Pausini Stadi 2016 – Simili Tour

Dopo il programma televisivo insieme a Paola Cortellesi, Laura Pausini ha scelto cinque date negli stadi italiani, all'inizio dell'estate scorsa, per ripartire con i concerti live che l'hanno portata, dal 26 luglio al 17 settembre, alla lunga tournée americana.

di Giancarlo Messina

a-SOUND-&-LITE -PAUSINI-STADI 181Sabato 11 giugno siamo partiti alla volta di Roma per dare un’occhiata alle peculiarità di questa nuova produzione, pensata per gli stadi, nata e rodata con la data zero all’Autodromo di Imola; dopo due concerti a San Siro, ed uno all’Olimpico di Roma, si è conclusa il 18 giugno allo Stadio Arena della Vittoria di Bari.

Con così poche date per ammortizzare i costi di produzione non ci aspettavamo un budget faraonico, ma la qualità del concerto è andata oltre le nostre aspettative: alla fine si parla di circa 45 bilici in tour, e non sono per niente bruscolini!

Più che sull’armamentario tecnico, non indifferente, Laura pare comunque aver puntato sull’aspetto artistico, con un palco molto affollato di ballerini, coristi, comparse ed ovviamente musicisti di primissimo piano, compresi quattro archi, ovviamente rinforzati dai suoni orchestrali in sequenza, come normale che sia.

Ma soprattutto l’intero concerto sembra essere votato a creare complicità ed intimità con il pubblico, quasi 50.000 persone nella serata romana, davvero eterogeneo per età e sesso. Lo si capisce subito dalla stessa forma del palco, che sembra voler abbracciare gli spettatori 

Certo è che Laura non si risparmia: 45 canzoni, con nove medley, accontentano proprio tutti, Paola Cortellesi e Biagio Antonacci ospiti sul palco, verve da conduttrice televisiva e, per fortuna, sempre la gran voce che tutti conoscono e che è sempre un piacere ascoltare.

Sotto l’aspetto tecnico, la produzione è, come da qualche tempo, della F&P di Ferdinando Salzano, ovviamente in collaborazione con il management dell’artista, e vede, come novità per l’Italia, l’impiego del lighting designer Alain Corthout, il cui lavoro a noi è piaciuto parecchio. All’audio troviamo l’immancabile Marco Monforte, meritatamente uomo di fiducia di Laura da parecchi anni, mentre il service audio-luci è l’altrettanto immancabile Agorà. Importante la fornitura video di Event Management, mentre Italstage ha curato le strutture, Tekset le scenografie e l’olandese Laser Image ha fornito i sei laser da 35 W.

Abbiamo gironzolato parecchio per lo stadio durante il concerto, sia per ascoltare la diffusione audio, sia per gustarci a pieno l’effetto scenografico del pavimento in video LED calpestabile. Siamo rimasti del tutto soddisfatti sia dalla eccellente qualità dell’audio, con un PA L‑Acoustics messo impeccabilmente a punto da Orlando Ghini, curata con la solita perfezione maniacale da Monforte, sia dal disegno luci di Alain che, solito lavorare con artisti latini, ha creato uno show decisamente di gusto internazionale, quasi televisivo nella gestione dei bianchi e della luminosità e perfettamente consono alla tipologia di spettacolo proposto da Laura. Non molti “special”, ma in generale uno show coinvolgente che ha valorizzato e messo al centro dell’attenzione gli artisti sul palco, anche grazie alle riprese in I-Mag curate da Maurizio Maggi.

Prima di dare la parola ai professionisti impegnati in tour, da segnalare alcune chicche che ci sono piaciute parecchio: per la prima volta abbiamo visto le macchine del fumo intubate dentro dei grandi salsiciotti di nylon, forati ad arte in corrispondenza dei proiettori, un modo economico e geniale per non disperdere il fumo in caso di vento! Spettacolare la città sotterranea o, meglio, sottopalco, creata da Bicio Marchi: qui trovavano posto tutte le regie, i quick change, le attrezzature tecniche… insomma tutto l’occorrente per lo spettacolo; infine, il backliner Carlo Barbero ha messo in tasca al direttore musicale un telecomando che, in caso di necessità, faceva accendere in postazione sottopalco un lampeggiante in stile Gran Torino di Starsky e Hutch! 

Orazio Caratozzolo - Produttore esecutivo per F&P

“Siamo partiti dal simbolo di Simili – racconta Oraziocioè le quattro impronte digitali che creano una sorta di quadrifoglio: da lì si sono sviluppate le forme centrali del palco e il conseguente disegno luci che ne segue in parte l’andamento.

“Il palco, ideato ed abbozzato da Laura e da noi trasformato in realtà, ha ben quattro livelli: batteria e percussioni, un altro con pianoforte tastiere ed archi, un terzo da cui inizia il vero stage con chitarre e basso e postazione canto, per poi arrivare ad un altro livello, con una passerella di 15 m x 15 m che in pratica è un altro palco.

“Non è stato semplice da realizzare – continua Orazio – anche perché abbiamo tante persone sullo stage da coordinare, infatti il concerto ha le caratteristiche di uno show internazionale, con coreografie ed effetti, quindi serviva una regia precisa.

“Una delle peculiarità è lo schermo a pavimento calpestabile, che è un bel giocattolo da gestire, sia in termini di produzione sia in termini di uomini e materiali, con fasi di montaggio e smontaggio piuttosto complesse.

“Per montare tutto servono cinque giorni, mentre per uscire riusciamo la notte stessa dello spettacolo, ma in questo caso la struttura rimarrà montata, ed in Puglia avremo un altro palco simile a quello che abbiamo usato a San Siro, cioè un Litec MyT, mentre qui usiamo lo Space Roof, della famiglia Prolyte.

“Il lighting designer è belga – spiega Orazio – ma lavora moltissimo con gli artisti latini americani, ad esempio Miguel Bosè; Laura lo ha conosciuto in America e lo ha voluto in questo tour. Interagire con professionisti abituati ad altre realtà è per certi versi più facile, perché sono abituati a pensare che l’obiettivo finale sia la soddisfazione del cliente, mentre spesso gli italiani hanno un legame con l’artista che alcune volte li fa entrare in contrasto con la produzione. Qui comunque gli abbiamo messo a disposizione circa 600 pezzi, quindi il materiale per lavorare in un certo modo lo ha avuto sicuramente. 

“Come special abbiamo dei bellissimi laser, dei geyser, un lift che porta l’artista sul palco, i coriandoli per il gran finale, un’altalena ed un vestito luminoso, ma l’effetto principale rimane il pavimento video.

“Molto rilievo hanno ovviamente i video, realizzati da Leandro Emede, che ha anche curato gli ultimi videoclip di Laura, e Mikkel Garro che invece si è occupato prevalentemente della grafica e dell’effettistica video. Ovviamente importanti anche le riprese live, curate da Maurizio Maggi”.

 

“La squadra F&P – aggiunge Orazio – è numerosa e molto professionale, voglio ringraziarli tutti perché stiamo facendo davvero un gran lavoro: da Bicio Marchi a Beppe Benzi, Paolo Vettorello, l’ottima Chiara Trabalza, con Giovanna Salvatori che ha svolto il preziosissimo ruolo di trait d’union fra la produzione e la parte artistica, oltre ovviamente a tutti i vari tecnici audio e luci che lavorano da tempo con Laura.

“Abbiamo fatto le prove ad Imola per due settimane, periodo molto impegnativo, perché l’artista è assolutamente perfezionista e maniacale, quindi tutti abbiamo lavorato al massimo per ottimizzare una produzione davvero complessa. Basti dire che in tour siamo circa 70-80 persone, a cui sono da aggiungere centinaia di local”.

Bicio Marchi - Direttore di produzione

“Tra le cartelle del mio Mac – ci racconta Bicio – ne ho una nominata LP 2016, al cui interno ci sono altre cartelle divise per tour ed eventi programmati da Laura per quest’anno. La cartella LP Stadi nasce nel lontano 17 aprile 2015 alle 16:37, dopo aver ricevuto l’incarico di seguire la produzione dall’Executive Producer della F&P Group, Orazio Caratozzolo, al quale un giorno chiederò come possa ancora fidarsi di me.

“Il progetto realizzato è la messa in opera di una bozza inviata direttamente da Laura: aveva visionato svariate proposte molto interessanti provenienti da studi di design e show designer, ma nessuna la soddisfaceva pienamente, così ha preferito disegnarsi lei per la prima volta il suo palco. Ovviamente l’idea ha subito una serie di update, fino ad arrivare alla versione milanese che potremmo definire la versione 18.2, sperando di non integrare altro nelle date successive!

“Igor, di Tekset, si è preoccupato di trasformare la bozza di Laura in un disegno tecnico, condividendolo con tutti i settori per capire eventuali problematiche. Il buon Emiliano Bitti (head rigger) non ha lasciato nessun motore nei bauli, anzi, oggi ne sono arrivati altri, tanto per non farci mancare nulla: manca poco per ritrovarci appesa anche la scrivania di Caratozzolo.

“La produzione – continua Bicio – viaggia su 18 bilici, oltre a due generatori bigruppo e circa 25 bilici per palco, tetto, copertura prato, truckway e chi più ne ha più ne metta. In totale stiamo parlando di circa 45 bilici. 

“In produzione siamo un bel team: oltre a me ci sono Chiara Trabalza, Giovanna Salvatori, Giuseppe Benzi (detto “il Principe” perché vive in una casa in centro a Modena molto molto aristocratica), Rino Attili e Samuel Basso. Anna, Diana e Bruna si occupano dell’allestimento dei camerini e di tutti i costumi di scena dei 18 musicisti, dei 30 ballerini ed ovviamente di quelli di Laura che non sono pochi! Alex e Angelica, infine, curano tutta la logistica di hotel, trasporti, party A, B e C.

“La pappa ce la fa il buon Osvaldo di Mediterraneo Catering che, assieme allo Chef Alex Mangiafuoco, non è propriamente un dietologo!”.

 

“Per questo tour – continua Bicio – ho avuto l’idea di creare una vera e propria città tecnologica sotto al palco, perché ho sempre desiderato avere uno stage pulito e senza le solite aree tecniche a vista, che per di più limitano la vista della scena al pubblico seduto sulle tribune laterali. Ho comunicato questa idea ‘calda calda’ con una mail notturna al DWG manager di Italstage, Tonino Lambiase, che prontamente il giorno dopo mi ha chiamato per chiedermi che cosa avessi bevuto la sera prima.

“Il progetto comprende una serie di botole di accesso al palco, corridoi sotto palco per collegare le varie zone, come camerini, regia video, monitor world, gobbo, eccetera…

“Qui sotto – dice Bicio – i tecnici ed i ballerini hanno le proprie baie Layher dedicate, ed ognuno se l’è personalizzata, creando qualcosa di simile al mercatino di Porta Portese. Per controllare che cosa succede sul palco durante lo show, il buon Tele-Mauri ha piazzato delle minicamere di servizio che trasmettono le immagini su dei monitor sottopalco, così tutto il personale ha idea di quello che succede al piano di sopra.

“Insomma: si è creata una situazione molto utile e carina che dovrebbe a mio parere diventare uno standard per tutti i tour dove il palco è più alto di due metri”.

 

“Per quanto riguarda il tour negli stadi – continua Bicio – siamo partiti ai primi di maggio con l’allestimento in autodromo a Imola, dove mancavo dagli ultimi Heineken Jammin’ Festival, ma devo dire che ancora oggi si respira l’aria rock di un tempo, anche perché ho ritrovato vecchi amici, come Simone Magnani ed il nuovo direttore Piergiovanni Ricci, grande appassionato di musica. Durante l’allestimento della produzione, abbiamo organizzato le prove musicali sul palco del Teatro Stignani di Imola, e nel ridotto le prove del corpo di ballo: è una struttura veramente bella e funzionale.

“Mi sembra giusto anche citare i colleghi che ci hanno ospitato negli stadi, facendoci trovare al nostro arrivo diversi servizi già pronti: a Milano c’erano Luigi Vallario, Cico, Francesca, Pongo e tanti altri... A Roma Jose, Francesca, Gianluca e Piero”.

 

“Finito il progetto Stadi – continua Bicio – abbiamo già le valigie pronte per partire per un lungo tour di otto settimane che ci porterà dal Canada a Puerto Rico, passando per Messico, Brasile, Uruguay, Paraguay, Argentina, Stati Uniti, Perù, Costa Rica, Colombia, Ecuador, Panama e Cile.

“Dopodichè dalle Americhe, passando per l’Italia per un cambio mutanda al volo, si ripartirà per l’Europa per altre tre settimane. Diciamo che se tutto va bene, a fine ottobre finalmente ci potremo godere i nostri cari, sperando che abbiamo avuto la pazienza di aspettare il nostro ritorno dal fronte”.

Alain Corthout - Lighting designer

Dopo il concerto facciamo una piacevole chiacchierata con il lighting designer.

Sappiamo che lavori molto con artisti di pop latino in America, anche se sei belga: quali sono i tuoi principali credit?

Lavoro con Miguel Bosé da più di dieci anni, ma anche con Manà, Alejandro Fernandez, Sin Bandera, Chayanne, Camila, Sasha, Benny & Erik, per i quali ho curato il set design nel tour del 2015. 

Come sei entrato nel team di lavoro di Laura?

Inizialmente mi è stato chiesto di fare il disegno luci per il tour in Sud America e negli Stati Uniti, e poi mi hanno chiesto anche di lavorare agli spettacoli negli stadi.

Il tuo progetto ha riguardato soltanto il lighting o anche l’architettura del palco?

Solamente le luci. I contributi sono di Mikkel Garro, mentre il palco è stato creato da Igor Ronchese. Io avevo preparato un set design, ma era un po’ troppo grande.

La scelta dei LED a pavimento è stata tua o era una scelta già presa?

C’è una sola persona che poteva richiedere quel LED floor: la stessa Laura.

Come hai interagito con il LED floor che fa tanta luce?

Il LED floor non aiuta molto il mio disegno, perché butta parecchio colore sul viso, e questo non andava bene sugli schermi I-Mag; è il motivo per cui ho aggiunto 50 SGM Q7, proprio per dare una spinta di bianco dal basso ed eliminare il colore riversato dal video floor.

Quali e quanti proiettori hai usato nel tuo disegno? Ti sei trovato bene con i materiali a disposizione?

Volevo moltissimo i Robe Pointe, il mio proiettore piccolo preferito. Inoltre, poco prima che facessimo la lista definitiva, Robe aveva lanciato il BMFL WashBeam. Agorà, il service luci, mi ha chiesto se li ritenevo una buona alternativa per gli altri punti del disegno e, sapendo che si trattava di prodotti Robe, ho detto subito di sì: sono stato molto felice di averlo fatto. Che bel proiettore! Abbiamo, in totale, 109 Robe BMFL WashBeam, 128 Robe Pointe, 15 Alpha Spot HPE 1500 Clay Paky per le luci frontali per la band, 70 Martin Quantum (prodotto che a me veramente non piace affatto) come compromesso al posto dei Clay Paky K20 B•Eye, e 45 Martin MAC Aura.

Abbiamo notato che durante il concerto eri praticamente “disoccupato”: lo spettacolo luci è interamente programmato in SMPTE? Quale console usi? Quante cue hai?

Sì, tutto lo spettacolo viene eseguito in time code. Io uso ChamSys ormai da più di dieci anni, la considero la migliore di sempre. Per i concerti negli stadi, i contributi sono stati eseguiti da una console separata, ma per il tour nelle arene arriveranno dalla mia console, eseguiti da un Arkaos Mediamaster. Quante cue? Un sacco! Non le ho contate, ma sono molte, perché il concerto prevede 45 canzoni, anche se con molte più brevi in medley, ma ogni canzone ha bisogno di un look diverso.

Abbiamo notato uno stile quasi televisivo e luminoso che per questo spettacolo ci è piaciuto molto: è uno stile tuo o è una richiesta dell’artista?

Mi piace illuminare moltissimo tutto ciò che accade sul palco, ma senza accecare con fasci e strobo.

Trattandosi di uno show all’aperto, il fumo non può aiutare molto e con un palco di grande dimensione, con a volte 60 persone sopra, è necessario creare grandi look coerenti e non provare ad andare verso il minimale. Il minimale può funzionare negli spettacoli indoor, dove “meno” può a volte sicuramente essere “di più”.

Laura ha contribuito alle idee dello show? Questo ti ha facilitato ad ottenere uno spettacolo di suo gradimento o è stato un problema ulteriore?

Laura ha delle idee molto, molto chiare su quello che le piace e quello che non le piace. A lei importa moltissimo del look del concerto e segue ogni dettaglio: vuole vedere tutto più volte prima di dare il suo ok.

Non avevamo mai visto il fumo incanalato in quella specie di grossi preservativi! Da dove arriva questa idea? Funziona davvero?

Funziona alla grande! Ho visto questo sistema per la prima volta quando lavoravo con Jean Michel Jarre, utilizzato dal service luci francese, e ne sono rimasto stupito. Il palco lì era largo 160 metri, sul lungomare di Monaco, e c’era sempre molto vento. Funziona molto bene: disperde il fumo perfettamente e non si vedono mai nuvole vagare per l’arena. Inoltre il costo è praticamente pari a zero, perché in realtà prendiamo la plastica usata in tintoria per coprire i vestiti! Non è grande?

Un bilancio di questa esperienza in Italia: qual è il livello di professionalità e simpatia nel nostro mondo dello showbiz?

Eccezionale! Ho lavorato in Spagna molti anni, e ho avuto solo un paio di esperienze di lavoro in Italia: c’è una grande differenza tra i due paesi, che pure sono così vicini. Ogni minuto passato a lavorare qui è stato un piacere.

Come vuoi concludere questa intervista?

Mi fa ridere perché io sono belga, e proprio qui ho trovato Monforte, il fonico FoH, che è un altro belga! Curioso, no? Non avevo mai lavorato con Agorà, e devo dire che ha un’organizzazione straordinaria. Lavorano velocemente, sono ben organizzati: non vedevo questo livello di professionalità da un po’, ovunque, in tutto il mondo. Davvero incredibile.

Marco Monforte - Sound engineer

“Il palco è molto articolato – spiega Marco – e soprattutto in buona parte davanti all’impianto PA, e questa è stata la vera difficoltà, perché è un concerto che richiede volumi importanti; è stato fatto un gran lavoro per posizionare le casse nel miglior modo possibile, soprattutto da parte di Orlando Ghini, PA engineer, Bicio Marchi e Bitti, head rigger, creando uno sbalzo per appendere il main, affinché Laura nella ‘postazione zero’, cioè quella in cui ha il suo sgabello, potesse avesse una posizione sicura. Tutto il resto del palco però, quindi le passerelle e gli altri due stage anteriori, era per forza davanti al PA. Anche per questo abbiamo lavorato molto sul posizionamento dei diffusori: alla fine l’audio soffre un po’, ma vince lo show nelle sue componenti scenografiche e coreografiche. Quando dico ‘soffre’ significa che il margine di intervento diventa esiguo, soprattutto per quanto riguarda la compressione e l’equalizzazione, ed anche i musicisti ovviamente sono sottoposti ad una pressione sonora importante. Se l’artista canta sulla punta della passerella sussurrando bisogna trovare quel margine millimetrico che permette di far uscire la voce alla grande senza incappare in larsen o altri problemi. Questa è stata la grande sfida di questo tour: permettere all’artista di muoversi a proprio piacimento senza compromettere la sua voce. Devo dire che siamo riusciti ad avere sempre un mix molto a fuoco, senza mai un innesco, pur avendo una caterva di impianto alle spalle, e alla fine mi ritengo soddisfatto di come è andata. 

“Abbiamo scelto un microfono dinamico Sennheiser 935 – continua Marco – trovando un buon equilibrio fra la preamplificazione e la sensibilità della capsula; ho usato compressioni meno estreme del solito, seguendo l’artista passo passo per cercare di non chiudere la voce in un imbuto, ma averla sempre bella e chiara in ogni posizione sul palco.

“Il fatto di lavorare insieme da tantissimi anni con Paolo Carta, il direttore musicale, mi ha certo aiutato molto, perché le idee su quello che si vuole raggiungere sono sempre molto chiare.

“È comunque uno show complicato, con molti musicisti, cantanti… in un momento del concerto ci sono ben sette microfoni aperti tutti sulle passerelle, insomma da seguire al millimetro.

“Ho usato un DiGiCo SD7 – ci dice Marco – con un grosso pacchetto Waves e, per la prima volta, il canale di Laura era del tutto on-board, anche se poi andava su un gruppo in cui ho innestato un MaxxBCL. Ho portato il mio Klark-Teknik ed un altro MaxxBCL  sul basso, macchina che comprime velocemente e tiene lo strumento stabile.

“Devo dire che quando si ha un impianto di quella mole dietro le spalle del cantante… quando si toglie il mute dal canale c’è sempre un attimo di ansia!

“Voglio sottolineare – conclude Marco – il fondamentale e spettacolare lavoro di Orlando Ghini ed anche l’importanza di Simone Di Pasquale come assistente puro alla regia, un ragazzo molto preparato e bravissimo in un ruolo che in Italia è abbastanza raro: non ho mai avuto un servizio così impeccabile durante un tour”.

Mauri Maggi - Regia video live

“Noi curiamo le riprese live  – dice Mauri – distribuite nei vari schermi e sul pavimento LED, gestito da Luca Brozzi di Event Management. Propio con Luca abbiamo intersecato tutte le regie: ho la regia live con tutte le cam live, mando i segnali ad un’altra mia regia, con Steve Sarzi, che apre e chiude il live negli schermi laterali estremi e li manda nei centrali e verticali, e riceve le clip da Event per miscelarle al live. Lui stesso ha un’altra regia con alcune camere che a volte deve andare a gestire in modo diverso da quello che faccio io, per cui abbiamo in pratica due regie live. A Milano abbiamo registrato il concerto, con Cristian Biondani che faceva la regia sul mezzo mobile, usando un numero maggiore di camere, compresa una spettacolare spider cam.

“La gente sul palco è tanta, quindi servivano tante camere. Per l’occasione, avendo molti segnali da gestire in ingresso ed uscita, ho preso il nuovo Roland V-1200HD integrandolo con il modello V-1600HD che avevo già, ottenendo 24 input e nove output, numeri che nell’audio sembrano pochi, ma per il video sono una bella potenza di fuoco. Uso poi Blackmagic per il multiview e varie matrici. Steve ha invece tre media server, e anche Brozzi usa un Catalyst per altri contributi video”. 

PERSONALE E AZIENDE

Band 
Direttore musicale Paolo Carta
Tastiere Fabio Coppini
Basso Roberto Gallinelli
Batteria Carlos Hercules
Percussioni Ernesto Lopez Maturell
Chitarra Nicola Oliva
Tastiere Andrea Rongioletti
Cori  David Aiyeniwon
Ariane Diakitè
Claudia D’Ulisse
Gianluigi Fazio
Roberta Granà
Monica Hill
Orchestra-archi 
Resp. Orchestra  Giuseppe Tortora
Orchestra Marcello Iaconetti
Ester Gallo Adriana
Mario Gentili
Ballerini
Coreografo Jonathan Redavid
Assistente coreografo Giorgia Montefusco
Ballerini Francesca Bazzucchi
Fabrizio Masi
Nicole Marin
Andrea La Rossa
Filippo Ranaldi
Ylenia Battista
Raimondo Sacchetta
Maria Laura Savio
Alessandra Valenti
Stefano Ferrari
Produzione F&P Group
Produttore Ferdinando Salzano
Produttore esecutivo Orazio Caratozzolo
Divisione concerti Ivana Coluccia
Art director Laura Battista
Divisione comunicazione Veronica Corno
Divisione ticketing Riccardo Brambilla
Giulia De Brasi
Divisione promozione Francesco Negroni
Francesca Bevilacqua
Giovanna Salvatori
Management Gente Music
Fabrizio Pausini
Silvia Pausini
Andrea Camporesi
Fabrizia Cerciello
Rosaria Sindona
Staff LP
Tour Manager Alessandro Kovacich
Assistente artista Nicole Manno
Stylist Cerioni Niccolò
Trucco Del Curatolo Patrizia
Security manager Serra Fabio
Produzione
Direttore di produzione Bicio Marchi
Site coordinator Giuseppe Benzi
Assistente di produzione Chiara Trabalza
Site coordinator Rino Attili
Ass. tour manager/Promoter Angelica Alfieri
Resp. camerini artista Anna Storti
Resp. camerini band Bruna Baratti
Resp. camerini ballerini Diana Ripani
Assistente di produzione Samuel Basso
Ufficio stampa Goigest
Lighting designer Alain Corthout
Fonico FoH Marco Monforte
Tecnico laser Marcin Prasalek
Service audio e luci Agorà
Fonico di palco  Adriano Brocca
Backliner Massimiliano Gentile
Simone Palenga
Carlo Barbero
Domenico D’Alessandro
Audio-seq. Nicola Fantozzi
Seq. Fabio Cerretti
Assistente FoH  Simone Di Pasquale
PA manager Orlando Ghini
PA man Silvio Visco
Massimo Luna
Resp. tecnico luci Daniele Francescone
Dimmer Livio Lo Faro
Tecnico luci Michele Donninelli
Marco Trapanucci
Francesco Mingoia
Rigger luci Simone Bugatti
Giovanni De Santis
Network manager Vittorio Graziosi
Contributi video Mikkel Garro
Leandro Manuel Emede
Riprese video Telemauri
Live dir. Maurizio Maggi
Cameraman Ornella Bonaccorsi
Salvatore Billeci
Stefano Sarzi
Leo Luttazzi
Marco Murat
Schermi LED  Event management
Responsabile Luca Brozzi
Tecnici LED Fabrizio Lopes
Francesco Guerra
Luca Matrone
Rolando Ital
Fabio Greco
Stefano Cremonesi
Andrea Davino
Flavio Trovato
Mattia Bertani
Kristian Girolamo
Pasquale Toscano
Andrea Russo
Gianpaolo Caffi
Giulio Ligorio
Scenografia Tekset
Responsabile Igor Ronchese
Susanna Gruttadauria
Marco Parlà
Giovanni Ippoliti
Lamine Drame
Rashed Esmat
Paolo Pili
Rigger  
Head rigger Emiliano Bitti
Rigger Andrea Basta
Struttura Italstage
Responsabile skaff Gennaro Cirillo
Skaff Marian Floresco
Georgian Popa
Aronne Ballabio
Gabriel Ionut Iordan
Alexandru Apetroaie
Curita Felciuc
Merchandising Oltre Il Merchandising
Responsabile Antonio Martinelli
Catering Mediterraneo
Responsabile catering Odvaldo Di Gennaro
Chef Pietro Vaccaro
Alessandro Grullini
Trasporti Rock Road
Tony Afilani
Benito Aresti
Omar Bentalha
Alessio Bianchetti
Nazzareno Brunamonti
Massimo Cedretto
Graziano Di Stasio
Gian Mario Folin
Domenico Grifa
Marino Rocco Maio
Marcello Marcelli
Loreto Margani
Andrei Iulian Neagu
Donato Palagio
Duilio Pirazzi
Gianproto Sechi

 

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