Gilberto Gil - Solo Tour 2014

“La libertà è essenziale per la creatività”. Questo è ciò che sostiene Gilberto Gil, e questo tour ne è l’essenza.

di Alfio Morelli

Di necessità si può fare virtù. Lo dimostra Gilberto Gil con questo tour, partito da Zurigo per un tour di sette date in quindici giorni. L’artista brasiliano, assieme a sua moglie, si è voluto prendere una vacanza in Italia, girando il Bel Paese con un’auto a noleggio. Poi, tra un castello, un borgo ed una trattoria, da Zurigo è arrivato a Roma, Fabriano, Cesena, Trieste, Vienna e Padova, luoghi in cui ha anche trovato lo spazio per deliziare il suo pubblico con dei concerti. Certo… non pensiamo ad orchestre e cori: penso sia la produzione più essenziale e minimalista che si possa organizzare. Ecco cosa ci racconta Marco Morelli, tour manager e fonico per conto dell’agenzia Sounday di Torino: “È un tour anomalo, che Gilberto Gil ha voluto fare unendo anche una vacanza con sua moglie; arrivato dal Brasile ha preso una macchina a noleggio e con le sue due chitarre sta girando l’Italia, aggiungendo due capatine all’estero, una a Vienna e una a Zurigo. Sette concerti in quindici giorni.
“La situazione – continua Marco – dal punto di vista tecnico è molto tranquilla: chiediamo tutto sul posto, cioè tre microfoni, due monitor, mixer sala, mixer palco e 22 pezzi per il parco luci, 10 spot e 12 sagomatori. La richiesta all’agenzia era di potere avere in tour con lui anche un fonico, perché questo lo rendeva più tranquillo, una persona che si occupasse dei set-up che si sarebbero trovati nelle varie location. Gilberto Gil è un artista molto sensibile per quanto riguarda il suono, tanto che si fanno dei soundcheck abbastanza lunghi e meticolosi. L’artista, specialmente in questo tour, richiede molta attenzione anche da parte del pubblico: essendo un concerto veramente acustico, ci sono anche dei momenti molto intimi dove sia la voce che la chitarra hanno un volume molto basso. Addirittura, su richiesta espressa dall’artista, ho dovuto chiedere alla direzione che durante il concerto i bar non servissero bevande, per non creare dei rumori che potessero disturbare la performance.
“In preparazione della tournée – spiega Marco – ho mandato via una scheda tecnica con le indicazioni sul materiale che volevamo trovare e devo dire che, anche se non tutto, ho trovato sempre materiale di ottimo livello. Io, personalmente, porto solo un masterclock, un’apparecchiatura consigliata da Taketo Gohara, fonico di Capossela, con il quale ho avuto il privilegio di lavorare. In effetti, devo riconoscere che, grazie a questa apparecchiatura collegata al mixer digitale, si ottiene un suono più preciso, specialmente sulla gamma medio-bassa.
“Una richiesta abbastanza particolare sono i microfoni per l’artista, anche questa una richiesta arrivata dal suo fonico: un AKG C5 per la voce, un AKG C480 con capsula CK61 sulla buca della chitarra e un Neumann KM184 sul ponte dello strumento.
“Come monitoraggio – conclude – abbiamo trovato due Meyer UMS‑1P, mentre in regia audio, il microfono della voce l’ho fatto passare attraverso un pre Avalon prima di entrare nel mixer, un M7CL Yamaha. In questa data ho trovato materiale e uomini molto preparati: il service T&D Rent a supporto del locale è riuscito a fornirmi tutti e tre i microfoni richiesti, cosa che non succede sempre. L’impianto audio, un Turbosound Flashlight, è un buon impianto, anche se datato e con qualche problema di copertura, non proprio l’ideale per questo genere musicale”.

Il concerto

Naturalmente ci siamo fermati per la serata, accomodandoci in regia per gustarci il concerto. Il locale era abbastanza pieno, per la gioia degli organizzatori, magari meno contenti per l’impossibilità di far funzionare i bar durante il concerto. Per quanto riguarda l’impianto audio, dalla postazione della regia ci è sembrato accettabile, però durante il concerto sono scesi diversi spettatori a lamentarsi perché dai palchetti (dove il biglietto era anche più caro) specialmente al terzo livello, non si sentiva bene.
La cosa ci ha un po’ incuriosito ed abbiamo voluto saperne di più.
Il locale è, a tutti gli effetti, una discodinner, dove si fa discoteca e si può anche mangiare seduti ai tavoli che si trovano all’interno dei balconcini. Per evitare che la musica vada a disturbare eccessivamente ai tavoli, si è cercato di direzionare l’impianto il più possibile sulla pista, ed anche per questo è stato scelto il Flashlight Turbosound, diffusore riconosciuto per la sua polare molto stretta: una buona scelta se inserita nel progetto discodinner, meno buona se si tratta di un concerto live, specialmente di Gilberto Gil accompagnato solo dalla sua chitarra.
Sembra che il locale sia comunque predisposto per il collegamento di altri diffusori che vanno a coprire l’intera area del locale; la serata era stata però sub-affittata ad un’organizzazione esterna, la quale non ha voluto sobbarcarsi una spesa ulteriore. Peccato, un’occasione persa.

 

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