CrossRadio e lo studio di Crocetta

Adidas e Sfera Ebbasta in campo con le associazioni del quartiere.

CrossRadio e lo studio di Crocetta

di Giovanni Seltralia

Periferia di Milano, Cinisello Balsamo, quartiere Crocetta. Da anni il Centro di Aggregazione Icaro è un punto di riferimento per i ragazzi della zona, gestito dalle cooperative Torpedone e Grande Casa. Un progetto che ha visto nascere dieci anni fa una web radio indipendente, CrossRadio: una palestra per tutti coloro che vogliono cimentarsi con il mondo delle trasmissioni e, per qualcuno, anche un trampolino di lancio.

Da queste premesse è partito il progetto di adidas: l’azienda ha scelto la rap-star di “Ciny” Sfera Ebbasta e la webzine Vice per avviare uno studio di registrazione gratuito e curato nei minimi dettagli.

“Abbiamo creato la web radio come uno dei progetti di coesione sociale di Crocetta, da cui il nome e il logo, votati dalla gente del quartiere” ci spiega Matteo Villani, direttore di CrossRadio ed educatore. “Lo studio ha una logica simile: il progetto di adidas ha potenziato la realtà esistente, dagli spazi alle tecnologie. Tramite Vice sono stati scelti online i primi quaranta ragazzi per registrare, su oltre duecento domande. Da settembre starà a noi occuparci dello studio, insieme a Indie Pride, associazione contro bullismo, sessismo, omotransfobia: recupereremo le richieste inevase e penseremo a dei corsi formativi.”

Da Sx: Matteo Villani ed Enrico Ricciardi.

Si tratta dunque di una realtà composita, attenta all’integrazione più che all’ultima finezza tecnologica: ciò non toglie che il lavoro sull’ambiente acustico e, come vedremo, estetico, sia stato particolarmente impegnativo.

Ce ne parla Enrico Ricciardi, titolare di Labirinti Acustici e responsabile della progettazione dello studio: “Io sono stato contattato da Ludovico Watson di Turbo Studio, che mi ha messo in contatto con Vice. L’investimento di adidas ha riguardato tutta la struttura, dal ridipingere le pareti ai microfoni per la radio.”

La postazione radio.

Il primo passo è stato proprio quello di adattare gli spazi esistenti: “La struttura è tutta composta da esagoni: dal punto di vista acustico, una forma con molti lati si approssima a un cerchio, il che significa che il suono cammina lungo le pareti e non si ferma mai. Ovviamente poi l’esagono è tagliato sopra e sotto da pavimento e soffitto… ci mancava solo una cupola ed eravamo rovinati!”

“Abbiamo allora ragionato come addomesticare un esagono ai fini acustici di una regia; dal punto di vista strutturale abbiamo chiuso le porte finestre e costruito le contro pareti per l’isolamento. Anche dal lato interno si è andati a intervenire con materiali e guaine per rendere omogenee le pareti già esistenti con quelle nuove. Lo spazio interno è sui quaranta metri quadri, e include la regia, l’isolation booth e, ovviamente, lo spazio della radio: un tavolo dotato di microfoni, mixer, sgabelli alti, tutto connesso al Mac e alla rete per trasmettere sul web. Naturalmente lo studio è voice-oriented, anche per la vocazione hip-hop del progetto, ma ci sono connessioni e input a sufficienza per situazioni più complesse.”

Tra i prodotti scelti, spiccano i microfoni sE Electronics, le cuffie Yamaha, la scheda Esi e soprattutto gli ascolti EVE Audio: “EVE è il marchio del progettista uscito da Adam Audio, che giustamente dopo Adamo ha scelto Eva. Il prodotto è molto valido, con tweeter Air Motion e woofer da 8”. Ha un encoder che permette delle regolazioni di fino, dal momento che non c’è un accesso al DSP.” 

Cuffie Yamaha HPH-MT5.

Uno dei microfoni SE Electronics X1A.

La vera sfida è stata comunque rappresentata dalla gestione dell’ambiente.

“L’ambiente presentava diverse complicazioni. Un esempio su tutti: l’esagono lavora su angoli di 60°, e se uno rispetta negli ascolti  il triangolo della stereofonia, succede che uno speaker va a colpire una parete alle spalle dell’ascoltatore, e uno speaker va a colpire quella affianco. Abbiamo dovuto dunque ragionare a fondo su come gestire l’acustica.

“Come prima soluzione, sopra lo spazio del banco abbiamo scelto una somma di triangoli modulabili, e abbiamo replicato visivamente un esagono – per sposare anche la visione feng shui dell’architetto! Con un vantaggio: questi triangoli sono bucati, fanno da risuonatori; ogni spicchio assorbe una specifica frequenza in basso. Ogni triangolo ha una parte di fori aperti o chiusi, in modo da agire diversamente sul suono, Le coperture dei triangoli sono fatte di rete sintetica, anche se noi avremmo preferito tessuto. In ogni caso, ogni oggetto ha cento fori che poi abbiamo gestito come ci servivano.

Uno dei diffusori regolabili per il campo riverberante.

“Una seconda soluzione: alle spalle dell’ascoltatore abbiamo posizionato dei diffusori per il campo riverberante, di un tipo particolare che ho brevettato io stesso. Mentre il fonoassorbimento è facilmente comprensibile a tutti, spesso si sottovaluta la parte del campo riverberato posteriore, che identifica le dimensioni dello spazio e consente la corretta spazializzazione tra fronte e retro. Questi risonatori sono regolabili in frequenza, è possibile lavorare con le saracinesche oltre a ruotare l’oggetto per fornire più o meno superficie su cui riflettere il suono. Puoi avere maggiore riflessione delle frequenze alte, per esempio, per ottenere un campo riverberato diverso in base al necessario. Altri lavori di fino hanno riguardato poi le reti metalliche delle luci, le bocchette dell’aria, tutto silenziato o re-indirizzato in positivo.

“Un ultimo dettaglio su cui ho piacere di porre l’attenzione: le luci dell’ambiente. Devono essere sorgenti LED di alta qualità. Gli operatori devono essere costanti in percezione e attenzione durante il lavoro; le orecchie sono stressate, ma anche gli occhi sul computer; il cervello deve integrare tutti i dati. Quindi l’acustica è fondamentale, ma l’illuminazione è parte integrante nel mantenimento della corretta attenzione e del comfort generale, e ormai la includiamo sempre nella progettazione fin dal primo momento.

“Credo che questo livello di precisione sia fondamentale: un progetto pensato sul lungo periodo, e per un motivo nobile come il supporto per i ragazzi, deve essere curato al meglio. Quando uno studio non suona bene, può essere per un sommarsi di tante piccole disattenzioni, nessuna tragica di per sé; qui ogni accorgimento permette di migliorare la percezione complessiva, ogni minimo dettaglio collabora alla qualità dell’ascolto.”

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