Sensation - Source of Light

L’arrivo in Italia di questo evento ci incuriosisce non poco. Così decidiamo di capirne meglio l’essenza e l’organizzazione.

di Giancarlo Messina

“Be Part Of The Night - Dress in White” è lo slogan di questa enorme festa dance in tour in tutto il mondo. Ai partecipanti si richiedono infatti due cose: voglia di divertirsi e abiti strettamente bianchi!

L’arrivo in Italia di questo evento ci incuriosisce non poco. Così decidiamo di capirne meglio l’essenza e l’organizzazione.

Detto fra noi, chi firma questo articolo, jazzista con una predilezione per il cool californiano anni ’50, ha una familiarità con il mondo delle discoteche pari a quella di un bramino indiano, quindi i lettori più vicini al settore non si aspettino pareri artistici sulla programmazione musicale perché, davvero, non siamo in grado di farlo, in quanto le sfumature del tunz tunz sono al nostro orecchio musicalmente indistinguibili. Ciò non toglie che il Sensation abbia proposto agli amanti del genere i migliori DJ sulla piazza, oltre ad uno spettacolo coinvolgente e l’atmosfera speciale del grande evento internazionale. Ma di cosa parliamo precisamente?

Si tratta di una produzione olandese che esiste da parecchi anni, portata per la prima volta in Italia soltanto nel 2013. Potremmo definirla un mix fra un rave ed uno spettacolo del Cirque du Soleil. Del primo prende infatti la musica martellante ed i giochi di luce (ma non l’anarchia), del secondo la spettacolarità dei movimenti scenografici e degli acrobati.

Stiamo comunque parlando di una produzione di tutto rispetto, che necessita di location molto ampie: appena sufficiente il 13 aprile l’Unipol Arena di Bologna, trasformata in una gigantesca discoteca. A caratterizzare ulteriormente l’evento, è l’azzeccatissima trovata di rendere obbligatorio un qualunque abito bianco a tutti i partecipanti, requisito indispensabile per accedere alla festa. A tal proposito la produzione viaggia con alcune migliaia di armadietti guardaroba al seguito, necessari per custodire soprabiti e borse che certo tutti bianchi non potrebbero essere!

Insomma il numerosissimo pubblico (di giovani ma anche no!) è attratto dall’idea dell’evento, dalla presenza dei DJ più di moda, dalla spettacolarità dello show ma anche dall’essere egli stesso parte del Sensation grazie al rispetto del dress-code strettamente white. E funziona: circa 13.000 le persone danzanti presenti all’unica data italiana, ma molte anche quelle rimaste escluse per carenza di posti, vista l’impossibilità di replicare la serata.

Ma siccome noi siamo ancora per un giornalismo più vero e meno virtuale (oggi tramite internet è possibile scrivere di tutto senza mai alzarsi dalla propria scrivania!) abbiamo preso i dovuti accordi con l’ufficio stampa e già nel pomeriggio eravamo a Bologna per toccare con mano e vedere con i nostri occhi le cose da raccontarvi. Anche noi, ovviamente, vestiti di bianco, nel rispetto del dress code, sebbene ci sentissimo più simili a gelatai che a ballerini.

Arrivati all’Unipol Arena diamo un’occhiata in giro e già capiamo che si fa sul serio: testemobili, luci e laser come se piovesse; poi clusteroni e subwoofer V‑DOSC per una copertura a 360°. Appendimenti per quanto è lungo il palasport, con acrobati volanti che fanno già le prove su e giù dal tetto, mentre qualcuno prova gli effetti pirotecnici e quattro enormi faccioni ci guardano un po’ inquietanti muovendosi per la venue!

La produzione italiana

Il promoter italiano per Azalea è Massimo Fregnani, a lui chiediamo maggiori informazioni sull’evento.

“Quando, dopo vari contatti, stavo per partire per visionare l’evento di Bucarest – racconta – sono stato casualmente informato da mia figlia che occorrevano i vestiti bianchi! Così mi sono fermato nel primo negozio di Trastevere per comprare dei jeans bianchi da abbinare alla camicia che avevo in valigia prima di prendere l’aereo. Così è cominciata la mai avventura ‘Sensation’.

“Ogni anno la produzione mette in piedi un nuovo spettacolo che viene lanciato all’Amsterdam Arena e poi portato in varie nazioni. Stiamo parlando di una produzione da concerto: 11 bilici solo per il loro materiale, a cui vanno aggiunti generatori, palchetti e vari allestimenti forniti in loco dal promoter. L’altro giorno, per dare un’idea, in cantiere c’erano a lavorare almeno 400 persone, e l’intero allestimento dura almeno una settimana.

“Intorno a questo evento c’è molto interesse, tanto che in un mese abbiamo esaurito tutti i biglietti disponibili, ma una seconda data era impossibile perché sarebbe stato necessario anticiparla, andando a ‘bruciare sul tempo’ tutti i 13.000 che avevano già comprato il biglietto. Non sarebbe stato corretto e non l’abbiamo fatto.

“La serata prevede ben sei ore di musica, durante le quali, ogni 20 minuti circa, avvengono delle animazioni scenografiche. Importantissima inoltre tutta la parte dei servizi necessari ad una serata del genere, con bar, ristoranti, spazi di decompressione e quant’altro.

“È importante precisare – conclude Massimo – che, al contrario di qualche voce incontrollata diffusasi nei giorni precedenti, non si tratta affatto di un rave party, non è cioè una serata senza regole, lasciata ad una certa anarchia organizzativa: qui è tutto molto controllato ed organizzato, si propone un divertimento sano, fatto di musica e meraviglia. Infatti l’organizzazione è molto attenta all’aspetto musicale, che cambia di nazione in nazione; la produzione italiana ha curato in parte anche l’aspetto artistico, scegliendo anche un DJ italiano, seppur in linea con le direttive molto precise stabilite da Sensation. Gli appassionati del genere sono infatti molto attenti alle scelte musicali. Infine anche alcuni acrobati sono stati reclutati qui con un casting”.

A darci invece maggiori informazioni sulla produzione tecnica ed il lavoro del promoter è Paolo De Biasi, direttore di produzione per Azalea e Mistica.

“Noi ci siamo prevalentemente occupati degli appendimenti – spiega Paolo – ed abbiamo fornito il personale richiesto al local. Stiamo parlando di 62 tonnellate, sospese lungo tutto l’asse della passerella e di oltre 100 motori. Sono stati necessari un’intera motrice piena di cavi d’acciaio per il pre-rigging, 250 metri di truss per il pre-rigging (oltre a quelle della produzione), una gru con braccio da 40 metri e quattro cherry picker, di cui tre da 40 metri ed uno da 24 metri. Inoltre anche durante lo spettacolo e le prove è impiegata una squadra di tre rigger per gli interventi di emergenza in caso di malfunzionamenti, per il recupero degli acrobati.

“Il palco è al seguito della produzione – continua Paolo – poiché si parla di pezzi Layher totalmente customizzati, preparati da StageCo appositamente per questi spettacoli. Noi invece ci siamo impegnati nella creazione di quattro deck di proseguimento del corridoio del primo anello, in pratica dei terrazzini di circa 100 m2 ciascuno, per formare dei punti di osservazione ideali per lo spettacolo da parte degli acquirenti del biglietto deluxe.

“Agli 11 bilici della produzione olandese abbiamo aggiunto due bigruppi da 540 Ampere di Italstage per la distribuzione della corrente. Abbiamo anche curato tutto l’allestimento dei servizi e dei prodotti del food & beverage, ovviamente in linea con il code dell’evento, che, per altro, ha delle modalità di accesso molto rigide: controllo preventivo dei biglietti, circa 3000 armadietti per il deposito oggetti, poiché non sono ammessi borse o zaini, e metaldetector a tutti gli accessi. Non a caso sono impegnate quasi 250 persone di controllo. Infine un bel lavoro è stato fatto anche all’esterno, dove sono stati montati per le varie situazioni di accoglienza e aree lounge circa 800  m2 di aree con tende e arredi.

“Oltre me – conclude Paolo – per Azalea hanno lavorato il site coordinator Matteo Chichiarelli, l’assitente di produzione Beatrice Salzani, l’head rigger italiano Luca Guidolin insieme a Marco ‘Panda’ Franchini”.

L’organizzazione

Continuiamo la nostra chiacchierata insieme a Thom Bartelse, responsabile del marketing dell’evento e della produzione durante il tour. È insomma l’uomo Sensation con il quale si relazionano i vari promoter locali.

Thom, siete in Italia per la prima volta: com’è lavorare qui da noi?

Lavorare in Italia è fantastico, nonostante ci sia un clichè secondo il quale sarebbe difficile lavorare con gli italiani. Io penso invece che questa installazione sia una delle meno complicate che abbiamo fatto fin ora... è stato tutto fin troppo facile. In Italia ho trovato solo dei grandi professionisti, gente che conosce il proprio lavoro ed anche che cosa sia Sensation. Tutta la nostra squadra è emozionata aspettando quello che succederà stasera.

Tu arrivi dal mondo dei concerti?

No, per niente: arrivo dall’industria dei superalcolici, ma il mio settore di competenza è sempre stato nell’organizzazione di eventi per promuovere i marchi delle bevande.

Quante spettacoli fate all’anno?

Quest’anno facciamo 24 tappe in 20 diversi paesi. In realtà faremo un grande tour negli Stati Uniti che non è stato ancora annunciato, perciò non posso parlarne...

Che differenze hai notato tra il mercato italiano e quello degli altri paesi?

La passione degli italiani! Noi esauriamo i biglietti in tanti paesi diversi ma, rispetto alle altre tappe europee, qui abbiamo fatto sold-out molto più velocemente! È impressionante, perché abbiamo portato lo spettacolo in Spagna ed in altri paesi dell’Europa meridionale, ma quando abbiamo messo in vendita i biglietti in Italia, era come se aspettassero al varco il nostro arrivo.

Qual è il concept dello show di quest’anno e come è stato progettato?

Il tema di questo spettacolo è “Una sorgente di luce”. Abbiamo cinque squadre creative che preparano separatamente diversi temi per il nuovo spettacolo. Poi li presentano a Duncan, il fondatore dell’impresa, e lui sceglie i migliori due. Queste due squadre poi lavorano insieme per mettere insieme il nuovo tema dello show. Infine la produzione viene data a me ed io comincio a lavorare sul modo di presentarla. Dopo la preparazione del tema, lo spettacolo viene messo nelle mani della direzione artistica e della produzione tecnica per lo sviluppo finale. Ci sono diverse figure creative, ma abbiamo un singolo show designer/director che è il regista di tutti i nostri spettacoli in giro per il mondo.

Ogni anno il nuovo spettacolo debutta ad Amsterdam il primo weekend di luglio e dopo comincia a viaggiare. Questa è la quinta produzione di questo spettacolo particolare. Ad esempio lo spettacolo Inner Space ha debuttato ad Amsterdam nel 2011, ha già girato tutta l’Europa ed adesso è in Sud America (Brasile e Cile). In Canada al momento c’è invece lo spettacolo Ocean of Light, che era lo show del 2007. In Asia tra poco arriverà un altro degli spettacoli precedenti, ma anche questo non è stato ancora annunciato ufficialmente...

Riuscite a montare sempre lo stesso show o ci sono modifiche di rilievo?

Gli unici cambiamenti che vengono effettuati allo spettacolo nei diversi paesi sono dovuti alla grandezza della venue. Se la venue è più piccola, ovviamente dobbiamo ridurre in qualche modo la produzione. Tutti gli spettacoli debuttano all’Amsterdam Arena, che è molto grande, circa 40.000 posti, perciò il debutto di ogni spettacolo utilizza il massimo della produzione; ma poi, quando parte in tour, lo show director deve pensare come si presenterà lo stesso spettacolo con 30.000, 20.000 o 10.000 posti. Ha un lavoro molto difficile ma molto geniale per sviluppare la produzione in modo da conservarla con lo stesso impatto. Un buon esempio è lo spettacolo Ocean of White, che è stato il primo di viaggiare in modo serio: non avevamo pensato all’epoca a queste cose ed è stata una nuova esperienza con cui abbiamo imparato ad adattare gli show alle varie venue

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