dBTechnologies VIO W10 - Arriva lo slim monitor

Il marchio emiliano propone un wedge monitor che punta alla massima intelligibilità e al minimo impatto visivo: poco più di 16 cm per contenere un woofer da 10” e quattro altoparlanti da 4”.

dBTechnologies VIO W10 - Arriva lo slim monitor

di Giancarlo Messina

Se avete mai avuto a che fare con architetti, designer o registi, certamente sarete arrivati al punto in cui il creativo di turno si ferma a contemplare la propria opera sul palco ed esclama con aria rassegnata qualcosa tipo “Certo che quelle aste microfoniche sono proprio brutte” oppure “Non si possono togliere tutti quei cavi?” e spesso “Ma quei monitor lì davanti ci devono proprio essere?”. Molto a malincuore il creativo accetterà che il suo raffinatissimo e rarefatto progetto minimalista venga inficiato da quella robaccia tecnica, ahimè, gli dicono, essenziale: i microfoni non stanno sospesi come un fachiro indiano, i cavi sono attraversati da roba utile e i monitor risultano, ebbene sì, piuttosto... comodi.

È per rendere felice il nostro creativo che l’ingegneria si è affinata, inventando tecnologie wireless, microfoni miniaturizzati e in ear monitor. Ma queste soluzioni non possono essere impiegate sempre e ovunque per mille motivi che il mio arguto lettore conosce meglio di me. Ergo: in molte situazioni, un wedge monitor che c’è ma non si vede sarebbe una vera benedizione. Meglio se oltre al designer soddisfa anche l’artista o l’oratore di turno.

È da questi presupposti che il reparto ricerca e sviluppo di dB Technologies è partito per la progettazione di VIO W10, un wedge monitor attivo, per l’appunto, estremamente sottile quanto efficace. Nei suoi 16,5 centimetri di altezza racchiude infatti ben 4 altoparlanti da 4” ciascuno al neodimio e un woofer da 10”, oltre ad un’elettronica molto avanzata e all’amplificazione. Insomma tutto l’occorrente per un ottimo ascolto ma con un impatto visivo molto discreto.

Altra caratteristica importante del W10 è la possibilità di variare elettronicamente il focus acustico, in modo da adattarlo ed ottimizzarlo per la specifica applicazione. Questo può avvenire sia utilizzando i preset on board di cui è dotato, sia tramite il software Aurora Net, visto che il monitor è pronto per il controllo remoto tramite RDNet. Nel dettaglio, i preset di cui dispone prevedono quattro posizioni: default, close, wide e far, con il nome delle ultime tre che spiega già il tipo di utilizzo, pensato ovviamente in base alla distanza e allo spazio da sonorizzare.

Occorre sottolineare che questi preset non intervengono su una variazione dell’apertura orizzontale e verticale del diffusore, ma sull’ottimizzazione del focus – lavorando su volume e fase – sul range delle frequenze deputate all’intelligibilità del parlato.

Infatti W10 è certamente rivolto maggiormente al mercato congressuale o televisivo, o comunque a tutte quelle situazioni in cui l’aspetto visivo e l’intelligibilità del parlato sono preponderanti. Questo si intuisce anche dal taglio in frequenza del monitor, 68-14.000 Hz, appositamente studiato per eliminare le frequenze che in certi contesti risultano poco utili per l’ascolto e perfino dannose sotto il punto di vista del feedback. Ma cosa significa la definizione data dalla casa madre  “configurazione acustica anti-feedback”? Lo abbiamo chiesto ad Enrico Gamberoni, market analyst dB Technologies: “Significa che il diffusore, per come è costruito, ha una bassissima possibilità di innestare dei feedback; ciò è dato sia dal taglio a 14 kHz, che esclude le principali frequenze pericolose, sia dalla presenza dei quattro coni per la diffusione delle alte frequenze: è infatti appurato che una diffusione distribuita su più altoparlanti diminuisce drasticamente il rischio di feedback rispetto a quella eseguita con un solo driver”.

La vocazione del W10 si nota anche dalla potenza, 400 W continui in classe D per le due vie, come accennato affidate ad un cono da 10” per le basse frequenze e a quattro 4” dedicati alle alte frequenze. Seppure la potenza non sia esasperata, il livello di pressione sonora massimo è di 126 dB, quindi con un’efficienza decisamente buona “anche perché le nostre misure – sottolinea con orgoglio Enrico – sono assolutamente quelle reali, misurate con la massima scientificità nella nostra camera anecoica”.

Facendo parte di una nuovissima generazione di prodotti, il W10 dispone di un DSP a 28/56 bit e di un convertitore AD/DA 24bit/48 kHz che ne espandono la versatilità.

Ben organizzate sono anche la sezione I/0 e quella dedicata ai controlli, incassate lateralmente nel mobile e quindi ben occultate. Troviamo qui ingressi XLR, RJ45 Link (per RDNet) e USB (data service); mentre in uscita ancora XLR e RJ45. I controlli prevedono un encoder rotativo per la selezione dei preset, otto, compreso l’inserimento del filtro bassa-alti, un Sensitivity Encoder, lo switch mic/line e quattro LED di stato riguardanti l’accensione, lo stato, la presenza del segnale e l’intervento del limiter. 

A tal proposito, un discorso a parte merita proprio il cabinet che, dopotutto, è il vero elemento distintivo di questo monitor. Il legno è rifinito in poliurea, come tutta la famiglia VIO, con una griglia metallica piuttosto particolare che ha la caratteristica di ricoprire non solo la parte anteriore, ma anche quella posteriore, conferendo un look tecnologico e ulteriormente mimetico; tale griglia posteriore ha inoltre lo scopo di coprire il dissipatore del finale consentendo il passaggio dell’aria. In uno spazio così limitato non era facile predisporre tutto l’occorrente per rendere maneggevole e pratico il monitor, ma gli ingegneri emiliani sono stati molto bravi, nascondendo una comoda maniglia sul lato sinistro, che fa un tutt’uno col cabinet: “Oltre alle connessioni incassate, abbiamo anche aggiunto una scanalatura sul lato inferiore del mobile – aggiunge Enrico – per permettere un facile e invisibile passaggio dei cavi sotto il monitor, allo scopo di rendere agevole, ma soprattutto discreto, affiancare in cascata due W10, rendendo invisibili i cavi di collegamento. La parte più impegnativa del progetto è stata proprio l’ingegnerizzazione del cabinet, perché riuscire a mettere i 5 altoparlanti e le elettroniche in poco più di 16 centimetri non era cosa semplice, infatti tutti i componenti sono custom, creati appositamente per il W10”.

In conclusione, si tratta di un wedge monitor mirato ad un mercato molto preciso ed in espansione, in cui la possibilità di accontentare il nostro designer creativo con monitor efficaci ma davvero discreti potrebbe costituire un’ottima arma vincente e la soluzione di parecchi problemi.


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