Imola in musica - Non solo una terra di motori!

Una bella manifestazione a chiusura dell’estate: il centro storico della città romagnola si è riempito di musica e arte per un’intera settimana.

Imola in musica - Non solo una terra di motori!

Quando si è ormai alla fine della bella stagione, quando il caldo è meno assillante ed è bello passare una serata fuori casa da soli o in compagnia, niente è più piacevole di cenare in una piazza e ascoltare la propria musica preferita.

È questa l’atmosfera che si respira a Imola, durante l’ultima settimana di agosto: la città diventa improvvisamente nemica dei motori, chiude l’accesso ad auto e moto e lascia il centro a disposizione dei pedoni. Tra le vie del centro si può trovare musica in ogni angolo: nelle piazze, nei cortili, nelle vie e perfino nei loggiati. Ogni sera si diffondono per la città oltre cinquanta performer di ogni genere – dalla musica classica al rock, dal pop al jazz, dalla lirica alla musica popolare – distribuiti su palchi grandi e piccoli. I musicisti provengono dall’Italia e dall’estero, e sono intervallati da esibizioni di danza e balli popolari, da mostre di pittura e dalle performance più svariate. I luoghi più suggestivi di Imola si riempiono per una settimana intera di note e colori.

La manifestazione nasce nel 1996, e con l’edizione 2023 compie il suo 27° compleanno. Nel frattempo, si è guadagnata anche il riconoscimento EFFE (Europe for Festivals), che la posiziona tra i migliori festival artistici europei. Un riconoscimento possibile anche grazie al patrocinio della regione Emilia Romagna e del comune di Imola, che si prodiga ogni anno nell’organizzazione di questo evento. Gli artisti noti e meno noti che si sono avvicendati nel corso degli anni sono molti, tra i quali vale la pena ricordare Roberto Vecchioni, Irene Grandi, Simone Cristicchi, l’Orchestra di Piazza Vittorio, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Gianluca Grignani, Quinto Rigo, Eugenio Finardi, Luca Carboni, Nina Zilli, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Stadio, Paolo Belli, Modena City Ramblers, Enrico Ruggeri, Patty Pravo, Noemi, Daniele Silvestri, Giusy Ferreri… e solo per citare i più famosi. Viene dato poi molto spazio anche ad artisti e gruppi musicali giovanili, alle nuove proposte, agli allievi delle scuole di musica, oltre a numerosi “busker” diffusi per le strade del centro storico.

Per rendere un’idea dell’evento, si tratta di portare in scena oltre 100 eventi in una settimana, con 46 luoghi coinvolti fra piazze, sedi della cultura, attività commerciali e associazioni. Sono presenti sette palchi allestiti con oltre 70.000 presenze complessive.

Noi prendiamo parte alla kermesse di domenica, durante il giorno di chiusura. Il programma di quest’anno va dal 27 agosto al 3 settembre, e nel cartellone sono previsti i Tiromancino, Paolo Noise, Marvin e Andrea Prezioso, Savana Funk Feat, Diego Bianchi, Matthew Lee e Statuto. Tutti gli spettacoli sono gratuiti, come sempre. Tra gli altri spettacoli, assistiamo con grande soddisfazione alla performance di Matthew Lee, un artista interessante e iconico, che ci interessa approfondire. Anche per questo andiamo nel backstage a incontrare i personaggi che ci possono raccontare qualcosa in più della manifestazione e dell’artista.

Emanuele Mantovani - Responsabile tecnico per il comune

“Imola in musica” è una manifestazione che dura poco più di una settimana, da domenica a domenica. È organizzata dal comune, nello specifico da Luca Rebeggiani che è il responsabile del settore Cultura. Il comune gestisce le piazze e organizza il cartellone, sia per quanto riguarda gli spettacoli maggiori sia per i busker sparsi per la città. Gli esercenti poi organizzano altri spettacoli in proprio, nei pressi delle loro attività, per attirare gente, ma si tratta sempre di progetti approvati dal comune. 

Per tutto ciò che viene gestito a livello comunale c’è un appalto a un service locale, che fornisce le varie attrezzature e tecnologie, e io faccio da tramite con il compito che tutto funzioni nei migliore dei modi.

Daniele Pelliconi - Titolare del service Luxonix

Io e il mio socio Emanuele Ghermandi siamo i titolari del service Luxonix di Castel Bolognese (RA). Siamo stati chiamati dal comune per fornire tutte le attrezzature ai palchi e per dare assistenza dove serve all’interno della manifestazione. Nello specifico, sul palco main abbiamo montato un impianto Nexo GEO S12 con relativi sub, in regia abbiamo optato per una console Midas serie Pro in sala e Midas serie M sul palco, con uno stage box Midas DL231 con il doppio pre. Per quanto riguarda il monitoraggio, sul palco abbiamo previsto JBL e diversi in ear monitor per i musicisti. Per quanto riguarda le luci, abbiamo montato proiettori Robe, Claypaky e Pro Light.

In genere le richieste tecniche non prevedono niente di esoterico: ci sentiamo con largo anticipo con l’organizzazione, noi diciamo cosa abbiamo a disposizione, loro fanno qualche richiesta, e valutiamo le diverse possibilità.

La crew del service.

Alcuni artisti arrivano con i propri fonici e operatori luci, mentre ad altri dobbiamo fornire il personale: in media siamo qui con una ventina di persone, anche se poi ci sono giorni in cui non servono tutti o altri in cui ne servono di più. Insomma: noi siamo versatili e tutto si svolge con molta naturalezza e collaborazione da una parte e dall’altra.

Noi siamo un service stanziale, e cerchiamo di lavorare all’interno della regione; insomma, sia a me sia ai ragazzi piace tornare a casa e dormire nel nostro letto. Questo ci ha aiutato anche durante il periodo Covid: diciamo che con molto sacrificio siamo riusciti ad arginare tutte le problematiche derivate dalla pandemia. Fortunatamente ci siamo dati molto da fare e siamo riusciti a mantenere i nostri dipendenti, e con uno sforzo altrettanto grande siamo riusciti anche ad aiutare i nostri collaboratori più fidati. Questi sacrifici ci hanno ripagato nella stagione passata e in quella in corso, dato che non abbiamo avuto grosse difficoltà nel reperire il personale qualificato necessario a tutti i lavori.

Anta Yaya Mbengue - Tour Manager per Matthew Lee

Io sono qui in veste di tour manager: dipendo direttamente dall’agenzia, in questo caso PB Produzioni, e faccio tutto quello che serve per l’artista. PB si occupa del calendario e dei contratti, mentre io mi devo occupare della parte logistica del tour: viaggi, vitto, alloggio, contatti con i service locali, rider tecnici, eccetera. Insomma quello che serve a Matthew Lee per farlo sentire a suo agio e senza nessun imprevisto.

Per lo spettacolo di Matthew è prevista una mezza produzione, viaggiamo in un van con l’artista, la band, il fonico, il backliner e gli strumenti. Ci piace molto viaggiare alla vecchia, tutti insieme: è un modo per fare gruppo ed entrare sempre di più in sintonia con la squadra. Viaggiare anche con i tecnici poi è molto positivo, ormai conosciamo tutti i meccanismi e le modalità ottimali per ottenere il risultato migliore.

La crew di produzione.

Quello che chiediamo in anticipo al service locale è che tipo di apparecchiatura ci mette a disposizione. In questi ultimi anni normalmente troviamo materiale prevalentemente buono, e con qualche piccolo aggiustamento si trova sempre il compromesso migliore: non abbiamo grosse esigenze, perché ai ragazzi piace suonare.

In particolare Matthew è nato per il palco: Matteo Orizi, questo è il suo nome di battesimo, nasce a Pesaro e viene travolto dalla musica grazie al padre, che è un grande estimatore del rock e ha in casa tantissimi dischi di Elvis Presley e Jerry Lee Lewis. A nove anni Matteo si iscrive al conservatorio Rossini di Pesaro, dove studia pianoforte, ma non finisce il conservatorio perché gli va stretta la musica classica, troppo ingessata e rigorosa. A lui piace il rock and roll, e così comincia a suonare in ogni dove, dalle osterie alle cerimonie, dalle piazze ai locali, e si fa molta gavetta. Nel suo DNA ha sicuramente qualche cromosoma di Elvis Presley o di Jerry Lee Lewis! Nel 2010, poi, dopo essersi laureato in giurisprudenza presso l’Università di Urbino, parte per gli Stati Uniti per debuttare al “Cincinnati Blues Festival”, e da lì comincia a farsi conoscere nei circuiti internazionali. Ha fatto tour in Europa, Emirati Arabi,  Cina e Africa. Poi arriva il successo anche in Italia, grazie ad alcuni personaggi televisivi che lo invitano per suonare nelle loro trasmissioni, come Arbore, Fiorello e Proietti. Attualmente ha inciso sette album, è sempre più apprezzato dal pubblico e in egual misura cresce il numero di date. 

La serata

Se dovessimo dare un titolo alla manifestazione imolese, sarebbe “Sogno di una notte di fine estate”. Ci siamo ritrovati immersi nel cuore di una città dove per una settimana, almeno alla sera, i ruggiti dei motori sono stati sostituiti dalla musica. In mezzo agli edifici storici e agli angoli più deliziosi, sono state distribuite tante postazioni di musicisti: girando a piedi, per la città, ci si poteva imbattere nel gruppo che suonava il tuo genere preferito, dal blues al jazz, dal rock al country, al folk. Molti locali, bar, osterie e ristoranti hanno spostato sulla strada i tavoli, dove poter consumare la cena o bere qualcosa, ascoltando sempre musica. In un angolo c’era anche un’orchestrina che suonava liscio, per gli amanti dei due giri di valzer. Insomma un bel modo di tornare a incontrarsi in analogico senza usare lo smartphone.

Noi abbiamo partecipato a questa festa nella sera del 3 settembre, mentre sul palco centrale si esibiva Matthew Lee, un pianista, cantante e vero showman. Un artista con tanta gavetta, e si vedeva da come teneva il palco: una reincarnazione di Jerry Lee Lewis e del suo piano rock and roll. Si è rivelata dunque una serata molto piacevole, con un repertorio personale accompagnato da alcuni evergreen di Elvis Presley, Little Richard, eccetera: il pubblico, giovane e non, ha partecipato calorosamente. Il tutto diffuso da un buon impianto Nexo e da un parco luci che animava piacevolmente il palco senza mai sovrastare la musica. 

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