Giacobazzi & Friends

Ricominciano gli spettacoli, pur con tutti gli accorgimenti previsti dalla normativa. Fra questi il nuovo show di Giuseppe Giacobazzi, che siamo andati a vedere all’Arena della Regina di Cattolica.

Giacobazzi & Friends

di Giancarlo Messina

Eppur si muove... frase questa volta non riferita al nostro mondo, nel senso del pianeta, ma al mondo dello spettacolo che, timidamente, prova a ripartire fra mille ostacoli e difficoltà.

E siccome la necessità aguzza l’ingegno, abbiamo trovato particolarmente interessante quanto fatto all’Arena della Regina di Cattolica (RN), con la creazione di un unico allestimento permanente di cui hanno usufruito sia i vari spettacoli in programma sia il cinema serale: un modo per ammortizzare i costi senza rinunciare alla qualità. E certo da qualche parte bisogna tagliare, anzi, direi “da ogni parte”: dal cachet degli artisti fino alle forniture. Infatti una grande venue come quella della Regina è stata allestita per contenere al massimo solo mille spettatori seduti, sempre ammesso che con questi chiari di luna si trovino mille persone in grado di sborsare 30€ – che magicamente diventano anche 40€ grazie alle imperdibili trovate delle compagnie di ticketing (ad esempio, far pagare 2,50€ per stamparsi il biglietto a casa da soli è davvero geniale, per non usare altri aggettivi meno edificanti!).

Fra gli eventi in programma, gestiti da vari promoter, non ci siamo voluti perdere questo Giacobazzi & Friends, vista la simpatia che l’attore romagnolo ci ha sempre inspirato. Si parla ovviamente di necessità tecniche basiche, ma a volte rendere intellegibile una voce in una grande piazza di cemento occupata per un quarto della capienza può non essere cosa così scontata.

Ne abbiamo approfittato per farci spiegare meglio l’organizzazione dal promoter Willy Sintucci, personaggio ormai storico della musica in Riviera, e da Marco Ferri, titolare del service Back Stage di Fano che si è aggiudicato la gara per l’allestimento tecnico della piazza.

Da sx: Marco Ferri del service Back Stage, Valentina Rinaldi di Spettacoli Pro, copromoter dell’evento, e Willy Sintucci.

Willy Sintucci – Promoter

“Che si possa ripartire – ci dice Willy – è un’affermazione da verificare: ieri per la Notte Rosa abbiamo organizzato un concerto di Allevi sulla spiaggia, all’alba. Con tutti i distanziamenti previsti e tanto servizio d’ordine c’erano oltre 2000 persone, tutto molto bello ma, piccolo particolare, era gratis. Quando c’è un biglietto a pagamento le cose si complicano parecchio: l’Italia è oggi un paese impoverito ed impaurito, quindi tutti quelli che lavorano nel ‘di più’, come i concerti, si trovano e si troveranno per parecchio tempo in grandi difficoltà. La disponibilità economica ridotta e l’imprevedibilità del futuro lasciano il segno.

“Giacobazzi ha un’agenzia, Ridens, da cui ho comprato lo spettacolo: ad oggi la risposta del pubblico è più lenta rispetto al passato. Senza entrare nel dettaglio dei numeri, oggi non è facile proporre nuovi spettacoli, oltre a quelli già programmati e rimandati, per i quali gli artisti si sono ridotti il cachet. Le prospettive sono o una diminuzione dei prezzi del biglietto, ma questo richiederebbe uno smagrimento delle pretese di tutti, o l’organizzazione di spettacoli per soli ricchi. Anche se migliorasse l’aspetto sanitario grazie al vaccino, resterebbe la precaria situazione economica del pubblico, e francamente ho poca fiducia negli interventi del Governo in questo settore. Ad esempio io ho un concerto di Ranieri programmato prima del lockdown e che abbiamo rimandato, anche per l’età del pubblico. In questo caso l’artista si è ridotto il cachet del 50% pur di poter salire sul palco, dimostrando molta sensibilità. Quasi tutti i nostri artisti si sono ridotti i cachet, ma nonostante questo la situazione non è proprio rosea.

Marco Ferri – Back Stage Service

“Fino al 15 giugno – spiega Marco – siamo stati fermi. Noi di regola abbiamo da sei a dieci dipendenti, oltre a degli esterni con contratti a chiamata, formula con cui è più facile gestire la sicurezza. Ovviamente la cassa integrazione ha riguardato solo i dipendenti. Poi siamo riusciti a prendere dei lavori che ci hanno dato un po’ di ossigeno: uno alla rocca di Fano, con fornitura di palco, strutture, camerini, audio e luci, e qui a Cattolica abbiamo allestito l’Arena della Regina. Il Comune ha indetto un appalto per l’allestimento unico che noi ci siamo aggiudicati. Certamente io ho del materiale bloccato qui per tutta l’estate, ma questo ci ha permesso di risparmiare ad esempio nelle certificazioni. Michele Viola ha gestito l’impatto acustico per il Comune, lo Studio Faggiotto ha gestito i carichi sospesi… ma una sola volta per tutti gli spettacoli con un notevole risparmio.

“Alla fine io ho fatto un forfait per tutta la fornitura che comprende strutture, audio e luci ma, rispetto alle economie del momento, non si poteva pretendere molto di più.

“Ci saranno anche concerti di Silvestri e PFM – aggiunge  Marco – quindi abbiamo dovuto installare un impianto audio luci non troppo minimale, infatti Giacobazzi usufruirà di un’installazione anche superiore a quella che sarebbe necessaria. L’idea è quella di non badare alla cassa in più o in meno, ma di accontentare la committenza e lavorare dopo questo periodo davvero difficile”. 

I sub a terra Nexo STM S118.

Il PA Nexo

“I sub a terra sono dodici, modello STM S118, montati in modalità cardioide – spiega Marco –. Hanno degli altoparlanti da 3000 watt con un’escursione di 6 cm finalati con Yamaha da 4000 watt per canale, tutto pilotato da schede Dante in digitale. Altri tre bassi con altoparlanti da 12” sono stati aggiunti in testa a ciascuno dei due cluster, composti da nove M28, sistemi con due 8”, per lato. Poi abbiamo per le zone laterali altre quattro PS15.

“Sul palco abbiamo i nuovi monitor Nexo wedge P12, che montano un driver e un 12”, pilotati con  2500 watt per canale, un prodotto di cui siamo molto soddisfatti. I finali sono tutti remotati dal computer in sala, ed anche i radiomicrofoni sono tutti in Dante e gestiti dalla sala. C’è anche uno stage box analogico per ridondanza e per soddisfare eventuali esigenze delle produzioni che ospiteremo. La console audio questa sera è una Yamaha TF3, che implementeremo in base alle esigenze, sempre a marchio Yamaha”.

“Lasciamo montata la struttura, i cluster e i sub”. 

Le luci

“I motorizzati – continua Marco – sono tutti Robe, un po’ di Robin MMX spot frontali e controluce, poi una ventina di LEDBeam 150, per avere più punti di illuminazione. E poi ci sono dei bianchi tradizionali. Tutto viene gestito da una console Jands Vista S1”.

Lo show

Posti a sedere distanziati, salvo per i congiunti, che si riempiono quasi totalmente. C’è una buona atmosfera, nessuno guarda in cagnesco gli altri spettatori, virtualmente untori, e quando le luci si spengono l’applauso è quasi catartico, come a voler spazzare per un paio d’ore un incubo realmente vissuto.

Lo spettacolo prevede due interventi di Giacobazzi e quelli dei suoi “friends”, per l’occasione Andrea Vasumi, Alessandro Politi e i Masa, certamente tutti molto bravi e divertenti.

Ma ovviamente il pezzo forte sul piatto rimangono i monologhi di Giuseppe che parte con l’ironizzare sulla paradossale situazione del lockdown per finire con i suoi classici rivisti e corretti, dalla discoteca anni ’80 fino alla vita da bar e alle difficoltà della vita amorosa, compresa la lettura dell’evoluzione nel tempo del bugiardino del Viagra. Da piegarsi dalle risate, soprattutto se quegli anni ’80 si sono vissuti in prima persona! 

Perfetta la diffusione audio e l’intelligibilità del parlato, ovviamente del tutto fondamentale e non affatto scontata vista la configurazione della piazza. Movimenti luci ovviamente minimali, anche se il parco macchine sovradimensionato è stato usato per conferire comunque una certa scenografia luminosa sempre molto piacevole.

Insomma una bellissima serata: forse un po’ breve, meno di due ore, ma che di certo ha portato tanta allegria e spensieratezza fra la gente. Cosa di cui, senza dubbio, abbiamo tutti bisogno. 

INTERVISTA ESCLUSIVA A GIUSEPPE GIACOBAZZI

Si torna finalmente sul palco. Ti è mancato il contatto con il pubblico?

Un bel po’! L’emozione di tornare sul palco è molto forte: speriamo sia un nuovo inizio!

Come si prepara uno spettacolo post-lockdown? C’è parecchio materiale di cui parlare…

Sinceramente non ne ho idea… appena salirò sul palco capirò di cosa parlerà il comico stasera! Non ho fatto una scaletta. Al contrario di altre volte in cui avevo un’idea delle cose da dire, questa sera improvviserò, ma ormai il repertorio è talmente vasto che non mi sento preoccupato. Certamente dirò qualcosa su questa esperienza che ha provato un po’ tutti.

Come hai organizzato la tua attività artistica?

Ho un management, che è Ridens, in collaborazione con la quale autoproduco i miei spettacoli teatrali.

Scrivi tu i testi dei tuoi spettacoli o hai dei collaboratori?

I testi li ho sempre scritti io, ma da cinque o sei anni collaboro con Carlo Negri per gli spettacoli teatrali, un bel sodalizio da cui sono nati tre spettacoli e un libro.

Come vedi questa ripartenza? Cosa cambierà o è già cambiato?

Sicuramente c’è di nuovo una certa lentezza, perché si riparte ma ancora non si sa come. Ho fatto l’ultima data in teatro a Bolzano il 23 febbraio, poi erano previsti Veneto, Lombardia, Piemonte, Napoli, Roma e Toscana: ho rimandato 38 spettacoli con 37.000 biglietti già venduti, ma non si sa ancora quando si riusciranno a recuperare queste date quali saranno allora i protocolli per la sicurezza, se ci sarà ancora il distanziamento. Se i teatri non possono contenere la gente prevista bisognerà fare due date invece di una, e qui nascono problemi sui cachet, sulle spese di produzione… insomma viviamo ancora un grande momento di incertezza. Noi abbiamo riprogrammato le date da novembre, sperando che per allora ci sia una pseudo normalità nei teatri. Certo stare due ore con la mascherina sulla faccia sarebbe una bella rottura di scatole: anche io cerco di stare distante dal pubblico… perché magari parlando sputacchio un po’ e non vorrei mai…!

L’artista capisce la situazione e si autolimita il proprio cachet?

Per forza! Occorre venirsi tutti incontro, anche se bisognerà evitare i soliti furbi che cercano di prenderti per la gola. Perché si era detto che questo lockdown avrebbe cambiato le persone, ma io non vorrei le avesse cambiate in peggio! Infatti io ho notato che quelli che eran stronzi prima son rimasti stronzi uguale, anzi: qualcuno si è instronzito ancora di più!


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