Carmen Consoli - L'Abitudine di Tornare

Uno di quei tour che potrebbero lasciare un po’ dubbiosi: concerti nei palasport, con un’artista molto brava ma non troppo popolare, che soprattutto non esce con un nuovo disco da anni. Insomma: ad alto rischio bagno di sangue. Partiamo pensando che forse la location giusta fossero i teatri da 1000/2000 posti… ma pronti a ricrederci.

Carmen ConsoliArrivati al 105 Stadium di Rimini, entriamo e cominciamo a vedere un palco non enorme ma con una sua dignità, un discreto impianto luci, con pezzi di qualità, un impianto audio non nuovissimo, il V-DOSC, ma imponente e, come PA Engineer, Daniele Tramontani, non proprio il primo pischello. Da questi elementi iniziamo a convincerci che il progetto non sia affatto improvvisato, ma ben ponderato. Chiacchierando con i professionisti al lavoro, veniamo a conoscenza che il tour è gestito interamente dall’agenzia OTR Live, nelle persone di Francesco Barbaro e fratello, che sta investendo molto su questa artista, e questo tour ne è la prova. L’agenzia sostiene tutte le spese del tour, compresi gli affitti delle location ed i servizi annessi forniti dai local, fiduciosa poi nel botteghino. È un sistema che in questo momento storico presenta mille contraddizioni, ma personalmente mi fa molta simpatia. Tirando le somme, alla data di Rimini saranno state presenti circa 3000 persone paganti, da cui si presume che alla fine del bilancio ci sia un segno positivo: complimenti davvero!

Fabio Carmassi – direttore di produzione per Lemonandpepper

Puoi parlarci della produzione del tour?
Abbiamo cominciato a Formello, dove abbiamo fatto diversi giorni di prove musicali, per poi spostarci a Porto San Giorgio per l’allestimento e la data zero. Il tour è composto da 11 date, tutte gestite direttamente da OTR Live; ai promoter di zona, infatti, chiediamo solo i servizi. Molto azzeccata la formula di chiedere il catering locale, cosa che ci dà la possibilità ad ogni data di avere una cucina diversa, in alcuni casi veramente buona; una soluzione logisticamente applicabile solo in tour medi come questo, altrimenti sarebbe da proporre più spesso.

Perché la scelta dei palasport?
Questa è una domanda che dovresti rivolgere direttamente a Francesco Barbaro, solo lui ti saprà dare le giuste risposte; io posso dare solo dei punti di vista. Ho trovato un’agenzia, la OTR Live, che crede molto nel progetto di Carmen Consoli, mettendosi in gioco anche finanziariamente, gestendo direttamente tutte le date. Dal mio punto di vista è una formula che apprezzo e condivido moltissimo. In questo mercato dove non ci sono più punti di riferimento, è come cancellare tutto e ricominciare da capo, con un programma ben chiaro in testa. Ma questa non è materia mia: il mio compito è di far funzionare al meglio tutti questi ragazzi. Questa produzione viaggia con tre bilici. I fornitori sono Agorà, per audio, luci e video, ed ENIM per la fornitura del palco. I restanti servizi, come dicevo, li chiediamo al promoter di zona. Tra i tanti ragazzi in tour, ci tengo a citarne due, perché veramente degni di nota: Gabriele Daccunti, head rigger, una persona instancabile e molto disponibile, capace di risolvere qualsiasi problema; penso che diventerà un grande rigger. Poi l’anima rosa del tour, la “luciaia” Camilla, che con il budget a disposizione è riuscita ad ottenere un risultato molto buono; anche lei è una persona instancabile che fa questo lavoro con vera passione.

In quanti siete in tour?
La squadra è composta da una trentina di persone, compreso il tour manager Mauro Di Gioia: si entra la mattina attorno alle 6.30 per essere pronti attorno alle 15.00 per il line check. Finito il concerto, chiudiamo i bilici attorno alle 2.30.

Camilla Ferrari – lighting designer and operator

Non è comune vedere al lavoro una ragazza dietro la console luci: come sei arrivata a questo lavoro?
Mi ha convocato l’agenzia, con la quale avevo già fatto altri lavori, chiedendomi di farle delle proposte per questo tour. Ho percepito che l’agenzia teneva molto a questa artista ed avrebbe puntato molto sul tour. Così ho cominciato ad ascoltare il disco e a buttare giù bozzetti ed idee, fino ad arrivare a questa soluzione finale che tutti hanno accettato. Dal disco, dal gruppo e dall’artista, si intuisce che il femminile è una cosa sentita: ho voluto sottolineare questo aspetto con la scenografia. In effetti, le sei americane che sono sul palco vogliono in qualche modo simboleggiare le forme delle donne. Poi se guardiamo il gruppo sul palco ci accorgiamo che è composto in maggioranza da donne: Carmen Consoli, voce e chitarra, Luciana Luccini, basso, e Fiamma Cardani, batteria, accompagnate da Roberto Procaccini alle tastiere e Massimo Roccaforte alle chitarre. Devo un ringraziamento particolare all’agenzia che mi ha dato tanto tempo per l’allestimento e la programmazione, sperando di averla ripagata.

Tutto il disegno luci ha sfruttato le sei americane curve verticalmente sul palco, più altre due, sempre curve ma orizzontali, attaccate al grid. Ho sfruttato le ultime due americane sul palco, essendo più vicine tra loro, per abbinare uno schermo fornito da Agorà. Si tratta di una tenda con LED RGB che si possono gestire come schermo. Il passo è abbastanza grande, quindi l’ho usata esclusivamente per arricchire la scenografia tramite grafiche digitali.

Per il resto ho usato una sessantina di testemobili Clay Paky Alpha 700, diverse testemobili a LED, sia come wash che per illuminare le strutture, delle barre LED, dei DWE e gli SGM Q7, molto belli. In regia lavoro con una grandMA1, più uno spare, console datata ma sempre valida. Sono abbastanza soddisfatta del risultato, perché sono riuscita a far combaciare l’esigenza della produzione, cioè avere una struttura leggera e snella nel montaggio e nello smontaggio, con un risultato scenico più che soddisfacente.

Enrico Romanelli – sound engineer

Sei il fonico titolare del tour?
No, sono il fonico in seconda; il titolare del tour è Gianluca Vaccaro, che è anche il produttore di Carmen, colui che in studio segue tutta la produzione dei dischi. Insieme abbiamo fatto l’allestimento per il tour, che in alcune scelte risente del fatto che lui è prevalentemente un fonico di studio di lungo corso e con molta esperienza. Per esempio il mixer scelto, un SSL L500, gli ricordava più da vicino le console da studio, per lui più familiari. Altre due apparecchiature che abbiamo portato dallo studio sono i Portico II, macchine disegnate da Rupert Neve, una channel strip che usiamo per la voce di Carmen, di cui adoperiamo però solo le sezioni EQ e compressione, perché come preamplificazione usiamo quella del banco; lo mettiamo quindi in insert sul banco, sul canale di Carmen. La seconda macchina è un processore che usiamo in uscita sul master, un’apparecchiatura interessante che viene usata anche nel mastering dei dischi, mentre nel live la usiamo per spazializzare il segnale, cosa che trovo utile nei palazzetti.

Come vi trovate con questo mixer?
Adesso ci troviamo molto bene: dopo diversi upgrade possiamo sicuramente posizionarlo alla pari di tanti altri mixer prestigiosi. Ha un suono eccezionale, e anche l’interfaccia è abbastanza intuitiva. Mentre sul palco abbiamo una DiGiCo SD10, controllata da Stefano Dinarello che sostituisce solo per questa data il fonico di palco del tour, Simone Di Pasquale. È stato scelto di avere un palco molto silenzioso, così tutti gli amplificatori sono negli Isobox e tutti i musicisti utilizzano IEM. Gianluca, infatti, aveva molta paura dei palasport italiani, che notoriamente hanno un’acustica non meravigliosa, quindi per evitare rientri strani che sporcassero il suono ha optato per questa soluzione. Per la gestione degli IEM usiamo dei sistemi Shure PSM1000, mentre per il microfono di Carmen usiamo un set Sennheiser 2000 con una capsula 935.

Ci sono sequenze? Chi le gestisce?
Assolutamente no, tutto quello che si sente è suonato rigorosamente dal vivo.

Mentre il PA?
Agorà ci ha dato il mitico V-DOSC, che per le location in cui suoniamo noi va più che bene; inoltre, al seguito, abbiamo un PA engineer come Daniele Tramontani, cioè una garanzia assoluta: infatti ad ogni data ci consegna un risultato che per un fonico è un piacere, di conseguenza fare i suoni diventa poi molto semplice.

Carmen Consoli - l'Abitudine di Tornare

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