Simple Minds

Simple Minds all'Alcatraz a Milano...

simple mindsIl 25 febbraio i Simple Minds sono tornati in Italia con una data unica all’Alcatraz di Milano che ha registrato un prevedibile tutto esaurito. Durante il concerto, proposto in coincidenza con l’uscita dell’album Celebrate – the greatest hits, la band scozzese ha ripercorso le tappe più significative di una trentennale carriera da 60 milioni di album venduti, dimostrandosi ancora in grado di appassionare il pubblico con impeccabili esecuzioni strumentali e, grazie alla capacità del cantante Jim Kerr, di tenere il palco. Arrivati in loco (con un po’ di ritardo), facciamo due chiacchiere con il Direttore di produzione Andrea Aurigo della Vivo Concerti per capire come mai, avendo suonato da poco ad Hyde Park, la band abbia optato in Italia per un live club di media capienza.

-Si tratta di uno spettacolo unico o sono previste altre date italiane per questo tour?

-Per il momento abbiamo solo questa all’Alcatraz, ma a breve usciranno alcune date estive, una a Roma ed una in Sicilia per cominciare, ed anche per la parte estiva sono previsti spettacoli in medie o piccole location.

-Negli anni ’80 i Simple Minds erano piuttosto famosi; come mai la scelta di live club?

Non si tratta di una preferenza dettata da esigenze economiche; sotto questo punto di vista la scelta di ambienti da 1000-1500 persone è, al contrario, meno vantaggiosa rispetto a quella delle grandi venue. Si tratta di un tour partito più per il desiderio dei membri del gruppo di suonare dal vivo che per questioni di botteghino, e ciò lo si intuisce anche dalla scelta di portarsi dietro il 90% della produzione anche in club, come ad esempio l’Alcatraz, già forniti di impianti adatti a questo genere di show. Per farti capire: oggi sono arrivati qui con due sleeping bus e due bilici pieni di roba.

-Com'è organizzato, quindi, il tour?

-Si tratta di una tournée europea. Nel nord Europa hanno viaggiato con una produzione un po’ più snella mentre ora, per fare i club del centro e del sud Europa, hanno incrementato di un bilico. Si portano dietro il loro PA – in questa data hanno un K2 nuovo di pacca –, l’intero impianto luci –composto al 90% da floor con una piccola integrazione appesa di una trentina di pezzi che ci hanno richiesto – e il loro catering. Noi forniamo, quindi, solo la corrente, il rigger e i facchini. Per una volontà del gruppo, la produzione è di primissimo livello come i service che li seguono e, come potrai notare, i prodotti sono tecnologicamente avanzati. Con una produzione del genere, anche se i locali sono sempre pieni, è facile che si finisca al pari con le spese o che si vada sotto.

-E quali sono i service?

Il loro service audio è Britannia Row, mentre quello luci è l’inglese HSL, ovvero due leader in Europa, e la stessa cosa si può dire per il catering, uno dei più rinomati. Ma – ripeto – il loro interesse per questa parte del tour è quello di fare uno show di qualità anche dal punto di vista tecnico in location inaspettate ma carine; del resto parliamo di un gruppo che, con 60 milioni di album venduti, ha da tempo superato determinate problematiche relative al budget in tour.

-La Vivo Concerti è un’agenzia indipendente? Con quali gruppi o artisti lavora attualmente?
-Era indipendente, ora fa parte del gruppo Warner. Oltre ai Simple Minds facciamo i Muse, i Radiohead, i Kasabian, Nutini, i Linkin Park e i festival come Perfect Day o I-Day dove abbiamo portato i Green Day e Blink 182. Lavoriamo, quindi, con tutti gruppi stranieri eccetto i Subsonica.

Non avendo avuto la possibilità di intervistare i tecnici a causa del nostro ritardo, abbiamo atteso l’inizio del concerto divertendoci ad osservare il progressivo riempirsi del locale. Ciò che mi è saltato all’occhio è stata l’età media decisamente alta del pubblico, in mezzo al quale ho riconosciuto più di un’espressione che potrei definire di smarrimento, propria di chi varca la soglia di un concerto rock dopo molto tempo di assenza e, riportate alla mente le serate di gioventù trascorse in discoteca a ballare più di un successo dei Simple Minds, ho cominciato a far salire anche le mie aspettative sul gruppo. Ma la curiosità più grossa era chiaramente rivolta al K2 di 9 diffusori + 4 sub per lato, accompagnato alla regia da un mixer Soundcraft VI4, alla regia luci da una vecchia GrandMa1 e da una scelta mista di luci Clay Paky, Robe e Martin. Devo dire che il primo impatto con l’impianto è stato abbastanza traumatico, sia per la potenza emanata sia per il suono; poi, man mano che il fonico prendeva dimestichezza con il nuovo oggetto, l’ascolto è migliorato vistosamente, anche se la pressione è comunque rimasta abbondante. Sul palco gli artisti hanno dimostrato tutta la bravura e la voglia di suonare di un tempo, confermandosi in grado di emozionare il pubblico con due ore di concerto che ha toccato tutti i più grandi successi senza esclusioni. Il consiglio, rivolto a tutti i nostalgici del vecchio sound britannico è, quindi, quello di tenere d’occhio la programmazione estiva del tour.

 

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Promoter: Vivo concerti

Corrado Rizzotto-promoter

Andrea Aurigo-promoter rep

Micaela Arimigero-ass produzione

 

Simple minds:

Production manager: James Maillardet

Tour manager: Bill Barclay

Fonico sala: Oliver Gerard

light designer: Stephen Pollard

 

Luci: HSL

Audio: Britannia row Productions

catering Popcorn catering

 

2 blici/2 bus

 

PA: K2

Banco Foh Sounddcraft Vi4

Luci: Disegno luci allegato

Console: GandMA1 full size


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