Cesare Cremonini

Live 2012

 

cremoninidi Douglas Cole

Che il ragazzo della 50 Special abbia davvero fatto il salto? Con 13 anni di repertorio e una band di nove musicisti al seguito, Cesare Cremonini appare quanto mai lanciatissimo. Ecco la nuova tournée: solo 13 date ma davvero intense, compresi tre concerti nella sua Bologna e una serata che ha sfiorato le 10.000 presenze a Milano.

 

Cesare Cremonini sembra aver capito abbastanza presto nella sua carriera che ci sarebbe voluta un po’ di tenacia per evitare di essere un fuoco di paglia. Dopo il primo disco da solista, se si fosse comportato come tanti altri artisti che arrivano improvvisamente al successo, oggi ne sentiremmo parlare in programmi tipo “Meteore”. Invece, finita l’onda lunga del primo successo, Cesare si è messo pazientemente sulla strada più difficile, quella lunga e lenta dell’affermazione. È una strada che va percorsa da tutti gli artisti, solo che molti, dopo il picco iniziale, spesso non si rendono conto di quanto ci sia da pedalare per riconquistare e mantenere un livello di notorietà vicino a quello già così facilmente gustato. Non tutti ci riescono, e forse l’umiltà e la perseveranza sono, insieme alla reale capacità artistica, i veicoli più adatti a percorrere questa via.


Così, dopo un paio di false partenze – non meno belle ma forse premature – sembra che Cesare stia arrivando alla consacrazione finale. Sulle radio italiane, il successo del primo singolo tratto dall’ultimo disco – Il Comico (Sai che risate) – ha superato i suoi primi successi da solista, rimanendo nei top 10 per dieci settimane, mentre l’album stesso ha debuttato al numero due ed è rimasto nei primi dieci per oltre due mesi. Davvero non male.

Prodotto da Live Nation Italia, il Live 2012 Tour testimonia una certa – ed evidentemente giustificata – fiducia nell’artista. È una produzione piuttosto importante, con una quantità di materiale non indifferente e la partecipazione di professionisti e fornitori tra i migliori d’Italia. Sono certo una garanzia le squadre audio e luci di Agorà ed il materiale video di STS Communication. Ad assicurare la giusta interpretazione del suono voluto dal produttore musicale c’è Marco Monforte in regia FoH, mentre alla regia video e I‑Mag troviamo Emigliano Napoli e la sua squadra. La grafica dell’ultimo disco di Cremonini, La Teoria dei Colori, ha fornito ispirazione a Mamo Pozzoli, lighting designer, per il disegno delle luci e del palco.

cremoniniLa produzione esecutiva è stata affidata ad Alberto Müller, mentre in tour troviamo una squadra di produzione molto efficiente diretta da Riccardo Genovese, con la tour manager Pamela Allvin. Non possiamo far a meno di riportare con enorme piacere che queste 14 date segnano anche il ritorno trionfante in tournée, dopo qualche vicissitudine, della nostra amica Giusy Ferrise nel ruolo di assistente alla produzione.

Il concerto
Il concerto è veramente gradevole e coinvolgente. La band è tosta e produce un muro di suono che circonda la voce dell’artista, rendendolo parte di un’orchestrazione totale. Ascoltando il disco di Cremonini, si nota che questo sound è fedelissimo alla volontà del produttore musicale Walter Mameli che passa il concerto dietro il banco con le dita sui DCA della DiGiCo SD7, cosa che certo non siamo abituati vedere.


L’audio: innanzitutto il sistema è il “vecchio” V‑DOSC, messo a punto da Antonio Paoluzi, perciò parliamo di un connubio di qualità a tutti noto. Anche dal rischiosissimo palco B, posto a Rimini direttamente davanti all’array V‑DOSC di stage-right, il suono della serata non fa una piega.
Il mix, come detto, prevede la voce molto indietro, almeno rispetto al solito standard italiano, e questa è chiaramente una scelta artistica, infatti il risultato complessivo è molto bello. Anche trovare il produttore musicale che sposta fisicamente i fader durante il concerto, mentre il fonico di sala assiste, è cosa piuttosto anomala; ma il fatto stesso che si sia arrivati in fondo al tour in questo modo attesta una certa tranquillità da parte di entrambi nell’uso di questo metodo di lavoro, metodo che forse non tutti digerirebbero con lo stesso aplomb di Monsieur Monforte.


Per quanto riguarda lo spettacolo visivo, il design è un altro thumbs-up per Mamo. Molto diverso dai suoi recenti progetti, tutti con architetture complesse e movimentazioni, questo palco è più tradizionale e simmetrico e comprende anche un parco luci ed un LEDWall più canonici. Durante l’ultima nostra intervista, Mamo si era detto determinato a rimandare l’uso degli Sharpy, a sua detta troppo inflazionati, ma qui ci troviamo davanti un ragazzo col giocattolo nuovo: pochi proiettori, solo 14 dei piccoli Clay Paky, hanno tirato fuori il meglio del Pozzoli programmatore/operatore, con puntamenti maniacali e sperimentali, comprese le “Sharpiate” creative con imprevedibili riflessi sui BB7.
In regia video live troviamo il piovresco Emigliano Napoli, e Marco “Bazza” Bazzano al controllo dei Pandoras Box, che sembrano effettivamente due polipi al lavoro. D’altra parte video, camere, server, schermi, insomma tutto, è portato avanti da una squadra di sole quattro persone.

Insomma gran bello show, con una produzione “furba”, ben ponderata ed in grado di valorizzare al massimo, con quattro bilici di materiale, la musica ed il mondo artistico di Cremonini.

Riccardo Genovese genovesi
Direttore di Produzione
“È una produzione piuttosto agile, con quattro bilici di produzione, una soluzione ideale visti i diversi back to back del tour. Ho qui al lavoro una squadra tecnica fra le migliori che abbia mai incontrato, in tutti i settori, e parlo anche dei backliner, molto importanti per la tranquillità dell’artista e dei musicisti. Inoltre siamo tutti molto amici da lunga data, quindi ci aiutiamo vicendevolmente e c’è una bella atmosfera.
“Il tour sta andando molto bene, e questo certo aiuta il buon umore: abbiamo fatto quasi 10000 presenze a Milano, ed anche qui a Rimini siamo oltre le 4000. Tutti escono molto soddisfatti: chi viene a vedere lo show rimane sorpreso da come la scena cambi continuamente grazie alle genialate di Mamo che, pur senza una scenografia vera e propria, si è inventato delle soluzioni molto efficaci, soprattutto perfette per Cesare e la sua musica.


“Le aziende ed il personale sono di sicura affidabilità, a cominciare da Agorà e le sue squadre per luci ed audio, poi STS per il video, mentre la nostra squadra di produzione vede al lavoro Giusy Ferrise, Alberto Barbarelli e Pamela Allvin. Musicisti compresi, siamo oltre 40 persone in tour.
“Voglio anche fare un plauso per gli autisti dei bilici, figure importanti che ci stanno dando un grande apporto, e ringraziare sempre in modo particolare i tecnici, che sono sempre quelli più generosi, che seguono e si adeguano ai ritmi del tour con professionalità ed entusiasmo.


“Personalmente torno a lavorare con Cesare dopo una precedente esperienza di tanti anni fa, prima con i Luna Pop, agli inizi della sua carriera, e poi in un tour successivo. Devo dire che il mio capo, Roberto De Luca, ha avuto ancora una volta un ottimo intuito scegliendo di puntare su questo artista, perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
“Argomento sicurezza? Ti dico solo questo: oggi ho mandato ai ragazzi il piano di lavoro per Roma, prossima data del tour. C’è un’ordinanza prefettizia, per cui la Commissione Provinciale di Vigilanza arriverà entro le 13,30 per la valutazione ed il parere. Questo, dal mio punto di vista, vuol dire accelerare ulteriormente i tempi, cosa che non agevola certo la sicurezza, semmai la peggiora, perché così dobbiamo montare tutto in otto ore! Insomma, ancora una volta delle leggi nate per migliorare una cosa vengono fatte senza confrontarsi con chi realmente esegue il lavoro, così finiscono per sortire effetti opposti!”


mamo pozzoliMamo Pozzoli
Lighting Designer
“Ovviamente già il titolo del nuovo album di Cesare, La teoria dei colori, era per me un’indicazione piuttosto importante. Avevo già lavorato con lui quattro anni fa, ma per questo tour c’era un’altra impostazione, perché si voleva creare uno spettacolo piuttosto ambizioso, che non passasse indifferente. Devo dire che lavorare con Cesare è molto bello, perché lascia molto spazio creativo; così, una volta decisa la linea su cui muoverci, abbiamo cercato di capire come interpretare l’immaginario che l’artista voleva trasmettere al suo pubblico. Abbiamo scelto di attenerci a certo un rigore formale, per mantenere una certa immagine coordinata con i colori e le geometrie che Cesare utilizza nelle sue grafiche, realizzate da un collettivo di grafici che non a caso è stato coinvolto anche nel visual del tour. Queste scelte, queste geometrie elementari mi hanno imposto un uso molto ragionato delle luci, dei puntamenti e dei colori.


“Soprattutto ho cercato di introdurre diversi piani prospettici, con superfici video a diverse risoluzioni. Quindi sia le luci che il video sono scomposti in più piani paralleli, come se fossero dei fondali o dei sipari, uno davanti all’altro. LED ad alta e a bassa risoluzione, un fondale serigrafato, un lighting plot molto rigoroso, tutto per giocare con le trasparenze dei fondali video.
“Ovviamente mettere insieme tutti questi elementi ha richiesto tantissime ore di programmazione, ma adesso tutto è un unico mondo: tutti i pezzi hanno vari livelli di profondità, grazie alle luci, ai puntamenti ed al video.


“C’è un tetto con un disegno di truss ortogonali al fronte palco, per distribuire i punti luci in tutte le tre dimensioni. I materiali sono BB7, Jarag, Alpha Beam 700 Clay Paky, MAC 2000 Wash, ed inoltre uso per la prima volta gli Sharpy: sono davvero un prodotti eccezionali e non a caso stanno avendo un grande successo, tanto che il loro uso è perfino inflazionato; così sto cercando di impiegarli in maniera non troppo scontata, per valorizzarli nella loro dinamica pazzesca e nella loro velocità.
“Tutto il plot è a blocchi, quindi non ci sono tipologie diverse di prodotti sullo stesso truss, tranne per gli Sharpy (14) sparpagliati proprio per mettere disordine sul palco.
In tour ricopro anche i panni di programmatore ed operatore, cosa che mi piace, anche se sono poi vittima della mia stessa pignoleria; d’altra parte il mercato italiano non permette spesso di lavorare solo come designer, cosa che un po’ blocca il ricambio con le nuove generazioni”.

Emigliano Napoli
Regia Live
“Abbiamo una regia quadricamera, due sono poste sottopalco e due in fronte. Tre telecamere sono con operatore, mentre quella senza operatore serve a noi per registrare e vedere quello che succede sugli schermi. Abbiamo tre schermi MiTrix sul fondale, ma alle loro spalle abbiamo quattro teli SoftLED verticali, tutti gestiti da ‘Bazza’ tramite Pandoras Box.
“A volte abbiamo della grafica sul MiTrix, a volte il nero: una scelta concordata e programmata insieme a Mamo, come il resto del program video.
“Cesare ci ha lasciato molto spazio creativo, ed i contenuti sono stati fatti da dei ragazzi, Alessandra, Davide ed Andrea, con cui abbiamo collaborato per creare lo spettacolo. Il collante è stato proprio Cesare che ci ha dato il mood delle canzoni che abbiamo cercato di ricreare fra luci, video e grafiche.


“Cesare è comunque molto attento durante lo show, rispetta le posizioni che abbiamo concordato e rende il lavoro divertente per tutti... ed inoltre è una persona squisita, il che non guasta mai.
“Dimenticavo: abbiamo anche una camera brandeggiata Panasonic che usiamo per fare i controcampo sul pianoforte ed il pubblico. Infatti il pubblico è molto presente nei video, in un crescendo entusiasmante. Una nota di merito per i tecnici che fanno i cameraman e che sono anche molto bravi!”

Marco Monforte monforte
Sound Engineer
“Utilizzo una console SD7 ed un PA V‑DOSC, che rimane sempre un ottimo impianto nonostante il nuovo K1 sia certamente un’altra cosa. Anche tornare a lavorare con Antonio Paoluzi nei panni di PA Engineer mi fa molto piacere.
“Il sound di Cesare nasce dall’artista e dal suo produttore artistico Walter Mameli i quali hanno un’idea molto chiara del risultato che vogliono ottenere. Walter durante lo show segue proprio fisicamente il mix, caratterizzato da una voce molto ‘dentro’, mentre le chitarre sono molto ‘fuori’, con una pacca ottenuta più che sul rullante tramite cassa-basso e molte chitarre. Poi abbiamo un ‘palco B’, su cui Cesare suona da solo il pianoforte, posto proprio davanti al PA, una situazione di cui ho fatto esperienza durante il recente tour della Nannini. Devo dire che alla fine è meno complicato di quanto sembri: la cosa fondamentale è il posizionamento del PA, che in questi anni sono riuscito a portare sempre più avanti, come io ritengo sia giusto. In questo caso devo ringraziare tutti quelli che supportano questa mia richiesta, che nasce per il bene dello show. Come sintetizzare? Un tour breve ma molto molto bello”.

bertoldiGianluca Bertoldi
Monitor Engineer
“È un lavoro non troppo facile, perché sul palco abbiamo parecchi musicisti. Il monitoraggio è comunque gestito con IEM, via radio e  cavo, eccetto  una coppia di monitor wedge per sicurezza. Io lavoro su una Digico D1 ed ho anche alcune macchine esterne: due riverberi, un TC Electronics ed un SPX Yamaha, un Manley Vox Box ed un XTA D2 a due canali. Usiamo dei sistemi radio Sennheiser G2, e microfoni Sennheiser con capsule 935 per tutte le voci. Sulla batteria abbiamo degli Audix, ma per il rullante usiamo i classici Shure 57 e Beta 57, mentre come overhead abbiamo dei Neumann. Quando Cesare va a suonare il pianoforte sul palco B, davanti al PA, ci sono tantissimi rientri, così devo cercare di trovare un equilibrio fra il suono del PA ed il monitoraggio: ho copiato l’ascolto che Cesare ha nella sua cuffia con un ascolto via cavo e mi trovo abbastanza bene”.

Antonio Paoluzi
PA Engineer
“Ovviamente adattiamo l’impianto alle venue, ma la configurazione tipica prevede 16 V‑DOSC per lato di main ed otto per parte come side, almeno fino al concerto di Milano; in posti più piccoli avevamo bisogno di side diversi, con copertura fino ai 210° laterali, così abbiamo usato il dV‑DOSC che con la sua apertura di 120° aiuta molto in queste situazioni.
“Inoltre abbiamo 24 subwoofer e tanti front: due Kudo, una ARCS e due 115 XT HiQ. La configurazione dei sub prevede tre colonne cardioidi a destra e tre cardioidi a sinistra, oltre a due cluster cardioidi al centro.
“Il palco B in effetti non ci ha dato molti problemi, perché è piuttosto distante e non innesca facilmente anche a volumi generosi, soprattutto perché Cesare suona da solo senza la band”.
 The Backliners


“Siamo in quattro. Marco Zambon segue batteria, basso e cori; Carlo Barbero si occupa di Cremonini, comprese le sue chitarre ed i pianoforti, del chitarrista e direttore musicale Andrea Morelli, e delle tastiere che mandano le sequenze; Marco Demurtas, infine, segue le chitarre e le tastiere. paoluzi
“Abbiamo curato moltissimo i cablaggi ed il setup durante l’allestimento e, grazie a questo montiamo e smontiamo il nostro materiale in un’ora e mezzo. Durante lo show abbiamo anche degli ascolti IEM con cui possiamo comunicare in tempo reale da qualsiasi lato del palco, una bella situazione per una bella squadra con cui è piacevole lavorare. Purtroppo è un tour un po’ corto! Dobbiamo ringraziare anche Graziano Somaschini di Exhibo che ci ha fornito questo microfono customizzato con cui canta Cesare, un oggetto molto particolare.


“Come particolarità possiamo citare il fatto che uno dei coristi usa degli effetti sul palco per la sua voce. Il microfono viene splittato: un segnale rimane pulito, mentre l’altro entra in un sistema di macchine fra cui un TC Helicon gestito via MIDI da una tastiera Korg, usato soprattutto per dei vocoder, poi un CaosPad della Korg, ed un Line6 per riverberazioni e delay. Il risultato è molto simpatico, ma noi abbiamo dovuto cablare e rendere affidabile e collaudato tutto il  suo set”.
“Inoltre una bella novità che ci ha fatto conoscere Alessandro Di Crescenzo è il Kemper Amp. È in pratica un vero ‘ladro di suono’, cioè un emulatore: in studio abbiamo ‘grabbato’ i suoni di chitarra che piacevano a Cesare, con cassa e testa Orange, e qui dal vivo usiamo solo questa macchina, senza amplificatori e microfoni, che emula quel suono scelto dall’artista con un realismo impressionante. È un sistema che risolve un sacco di problemi di gestione e le varie problematiche legate a ronzii e rientri”.

 

Le Video Interviste:

Mamo Pozzoli

Gianluca Bertoldi

monfo

backliner

 

 

 

 

 

 

 

Direttore di Produzione:  Riccardo Genovesi per Live Nation Italia

Fonico FoH: Marco Monforte

Regia Video: Emigliano Napoli

Lighting Designer: Mamo Pozzoli

PA Engineer: Antonio Paoluzi

Monitor Engineer: Gianluca Bertoldi

Service Audio Luci: Agorà

Service Video: STS Communication

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