Salvatore “Jesus” Oliva e la storia di RMS.2

Girando fra le produzioni live, abbiamo incontrato spesso Salvatore, finché non ci siamo decisi a fermarlo e farci raccontare la sua storia, cosa che lui ha fatto non senza una sottile vena romantica verso questo lavoro così particolare.

IMG 1196 opt La sua RMS Audio è un full service di buon livello, dotato di attrezzature di qualità che gli consentono di accedere ad una fascia di lavoro sicuramente gratificante.
Partito dalla Campania, Salvatore ha fatto la gavetta in diverse importanti aziende italiane, per poi fare il salto di qualità insieme al padre. Come sempre, dietro c’è una gran passione per questo nostro strano mondo!
Ecco cosa ci ha raccontato.

“Tutto nasce dalla passione di mio padre per questo lavoro – inizia Salvatore –, infatti già da bambino a casa mia si mangiava pane e musica, perché mio padre andava in giro con dei cantanti, come tecnico, per montare gli strumenti per le serate: Santo California, I nuovi Angeli, Gli Alunni del Sole... Crescendo ogni giorno in quell’ambiente, è stato abbastanza naturale che il virus della tecnologia mi contagiasse. Già da adolescente trascorrevo le vacanze per lo più a montare e smontare le strumentazioni in giro per le piazze del Sud: tutto tempo che sottraevo alla compagnia dei miei amici, alle partite di pallone e ai bagni al mare.
“Finiti gli impegni scolastici – continua Salvatore – da subito fu chiaro cosa volessi fare: continuare con il lavoro di mio padre. Però due elementi mi fecero decidere di andare altrove: da una parte la sensazione che i miei compagni di lavoro mi vedessero come “il figlio del capo”, dall’altra la voglia di sperimentare le tecnologie più all’avanguardia. Quindi presi la decisione importante di andare a lavorare per altre società che mi dessero la possibilità di entrare in contatto con le migliori tecnologie ed esplorare nuovi mondi. Cominciai con Limelite, poi con Agorà e MMS di Milano. Ero come una spugna, assimilavo ogni cosa: non ero interessato solo alla parte tecnica del lavoro, ma ero molto attento anche alla parte umana, osservavo il modo di essere e di relazionarsi con gli altri delle persone; per me quel periodo fu una grande scuola di vita, anche se il percorso non fu sempre bello e agevole: affrontai anche momenti e rapporti difficili, ma tutto mi è servito per essere la persona che sono oggi.

“RMS è un azienda nata sulle basi di una forte amicizia – racconta Salvatore – Giorgio, Umberto, Franco & Gabriella per me sono state e sono persone importanti. A loro modo hanno saputo insegnarmi tanto in questi anni, sono stati “il partire da uno step più alto”, la mia fortuna.
Man mano che imparavo e che vedevo delle nuove cose, le riportavo in azienda, si discuteva ed ogni tanto si decideva di provare anche qualche novità, sempre commisurata alla nostra realtà lavorativa. Posso comunque dire che certamente cominciavo a portare anche in casa un po’ d’aria nuova.

“Vedendomi crescere – prosegue Salvatore – anche mio padre iniziò a darmi sempre più fiducia, affidandomi la gestione e l’organizzazione di qualche piccolo lavoro. La mia esperienza fatta fuori, mi permetteva anche di avere un rapporto diverso con i collaboratori: non era più un rapporto tra padrone e dipendente, ma diventava sempre più una grande famiglia. Sapevo, perché già vissuto sulla mia pelle, che un pasto caldo ed una camera con una doccia calda, dopo una giornata impegnativa, erano qualcosa di molto gratificante per tutti. Sempre di più affiancavo mio padre nella gestione dell’azienda di famiglia, finché un giorno ci siamo resi conto che il mercato del Sud stava diventando troppo difficile e poco remunerativo, fino al punto di dirci che forse era arrivato il momento di esplorare altre opportunità. I due mercati di riferimento erano, e sono, Roma e Milano. Scartammo subito Roma, perché troppo vicina a Salerno: i lavori su quella piazza erano gestibili anche dalla nostra sede campana; così decidemmo di fare il passo su Milano. Cominciammo con l’affittare l’angolo di un capannone di un’azienda di scenografie con cui spesso avevamo collaborato, promettendoci che sarebbe stata una prova di sei mesi: se non fosse successo niente in questo arco di tempo, saremmo tornati al paesello con la coda tra le gambe. Passati i sei mesi, decidemmo di restare un anno, poi un altro, poi un altro… finché pensammo che fosse arrivato il momento di fare il salto ed avere una nostra sede per il materiale e gli uffici, e così è ormai da qualche anno.

“E da qui possiamo parlare della RMS.2: abbiamo creduto in un progetto, ed oggi, tra alti e bassi, stiamo raccogliendo i risultati. Ma tutto questo è anche grazie a chi, come Emiliano ed Ilaria, mi sostengono nelle scelte quotidiane, affrontando giorno dopo giorno le decisioni da prendere, con un approccio più moderno.

“Cosa pensa mio padre di tutto ciò? – sorride quasi, Salvatore – Non lo ammetterà mai, ma so che è orgoglioso di quello che si sta facendo. L’immagine più esatta sono quei treni fermi alla stazione con destinazioni lontane: o ci sali ed accetti la sfida e l’ignoto o rimani a terra continuando il tuo quotidiano. Io ho accettato di salire: certo ho commesso degli errori ed ho avuto qualche delusione, ma la soddisfazione per i successi ottenuti è decisamente maggiore, senza contare la ricchezza professionale che ho assimilato dall’incontro con personaggi e aziende veramente di grande spessore.

“Non posso neanche dimenticare le aziende che nel momento del bisogno mi hanno aiutato – ci tiene a concludere – soprattutto due: infatti nell’audio da sempre sono legato a Meyer, di cui si può dire che possiedo gran parte del catalogo, compresi gli ultimi modelli; mentre per le luci sono molto legato a Robe, sia per gli ottimi prodotti sia per il rapporto che ho con il rivenditore italiano Marco Bartolini”.

 

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