta e la produzione è ben calibrata – aggiunge Paolo complimentandosi col lavoro svolto da Matteo – il rolling stage permette di ottimizzare i tempi ed anche in caso di backtoback, come oggi, riusciamo ad arrivare senza l’acqua alla gola.


“Se il back-to-back aumenta i rischi di incidenti? Non direi – afferma Paolo – anche se è ovvio che l’attenzione alla sicurezza potrebbe calare in caso di un non adeguato riposo, ma si sono sempre fatti senza alcun problema. In genere credo che l’attenzione alla sicurezza non sia mai troppa e che sia una cosa giustissima e sana, anche se forse in questo ultimo periodo si sta estremizzando un po’: il livello del controllo è davvero esasperato, certamente utile per verificare la regolarità del personale, ma forse alcuni controlli non sono sempre utili per la sicurezza. Ad esempio ieri, a Treviso, siamo stati bloccati dalla Polizia all’ingresso del palazzetto e sono stati presi i documenti a tutti... insomma... forse così è un po’ troppo: sentirsi criminalizzati a priori dà un po’ fastidio, sono sincero”.

Le luci
Jò Campana è il set e lighting designer dello show. “La linea guida è sempre quella di non utilizzare tecnologie spinte o schermi LED – ci spiega – perché il mondo Litfiba si rifà al mondo degli anni ’80. È quindi uno show rock tradizionale, con l’aggiunta però di qualche trovata teatrale di quelle che piacciono tanto a Piero; lui stesso, infatti, mi ha chiesto di inserire qualche elemento scenografico che richiamasse la bocca di uno squalo, come nella copertina del nuovo disco, cosa che ho realizzato con queste americane stondate che sembrano mordere l’intero palco. Oltre alle americane colorate, ho inserito anche dei sipari, prima uno nero che, aprendosi, ne svela un altro in velluto rosso che si apre in due modalità, sempre per rendere più vario il palco durante le oltre due ore di show.


“Ho usato meno proiettori ma di grande impatto, perché mi serviva molta potenza – spiega Jò – inoltre ho scelto i Martin MAC Aura, un prodotto motorizzato che trovo eccezionale: spinge bene, con colori belli e fasci molto traccianti. La console è la mia solita grandMA Serie 1, anche se mi sono ripromesso, appena avrò tempo, di studiare la Serie 2. Il disegno luci è ovviamente rock, forte e potente, ma ci sono anche dei momenti più teatrali con delle luci più ferme. Voglio concludere elogiando il service luci Mister X e la sua squadra di tecnici, con cui mi sono trovato davvero molto bene. La programmazione di tutto lo show, ben 22 brani, è stata fatta in due notti e mezza: insomma siamo sempre un po’ con l’acqua alla gola, ma si cerca di fare il meglio possibile ed adattarsi alle varie esigenze”.

L’audio
Per quanto riguarda l’audio facciamo alcune domande al fonico di sala Paolo “Red” Talami ed al fonico di palco Federico “Deddi” Servadei.
“Uso un gran bel banco analogico Cadac, come dalla ripresa nel 2009 – ci spiega Paolo –; l’unica novità è che alla band si è aggiunto un chitarrista. Poi è tutto molto “standard-rock”: due microfoni sul Marshall di Ghigo, uno Shure SM57 ed un Sennheiser MD 421, stessa cosa sull’ampli di Cosimo Zanna. Effettistica e dinamiche indispensabili: XTA G2, SIDD, dbx 160 e C2 per le tastiere. Per la voce ho un XTA D2 linkato con un Avalon, due canali per le due voci, principale e spare. Uso il D2 solo come equalizzatore dinamico soprattutto sui 60-80 Hz per prevenire l’effetto prossimità, caratteristico del microfono Electro‑Voice usato da Piero. Sulla voce non uso il pre dell’Avalon 737 ma quello del Cadac, il segnale va poi al D2 e poi all’Avalon, così la compressione non mi sollecita il 737. Su Ghigo non ho nulla, ho in insert un SIDD XTA ma non lo uso quasi per niente, il segnale della sua chitarra è praticamente libero. Sulle tastiere ho invece un C2. Ho poi due delay, uno per la voce, t.c. electronic 2290, ed un D2 in emulazione TC 2290, infatti, nei palasport, cerco di usare poco gli ambienti; ho poi un SPX 2000 sulla batteria ed un PCM 91 sulla voce, oltre ad un Eventide che uso come phaser su certe sonorità della voce in pezzi dell’album Terremoto.


“Il PA è il Martin Longbow – continua Red – come nella produzione dell’ultimo tour: unica differenza il SIDD su cassa e rullante che, avendo l’unita di delay interna, mi permette di allineare il subchick al microfono di quegli 8-10 centimetri, operazione che senza banco digitale diventa piuttosto complicata.
“Il virtual sound check? Ovviamente non lo facciamo: è una cosa utile in altri contesti, ma qui la band fa un sound check vero tutte le volte, per cui in 40 minuti mettiamo tutto a posto. Avere la band vera è sempre meglio di averla virtuale”.

“Su questo palco posso mettere in pratica il mio marchio di fabbrica ‘gran volumata’ – ci dice sorridendo Deddi Servadei – , usiamo infatti solo monitor, anche se Piero ha uno IEM che usa in mono solo in un padiglione, giusto per avere un po’ più di presenza sulla sua voce. Solo per Piero utilizzo sei monitor Clair Bros 12 AM, mentre per gli altri musicisti ho dieci Martin 2100, due per ciascuno, con finali Lab.gruppen FP10.000Q che hanno davvero una gran bella spinta. Completano il tutto 16 sistemi di line-array Martin Audio come side-fill.


“La console è una Midas Heritage H3000 – continua Deddi – banco che uso abitualmente: lo so, sono un po’ vintage, ma mi piace così. I 16 sistemi di side sono configurati su quattro mandate, poi ho i monitor su un’unica mandata, tranne per il batterista a cui ho fatto un mixaggio stereofonico.
“Porto in eredità dal tour di Vasco un Transient Designer SPL sulla batteria, grazie al quale riesco ad enfatizzare gli estremi di banda di cassa e rullante o tom, cioè attacco e sostegno, senza slabbrare il suono, avendo tutto molto controllato. Così se il batterista vuole più punta, al posto di lavorare dal banco vado sull’SPL e aumento la percentuale di attacco, con grande efficacia e comodità”.

Lo show
Il concerto, per gli amanti del gruppo, è molto bello. Le sonorità del nuovo disco, almeno in versione live, non si discostano da quelle classiche dei Litfiba, così i nuovi brani si amalgamano piuttosto bene col resto della scaletta.
Il palco è senza meno rock, come le luci, e l’alternarsi dei sipari crea variazioni di profondità che lo rendono molto interessante. Le americane rosse certo sono particolari a vedersi, e ben si sposano con le colorazioni della struttura create dalle luci.


Un plauso anche all’audio: le sonorità, ovviamente perfette per il gruppo, non hanno quelle punte di asprezza che ci avevano fatto storcere il naso tempo addietro, ma sono più rotonde e definite, pur nella loro giusta aggressività. Anche il volume, bello tosto, come deve essere, non è mai sopra le righe, e tutto il concerto si ascolta con piacere.
Unica nota dolente, il pubblico non numerosissimo, che certo non aiuta lo spettacolo: ma Piero e Ghigo, con molta professionalità, non si risparmiano affatto e portano comunque avanti una serata carica e piena di energia.

GALLERIA FOTOGRAFICA
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contatti:

Direttore di produzione: Pierpaolo Baldelli

Produzione: F&P Group

Fonico di sala: Paolo "Red" Talami

Fonico di palco: Federico "Deddi" Servadei

Set e Lighting Designer: Jò Campana

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